Ermeneutica ghibliana e non (?)
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Forse non ci siamo capiti: io parlavo di chi fa vanto della propria stessa ignoranza, non identificandola come tale, ovvero dissimulandola sotto una coltre di orgoglio dell'ignoranza stessa, atto a legittimare quella stessa pigrizia/indolenza che rende impossibile l'educazione.
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
si si...non mi riferivo a te. Nemmeno Buta credo.Shito ha scritto:Forse non ci siamo capiti: io parlavo di chi fa vanto della propria stessa ignoranza, non identificandola come tale, ovvero dissimulandola sotto una coltre di orgoglio dell'ignoranza stessa, atto a legittimare quella stessa pigrizia/indolenza che rende impossibile l'educazione.
Quello che hai scritto è più che condivisibile...
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Concordo con Cipeciop, trovo utile il venirsi incontro tra professore e alunno.
Non so voi, ma se a scuola incontravo un prof spocchioso, antipatico, e superbo (di quelli che probabilmente nella vita hanno sbagliato lavoro), tutto facevo tranne starlo ad ascoltare (anzi, a volte è capitato che gli urlassi anche contro... ). Ed a lui stesso era dovuta la disaffezione per la materia da parte della classe. Se i giovani incontrano professori intelligenti e competenti, ci sarà molta più probabilità per il professore non solo di ottenerne il rispetto, ma anche di istillare nei ragazzi la sete di conoscenza, in generale, e verso una materia che di per sè non era nelle loro corde.
Da qualche parte dovrei avere ancora le traduzioni delle interviste che dividemmo tra me, Jobi, Minmay ed altri eoni orsono... se dovessi ritrovarle le posto ^^
Non so voi, ma se a scuola incontravo un prof spocchioso, antipatico, e superbo (di quelli che probabilmente nella vita hanno sbagliato lavoro), tutto facevo tranne starlo ad ascoltare (anzi, a volte è capitato che gli urlassi anche contro... ). Ed a lui stesso era dovuta la disaffezione per la materia da parte della classe. Se i giovani incontrano professori intelligenti e competenti, ci sarà molta più probabilità per il professore non solo di ottenerne il rispetto, ma anche di istillare nei ragazzi la sete di conoscenza, in generale, e verso una materia che di per sè non era nelle loro corde.
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"Una serie di sfortunati eventi può, di fatto, essere il primo passo di un viaggio..."
http://www.ricciolunatico.splinder.com ----> le mie creazioni ^^
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
io penso che il paragone non sia calzante...l insegnante, in tutte le sue forme, e' preposto ed e' pagato per educare e trasmetetere conoscenza..che sia umile o meno ...non importa...io parlavo di fruizione personale di una data cosa...come puo' essere un film...
Sono dell idea che bisogna avere una base culturale e intellettuale buona per approciarsi a tutto..in modo che ..se vedo un film,,esempio...sono contento di poterlo gia' apprezzare alla prima visione e non solo dopo averlo studiato a posteriori a tavolinio...ma senza esagereare...il secondo punto che mettevo in evidenza era appunto il pericolo di stressarsi con questa cosa e perdere il senso generale del tutto..
ovviamente,,considerazioni personali..
Sono dell idea che bisogna avere una base culturale e intellettuale buona per approciarsi a tutto..in modo che ..se vedo un film,,esempio...sono contento di poterlo gia' apprezzare alla prima visione e non solo dopo averlo studiato a posteriori a tavolinio...ma senza esagereare...il secondo punto che mettevo in evidenza era appunto il pericolo di stressarsi con questa cosa e perdere il senso generale del tutto..
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- Willow
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Eheh, era metaforico Bundesrat
Intendo: se io amo tantissimissimo qualcosa, i Nativi Americani, e vorrei che tanti altri amassero e comprendessero tantissimissimo i Nativi Americani, cioè, in un modo o nell'altro cominciassero a pensarla come me (dunque rimanendo nell'esempio, a non stereotipizzare gli Indiani come brutti e cattivi come si raccontava nei film western ), allora mi darei da fare per spiegare chi erano, da dove venivano, per farli conoscere a più persone possibile: con impeto "filantropico" metterei a servizio degli altri le mie conoscenze.
Dunque: scriverei articoli, ne parlerei con quante più persone mi sia possibile.
Non starei lì ferma ad arrabbiarmi e a dire che tutti nel mondo sono ignoranti, brutti e cattivi e non si meritano di vivere. O almeno, non solo! Perchè direi anche: ora faccio qualcosa, sperando che le persone comincino a CONOSCERE (in senso ampio) e dunque ad approcciarsi alle cose in maniera differente
Nel caso dell'opera, ci sarebbe comunque chi, non essendo particolarmente interessato, continuerebbe a fruire dell'opera solo superficialmente, tanti altri che invece cedendo ad uno degli istinti più umani che ci siano, la curiosità, andrebbero a leggere ciò che ho da raccontare: ciò che nel mio piccolo, studiando (perchè nessuno nasce imparato), anche io sono arrivato a conoscere
Ed io, personalmente, vedo in questo, nella conoscenza, una delle poche cose buone che permette internet.
Intendo: se io amo tantissimissimo qualcosa, i Nativi Americani, e vorrei che tanti altri amassero e comprendessero tantissimissimo i Nativi Americani, cioè, in un modo o nell'altro cominciassero a pensarla come me (dunque rimanendo nell'esempio, a non stereotipizzare gli Indiani come brutti e cattivi come si raccontava nei film western ), allora mi darei da fare per spiegare chi erano, da dove venivano, per farli conoscere a più persone possibile: con impeto "filantropico" metterei a servizio degli altri le mie conoscenze.
Dunque: scriverei articoli, ne parlerei con quante più persone mi sia possibile.
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Nel caso dell'opera, ci sarebbe comunque chi, non essendo particolarmente interessato, continuerebbe a fruire dell'opera solo superficialmente, tanti altri che invece cedendo ad uno degli istinti più umani che ci siano, la curiosità, andrebbero a leggere ciò che ho da raccontare: ciò che nel mio piccolo, studiando (perchè nessuno nasce imparato), anche io sono arrivato a conoscere
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- Arcuum_ocra
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Ritorno un attimo a questo "vecchio post" per una riflessione generica (il film non l'ho ancora visto come si deve, indi ogni affermazione, per quanto generica, potrebbe essere assolutamente sconsiderata): anche io mi chiedo quanto sia difficile, non già la comprensione del film, quanto percepire realmente, dalla sola visione, quando sia ambientato. Mi chiedo, inoltre, se non sia ancora più difficile per chi vive in una città, oggi.Shito ha scritto:Guardando Totoro mi chiedo sempre: ma quanti italiani, occidentali in generale, che non siano educati a propri sul film, colgono che è ambientato negli anni '50 e non negli ottanta?
Tre considerazioni (forse banali e sciocche), due di carattere generale e una solo un po' più specifica del possibile rapporto tra lo spettatore ignorante (pregasi intendere la parola come semplice constatazione di un fatto) e il film:
1) E' un film d'animazione. Questo lo vede chiunque: mi chiedo però se questa forma espressiva (o una forma espressiva che non tenda all'illusione del "realismo" visivo) non sia terreno fertile di una (magari minima) tendenza a "sottopercepire" (o meglio a distorcere) proprio luoghi e tempi, ad esempio.
2) E' "molto straniero" (cioè è uno "straniero" con cui siamo "poco" in contatto). Ora, immagino che sia difficile non notare che l'ambientazione all'interno del film sia "estranea". Credo però che questo fatto (di essere ambientato in un paese che non si conosce o si conosce "poco") si possa congiungere con il punto 1 e crei, a mio giudizio, un ulteriore slittamento: poiché non c'è realismo nella forma e si parla di qualcosa che non conosco, è ancora più facile pensare che quello che vedo non sia in alcun modo "reale". Credo che questo possa far passare ancora di più in secondo piano l'ambientazione (temporale o di luogo) finendo per ricondurla, al limite, alla sua funzione nella trama e a trattare il tutto come se fosse ambientato in un mondo vagamente fantastico (senza tempo, senza luogo). Si finisce per chiamarlo "Giappone" intendendo "il mondo esotico della mia fantasia".
3) E' ambientato in campagna. Per un abitante della città (intendo qualcuno che ci è nato e ci sia vissuto per tutta o grandissima parte della vita), credo che la campagna sia già di per sé diventato un luogo un po' immaginario. Credo che pochi abitanti delle città conoscano realmente la campagna e che in generale ne abbiano piuttosto un'idea, appunto, immaginaria (sì, sono tra questi: indi qui sto forse malamente trasferendo a molti un limite solo mio, ovviamente smentitemi pure ^^). Si noti che qui mi riferisco alla campagna in assoluto e non certo a quella giapponese. Quindi mi chiedo: se fosse ambientato in città, qualcosa in più (senza una precisione assoluta, ma con un minimo di precisione maggiore), in termini di collocazione temporale, non si coglierebbe? Così su due piedi, mi viene da dire di sì (ovviamente questo non vuol dire che questo eventuale maggior "cogliere" sia altro che un passo, tra l'altro possibile preda di altre confusioni e di sovrapposizioni ingiustificate) .
In sostanza credo che, unendo infine il punto 3 ai punti 1 e 2, il film possa finire per aderire all'idea immaginaria di un posto immaginario con una forma che, forse più facilmente, si aggancia all'immaginario. Credo che più che pensare che il film sia ambientato negli anni '80 (al limite ricollegandolo distrattamente al fatto di dare un'occhiata all'anno di produzione) si finisca per non percepirlo proprio, un tempo preciso (mi pare che Ani-Sama dicesse qualcosa di simile, come possibilità).
Detto questo, qualche piccola considerazione finale (ancora un po' di pazienza ^^;).
Si possono guardare i film per passare due ore spensierate? Certo. E' consentito? Certo.
Finito il film, ci facessero la domanda: "sono state due ore piacevoli?" si potrebbe rispondere "Sì" ? Certo. C'è la fustigazione in pubblica piazza nel caso si osi guardare un film in questo modo? Certo che no.
Sono tutte cose che, davvero, non penso ci sia bisogno di ribadire.
Ciò detto, credo che guardare un film comprendendo cosa voglia dire l'autore (o almeno tentando di farlo) possa essere (e di gran lunga) meglio di quel piacere. Sì, è faticoso. Ogni tentativo di comprensione credo lo sia. Non è nemmeno detto che ci si riesca, no. E si potrebbe rimanere pure delusi da quello che si scopre. Credo che la prima domanda da porsi, a monte, è: ne vale la pena? O, se vogliamo rimanere in tema con questo specifico forum: vale la pena sforzarsi di comprendere i film dello Studio Ghibli?
Questa ultima (doppia) domanda credo sia bene porsela. Certamente non perché si sia qui con la voglia di dare bastonate a chi dà una risposta piuttosto che un'altra. E nemmeno a premiare, se è per quello. Semplicemente, una volta poste le domande, se le risposte affioreranno nella propria coscienza e le si saprà ascoltare, le si sapranno. Questo sarà già premio abbastanza, credo.
Grazie per la pazienza nell'arrivare alla fine di questo post. ^^
Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Arcuum, tu sei come al solito sensato e ragionevole.Arcuum_ocra ha scritto: Si possono guardare i film per passare due ore spensierate? Certo. E' consentito? Certo.
Finito il film, ci facessero la domanda: "sono state due ore piacevoli?" si potrebbe rispondere "Sì" ? Certo. C'è la fustigazione in pubblica piazza nel caso si osi guardare un film in questo modo? Certo che no.
Sono tutte cose che, davvero, non penso ci sia bisogno di ribadire.
Ciò detto, credo che guardare un film comprendendo cosa voglia dire l'autore (o almeno tentando di farlo) possa essere (e di gran lunga) meglio di quel piacere. Sì, è faticoso. Ogni tentativo di comprensione credo lo sia. Non è nemmeno detto che ci si riesca, no. E si potrebbe rimanere pure delusi da quello che si scopre. Credo che la prima domanda da porsi, a monte, è: ne vale la pena? O, se vogliamo rimanere in tema con questo specifico forum: vale la pena sforzarsi di comprendere i film dello Studio Ghibli?
Questa ultima (doppia) domanda credo sia bene porsela. Certamente non perché si sia qui con la voglia di dare bastonate a chi dà una risposta piuttosto che un'altra. E nemmeno a premiare, se è per quello. Semplicemente, una volta poste le domande, se le risposte affioreranno nella propria coscienza e le si saprà ascoltare, le si sapranno. Questo sarà già premio abbastanza, credo.
Di mio, mi chiedo che diritto 'etico' si abbia di fruire un'opera 'solo per il proprio piacere', ovvero ignorando il contenuto comunicativo chel'autore di quella vi ha posto. Mi sembra la logica dello strupro, ovvero del prendersi 'comodamente il proprio piacere' senza tenere in alcun conto le pretese/esigenze si ciò che si usa per il proprio piacere.
Non dimenticare inoltre la debolezza dell'ego umano. Nessuno, o quasi, ha il coraggio di alzarsi e dire "sono ignorante". Nessuno accetta il proprio torto. Quindi, difficilmente qualcuno ti dirà "sì, io penso che guardare un film Ghibli solo per la crassa piacevolezza di passare due ore futili sia bene, ed è quello che faccio." Se anche fosse la realtà, le persone di oggi vogliono sempre sentirti brave, buone, magari anche sante. Quindi, o si sforzano di capire (e lode a loro), oppure si trincerano dietro odiosi ragionamenti retrogiustificatori del tipo "eh no ma si capisce lo stesso", o "io ci capisco senza documentarmi, la POESIA va sentita in modo sensibile", e altre idiozie atte a salvare capra e cavoli: la propria pigrizia nel non sforzarsi, e il proprio ego di non dirsi ignoranti.
Più in dettaglio: qui.
Hint personalissimo per te: non pensare mai che l'intera umanità viva della tua stessa onestà intellettuale. Se così fosse sarebbe un mondo migliore, sì, ma purtroppo così non è. Come il visibile stato del mondo ci dimostra ogni dì.
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Shito, siamo d'accordo.
Però non mi pare, come già scritto (da cipeciop, ma pare sia stato ignorato), che quelli che partecipano a questa discussione non facciano lo sforzo* di cui tu e Arcuum_ocra parlate né che lo simulino (per farsi belli agli occhi di chi, poi). Quindi a che pro continuare a ribadire questa teoria? Già il titolo di questo topic è sufficientemente selettivo...
* magari approcciano l'opera in maniera diversa. Io, ad esempio, non ho basi sufficienti per apprezzare un'opera alla prima visione: anziché sforzarmi inutilmente ottenendo una comprensione parziale (se non quasi nulla) preferisco indirizzare la mia attenzione verso elementi più sensibili, come i colori, l'animazione e le musiche (parlando di opere animate). Gli approfondimenti, se l'opera mi avrà spinto a farne, verranno in seguito. Certe volte invidio chi, dopo una sola visione, è in grado di disquisire su ogni dettaglio. Ma altre volte mi chiedo quanto di queste disquisizioni sia il reale messaggio dell'autore e quanto "esercizio" di chi scrive.
Però non mi pare, come già scritto (da cipeciop, ma pare sia stato ignorato), che quelli che partecipano a questa discussione non facciano lo sforzo* di cui tu e Arcuum_ocra parlate né che lo simulino (per farsi belli agli occhi di chi, poi). Quindi a che pro continuare a ribadire questa teoria? Già il titolo di questo topic è sufficientemente selettivo...
* magari approcciano l'opera in maniera diversa. Io, ad esempio, non ho basi sufficienti per apprezzare un'opera alla prima visione: anziché sforzarmi inutilmente ottenendo una comprensione parziale (se non quasi nulla) preferisco indirizzare la mia attenzione verso elementi più sensibili, come i colori, l'animazione e le musiche (parlando di opere animate). Gli approfondimenti, se l'opera mi avrà spinto a farne, verranno in seguito. Certe volte invidio chi, dopo una sola visione, è in grado di disquisire su ogni dettaglio. Ma altre volte mi chiedo quanto di queste disquisizioni sia il reale messaggio dell'autore e quanto "esercizio" di chi scrive.
Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Non mi si fraintenda. Io non posso giudicare nessuno 'ad personam', ci mancherebbe. Io traccio massimi sistemi in cui ciascuno, in maniera proporzionale alla propria onestà individuale, può collocarsi a molti livelli. Io cerco di fornire spunti d'analisi e autoanalisi. Nulla più.atchoo ha scritto:Shito, siamo d'accordo.
Però non mi pare, come già scritto (da cipeciop, ma pare sia stato ignorato), che quelli che partecipano a questa discussione non facciano lo sforzo* di cui tu e Arcuum_ocra parlate né che lo simulino (per farsi belli agli occhi di chi, poi). Quindi a che pro continuare a ribadire questa teoria? Già il titolo di questo topic è sufficientemente selettivo...
Quanto al tuo "per farsi belli agli occhi di chi, poi", la triste risposta che debbo darti è, nel maggiore dei casi: "di sé stessi".
Non credo che esitano persone in grado di 'capire al volo, alla prima visione' il 100% di un'opera, se l'opera ha un certo spessore. Quando l'opera è straniera, poi, figurarsi! Tuttavia, quello che cerco di enucleare, è una certa -a mio dire- necessaria (ma non sufficiente) posizione di 'intento di comprensione e documentazione' *a priori* dell'idea di fruizione di un'opera di un autore, per di più lontano da noi, come Miyazaki.atchoo ha scritto: * magari approcciano l'opera in maniera diversa. Io, ad esempio, non ho basi sufficienti per apprezzare un'opera alla prima visione: anziché sforzarmi inutilmente ottenendo una comprensione parziale (se non quasi nulla) preferisco indirizzare la mia attenzione verso elementi più sensibili, come i colori, l'animazione e le musiche (parlando di opere animate). Gli approfondimenti, se l'opera mi avrà spinto a farne, verranno in seguito. Certe volte invidio chi, dopo una sola visione, è in grado di disquisire su ogni dettaglio. Ma altre volte mi chiedo quanto di queste disquisizioni sia il reale messaggio dell'autore e quanto "esercizio" di chi scrive.
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
In realtà dovresti trasmettere a queste persone non il tuo bagaglio di conoscenze ma la tua passione per quello specifico argomento. Senza passione le prime sono inutili così come internet. Come si fa a trasmettere la passione?Willow ha scritto:....impeto "filantropico" metterei a servizio degli altri le mie conoscenze.
Dunque: scriverei articoli, ne parlerei con quante più persone mi sia possibile.
Non starei lì ferma ad arrabbiarmi e a dire che tutti nel mondo sono ignoranti, brutti e cattivi e non si meritano di vivere. O almeno, non solo! Perchè direi anche: ora faccio qualcosa, sperando che le persone comincino a CONOSCERE (in senso ampio) e dunque ad approcciarsi alle cose in maniera differente
Nel caso dell'opera, ci sarebbe comunque chi, non essendo particolarmente interessato, continuerebbe a fruire dell'opera solo superficialmente, tanti altri che invece cedendo ad uno degli istinti più umani che ci siano, la curiosità, andrebbero a leggere ciò che ho da raccontare: ciò che nel mio piccolo, studiando (perchè nessuno nasce imparato), anche io sono arrivato a conoscere
Ed io, personalmente, vedo in questo, nella conoscenza, una delle poche cose buone che permette internet.
E' una cosa personale. perchè dovrei leggere i tuoi articoli se l'argomento non mi interessa? Solo per curiosità?
Serve sicuramente un percorso personale e l'amore per l'arte, per quanto di meglio c'è dell'attività umana.
- Willow
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Si. Certo Dolcemind, ma qui siamo in un forum dove si presume molti siano interessati ad una certa materia.
E' che io preferisco darmi da fare al disquisire di massimi sistemi, atteggiamento che concepisco fino ad un certo punto. Non si è tutti uguali, e non voglio contraddire chi dice che questa è la ricchezza del forum, ma le discussioni arrivano ad essere sempre le stesse!
Il mio appunto, anzi, invito, dunque, era: perchè non darsi da fare, come diceva cipeciop, anzichè star qui a parlare e ribadire millemila volte le stesse cose?
Se anzichè dei super mega post sui massimi sistemi, il forum fosse costellato di post con conoscenze ed informazioni della passione in questione, a questo punto mi sa che avremmo potuto scriverci un libro, su Miyazaki...
E' che io preferisco darmi da fare al disquisire di massimi sistemi, atteggiamento che concepisco fino ad un certo punto. Non si è tutti uguali, e non voglio contraddire chi dice che questa è la ricchezza del forum, ma le discussioni arrivano ad essere sempre le stesse!
Il mio appunto, anzi, invito, dunque, era: perchè non darsi da fare, come diceva cipeciop, anzichè star qui a parlare e ribadire millemila volte le stesse cose?
Se anzichè dei super mega post sui massimi sistemi, il forum fosse costellato di post con conoscenze ed informazioni della passione in questione, a questo punto mi sa che avremmo potuto scriverci un libro, su Miyazaki...
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
E qualcuno lo ha anche fatto...Willow ha scritto: ...
Il mio appunto, anzi, invito, dunque, era: perchè non darsi da fare, come diceva cipeciop, anzichè star qui a parlare e ribadire millemila volte le stesse cose?
...
a questo punto mi sa che avremmo potuto scriverci un libro, su Miyazaki...
quind non teoria ma pratica...io sono d'accordo. Cipeciop ha provato a proporre l'argomento non molto tempo fa nei suggerimenti. c'è da capire se creare un elenco nozionistico (che esiste anche altrove) oppure, come mi sembrava di aver capito che la cosa potesse interessare, dar maggiore visibilità alle discussioni effettuate sui film di Miya san. Confrontandosi ci si arricchisce...ma questo già si fa mi sembra...
Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Beh, il lungo post sui contenuti di Ponyo, costellato di impressioni di prima mano prese da Miyazaki in persona, non mi pare abbia avuto un reply diretto che fosse uno. C'erano informazioni sull'autore, sul suo pensiero, interpretazioni autentiche e cose. E non solo su Ponyo.
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Linkiamolo, allora. Magari è sfuggito a qualcuno.
viewtopic.php?f=21&t=1918&st=0&sk=t&sd= ... 360#p54876
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Re: Ermeneutica ghibliana e non (?)
Il 90 per cento del forum attivo penso abbia condiviso il tutto quando ci siamo visti a Venezia.
Per il resto continuo a pensare che un film come "Ponyo"(per esempio) non debba prestarsi a nessun approfondimento se non da parte degli appassionati.
Per il resto continuo a pensare che un film come "Ponyo"(per esempio) non debba prestarsi a nessun approfondimento se non da parte degli appassionati.