Il potere del silenzio : il caso di Miyazaki Hayao.
Moderatore: Coordinatori
Il potere del silenzio : il caso di Miyazaki Hayao.
Visto che le menti più illustri del Forum ci hanno donato recentemente degli spunti di approfondimento che definire preziosi è poco, e sui quali il Forum ha evidentemente compito un ulteriore, notevole processo di crescita, provo timidamente a inserire anche uno spunto che è al tempo stesso formale e sostanziale.
Una evidente differenza tra le produzioni dello Studio Ghibli, nessuna esclusa, e la quasi totalità di quelle occidentali (e parte di quelle nipponiche) sta nella strabiliante disparità di rapporto tra parlato e silenzio.
Tanto che ormai buona parte dei giovani spettatori trova "lenti" e "radi" i dialoghi dei capolavori di Miyazaki, palesando una grave difficoltà di concentrazione e di analisi nell'affrontare le sue opere.
Questo è fondamentalmente, ma non solo, effetto tra i più nefasti della produzione statunitense degli ultimi quindici anni, e forse più.
Quello che considero un vero privilegio, e cioè le numerose visioni sul grande schermo di "Howl" cui ho potuto prendere parte nella mia città, se da un canto è stato uno straordinario momento sia ludico che di approfondimento, dall'altro, se ce ne fosse bisogno, mi ha aperto gli occhi sul pubblico (giovanile e non) della animazione odierna.
Decine e decine di atteggiamenti, commenti, sproloqui che ho dolorosamente registrato, come se non mi bastassero le dolenti note quotidiane nazionali, e anche tanti interventi maldestri su questo stesso Forum, pur luogo così privilegiato e di rara acculturazione.
Il barbaro, scientifico annichilimento delle facoltà critiche del pubblico ha prodotto questo risultato tutto occidentale, e che ormai si sta esportando anche nei paesi emergenti : senza iper-velocità, iper-effetti, iper-audio, iper-violenza, e, per quello che riguarda questo topic, iper-logorrea, senza tutto questo, dicevo, sembra ormai difficile "tenere il pupo fermo e attento per un'ora e mezzo" (scusa Atchoo... )
Si stanno creando generazioni di utenti passivi, "deficienti" nel senso di "privi" di strumenti culturali sufficienti per una critica e un approfondimento del godimento visivo e spettacolare, oltreché contenutistico.
Ora la cosa rimarchevole è che, forse perché siamo arrivati a tal punto che è difficile perpetrare una simile politica ad libitum, pare che non solo noi europei, ma anche qualche illuminata mente statunitense si stia cominciando a rendere conto dell'orlo di un baratro assai vicino, che potrebbe diventare in poco tempo un vero boomerang anche per quelle iper-nevrotiche produzioni che tanto profitto incassano in tutto il mondo occidentale.
E così scopro che il New York Times si è occupato dell'aspetto, sottolineando la differenza delle produzioni dello Studio ghibli in tal senso, riconoscendo in tal modo di fatto a Miyazaki la forza dell'uso parco del dialogo, la maestria dell'equilibrio tra i pieni e i vuoti nell'economia della sceneggiatura, la suggestiva forza visionaria del silenzio.
Vi va di segnalare le scene dei films dello Studio che più vi hanno colpito in tal senso ?
Io ne serbo certe così stimolanti ed emblematiche da farmi felicemente ritrovare lo stesso, identico potere visionario ed allusivo del mondo incantato di quello che è forse il più grande e profondo cantore europeo ed occidentale dell'arte anche del silenzio : Ingmar Bergman.
Una evidente differenza tra le produzioni dello Studio Ghibli, nessuna esclusa, e la quasi totalità di quelle occidentali (e parte di quelle nipponiche) sta nella strabiliante disparità di rapporto tra parlato e silenzio.
Tanto che ormai buona parte dei giovani spettatori trova "lenti" e "radi" i dialoghi dei capolavori di Miyazaki, palesando una grave difficoltà di concentrazione e di analisi nell'affrontare le sue opere.
Questo è fondamentalmente, ma non solo, effetto tra i più nefasti della produzione statunitense degli ultimi quindici anni, e forse più.
Quello che considero un vero privilegio, e cioè le numerose visioni sul grande schermo di "Howl" cui ho potuto prendere parte nella mia città, se da un canto è stato uno straordinario momento sia ludico che di approfondimento, dall'altro, se ce ne fosse bisogno, mi ha aperto gli occhi sul pubblico (giovanile e non) della animazione odierna.
Decine e decine di atteggiamenti, commenti, sproloqui che ho dolorosamente registrato, come se non mi bastassero le dolenti note quotidiane nazionali, e anche tanti interventi maldestri su questo stesso Forum, pur luogo così privilegiato e di rara acculturazione.
Il barbaro, scientifico annichilimento delle facoltà critiche del pubblico ha prodotto questo risultato tutto occidentale, e che ormai si sta esportando anche nei paesi emergenti : senza iper-velocità, iper-effetti, iper-audio, iper-violenza, e, per quello che riguarda questo topic, iper-logorrea, senza tutto questo, dicevo, sembra ormai difficile "tenere il pupo fermo e attento per un'ora e mezzo" (scusa Atchoo... )
Si stanno creando generazioni di utenti passivi, "deficienti" nel senso di "privi" di strumenti culturali sufficienti per una critica e un approfondimento del godimento visivo e spettacolare, oltreché contenutistico.
Ora la cosa rimarchevole è che, forse perché siamo arrivati a tal punto che è difficile perpetrare una simile politica ad libitum, pare che non solo noi europei, ma anche qualche illuminata mente statunitense si stia cominciando a rendere conto dell'orlo di un baratro assai vicino, che potrebbe diventare in poco tempo un vero boomerang anche per quelle iper-nevrotiche produzioni che tanto profitto incassano in tutto il mondo occidentale.
E così scopro che il New York Times si è occupato dell'aspetto, sottolineando la differenza delle produzioni dello Studio ghibli in tal senso, riconoscendo in tal modo di fatto a Miyazaki la forza dell'uso parco del dialogo, la maestria dell'equilibrio tra i pieni e i vuoti nell'economia della sceneggiatura, la suggestiva forza visionaria del silenzio.
Vi va di segnalare le scene dei films dello Studio che più vi hanno colpito in tal senso ?
Io ne serbo certe così stimolanti ed emblematiche da farmi felicemente ritrovare lo stesso, identico potere visionario ed allusivo del mondo incantato di quello che è forse il più grande e profondo cantore europeo ed occidentale dell'arte anche del silenzio : Ingmar Bergman.
"Pur sprovvisto di soldati, e solo, combatteva il mondo e i suoi vizi in questo luogo". (Yasushi Inoue).
Horror vacui, verissimo Muska. Basti pensare al rifacimento statunitense della colonna musicale di Laputa, basti pensare a tutte le righe di dialogo inserite arbitrariamente in quegli "adattamenti", così, solo perché... non si dà il giusto significato al silenzio, proprio come sostieni si dovrebbe fare (e sono completamente d'accordo). Chiaramente quegli "adattamenti" ci danno la misura di come si possa svuotare di valore e significato un'opera, piazzando parole a vanvera proprio dove l'assenza di parole dava senso al tutto. Ma queste sono polemiche ormai vecchie...
Tornando all'invito del tuo post:
- Proprio nel bistrattato (dagli americani) Laputa, c'è una sequenza in cui i ragazzini si trovano nella grotta, dove poi si mettono a mangiare e parlare... al silenzio...
- C'è un momento, in Kiki... in cui lei si trova ad osservare la città al crepuscolo intanto che l'orologio suona le 6 di sera... appena prima che incontri la "signora Osono" [nella versione internazionale, ahimè, questo momento è sovrastato dalla musica...]... è un momento bellissimo...
... non me ne sovvengono altri al momento...
Ciao!
Tornando all'invito del tuo post:
- Proprio nel bistrattato (dagli americani) Laputa, c'è una sequenza in cui i ragazzini si trovano nella grotta, dove poi si mettono a mangiare e parlare... al silenzio...
- C'è un momento, in Kiki... in cui lei si trova ad osservare la città al crepuscolo intanto che l'orologio suona le 6 di sera... appena prima che incontri la "signora Osono" [nella versione internazionale, ahimè, questo momento è sovrastato dalla musica...]... è un momento bellissimo...
... non me ne sovvengono altri al momento...
Ciao!
Haast en spoed is zelden goed.
Re: Il potere del silenzio : il caso di Miyazaki Hayao.
Ashitaka in viaggio.Muska ha scritto:Vi va di segnalare le scene dei films dello Studio che più vi hanno colpito in tal senso ?
E anche tutti i momenti in cui Conan riflette e agisce da solo. Molte volte parla più con lo sguardo che con le parole.
E molte delle scene più belle si sono svolte sott'acqua, col solo rumore del mare come sottofondo.
Re: Il potere del silenzio : il caso di Miyazaki Hayao.
Vero, vero Betty!Betty ha scritto:E anche tutti i momenti in cui Conan riflette e agisce da solo. Molte volte parla più con lo sguardo che con le parole.
E molte delle scene più belle si sono svolte sott'acqua, col solo rumore del mare come sottofondo.
Haast en spoed is zelden goed.
- Shoukiki
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Se si parla di dosaggio tra dialoghi e silenzio, penso che l'intero Totoro meriti di essere citato. Scene meravigliose, come quando Mei incontra per la prima volta Totoro e si addormenta sulla sua pancia. Quattro silenziosi minuti tra i più belli di Miyazaki. E come non ricordare la lunga scena quando Mei e Satzuki aspettano l'autobus sotto la pioggia. Gli unici suoni sono la pioggia e le gocce che dai rami degli alberi cadono sull'ombrello di Totoro, facendogli rizzare i peli. Momenti di una bellezza assoluta, non trovo abbastanza parole per descriverli.
Altra scena memorabile, quando Chihiro prende il treno verso la casa della sorella di Yubaba. La musica in sottofondo appena accennata, il crepuscolo, il vagone che si svuota ... mi vengono i brividi.
Altra scena memorabile, quando Chihiro prende il treno verso la casa della sorella di Yubaba. La musica in sottofondo appena accennata, il crepuscolo, il vagone che si svuota ... mi vengono i brividi.
Shoukiki ha scritto: Altra scena memorabile, quando Chihiro prende il treno verso la casa della sorella di Yubaba. La musica in sottofondo appena accennata, il crepuscolo, il vagone che si svuota ... mi vengono i brividi.
Il mio avatar, scelto non a caso, ringrazia...
"Pur sprovvisto di soldati, e solo, combatteva il mondo e i suoi vizi in questo luogo". (Yasushi Inoue).
- Shinji71
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- Iscritto il: ven nov 18, 2005 12:10 am
- Località: brianza lecchese
il silenzio può risultare chiassoso per chi non fosse abituato a pensare , può risultare imbarazzante come ad una tavolata alla quale nessuno parla, può risultare umiliante per chi si rende conto di non avere pensieri
questo senso di disagio l'ho visto spesso sui volti di numerose persone davanti ad opere del sensei , opere che risultavano talmente violente e stranianti per cervelli ormai atrofizzati da dover interromper quei silenzi con basse battute , risa incontrollate o movimenti quasi inconsci ,come m'è capitato di vedere nelle varie sale ancora una volta con Howl
come in un percorso guidato a cui improvvisamente manchino le direttive la gente non predisposta mentalmente devia in direzioni casuali o peggio volutamente inverse al logico cammino che è quello del chiedersi cosa si debba fare nel silenzio
altra scena ,porco rosso nel suo nascondiglio scegle i proiettili ,Fio si sveglia si gira e per un'attimo lo vede in forma "umana"
questo senso di disagio l'ho visto spesso sui volti di numerose persone davanti ad opere del sensei , opere che risultavano talmente violente e stranianti per cervelli ormai atrofizzati da dover interromper quei silenzi con basse battute , risa incontrollate o movimenti quasi inconsci ,come m'è capitato di vedere nelle varie sale ancora una volta con Howl
come in un percorso guidato a cui improvvisamente manchino le direttive la gente non predisposta mentalmente devia in direzioni casuali o peggio volutamente inverse al logico cammino che è quello del chiedersi cosa si debba fare nel silenzio
lo stupore di Totoro , l'arrivo del nekobus ed il regalo fatto a Mei e Satzuki ...già che scena fantasticaShoukiki ha scritto: E come non ricordare la lunga scena quando Mei e Satzuki aspettano l'autobus sotto la pioggia. Gli unici suoni sono la pioggia e le gocce che dai rami degli alberi cadono sull'ombrello di Totoro, facendogli rizzare i peli. Momenti di una bellezza assoluta, non trovo abbastanza parole per descriverli.
altra scena ,porco rosso nel suo nascondiglio scegle i proiettili ,Fio si sveglia si gira e per un'attimo lo vede in forma "umana"
mono no aware
- Vampiretta
- Ghibliano D.O.C.
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- Iscritto il: gio mar 30, 2006 12:59 am
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Devo ammettere, senza spero mi castighiate, che alla prima visione dei due lavori di Miyazaki che ad oggi conosco (Princess Mononoke e La Città Incantata) mi ero posta e avevo definito come "difetto" la "lentezza". Non mi ero affatto annoiata, ma avevo percepito la cosa e essendo abituata a produzioni occidentali (vorticose e velocissime) istintivamente l'ho presa come pecco. Ma personalmente mi è bastata una seconda visione, per capirne la particolarità che adesso definirei il grande pregio di queste opere. Ti lasciano tutto il modo per godere dell'immagine, per riflettere su ciò che vedi e sopratutto provi.
Concordo con il viaggio di Ashitaka ma sopratutto con il momento in cui incontra i Kodama. Continuo a sentirmi la traccia audio di quella parte di film e mi ritornano in mente le immagini senza per questo avere bisogno o sentire la mancanza di dialoghi.
Poi mi viene in mente ne La Città Incantata il MAGNIFICO (per me), viaggio in treno per arrivare da Zeniba. Credo sia uno dei pezzi che preferisco, mi fa venire la pelle d'oca.
Concordo con il viaggio di Ashitaka ma sopratutto con il momento in cui incontra i Kodama. Continuo a sentirmi la traccia audio di quella parte di film e mi ritornano in mente le immagini senza per questo avere bisogno o sentire la mancanza di dialoghi.
Poi mi viene in mente ne La Città Incantata il MAGNIFICO (per me), viaggio in treno per arrivare da Zeniba. Credo sia uno dei pezzi che preferisco, mi fa venire la pelle d'oca.
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Il silenzio è un arma potente, può dire tante cose. Io so di trovarmi completamente a mio agio con una persona amica/o o partner nel momento in cui riesco a stare per lunghi momenti assolutamente in silenzio senza aver bisogno di riempire quel "vuoto" che sembra crearsi.Shinji71 ha scritto:il silenzio può risultare chiassoso per chi non fosse abituato a pensare , può risultare imbarazzante come ad una tavolata alla quale nessuno parla, può risultare umiliante per chi si rende conto di non avere pensieri
Anche per me la scena del treno nella città incantata è davvero poetica ed evocativa.
(Anche se è un pò OT mi sono sempre chiesta quale metafora fosse il treno, dove conduce i suoi passeggeri-spiriti e come mai non viaggia più nelle due direzioni; forse qualche utente più attento di me l'ha capito?)
Anche nel Castello errante di Howl la scena in cui Sophie è seduta da sola in riva al lago, con il leggero rumore della risacca, invita lo spettatore alla meditazione, esattamente come fa Sophie nelle scena. Mi fa venire le lacrime agli occhi ogni volta che la vedo....
A mio parere i film dello Studio Ghibli sanno fare un buon uso del silenzio anche perchè fanno un uso molto strutturale della colonna sonora; mentre in altri film di animazione, la colonna sonora non avendo un tale potere evocativo serve solo a fare un pò di rumore in più......
(Anche se è un pò OT mi sono sempre chiesta quale metafora fosse il treno, dove conduce i suoi passeggeri-spiriti e come mai non viaggia più nelle due direzioni; forse qualche utente più attento di me l'ha capito?)
Anche nel Castello errante di Howl la scena in cui Sophie è seduta da sola in riva al lago, con il leggero rumore della risacca, invita lo spettatore alla meditazione, esattamente come fa Sophie nelle scena. Mi fa venire le lacrime agli occhi ogni volta che la vedo....
A mio parere i film dello Studio Ghibli sanno fare un buon uso del silenzio anche perchè fanno un uso molto strutturale della colonna sonora; mentre in altri film di animazione, la colonna sonora non avendo un tale potere evocativo serve solo a fare un pò di rumore in più......
La fantasia giunge più lontano della vista.
Baltasar Gracián y Morales
Baltasar Gracián y Morales
Approfitto del topic per sottolineare una cosa che mi è SEMBRATO di percepire (ma ovviamente non ne sono sicura: ognuno, a seconda del momento, dello stato d'animo, del modo in cui guarda un film percepisce alcuni aspetti come più importanti di altri... anche se non lo sono! E magari non lo saranno più a distanza di tempo).
Non parlo di silenzio del "parlato" ma di silenzio del "musicato". Mi è sembrato, senza verifica intendo, ma ad una percezione così, sensoriale, che in Howl ci siano molti più momenti "silenziosi" nel senso di "senza musica". Mentre in altri film, come Totoro, Laputa, Chihiro, i momenti di panoramica, di pensiero, anche di azione silenziosa (come dimenticare la scena in cui mei insegue il totorino?) sono accompagnati dalla musica. In Howl mi è sembrato di trovare molti molti più spazi "sonoricamente vuoti": immagini e basta. Soprattutto, nelle immagini di guerra.
Ora qualcuno forse mi farà un resoconto dettagliato di tutte le scene non parlate ma musicate e non musicate nei vari film di Miyazaki scoprendo che in realtà si equiparano da Totoro ad Howl
Ma in questo topic era richiesta innanzitutto, mi pare, la "personale percezione" e questa è stata la mia.
Forse ho affrontato Howl con uno stato d'animo particolare, che mi ha permesso di sentirlo così, quindi rimane una cosa del tutto individuale e non oggettiva. Del resto, i silenzi sono anche questo: è un esempio di come possano parlare. Perché non hanno bisogno di essere razionalizzati, decodificati e compresi nel significato come le parole. Stimolano la nostra parte più inconscia, istintiva, emotiva.
Io ho sentito questi "vuoti" in Howl. Proprio vuoti, non silenzio. Se fossero stati ricoperti di parole, il vuoto non l'avrei sentito.
Allora c'è il silenzio del vuoto, e il silenzio della sorpresa, il silenzio dell'imbarazzo e il silenzio della paura, il silenzio della contemplazione e il silenzio dell'azione che non lascia fiato a parole di alcun tipo.
Il silenzio è un'opera d'arte difficile da realizzare, come un dipinto in cui l'artista non fa solo vedere, ma fa percepire anche gli odori, i rumori, il calore o il freddo tattile del paesaggio che ha impresso sulla tela. Il silenzio è impressionista, la parola è neoclassica.
Per me il silenzio è comunicazione, prima ancora che meditazione. E anzi, la stessa meditazione è proprio un tipo particolare di comunicazione.
Non parlo di silenzio del "parlato" ma di silenzio del "musicato". Mi è sembrato, senza verifica intendo, ma ad una percezione così, sensoriale, che in Howl ci siano molti più momenti "silenziosi" nel senso di "senza musica". Mentre in altri film, come Totoro, Laputa, Chihiro, i momenti di panoramica, di pensiero, anche di azione silenziosa (come dimenticare la scena in cui mei insegue il totorino?) sono accompagnati dalla musica. In Howl mi è sembrato di trovare molti molti più spazi "sonoricamente vuoti": immagini e basta. Soprattutto, nelle immagini di guerra.
Ora qualcuno forse mi farà un resoconto dettagliato di tutte le scene non parlate ma musicate e non musicate nei vari film di Miyazaki scoprendo che in realtà si equiparano da Totoro ad Howl
Ma in questo topic era richiesta innanzitutto, mi pare, la "personale percezione" e questa è stata la mia.
Forse ho affrontato Howl con uno stato d'animo particolare, che mi ha permesso di sentirlo così, quindi rimane una cosa del tutto individuale e non oggettiva. Del resto, i silenzi sono anche questo: è un esempio di come possano parlare. Perché non hanno bisogno di essere razionalizzati, decodificati e compresi nel significato come le parole. Stimolano la nostra parte più inconscia, istintiva, emotiva.
Io ho sentito questi "vuoti" in Howl. Proprio vuoti, non silenzio. Se fossero stati ricoperti di parole, il vuoto non l'avrei sentito.
Allora c'è il silenzio del vuoto, e il silenzio della sorpresa, il silenzio dell'imbarazzo e il silenzio della paura, il silenzio della contemplazione e il silenzio dell'azione che non lascia fiato a parole di alcun tipo.
Il silenzio è un'opera d'arte difficile da realizzare, come un dipinto in cui l'artista non fa solo vedere, ma fa percepire anche gli odori, i rumori, il calore o il freddo tattile del paesaggio che ha impresso sulla tela. Il silenzio è impressionista, la parola è neoclassica.
Per me il silenzio è comunicazione, prima ancora che meditazione. E anzi, la stessa meditazione è proprio un tipo particolare di comunicazione.
Dal Salento con furore... Dove nessun cinema trasmette film Ghibliani (almeno non quando escono nel resto d'Italia!)
Dottor Rao ha scritto:Nascevi un secolo addietro e non c'erano i film di Miyazaki, praticamente un'esistenza inutile
Sono sempre costretto "a postare" qui a lavoro perchè non ho un pc (nè tantomeno internet...) a casa...
Se mi beccano sono guai...quindi perdonate eventuali strafalcioni e la frettolosa risposta...
(Caaapoooo...?? Farei una piccola "pausa caffè".... le tolgo solo 2 minuti...ok ???.... Grazie .... .... )
Torniamo a noi...
Dicevo ?? Ahh... si !
Di (quasi) tutti i film che ho visto e di tutte le scene (con "caratteristiche" come da Topic) che al momento riesco a ricordare, segnalo quelle che mi hanno colpito/emozionato/comosso (etc...etc...etc...) maggiormente....
Una delle scene iniziali di Nausicaa dove la vediamo "rilassarsi" sotto "l'occhio di cristallo" prelevato dall'Ohmu defunto seguita da quella sorta di "nevicata/spore"...
Nausicaa ed Asbel nella zona sottostante alla "giungla" Fukai...
In Mononoke: tutti i momenti salienti vissuti nella foresta in particolar modo le scene inerenti Shishi Gami...
In Laputa: Pazu e Sheeta quando sono "ancorati", nel trabiccolo volante, al Tiger Moth e quando arrivano per la prima volta su Laputa, i vari incontri/scoperte etc... etc...
In Porco Rosso: la scena dello "sciame" di aerei che rappresentano tutti gli amici e nemici di Porco caduti nella guerra contro la Germania...
Altri momenti di Porco nella sua "tana"...
Alcuni passaggi di Mimi wo Sumaseba e di Pompoko....
In particolare modo le ambientazioni di Mimi wo... essendo stato per un po' in Giappone tutte le volte che lo rivedo riesco a sentire/provare le stesse emozioni/sapori/odori/rumori tipici ed appartenenti ai ricordi dei miei soggiorni... quei supermarket aperti anche di notte, la stanza di lei uguale a quelle dei miei amici, le biblioteche jappo, i negozi e negozietti, i quartieri fuori centro-città...etc...etc...
Matao-ne !
Se mi beccano sono guai...quindi perdonate eventuali strafalcioni e la frettolosa risposta...
(Caaapoooo...?? Farei una piccola "pausa caffè".... le tolgo solo 2 minuti...ok ???.... Grazie .... .... )
Torniamo a noi...
Dicevo ?? Ahh... si !
Di (quasi) tutti i film che ho visto e di tutte le scene (con "caratteristiche" come da Topic) che al momento riesco a ricordare, segnalo quelle che mi hanno colpito/emozionato/comosso (etc...etc...etc...) maggiormente....
Una delle scene iniziali di Nausicaa dove la vediamo "rilassarsi" sotto "l'occhio di cristallo" prelevato dall'Ohmu defunto seguita da quella sorta di "nevicata/spore"...
Nausicaa ed Asbel nella zona sottostante alla "giungla" Fukai...
In Mononoke: tutti i momenti salienti vissuti nella foresta in particolar modo le scene inerenti Shishi Gami...
In Laputa: Pazu e Sheeta quando sono "ancorati", nel trabiccolo volante, al Tiger Moth e quando arrivano per la prima volta su Laputa, i vari incontri/scoperte etc... etc...
In Porco Rosso: la scena dello "sciame" di aerei che rappresentano tutti gli amici e nemici di Porco caduti nella guerra contro la Germania...
Altri momenti di Porco nella sua "tana"...
Alcuni passaggi di Mimi wo Sumaseba e di Pompoko....
In particolare modo le ambientazioni di Mimi wo... essendo stato per un po' in Giappone tutte le volte che lo rivedo riesco a sentire/provare le stesse emozioni/sapori/odori/rumori tipici ed appartenenti ai ricordi dei miei soggiorni... quei supermarket aperti anche di notte, la stanza di lei uguale a quelle dei miei amici, le biblioteche jappo, i negozi e negozietti, i quartieri fuori centro-città...etc...etc...
Matao-ne !
Tsuki no hikari ha ai no message...