Ged Senki, edizione italiana

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Shito
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Messaggio da Shito »

In effetti non ho più avuto alcun contatto con Lucky Red dal dì che fu...
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Mario
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Messaggio da Mario »

la questione "Terramare" credo sia dovuta all'edizione orrenda Mondadori...
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spaced jazz
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Messaggio da spaced jazz »

Mario ha scritto:la questione "Terramare" credo sia dovuta all'edizione orrenda Mondadori...
Oh no :P Beh in realtà non mi frega più di tanto, ma certo Terramare fa tanto... provinciale.
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ghila
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Messaggio da ghila »

Piuttosto... dite che è preoccupante che Shito non sia stato più contattato? Della serie: facci er piacere che poi nun ce facciamo più vedè? :roll:
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entity
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Messaggio da entity »

Penso di essere uno dei pochi ad aver letto tutta la saga.
Le gesta di Ged sono una leggenda data la straordinarietà e la pericolosità delle stesse, concordo con dott.Rao, il titolo più logico sarebbe "Racconti di Earthsea",ma conoscendo Shito ..........
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Enciclopedia
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Messaggio da Enciclopedia »

No, ma non può essere vero Entity che l'hai letto, sei uno che interviene a vanvera e di solito parlando a sproposito...

E ora dico la mia. Il titolo "Terramare" suona malissimo.
Ma... aspetta, io sono semanticamente malato per cui il mio giudizio non conta e probabilmente deve essere un capolavoro.

Fate vobis. Meglio che torni al mio box di DVD di Stanlio e Ollio della FOX, che è fatto talmente al risparmio che usano l'immagine di copertina 4 volte... Davanti, dietro, dentro e fuori.
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Buta
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Messaggio da Buta »

mmhh....mi sembra che i toni si facciano sempre piu' acidi...

Proporrei di calmarsi un pochino ed evitare risposte pungenti ed infantili..

Non per dire ma ..Italia in americano viene detto Italy..in francese...Italie e noi stessi diciamo Francia invece di France...quindi essendo, mi pare, un nome proprio credo che la versione italiana in Terramare non sia cosi' sbagliata,,,,se poi fa' schifo e' il nome che fa' schifo non l adattamento...
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Enciclopedia
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Messaggio da Enciclopedia »

Non sono acido e per me non ci sono problemi di sorta; volevo solo dire che possono anche non piacermi i titoli non scritti da Shito, perchè suonano male o non richiamano alla mente immagini corrette; perchè quando si legge un titolo di un libro, magari su una copertina senza illustrazioni, la prima cosa che fa il cervello è immaginare quel titolo. Perlomeno per chi è dotato di immaginazione visiva.

'Pietra sopra' (da Ally McBeal, adattamento made in Milano).
Bye, Ency.
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Ale K
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Messaggio da Ale K »

Una piccolissima precisazione.
Il mio intervento non si riferiva alla "bellezza" del titolo, ma all'associazione tra un determinato titolo ed una determinata edizione di questa saga.
In condizioni normali non ci sarebbero problemi, ma noi siamo in condizioni normali? Il mio dubbio nasce da una serie di commenti apparsi su ibs, in cui si accennava all'indegna traduzione da parte della Mondadori in contrasto con l'ottima traduzione offerta dall'editore Nord (un utente le aveva anche confrontate col testo originale).
Il titolo Terramare spingerebbe uno spettatore interessato ad acquistare l'edizione Mondadori, avendo io amato questi racconti avrei preferito un titolo che richiamasse l'edizione Nord (che tra l'altro difficilmente la si può trovare sugli scaffali, sebbene ancora in catalogo).
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entity
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Messaggio da entity »

Ale k , i due adattamenti differenti sono dovuti al differente tipo di pubblico a cui si riferiscono le differenti case editrici, più "generalista" e più infantile la Mondadori, più specializzato l'Editrice Nord.
Quello che non sopporto è il fatto di avere la saga in edizioni diverse e non in un bel cofanetto.
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Shito
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Messaggio da Shito »

Ribadendo che non sono stato personalmente interpellato per la scelta di titolo alcuno, vorrei solo dire che in effetti, a rigore, "Earthsea" è un nome proprio di tipo 'denominativo', quindi tradurlo non è logicamente sbagliato, anzi.

PROVO a spiegarmi.

Tradurre i nomi -che so- di Harry Potter è anche insensato, volendo, dato che l'universo narrativo di Harry Potter E' inglese, SONO in Inghilterra, quindi è sensato che i nomi di cose luoghi e persone abbiano quella matrice.

Al contrario, per opere ambientate in luoghi del tutto fantastici, la cosa è più oscura. Qual'è la 'lingua zero' di un mondo fantastico?

Per esempio, parlo di una cosa che conosco meglio: prendiamo Nausicaä. Il film parla in Giapponese, certo... ma è quella la 'lingua zero' del posto? Invero, si intende che quelle genti di un non geograficamente precisato futuro stiano parlando una 'loro lingua', che viene 'resa' dallo specchio invisibile del doppiaggio (originale) in Giapponese.

Quindi, nel tradurre Nausicaä in una qualsiasi altra lingua, non c'è ragione ontologia per termini giapponesi.

Tutto il contrario, adattando Kurenai no Buta vi era ben luogo di usare Italianismi (e pure d'epoca), perché la lingua zero interna alla narrazione era appunto Italiano parlato e pensato da italiani, per quanto 'doppiato' in Giapponese nell'originale. In questo senso Porco Rosso rappresenta l'inverso di quanto sempre faccio: evitare italianismi in contesti non italiani.

Per Earthsea, qual è la lingua zero della narrazione? Una lingua fantastica ideale? Il fatto che tutti i nomi siano 'denominativi' un po' me lo fa pensare. In questo senso, avrebbe senso tradurre tutto, da Sparviere a Lepre a Terramare...

Chiaramente, la questione necessiterà di ulteriore indagine.
Ultima modifica di Shito il sab dic 09, 2006 2:54 pm, modificato 1 volta in totale.
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spaced jazz
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Messaggio da spaced jazz »

Shito ha scritto:
Chiaramente, la questione necessiterà di ulteriore indagine.
Io vorrei aggiungere una curiosità... e cioè che discutendo del film con un paio di persone che conosco (all'oscuro della saga) hanno decifrato Terramare come... Terre amare!! :) Lol, in effetti è ambiguo ^^
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Shito
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Messaggio da Shito »

Enciclopedia ha scritto: perchè suonano male o non richiamano alla mente immagini corrette; perchè quando si legge un titolo di un libro, magari su una copertina senza illustrazioni, la prima cosa che fa il cervello è immaginare quel titolo. Perlomeno per chi è dotato di immaginazione visiva.
Questo è interessante. Il punto è, ovviamente, chi sia decidere quali siano le immagine 'corrette' a doversi associare a un titolo.

Per esempio, nell'assai discusso (da me) caso del Castello Errante/Mobile di Howl.

Per ammessa dichiarazione, Miyazaki volle assolutamente che in giapponese il film portasse il titolo FEDELMENTE tradotto del romanzo, che come sappiamo è intitolato Howl's Moving Castle.

NON volle il titolo in inglese.
NON volle il titolo 'reinventato' in Giappone per il romanzo, dove è pubblicato come "Majutsushi Howl to Hi no Akuma" (Lo Stregone Howl e il Demone del Fuoco).

Spiegò che ad averlo affascinato, nel titolo originale, era proprio la semplice e bruta associazione tra l'immagine di un castello, quanto di più inamovibile si potrebbe dire, e la mobilità dello stesso.

Per riservatezza professionale non intendo pubblicare il documento che arrivò dallo Studio Ghibli DIRETTAMENTE in cui, in maniera chiara e esplicita, si facevano alcune richieste del tutto categoriche per i titoli locali.

Ricordo:

1) Divieto assoluto di cambiare il titolo
2) Divieto assoluto di 'tradurlo' introducendo qualsiasi parola inerente all'area semantica di 'magico' o 'magia', perché (cito a memoria) "dopo tutta la divulgazione della roba come Harry Potter ormai nella parola magico non c'è più niente di magico".
3) Usare categoricamente la parola più semplice che c'è nella lingua in cui si traduce per esprimere il concetto di 'che si muove', come 'moving' in inglese e 'ugoku' in giapponese.
4) In chiosa, lo Studio Ghibli faceva notare che NON voleva per i suoi film dei titoli 'catchy' (ovvero 'accattivanti'). Spiegava che NO, in giapponese 'Howl no Ugoku Shiro' non è un titolo figo, non è sensazionale, ma l'autore voleva così, APPOSTA.

Ora, chiaramente, si vede che chiamare il film Il Castello ERRANTE di Howl è stata una chiara violazione dei punti 3) e 4). Ovvero, si è cercato di 'colorare' il 'blando' termine 'mobile' con dell'epica. Errante fa epica, fa fantasy.

Tutto questo è stata una ESPLICITA e MALEVOLA violazione delle volontà di un autore, pure ESPLICITAMENTE espresse.

Io davvero leggendo quel documento mi sentii triste.
Pensai semplicemente: "Ma perché un pover'uomo che ha fatto un film deve fare tutto questo popo' di umiliante fatica per SPIEGARE che il titolo della SUA opera è quello che gli ha dato LUI? Perché bisogna umiliarsi a spiegare quello che non necessita di spiegazione alcuna? L'autore è lui, il film è il suo, il titolo è quello. Punto. Perché non può esistere un BRICIOLO di cultura per RICONOSCERE questa semplice verità?"

Niente.

Sapete con qualche titolo il film è uscito nelle sale.

Io credo che quel documento di richieste, così tremendo nella sua stessa ragion d'essere, sia nato a seguito dello scempio che è stato fatto di "Sen to Chihiro no Kamikakushi". La cosa pazzesca è che proprio quel film, il cui contenuto verteva soprattutto sul VALORE DELLA PAROLA, come simbolo semantico, abbia subito un cambio di titolo. Ero a cena con la Gainax, ricordo in particolare con il grandioso Yamaga Hiroyuki, che non capiva il senso del cambio di titolo di quel film. Ricordo che mimai la scena di Yubaba che cambia il nome a Chihiro, e, recitandola in giapponese, cambia il testo in: "Ima kara omae no taitoru ha *Fushigi na Machi* da..."
ovvero "D'ora in avanti il tuo nome sarà *la città incantata*..."

Tutti risero, ma tutti sapevano che era un cosa semplicemente, veramente triste. Erano tutti autori. Forse stavano pensando che non avrebbero amato le loro stesse opere stuprate così nel nome. Io credo di sì.

Nel caso di Howl, per tornare a bomba, Miyazaki aveva chiaramente in mente l'immagine che voleva suscitare con il titolo del film. L'immagine semplice, bruta e immaginificamente scioccante di un castello che si muove.

Viene in mente, chiaro, il manifesto teaser giapponese: c'era disegnato SOLO il castello, con sopra la SEMPLICE scritta: "kono shiro ga ugoku", ovvero "questo castello si muove". C'è altro da dire?

Potremmo dire che la storica litigata tra Miyazaki e Suzuki avvenne a seguito della pubblicità di Mononoke Hime NON autorizzata da Miyazaki. Credo che sul Mononoke Hime ga Koushite Umareta ci sia ancora la cazziata che Miyazaki fece a Suzuki: "le parole sono importanti".

Il bello è che in fondo non ci sarebbe neppure bisogno di capire tutto questo. Voglio dire, io non sono miyazaki, non sono al suo livello. Devo riconoscere e considerare il suo genio artistico, e NON posso pretendere di capire le sue ragioni, altrimenti io saprei fare film belli come i suoi, e non mi pare questo il caso.

Ci vuole un po' di onestà intellettuale.

Del tipo: l'autore sei tu, si fa come dici tu. Se capisco, sono più felice. Se non capisco, mi adeguo, e mi sforzerò di capire.

Non è drammaticamente semplice?

Forse la cosa più difficile da fare per un essere umano è proprio accettare che sì, possono esistere persone più intelligenti, profonde e snesibili di se stesso. Che ci sono significati anche fuori portata. E soprattutto, che a fronte di questo riconoscimento bisogna studiare, bisogna erudirsi con passione e fatica, perché la conoscenza non giunge per grazia ricevuta dalla pigrizia mentale.

Allora io mi sono vergognato per le domande che a Venezia fecero a Miyazaki. Per la loro stupidità, anzi, per la metastupidità di chi pone una domanda a un autore palesando in quella di non avere capito NULLA, NULLA della sua opera.

"Qual è il messaggio dei suoi film?"

"Ma lei ha letto Jung e Freud?"

Bravissimi tutti.

Soprattutto bravo Luca Raffaelli per l'ultima domanda, bravo lui perché è un colto e un critico, e deve essere tanto sicuro della sua preparazione da non avere niente di meglio da fare che porre una simile stupida domanda per mostrare a tutti che lui conosce Jung e Freud. Bravissimo.

Allora ti viene in mente Miyazaki, che invece i film li sa fare, e ha qualcosa da dire con quei suoi film.

Ti viene in mente che quando gli chiesero cosa ne pensasse delle versioni americane, lui rispose: "ah, esistono versioni americante?"

Ti viene in mente che quando gli chiesero come mai fosse venuto a Venezia nonostante il suo noto animo schivo, lui risposte amichevolmente e sornionamente: "sono venuto per la grande insistenza di quest'uomo" [Muller, che gli stava accanto].

Si capiscono un sacco di cose, a voler ragionare onestamente. Ma è proprio vero che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Ultima modifica di Shito il dom dic 10, 2006 1:35 am, modificato 3 volte in totale.
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Enciclopedia ha scritto: E ora dico la mia. Il titolo "Terramare" suona malissimo.
Ma... aspetta, io sono semanticamente malato per cui il mio giudizio non conta e probabilmente deve essere un capolavoro.
Ma... aspetta, cosa c'entra il suono [ovvero il 'suonare' delle espressioni linguistica] con la semantica?
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Bellissimo post Gualtiero...

Concordo in tutto :D