Dottor Rao ha scritto:Non è che io voglia discriminare supposizioni e suggestioni inconscie degli autori. Come scrivono i Ming d'altronde, cosa fanno gli autori se non condensare e convogliare nelle loro opere ciò che vivono leggono, di cui hanno insomma esperienza?
Detto questo, tu procedi in maniera avventata nelle conclusioni. Vediamo un po':
Ok. Tralascio tutta la prima parte in cui comunque, a mio avviso, hai usato un metro di giudizio sempre un po' troppo razionale....ma sorvoliamo perchè su questo tornerò fra poco e non voglio anticiparti niente. Soprattutto per evitare fraintendimenti.
Posso dire comunque che alcune argomentazioni finali da te portate sul posta-apocalittico in generale e sul fatto che non è esclusivo appannaggio di Howard le ho trovate convincenti.
Per alcune cose sono stato forse un po' avventato ma non più di voi. Stiamo a livello di speculazioni mentali quindi non trovo che faccia molta differenza essere avventati in un modo piuttosto che in un'altro.
Lasciamo da parte il discorso sul katakana che può essere in parte oggettivo. Parlo di altri discorsi che, secondo il mio parere, sono sicuramente soggettivi.
Dottor Rao ha scritto:Ecco, qui invece è dove semmai dovrei offendermi, perchè sembra che tu dica: la trattazione è sin troppo professorale, mentre dovreste dare ascolto al cuore che vi dice che ovviamente Hyarbor è legata etc etc... perchè si tratta di una "sensazione" e di una "realtà" profoda. Insomma, è così.
Scusami ma mi viene da dire che hai accusato il colpo. Mi dispiace...Su questo voglio cercare di essere il più chiaro e più preciso possibile perchè ritengo sia il punto più importante della discussione.
La frase "dare ascolto al cuore" non mi piace. Mi ricorda troppo quelle menate tipo "va dove di porta il cuore" che sono una assoluta banalizzazione di ciò che volevo dire io. Qui volendo mi potrei offendere io. Per fortuna non ho questo problema perchè comprendo la situazione e quindi preferisco chiarire.
L'elaborazione profonda di un contenuto emotivo è qualcosa di ben più complesso dal punto di vista psichico di un "ascolta il cuore". Ti potrei dire "ascolta il corpo" e già qui ti avvicineresti un po' di più a quello che intendevo. Ascolta la tua persona, il corpo intero il tuo essere completo. E non solo il cervello razionale: la mente.
Questo per dire che secondo me la vostra discussione era un po' accademica (in certi frangenti molto accademica). Quando una discussione tende a diventare accademica perde un po' di significato.
Dottor Rao ha scritto:(tra parentesi, Otsuka non lo esclude a priori: ma anche se in futuro venisse fuori che si ispirarono al dio egizio, questo non cambia la sostanza di quanto detto finora)
Vedi...qualunque autore sarebbe pronto a giurare sul cadavere della propria madre che l'interpretazione di una sua opera sia da fare come "lui" dice e che solo la "sua" chiave di lettura è quella giusta. Non dico che succeda sempre, con alcuni autori più modesti e saggi questo non succede, ma una buona parte fa così. Ti potrei citare il regista russo Tarkovski ma lasciamo perdere (divago troppo).
Quello che voglio dire è che quello che ti induce a scegliere un nome e un significato è a livelli emotivi mooolto più profondi di quelli che si crede siano coscienti. Spesso ci si incaponisce a dire si ma io questa cosa l'ho scritta per dargli questo significato e non ci si rende conto che è una sterile presa di posizione puramente razionale, che non ha valore emotivo.
Mi colpisce (positivamente) il fatto che tu abbia accennato ad infastidirti su questo. Mi colpisce sopratutto il fatto che tu abbia percepito la cosa come se io avessi detto "è così e basta". Cioè come se io avessi voluto aver ragione per forza. Mi permetto di dire (spero non ti offenderai) che in questo sei tu ad aver vissuto la cosa così.
Vorrei aggiungere inoltre una cosa. Sarò forse un po' invadente, scusami se mi permetto, se la cosa ti offende dimmelo. Mi rendo conto che invado la sfera personale. Quello che voglio dire è questo:
Ho l'impressione che tu voglia a tutti i costi negare che l'associazione emotiva tra questi argomenti ci può essere e che magari ti può far scoprire nuovi sentieri dell'immaginazione. E lo fai con motivazioni prettamente "accademiche" o "mentali" (forse dorvrei dire razionali).
Il mio richiamo alle emozioni ti ha fatto sentire "disarmato". Tanto che ti sembrava che io volessi avere ragione per forza.
Quello che mi ha colpito è proprio questo. Quella "ragione per forza" è la tua, sono le sensazioni profonde. Non puoi sconfiggerle: devi ascoltarle.
Scusa se mi sono permesso. Quest'ultima parte puoi pure cestinarla se la senti invadente. Prendila col beneficio dell'inventario.
Un saluto