Da Kiki a Chihiro, il tema della crescita per Miyazaki

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Koshien
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Messaggio da Koshien »

Ma siamo così certi che Chihiro non ricordi niente ? Allora perchè Haku le dice di non voltarsi ?...e lei infatti ha il timore di farlo ? Almeno così a me pare. Ma al di la di questo. C'è un punto che nessuno a sottolineato fino ad ora ma che in qualche modo lo ritroviamo anche in Howl: Chihiro libera Haku ricordandosi di averlo "incontrato"da piccola, un po come Sophie libera Howl rivedendolo con Calcifer. Ma allora...non è che Chihiro in realtà DEBBA capitare in quel luogo (la Città Incantata) e, sollecitata dalla necessità di liberare se stessa e i suoi genitori, riesce anche a rimettere, per così dire, le cose in ordine ?
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Shoukiki
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Messaggio da Shoukiki »

El Master ha scritto: Ma tutto quello che fa serve a ripristinare uno stato iniziale che le è venuto a mancare da sotto i piedi. Salva Haku per amicizia certo, ma anche perchè è l'unico che può aiutarla a riavere i suoi genitori.
"Alla ricerca di Nemo" a parti invertite! :D (Non vi offendete per il paragone, è puramente strumentale).

Marlin cerca di ritrovare Nemo, mentre Chihiro cerca di ritrovare i genitori. Entrambi i personaggi affrontano un viaggio pieno di difficoltà, ne usciranno, faranno esperienze, cresceranno e ritroveranno la propria famiglia.
Non considero rilevante il loro scopo iniziale, ma piuttosto il viaggio. Marlin non pensava certo a diventare un pesce migliore quando è partito, come Chihiro non pensava a maturare, ma l'hanno fatto. È il risultato inevitabile e inatteso del viaggio, dell'affrontare le difficoltà della vita.

La differenza tra i due è che alla fine Marlin è consapevole di quello che ha fatto e Chihiro (probabilmente) no. Quello che dobbiamo chiederci allora, è il perché di questa scelta di Miyazaki.
Il fatto che crea un po' di confusione è che il film ha, in fondo, una storia dentro l'altra. Chihiro è una bambina cresciuta fino ad un attimo dalla fine, ma quando il mondo degli spiriti svanisce, svanisce anche tutto quello che lei ha imparato.

Ponendo che questo sia vero, vi propongo una chiave di lettura:

È la ricomparsa dei genitori a generare questa perdita? Miyazaki ci vuole forse dire che se i genitori non fossero ricomparsi, Chihiro sarebbe potuta crescere?

I genitori allora sono l'ostacolo? Con lo loro eccessive premure, il loro tentativo di proteggere i figli da ogni pericolo, la loro incapacità di farsi un po' da parte e lasciare la libertà di sperimentare e anche di sbagliare, diventano il freno alla crescita dei bambini?

Miyazaki ci sta forse dicendo:
avete visto cosa potrebbe fare Chihiro se non ci fossero i genitori?
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Koshien
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Messaggio da Koshien »

Shoukiki ha scritto: Miyazaki ci sta forse dicendo:
avete visto cosa potrebbe fare Chihiro se non ci fossero i genitori?
Non credo che questo possa essere il messaggio di Miyazaki. I genitori non sono un ostacolo alla crescita... se accade è perchè sono i figli che per comodità restano al riparo della loro ombra.....
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Shito
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Messaggio da Shito »

Koshien, credo tu stia veramente deragliando con la sovrainterpretazione.

Lo sai che da che mondo è mondo nella tradizione orientale conoscere il nome di un demone equivale a sconfiggerlo?

Credo sia nell'umana percezione l'idea che la conoscenza di un male è il modo per esorcizzarlo, la mitologia che ne offre infiniti esempi.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Marseius
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Messaggio da Marseius »

Shoukiki ha scritto:È la ricomparsa dei genitori a generare questa perdita? Miyazaki ci vuole forse dire che se i genitori non fossero ricomparsi, Chihiro sarebbe potuta crescere?

I genitori allora sono l'ostacolo? Con lo loro eccessive premure, il loro tentativo di proteggere i figli da ogni pericolo, la loro incapacità di farsi un po' da parte e lasciare la libertà di sperimentare e anche di sbagliare, diventano il freno alla crescita dei bambini?

Miyazaki ci sta forse dicendo:
avete visto cosa potrebbe fare Chihiro se non ci fossero i genitori?
No. Credo che tu stia facendo riflessioni esule dal film...
Non credo sia giusto cercare e sovracaricare il film in questo senso...
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Messaggio da El Master »

Shoukiki ha scritto:
El Master ha scritto: Ma tutto quello che fa serve a ripristinare uno stato iniziale che le è venuto a mancare da sotto i piedi. Salva Haku per amicizia certo, ma anche perchè è l'unico che può aiutarla a riavere i suoi genitori.
"Alla ricerca di Nemo" a parti invertite! :D (Non vi offendete per il paragone, è puramente strumentale).

Marlin cerca di ritrovare Nemo, mentre Chihiro cerca di ritrovare i genitori. Entrambi i personaggi affrontano un viaggio pieno di difficoltà, ne usciranno, faranno esperienze, cresceranno e ritroveranno la propria famiglia.
Ni...

Entrambi partono, è vero. Ma mentre in Nemo l'obbiettivo del film è un lieto fine che porta con se una morale come in una fiaba, nella Città incantata e in Kiki non c'è un vero e proprio lieto fine e nemmeno una morale.

Semplicemente Miyazaki taglia bruscamente la storia perchè ciò che voleva dire con il film è già stato esposto: non servono conclusioni.
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Messaggio da Marseius »

El master ha scritto:Entrambi partono, è vero. Ma mentre in Nemo l'obbiettivo del film è un lieto fine che porta con se una morale come in una fiaba, nella Città incantata e in Kiki non c'è un vero e proprio lieto fine e nemmeno una morale.
non sono d'accordo..perchè Nemo, secondo me non è una fiaba.
E' qualcosa che non è formativo per un bambino : non spinge il bambino a capire qualcosa o ad introdurlo dolcemente nella realtà dura della vita.
Kiki e Chihiro non hanno un vero lieto fine. Qui mi trovi d'accordo.
Ma a mio avviso hanno una morale, un messaggio rivolto ai bambini.
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Messaggio da Flegias »

Beh, affermare che in Kiki non ci sia un lieto fine mi sembra un po' una forzatura, di sicuro non c'è una fine da storia classica in cui tutti i nodi giungono al pettine, ma non mi sembra che non ci sia un finale "lieto".

Già ne la città incantata le cose mi sembrano più complesse come altri hanno qui espresso meglio di me.
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Shinji71
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Messaggio da Shinji71 »

Heimdall ha scritto:
Shinji71 ha scritto:per me prima di riempire pagine di libri o di forum bisognerebbe osservare da vicino il vivere dei bambini ....di oggi e di ieri,altrimenti si rischia di esprimere concetti avulsi alla realtà
Guarda, Shinji, non sono per nulla d'accordo con questa affermazione che, se lasciata lì così a sé, sa di populismo e, in ultima istanza, è così vuota che non significa niente.
Io parlo - e scrivo - così perché coi bambini ci ho lavorato a stretto contatto per cinque anni, prima facendo volontariato e poi come educatore professionista. Ho lavorato soprattutto con i bambini delle scuole elementari, in gioco ed in piccolo gruppo; nei normali centri estivi, ed in centri di aggregazione frequentati da ragazzi socialmente disagiati.
E' stata forse l'esperienza più formativa della mia vita e, anche adesso che non faccio più quel lavoro, ne serbo un grato ricordo e molti insegnamenti.

Ti posso garantire che nessuno potrebbe fare questo lavoro senza un'adeguata preparazione teorica. Limitandosi a far leva su un generico 'senso comune' si può giusto limitarsi a fare giocare i più piccoli all'oratorio, ma non si potrebbero accompagnare i complessi percorsi di crescita legati alle dinamiche più diverse: al disagio, alla crescita e alla relazione, spesso complessa, con i genitori.
Nessuno intraprende un'attività professionale senza un minimo di preparazione. Per affrontare un percorso così complesso come quello di relazionarsi a degli esseri umani in formazione sulla strada dell'adultità, posso garantirti che la semplice osservazione, non suffragata da nessun criterio euristico o interpretativo, ti basterebbe a lavorare sì e no dieci minuti.
volevo solo dire,e forse causa la poca dialettica non mi sono spiegato, che per comprendere la vita di un bambino bisogna conoscerne le logiche di ragionamento e di espressione se ho punto sul vivo qualcuno mi scuso non era mia intenzione non metto in dubbio le esperienze di nessuno non conoscendovi
penso che nella vita come nelle opere di Miyazaki il bambino non prenda coscenza od abbia volontà di crescere è un processo che matura per curiosità e spirito d'emulazione , cose che ad oggi vengono escluse da una società pronta a lenire tutte le fatiche ed i dolori con "prodotti" ad hock per ogni tipologia di persona e problema
sarebbe tragico se un bambino sentisse il peso del passare degli anni e con esso la necessità di crescere per entrare nell'adultità
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Messaggio da naushika »

interessantissimo topic..ho cercato di leggerli tutti e trovo il post di heimdall molto bello e autentico :wink:

vorrei solo aggiungere una cosa: c'è qualcosa in quello stadio irripetibile della vita che si perde per sempre...l'arte di disegnare figure di grande significato senza accorgersene e senza costrouire alcuna teoria sopra..tutto spontaneo come l'animo dei bambini...

fà impressione "leggere" nei disegni dei bambini messaggi espressi dalla loro anima meglio di un quadro di un artista adulto frutto di laboriose sessioni di lavoro..

per il resto continuate pure con il vostro dibattito e chiudo il mio inutile post :wink:
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Shoukiki
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Messaggio da Shoukiki »

Spike Spiegel ha scritto: No. Credo che tu stia facendo riflessioni esule dal film...
Non credo sia giusto cercare e sovracaricare il film in questo senso...
Può darsi, ma io la butto là, così posso venir corretto e forse, da lumachina che sono, arrivo anch'io alla lattuga. :wink: Però non basta dire NO. Perché io impari, mi può essere utile anche ragionare sul tuo punto di vista.
Vedi,
Shito ha scritto: Solo, noi guardandola, ora sappiamo cosa -secondo Miyazaki- c'e' in potenza anche nei nostri bambini. E questo MIyazaki voleva dirlo al giappone, soprattutto a quei bamibni nei quali ha fiducia, eventualmente a qualche genitore di passaggio.
"Uscite dal nido piccoli! Fuori sù, fatevi coraggio, andate a toccare con mano, cercate il modo di sviluppare il vostro potenziale! Sarà dura, lo so, ci saranno difficoltà, ci saranno bestie feroci, ma anche soddisfazioni, perciò non lasciatevi scoraggiare, perché nulla è insormontabile e troverete delle guide che vi aiuteranno nel vostro viaggio."

"E voi genitori, fatevi un po' da parte, lasciate che 'sti bimbi escano, altrimenti non maturano, e se i vostri figli non vogliono uscire, date loro una spintarella ..."

I figli, da soli, faticano a dire ai genitori "Ue' gente, mo' me ne vado per il mondo!", perché, e chi lo nega, è difficile rinunciare alle coccole e alle comodità di mamma e papà, ma anche perchè, forse avranno un po' di paura.
Se i bambini non maturano, non sarà insomma anche colpa dei genitori che non danno loro la libertà per farlo e la necessaria spintarella per uscire dal nido ed affrontare qualche difficoltà?
A volte, l'amore dei genitori si trasforma in una campana di vetro. I genitori di Kiki non cadono in questo errore. Sono preoccupati, sì, ma lasciano comunque che la loro bambina parta.
Per quanto riguarda i genitori di Chihiro non so ... all'inizio Miyazaki ci mostra una bambinetta spaventata ... e se è così fragile, non sarà un po' anche colpa loro?
Chihiro non è come Kiki, è meno eroina e più bambina qualunque, però anche lei scopre che può camminare con le sue gambe. Questa consapevolezza prima non l'aveva e desiderava solo tornare a rifugiarsi dai genitori. In questo consiste, secondo me, la sua crescita. "Avete visto cosa potrebbe fare Chihiro se non ci fossero i genitori?"
Alla fine, la rivediamo nella sicurezza del nido, come se nulla fosse successo, ma guardandola, noi spettatori (o genitori) non vediamo più una bambina fragile da proteggere, perché sappiamo che dentro di sè ha il potenziale per affrontare la vita e che quando sarà il momento, saprà cavarsela. Poco importa che lei non lo sappia ancora ...

Io traduco il tutto in un messaggio sia ai bambini ("non scappate, potete farcela!"), sia ai genitori ("tranquilli, possono farcela, lasciateli provare!").
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Messaggio da Shito »

naushika ha scritto:interessantissimo topic..ho cercato di leggerli tutti e trovo il post di heimdall molto bello e autentico :wink:

vorrei solo aggiungere una cosa: c'è qualcosa in quello stadio irripetibile della vita che si perde per sempre...l'arte di disegnare figure di grande significato senza accorgersene e senza costrouire alcuna teoria sopra..tutto spontaneo come l'animo dei bambini...

fà impressione "leggere" nei disegni dei bambini messaggi espressi dalla loro anima meglio di un quadro di un artista adulto frutto di laboriose sessioni di lavoro..

per il resto continuate pure con il vostro dibattito e chiudo il mio inutile post :wink:
Inutile post? Tu stai scherzando?

L'ho trovato delizioso, e ricco di un significato meraviglioso.

E' lo stesso motivo per cui io dico che le opere di Carroll vengono lette male dagli adulti, in genere.

Nella mente dei bambini le cose sono sensate in un modo diverso dal modo in cui sono sensate per gli adulti. Troppo spesso gli adulti pensano che i bambini siano 'insensati' nei loro ragionamenti. E' una cosa che odio.

Grazie per il tuo contributo, forse tra i piu' sostanzialmente miyazakiani del thread: poca fabula, un'immagine assai pregna di significato. :)
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Messaggio da Shito »

Flegias ha scritto:Beh, affermare che in Kiki non ci sia un lieto fine mi sembra un po' una forzatura, di sicuro non c'è una fine da storia classica in cui tutti i nodi giungono al pettine, ma non mi sembra che non ci sia un finale "lieto".
Concordo. Sicuramente il finale di Kiki e' un bel puzzle completo, e completyamente lieto.

Il regista usa la sicla di coda per farci vedere infiniti dettagli: dal campanile restaurato, al fatto che la ragazza antipatica e' diventua amica di Kiki (la va a trovare al Gutiokipanya), alla nuova insegna fatta da Tombo, ai nuovi nati (di Jiji e di Osono). Vediamo persino che Kiki si e' comprata la sue scarpette rosse, e non solo, e' diventata un idiolo della citta' (passa una bambina che fa 'cosplay di Kiki').

E poi Jiji che ancora fa da compagno durante le consegne di Kiki, con tanto di addestramento del pargolo maschio.

Se non chiamate 'lieto fine' questo, beh, Miyazaki ci ha lasciato persino l-epilogo: lettera a casa, serenita', accettazione adulta delle difficolta', appacificazione della vita.

Amen.
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Messaggio da El Master »

Certo, ma la scelta di metterle come una veloce sequenza di immagini nella sigla di coda secondo me non è casuale: queste immagini non sono così importanti da ottenere abbastanza tempo per essere espresse per esteso all'interno del film. Sono semplicemente trasmesse come un breve riassunto a testimonianza che l'impegno di Kiki ha dato frutto ma niente di più
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Messaggio da sdz »

Questa scelta della storia che prosegue sui titoli di coda secondo me da un senso di continuità appagante. Scelta che c'è anche in Nausicaa. Trasmette la sensazione che i personaggi continuino autonomamente la propria vita oltre il narrato. Bello.