Da Kiki a Chihiro, il tema della crescita per Miyazaki
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Da Kiki a Chihiro, il tema della crescita per Miyazaki
Sicuramente il dibattito su Howl ha portato splendidi frutti a questa comunita', e credo che NESSUNO potrebbe negarlo.
Invito dunque gli iscritti a rinnovare gli stessi meccanismi per una nuova discussione, volta a cercare di analizzare (e rispolverare) il sempre attualissimo contenuto di due film del mastro che tutti amiamo e seguiamo.
Il mio contributo iniziale l'ho dato col titolo del topic. Leggetelo con attenzione, perche' contiente piu' di quanto potrebbe sembrare a prima vista. C'e' una schietta dichiarazione di punto focale, ma anche una sottesa osservazione di 'ricorso narrativo' che merita approfondita analisi.
Ma andiamo con calma.
Vorrei invitare TUTTI a partecipare.
Chiunque puo' contribuire, non voglio assolutamente fare l'elitista, qui.
Va bene una semplice esposizione di trame/fabule da cui partire. Vanno bene spunti, vanno bene suggestioni.
(Tanto c'e' l'impagabile Ivano che saprebbe mettere in riga anche uno scritto di Joyce! )
Avanti, facciamo rimbalzare tante volte questo sassolino!
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Il mio contributo iniziale l'ho dato col titolo del topic. Leggetelo con attenzione, perche' contiente piu' di quanto potrebbe sembrare a prima vista. C'e' una schietta dichiarazione di punto focale, ma anche una sottesa osservazione di 'ricorso narrativo' che merita approfondita analisi.
Ma andiamo con calma.
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Va bene una semplice esposizione di trame/fabule da cui partire. Vanno bene spunti, vanno bene suggestioni.
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Avanti, facciamo rimbalzare tante volte questo sassolino!
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
OK, ci sto! La butto lì.... sperando che il sassolino non dia origine ad una frana!
Kiki sceglie di abbandonare la propria famiglia per crescere, Chihiro invece è costretta. La storia di Kiki è ambientata nel passato (seppur immaginario), quella di Chihiro nel presente. Quindi le due protagoniste personificano la mutazione nel modo di vivere l'adolescenza verificatosi negli ultimi decenni nelle società avanzate?
Kiki sceglie di abbandonare la propria famiglia per crescere, Chihiro invece è costretta. La storia di Kiki è ambientata nel passato (seppur immaginario), quella di Chihiro nel presente. Quindi le due protagoniste personificano la mutazione nel modo di vivere l'adolescenza verificatosi negli ultimi decenni nelle società avanzate?
- El Master
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Per entrambe il "passo" è molto brusco però: devi imparare ad adattarti in fretta se vuoi consguire i tuoi scopi e devi saper distinguere i "buoni" dai "cattivi" perchè per farcela si ha sempre bisogno di aiuto da parte di chi quel passo l'ha già fatto.
Nel fare questo però non devi mai perdere di vista il tuo passato: ricorda sempre chi sei e da dove sei venuto.
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Evaso!
Vieni a trovarmi in fumetteria! Neko Fumetti via Roma,47 35013 Cittadella (PD)
... Dio è morto... (F.W. Nietzsche)
... per il momento è morto solo Nietzsche... (Dio)
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Ci tengo a precisare che questo non e' un quiz, dato che il sottoscritto non ha la verita' in tasca.
Ovviamente ho anch'io delle mie idee che mi propongo di esprimere e di mettere a confronto con quelle di tutti. Non mi spiacerebbe proprio ritoccare, affinare, aggiungere la mia visione del tema a seguito di un proficuo confronto!
Ovviamente ho anch'io delle mie idee che mi propongo di esprimere e di mettere a confronto con quelle di tutti. Non mi spiacerebbe proprio ritoccare, affinare, aggiungere la mia visione del tema a seguito di un proficuo confronto!
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Entrambe le figure hanno una certa connotazione moderna, ossia sono rappresentative di generazioni attuali; io credo che Miyazaki abbia voluto far riflettere sul ruolo della crescita e dell'individuazione delle "cose" importanti della vita.
Dalla possibilità di vivere serenamente, crescere e trovare una stabilità interiore anche senza la possibilità di volare e senza creare un proprio mondo, in cui parli con gatti e ti isoli in kiki, alla necessità di non perdere le proprie radici culturali ed emotive, affermando però la tua individulità in Chihiro.
La bontà e la cattiveria, suggerisce a mio avviso Miyazaki, sono entrambe presenti in ogni persona, è la durezza della vita, a cui devono dare conto.
Si vede nella figura della nipote della signora, per cui kiki fa il servizio della torta: quella ragazzina, non è "cattiva", ma kiki deve accettare anche queste realtà. Anche la stessa Yu-baba è semplicemente una delle tante figure che incontreremo nella nostra vita. Una classificazione di mutua opposizione tra figure buone e cattive, non è presente nel mondo, e Miyazaki, te lo dice chiarmante qui, secondo me.
Dalla possibilità di vivere serenamente, crescere e trovare una stabilità interiore anche senza la possibilità di volare e senza creare un proprio mondo, in cui parli con gatti e ti isoli in kiki, alla necessità di non perdere le proprie radici culturali ed emotive, affermando però la tua individulità in Chihiro.
Io, non credo ci siano figure buone o cattive :El master ha scritto:devi saper distinguere i "buoni" dai "cattivi" perchè per farcela si ha sempre bisogno di aiuto da parte di chi quel passo l'ha già fatto.
La bontà e la cattiveria, suggerisce a mio avviso Miyazaki, sono entrambe presenti in ogni persona, è la durezza della vita, a cui devono dare conto.
Si vede nella figura della nipote della signora, per cui kiki fa il servizio della torta: quella ragazzina, non è "cattiva", ma kiki deve accettare anche queste realtà. Anche la stessa Yu-baba è semplicemente una delle tante figure che incontreremo nella nostra vita. Una classificazione di mutua opposizione tra figure buone e cattive, non è presente nel mondo, e Miyazaki, te lo dice chiarmante qui, secondo me.
Sul fatto che Miyazaki non categorizzi 'bene' e 'male' secondo canoni disgiunti, sono molto d'accordo. Era cosi' forse sin da principio, penso a Monsly, ma soprattutto a Kushana, e poi ancora sara' cosi' col MAGNIFICO personaggio di Eboshi (una Kushana ancora piu' maturata?).
Avanti cosi'!
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In effetti 'bene' e 'male' non sono nettamente distinti e spesso sono equivocabili (vedi Haku) ma in entrambi il film si insiste molto su un punto importante: 'impegnati per comprendere e per trovare ciò che c'è di buono nelle persone'.
Basti pensare a Kiki con il 'teppistello' che le corre dietro, anche se questo significato è molto più presente nella storia di Chihiro (il custode delle caldaie, l'inserviente che l'accoglie, senzavolto, le due streghe, Haku)
Basti pensare a Kiki con il 'teppistello' che le corre dietro, anche se questo significato è molto più presente nella storia di Chihiro (il custode delle caldaie, l'inserviente che l'accoglie, senzavolto, le due streghe, Haku)
Ultima modifica di El Master il mar mar 14, 2006 4:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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Beh, direi che aver introdotto personaggi non riconducibili direttamente alle categorie suddette sia uno dei punti più grandi e caratterizzanti delle opere di Miyazaki. Quoto in pieno. Provo a dire la mia sul topic.Shito ha scritto:Sul fatto che Miyazaki non categorizzi 'bene' e 'male' secondo canoni disgiunti, sono molto d'accordo. Era cosi' forse sin da principio, penso a Monsly, ma soprattutto a Kushana, e poi ancora sara' cosi' col MAGNIFICO personaggio di Eboshi (una Kushana ancora piu' maturata?).
Avanti cosi'!
Kiki e Chihiro sono entrambe storie di formazione. Kiki affronta il passaggio all'età adulta e alle responsabilità con una sorta di "rito di iniziazione", il tirocinio per streghe. Parte da una tradizione antica per affrontare questa maturazione. Sen invece è meno preparata, si trova ad affrontare una situazione traumatica improvvisamente, ma riuscirà con un inaspettata determinazione a riscattare se stessa, ma anche i suoi genitori. Entrambe nel corso degli eventi crescono e cambiano. Entrambe trovano se stesse imparando la fiducia in se e nel prossimo. Probabilmente in Sen ci sono altri livelli di lettura rispetto a Kiki, che è sicuramente più diretto (penso al personaggio di senzavolto)
Sicuramente penso che saremo tutti d'accordo nel dire che Sen to Chihiro, come opera di un Miyazaki ormai più anziano e quindi 'poetico', è di certo molto meno fabulistico di Majou no Takkyubin. In questo senso, in Sen to Chihiro sono affrescate pennellate e spunti più frammisti e commisti rispeto a Majou no Takkyubin, di certo più lineare.
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Grazie per la precisazione: ho corretto!
Altra osservazione: in entrambe le storie si affronta il tema del viaggio!
Crescere è intraprendere un viaggio in un luogo sconosciuto dove le abitudini lasciano il posto all'adattamento e cambiare è d'obbligo per farcela
Altra osservazione: in entrambe le storie si affronta il tema del viaggio!
Crescere è intraprendere un viaggio in un luogo sconosciuto dove le abitudini lasciano il posto all'adattamento e cambiare è d'obbligo per farcela
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Ahime, non ho ancora visto kiki... spero di avere l'occasione al più presto.
In Sen to Chihiro mi ha lasciato di stucco vedere come dopo l'iniziale disperazione, la protagonista si sia rimboccata le maniche.
Non credo che per una bambina di 10 anni che vede i genitori tramutati in maiali e li vede frustare davanti a se ritrovandosi sola in un mondo di spiriti sia comune una capacità di adattamento simile.
Questo mi fa pensare che Miyazaki attribuisca una grande forza interiore ai bambini, una potenziale determinazione e purezza d'animo che è già presente anche se assopita.
Poi c'è in questo caso anche in lei il binomio male-bene; inizialmente ci sembra un pochino viziata capricciosa egoista mentre alla fine mette in luce il suo lato coraggioso e altruista
Anche se non ho visto kiki, dalla trama e da quello che ho letto sul forum lei abbandona la sua casa per andare incontro ad una nuova vita, per affrontare una iniziazione che la condurrà alla maturità.
Mentre Chihiro di punto in bianco viene posta dinnanzi a un ostacolo così duro ed inaspettato che è costretta suo malgrado a guardare le cose con occhi nuovi e di conseguenza a crescere.
Forse il concetto di crescita e maturazione per l'autore non è un processo graduale ma comincia dal nulla conseguentemente ad un evento chiave (voluto o inaspettato) che da un momento all'altro si verifica in noi e ci porta a guardare lo stesso mondo di prima con occhi diversi
In Sen to Chihiro mi ha lasciato di stucco vedere come dopo l'iniziale disperazione, la protagonista si sia rimboccata le maniche.
Non credo che per una bambina di 10 anni che vede i genitori tramutati in maiali e li vede frustare davanti a se ritrovandosi sola in un mondo di spiriti sia comune una capacità di adattamento simile.
Questo mi fa pensare che Miyazaki attribuisca una grande forza interiore ai bambini, una potenziale determinazione e purezza d'animo che è già presente anche se assopita.
Poi c'è in questo caso anche in lei il binomio male-bene; inizialmente ci sembra un pochino viziata capricciosa egoista mentre alla fine mette in luce il suo lato coraggioso e altruista
Anche se non ho visto kiki, dalla trama e da quello che ho letto sul forum lei abbandona la sua casa per andare incontro ad una nuova vita, per affrontare una iniziazione che la condurrà alla maturità.
Mentre Chihiro di punto in bianco viene posta dinnanzi a un ostacolo così duro ed inaspettato che è costretta suo malgrado a guardare le cose con occhi nuovi e di conseguenza a crescere.
Forse il concetto di crescita e maturazione per l'autore non è un processo graduale ma comincia dal nulla conseguentemente ad un evento chiave (voluto o inaspettato) che da un momento all'altro si verifica in noi e ci porta a guardare lo stesso mondo di prima con occhi diversi
- Shoukiki
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Sono d'accordo: l'evento chiave è sempre una difficoltà da superare, come evidenziato nei post precedenti.Krazys ha scritto: Forse il concetto di crescita e maturazione per l'autore non è un processo graduale ma comincia dal nulla conseguentemente ad un evento chiave [...]
Aggiungo solo che Miyazaki ci mostra anche cosa succede se non si ha mai la possibilità di affrontare la vita a muso duro. È il caso del figlio di Yubaba, che, protetto da una montagna di cuscini, diventa sempre più grande, ma non diventa adulto. Ovvero, crescere i propri figli in una campana di vetro, significa non farli maturare.
Altro aspetto:
Sì, ma tieni presente che se all'inizio non fosse arrivato Haku a porgerle un cibo appartenente al suo mondo, Chihiro avrebbe fatto una brutta fine.Krazys ha scritto: In Sen to Chihiro mi ha lasciato di stucco vedere come dopo l'iniziale disperazione, la protagonista si sia rimboccata le maniche.
Mi sembra che Miyazaki non manchi di sottolineare come, per superare le difficoltà, a volte non basti usare le proprie forze. In quei casi, dobbiamo accettare l'aiuto di chi ci sta vicino.
La capacità di affidarsi agli altri, capacità che passa attraverso l'amicizia e la fiducia, è un tema importante, trovo, nelle opere del maestro e ha molti legami con il tema della crescita.
A questo non avevo pensato ma lo condivido in pieno.Mi sembra che Miyazaki non manchi di sottolineare come, per superare le difficoltà, a volte non basti usare le proprie forze. In quei casi, dobbiamo accettare l'aiuto di chi ci sta vicino.
La capacità di affidarsi agli altri, capacità che passa attraverso l'amicizia e la fiducia, è un tema importante, trovo, nelle opere del maestro e ha molti legami con il tema della crescita.
Forse il messaggio va oltre; non solo bisogna accettare l'aiuto degli altri quando le proprie forze non bastano ma la consapevolezza di non essere in grado di farcela da soli in ogni situazione rafforza la nostra autocoscienza e ci rende più saggi e maturi.
- Shinji71
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su questo è illuminante Il monaco Jiko con quel suo "non si può vincere contro gli stupidi"Shito ha scritto:Sul fatto che Miyazaki non categorizzi 'bene' e 'male' secondo canoni disgiunti, sono molto d'accordo. Era cosi' forse sin da principio, penso a Monsly, ma soprattutto a Kushana, e poi ancora sara' cosi' col MAGNIFICO personaggio di Eboshi (una Kushana ancora piu' maturata?).
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alla fine si arrende allla grande forza di volontà nel desiderare un mondo senza contrapposizioni violente e di coesistenza civile passando in extremis se non per buono quantomeno non per stupido
tornando al tema , nella crescita di kiki vedo la traumaticità,soprattutto ai giorni odierni,dell'adolescenza un periodo nel quale dopo essere stata-stati cullati si entra nella giosrta della vita dove si deve valutare autonomamente e si devono costruire i primi schemi di socialità
anche qui un personagio di miyazaki passa da una famiglia all'altra sottolineandone l'importanza e valorizando le figure di riferimento esterne ai consanguinei
anche Chihiro ne trova una dopo la "perdita" momentanea dei genitori figure che, dopo aver compreso la tempra della ragazzina si pongono al pari di figure quali i nonni o gli zii che con una visione più distaccata danno a Chihiro le dritte giuste e la carica per riuscire nel suo scopo senza le pressioni o l'accondiscendenza insite nei genitori
mono no aware