Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 2014)

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

Moderatore: Coordinatori

Avatar utente
hypnogeco
Membro
Membro
Messaggi: 111
Iscritto il: dom nov 30, 2003 5:44 pm
Località: Genova

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da hypnogeco »

Intanto a Londra...

Immagine

Meglio tardi che mai :D
Jo3y
Membro
Membro
Messaggi: 149
Iscritto il: gio nov 17, 2011 12:43 pm

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Jo3y »

DVD e BD in vendita in anteprima presso lo stand Dynit questo weekend a "Cartoomics" a Milano ;)
qu
Membro Senior
Membro Senior
Messaggi: 220
Iscritto il: sab ott 25, 2003 1:06 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da qu »

preso oggi, alle dieci del mattino in pausa d'udienza, nella mia videoteca di fiducia che, impensabilmente, ne aveva *un* pezzo.

Deve essere vicina l'apocalisse, mai accaduto prima, gli altri li ho presi tutti su Amazon, me l'hanno anche scontato che "solo voi, avvocà, potevate comprare una roba così".

Sono felice. E deluso. Contemporaneamente.



Mi consolerò stasera, capitano, mio capitano :D
qu
Membro Senior
Membro Senior
Messaggi: 220
Iscritto il: sab ott 25, 2003 1:06 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da qu »

Meraviglioso.

Dopo la visualizzazione di questo film, un quadro animato, non posso che descrivere un'esperienza meravigliosa.

e, davvero

"rendiamo grazie, rendiamo grazie!"

Forse, davvero per essere felici basta ricordarsi di essere in vita, Piccola Principessa della Luce.
Avatar utente
Shito
Ohmu
Messaggi: 5412
Iscritto il: lun mag 31, 2004 12:36 pm
Località: Iblard

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Io me ne sono del tutto innamorato. Del film, dico.

I personaggi di Kaguya, Okina e Ouna sono troppo veri.
I loro rapporti anche.
I loro errori anche.

Siccome tutti sbagliano, e si finisce con la morte che è l'oblio, sembrerebbe un film triste.
E invece no: è un film che afferma la vita, perché ti dice che vale sempre la pena di vivere.
Vale la pena di vivere anche per piangere, anche per soffrire.

E' davvero un film a favore della vita umana, contro le religioni che predicano la quiete (credo che Takahata ODI Amidabutsu...)

Una volta anche il cristianesimo era come Amidabutsu. Ai tempi dell'antica Roma, del medioevo, siccome la vita era dura e si soffriva, il Cristianesimo prometteva la "pace eterna" dopo la morte. Il paradiso cristiano era la "fine delle sofferenze", ovvero la "fine delle passioni". E la gente sperava in quello.

Il 'dies natalis' (il natale) non era la data di nascita, ma *di morte*. La morte terrena era la nascita a nuova vita, e si festeggiava nelle catacombe con un banchetto per la tumulazione del corpo.

Nel cristianesimo tardoantico, il Natale era la Pasqua!

Con il benessere che c'è adesso, il cristianesimo è diventato un paganesimo ipocrita.

Ma Takahata ci insegna ad apprezzare la vita umana per quello che è anche nelle ristrettezze. O nella ricchezza. Non fa differenza.

Takahata ci insegna sempre un valore umano della vita. Questo ci può dare la forza di vivere.

La Luna nel film è la terra Pura di Amidabutsu, un mondo senza sofferenze, ovvero senza passioni...

e Kaguya, che desiderava le passioni, è stata "precipitata a nascere" sulla Terra, che è come dire che nel mondo del Paradiso, le anime desiderano venire al mondo, a gioire e soffrire.

E' veramente tutto.

Che la selenita che fa per metterle la Veste di Piuma abbia la stessa voce di lei è tutto.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Goo
Membro
Membro
Messaggi: 71
Iscritto il: mer mag 14, 2014 12:44 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Con questi miei ultimi messaggi faccio un po' l'elefante in una cristalleria, ma temo che tutti questi significati esposti si possano ritrovare già nel racconto originale.
Come un po' tutti i racconti nati in periodi storici in cui la sofferenza era (come dici) all'ordine del giorno: il Giappone ha vissuto nella sofferenza per buona parte della sua storia, incapace persino di sviluppare una fede che andasse un po' oltre ai simbolismi ed entrasse strettamente nella vita delle persone.

In Giappone si suicidavano per onore pur sapendo (o non avendo convinzione) di non avere una vita dopo la morte, questa è la vera sofferenza degli uomini. La luna è quello che avevano per sfuggire dalla terra (e quindi dalla vita) in un modo "terreno". Nel racconto originale l'imperatore rinuncia all'elisir dell'immortalità dopo che la principessa prende il volo, basta questo per averne più insegnamenti sulla vita dell'intero film.

Più che "Takahata ci insegna..." direi "la vita ci può insegnare...", e nulla togliendo al film che è un capolavoro d'arte in tutti i sensi.
Avatar utente
Shito
Ohmu
Messaggi: 5412
Iscritto il: lun mag 31, 2004 12:36 pm
Località: Iblard

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

No, no, aspetta.

Il fatto che la principessa, DALLA Luna, avesse desiderato nascere, ovvero avesse desiderato le gioie e le sofferenze di una vita di passioni sopra la quiete atarassica, è una cosa di Takahata.

Perché poi debba tornate (la volontà di morte, il pensiero suicida) e soprattutto che poi si penta (inutilmemte) è tutto di Takahata.

Il film di Takahata SOVVERTE il significato del racconto originale. Nell'originale direi che persiste un'idealizzazione del mondo di pace, da cui vengono gli esseri eterei dalla veste di piuma (hagoromo). In Takahata tutto il contrario.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
qu
Membro Senior
Membro Senior
Messaggi: 220
Iscritto il: sab ott 25, 2003 1:06 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da qu »

Ti sorprenderò, amico Shito, dicendoti che sono quasi del tutto daccordo con te (sulla dottrina cristiana avrei da discorrere, ma magari giorno verrà lo faremo di persona...) sulla caratterizzazione e la storia.

Mi resta, però, un inedentificato sapore, che la visione di tale opera mi ha lasciato, poi, pensandoci ci sono arrivato.

Urusei Yatsura. Beautiful Dreamer.

Il più caotico, personale, assurdo film di strana bellezza abbia visto in giovinezza, in particolare, se ricordi, una scena. In macchina, mentre tornano verso un impossibile e transeute luogo che non è sul dorso della tartaruga, una processione in piena notte di musici e saltimbanchi, seguiti da una bimbetta che è parte ed assente al comizio.

L'inutilità fatta idea. Pubblicizzare uno spettacolo che nessuno intende vedere, come solo la grande scenza dell'arrivo di Sor Mangiafoco, con la fenomenale recitazione di Franchi e Ingrassia: "c'è la tramontana". Pubblicizzare uno spettacolo di marionette nel gelo.

La vita è zeppa di esempi sull'inutilità dell'agire e dell'affannarsi inseguendo bei sogni, eppure li si segue lo stesso dacchè "è giusto che ognuno faccia il proprio dovere".

Dovere. Strana parola di radice divina, sottintendente sia l'ipotesi di un Dio che guarda, che di un comportamento insindacabile a tenersi. Esente dal peccato, dall'inedia dell'anima.

Ed ecco, ti dico, la visione orientale non è migliore o peggiore della nostra. Solo diversa. Ma entrambi parlano alla fine della vita, non al frattempo. Credo che la curiosità sia quanto ci spinge all'inconoscibile del dopo, ma, ancora, solo Peter Pan ebbe a dirlo chiaramente "sarebbe una grande avventura".

Di mio, solo, allargo il concetto a un semplice assunto: confondiamo la valigia col viaggio. Non è detto ci siano avventure nel luogo dove radicano i fiori, come non è detto che la terra sia lieve o pesante. Se, poi, anima immortale esiste come nel mio credere assumo, il Viaggio non è quello che realmente crediamo che sia.

Di mio, ho molto apprezzato che un silenzioso personaggio attendesse alla sicurezza della Principessa, e alla fine non era altro che una sua inserviente.

La bellezza, in fondo, è negli occhi di chi guarda davvero, ma nessuno guarda veramente senza amare ciò che rimira. Sia allora, se le passioni del mondo hanno portato la Principessa della Luna sulla terra, ridi con me, che la mia passione ha tanto lungamente inseguito La Mia Principessa.

La ricerca del bene amato è più importante dello stesso amore. Questa, la passione, questo il bisogno.

Sorridi con me, con chi sa meglio esprimerlo:

https://www.youtube.com/watch?v=_AYN_NJmN7M

:)
Goo
Membro
Membro
Messaggi: 71
Iscritto il: mer mag 14, 2014 12:44 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Shito ha scritto:No, no, aspetta.

Il fatto che la principessa, DALLA Luna, avesse desiderato nascere, ovvero avesse desiderato le gioie e le sofferenze di una vita di passioni sopra la quiete atarassica, è una cosa di Takahata.

Perché poi debba tornate (la volontà di morte, il pensiero suicida) e soprattutto che poi si penta (inutilmemte) è tutto di Takahata.

Il film di Takahata SOVVERTE il significato del racconto originale. Nell'originale direi che persiste un'idealizzazione del mondo di pace, da cui vengono gli esseri eterei dalla veste di piuma (hagoromo). In Takahata tutto il contrario.
E perché nel racconto originale la principessa scende sulla terra? Per mettere alla prova gli uomini?
Quello che ci mostra Takahata nel film è solo implicito nel racconto, ovvero se come dici non è specificato (o è specificato diversamente, non ho letto il racconto integralmente) perché non pensare che volesse realmente provare la vita stufa della quiete eterna?

Come ci insegna Takahata e i suoi disegni, mai stimare il dire più del non dire, quella di Takahata è una visione del racconto originale che non ne priva i significati portanti.
Anche la volontà di morte, pensiero suicida e tutto il resto, contribuiscono sì a delineare una principessa "moderna" che sovverte il carattere della principessa del racconto, questo è vero. Ma interiormente vedendo il film ho visto la stessa principessa, gli stessi pensieri e lo stesso significato di fondo, al di là delle apparenze di Takahata.

Inno alla vita (e alla natura meravigliosa che ci ha creati) è in quasi tutti i film Ghibli, non vedo come ci si possa meravigliare ancora. Il film è magistrale in questo e tocca vette espressive mai raggiunte prima, ma ripeto portando nella stessa luce e analizzando il racconto esattamente come il film ne vengono a me fuori gli stessi significati se non superiori.
Takahata va parzialmente rivalutato, di contenuti è una sorta di Miyazaki romantico (e mi chiedo perché non hai ancora criticato la scena del volo) e questo lo porta ad essere all'apparenza più profondo e altro di cui ora non mi viene il termine. Ciò nonostante nei film di Miyazaki a livello di contenuti, di significati e di pensiero siamo su un altro pianeta per come la vedo.
Avatar utente
Shito
Ohmu
Messaggi: 5412
Iscritto il: lun mag 31, 2004 12:36 pm
Località: Iblard

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Goo ha scritto: E perché nel racconto originale la principessa scende sulla terra? Per mettere alla prova gli uomini?
Non viene né detto, né alluso.

Infatti Takahata ha proprio dichiarato di voler fare questa trasposizione per 'riempire i buchi delle domande irrisolte nel testo originale'. :-)
Quello che ci mostra Takahata nel film è solo implicito nel racconto, ovvero se come dici non è specificato (o è specificato diversamente, non ho letto il racconto integralmente) perché non pensare che volesse realmente provare la vita stufa della quiete eterna?
Nel racconto originale la Principessa Spendente è praticamente un oggetto, anche narrativamente parlando. Il racconto non entra mai, non considera mai il suo sentire. Considera solo come gli altri si comportano con lei, cosa lei rappresenti per gli altri. Pensa infatti al cambio di titolo, da "La storia del tagliatore di bambù" a "La storia della Principessa Splendente". Takahata ha proprio sovveritto il fuoco del tutto, chiedendosi: ma cosa provava, lei? Perché rifiuta tutti? Come mai era scesa sulla Terra, e come mai torna sulla Luna?

Facendo questo, ha incarnato in Kaguya i sentimenti di una ragazza moderna, e ha trasfigurato in un classico dei classici la situazione sociologica familiare del nostro tempo.

Tanto quanto aveva fatto, in particolare, con La tomba delle lucciole e con Ricordi a goccioloni.
Anche la volontà di morte, pensiero suicida e tutto il resto, contribuiscono sì a delineare una principessa "moderna" che sovverte il carattere della principessa del racconto, questo è vero. Ma interiormente vedendo il film ho visto la stessa principessa, gli stessi pensieri e lo stesso significato di fondo, al di là delle apparenze di Takahata.
Non so, nel racconto originale vedo più gli atti di Principessa, non tanto il suo sentire interiore. Che è senza dubbio il fuoco del film, insieme al rapporto coi i genitori e col padre in particolare.
Inno alla vita (e alla natura meravigliosa che ci ha creati) è in quasi tutti i film Ghibli, non vedo come ci si possa meravigliare ancora.
Dissento e ti spiego perché. La vita a cui inneggia Si alza il vento, per esempio, è una vita 'artistica' ovvero 'ascetica'. Il Jiro di Miyazaki è un otaku tutto dedito al suo sogno, alla sua visione, al suo pensiero - al quale sacrifica la vita reale, ovvero una moglie, la procreazione, e tutto il resto. Poiché Miyazaki è un otaku, la sua etica tende sempre a un'idealità. Il pensiero domina sulla vita. Takahata è IL CONTRARIO. Takahata ti dice che "prendere di petto la vita, non sarà un detto fatto apposta per i tanuni?" e che "vivono gioiosamente, fanno anche figli, e a volte muoiono anzitempo". Pensaci ora, dopo Kaguya. Per Miyazaki, La tomba delle lucciole era incomprensibile. Lo disse, che si arrabbiò. Era incapace di accettare che i fantasmi di lui e lei fossero pacificati. Secondo Miyazaki, avrebbero dovuto essere spiriti vendicativi. Perché, non so se ne rendeva conto, Miyazaki è un otaku come Seita, quindi la condotta di Seita, rea di infantilità che conduce a malpartito, era invece comprensibile. Per Miyazaki, credo, Seita era una vittima. Chiaramente, per Takahata è il contrario. Il punto del film, per lui, è "ma questo ragazzo... che cosa ha combinato?" - sic.
Takahata va parzialmente rivalutato, di contenuti è una sorta di Miyazaki romantico
Secondo me qui sei fuori strada e in senso contrario. Tutt'e due queste cose.
(e mi chiedo perché non hai ancora criticato la scena del volo)
Beh, perché non ho mai visto una trasfigurazione dell'amore carnale più efficace di quella. ^^
Ciò nonostante nei film di Miyazaki a livello di contenuti, di significati e di pensiero siamo su un altro pianeta per come la vedo.
Secondo me qui sei fuori strada e in senso contrario. Tutt'e due queste cose.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Goo
Membro
Membro
Messaggi: 71
Iscritto il: mer mag 14, 2014 12:44 am

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Il romanticismo è quella cosa di cui puoi scrivere libri a riguardo e non avere ancora detto nulla, perché in sostanza, non dice nulla.
Ci si dilunga su Takahata, perché (sempre per come la vedo) in realtà non dice nulla ;)

In sostanza lui crea un film con esposti i suoi concetti portanti, e poi sono gli altri a vederci tutt'e cose. Più il tuo ego è folto più vedrai e apprezzerai.
Miyazaki, otaku, è lui il re della scena e perciò non lascia spazio ad interpretazioni che non siano già ben indirizzate ad un suo consapevole pensiero, lascia per questo molto in sospeso mentre Takahata deve necessariamente descrivere qualsiasi cosa.

Nei film di Hayao La visione delle cose si ferma quindi alla sua visione, e questo a volte non sazia il folto ego affamato di qualcosa di più. Per tal motivo sono stato appagato da La Principessa Splendente nella maniera più assoluta diversamente da Si Alza il Vento, anche se poi analizzando i film razionalmente ho capito che Si Alza il Vento come "visione" (parola che racchiude un po' tutto) è certamente superiore. La stessa analisi che si può fare della musica di Beethoven confrontata a quella di Bach, per dire.

Sintetizzando il mio pensiero: il film di Takahata è arte romantica, ci colpisce dritto al cuore, Si Alza il Vento pur parlando d'amore colpisce la mente.
E del cuore non ci si può fidare :D
Avatar utente
Shito
Ohmu
Messaggi: 5412
Iscritto il: lun mag 31, 2004 12:36 pm
Località: Iblard

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Questo è davvero un bell'argomento.

Io la penso al contrario, diciamo, ma prima di spiegare il perché e il percome voglio rileggere e riflettere sul tuo punto di vista. :-)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Avatar utente
Shun
Membro Senpai
Membro Senpai
Messaggi: 263
Iscritto il: mer mag 14, 2014 9:27 pm

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shun »

Non vorrei rovinare la vostra discussione, quindi prendete la mia solo come una parentesi...

Personalmente ritengo Miyazaki come l'acqua quando bolle, tanta fantasia, luci, colori, nostalgie dell'infanzia e concetti che si esprimono senza uno studio accademico alle spalle, ma generati dalla lettura/esperienze variegate che l'autore ha fatto nella sua vita. In tal senso quando vedo un film di Miyazaki mi sento rapito per un paio d'ore, ed immerso in un mondo che mi fa provare svariate emozioni. Miyazaki è un otaku e ti porta in un mondo dall'immaginario strabiliante, quindi stimola la fantasia dello spettatore, riportandolo anche a rammentare certi episodi della sua propria infanzia.
Ad esempio Totoro lo sento incredibilmente avvolgente, e tante scene mi riportano alla mente certi eventi, non perché io sia vissuto in un mondo agricolo o perché idealizzi tale realtà come riportato da Hayao nel film, ma perché il film riesce a far vedere le cose come con gli occhi dei bambini, e mi fa davvero ricordare certi modi di vedere le cose nell'infanzia; il che dovrebbe essere normale se consideriamo che è un film per bambini, eppure capitano moltissimi film attuali dedicati all'infanzia che hanno nelle loro corde un sarcasmo e un modo di essere che mi sembra più adulto che non infantile. Cioè quando Mei vede i girini o quando s'inventar un gioco nel mentre il padre studia, o ancora il calore del focolare domestico e la madre che pettina i capelli di Satsuki, o anche la scena della fermata, sono tutte scene che riportano l'adulto ad un'atmosfera piccolina, infantile, tutta fatta di piccole cose che però sembrano incredibili scoperte.
Conan e Laputa invece sembrano di quelle avventure che si potevano inscenare al tempo delle elementari: chi ha letto "Momo" di Michael Ende ricorderà il capitolo in cui i ragazzini giocano al veliero in tempesta, sono talmente presi dal gioco che l'oceano immaginario sembra lì insieme a loro, con le onde fragorose e la pioggia che cola sulle loro guance. Che dire di Kiki? Rispetto ai due libri di Eiko Kadono portati in Italia, il film di Miyazaki è molto più lolicon di quanto pensassi, tuttavia credo sia davvero uno splendido film, nel suo tentare di proporre dei riferimenti per la crescita dalla dipendenza infantile all'indipendenza: Kiki e l'arte di arrangiarsi, Kiki e Ursula, Kiki e la crisi... (personalmente ritengo il 2° libro di Eiko Kadono superiore al film, forse perché privo di lolicon e perché dalla seconda metà in poi si percepisce pagina dopo pagina l'interiorità di Kiki in modo davvero straordinario). Poi Chihiro, Ponyo e Howl sono l'apoteosi della fantasia e dei colori. Ho letto solo il libro di Sachiko Kashiwaba, quindi non so come siano le storie originali da cui è stato preso il riferimento per gli altri due film. Poi ci sono Mononoke Hime e Si alza il vento, il primo uno storico inventato che chiude l'epoca aperta con Conan e Nausicaa, in cui sento un Miyazaki "preso" dal mondo descritto nei suoi film; il secondo chiude l'epoca in cui Miyazaki si distacca un po' dai suoi film e li scrive dall'esterno; Chihiro non è più la lolicon di Kiki, pur rimanendo "pura" nella sua infantilità, è inizialmente abulica e tonta, mica una supereroina alla Lana/Sheeta; Howl e Jiro sono bambinoni, certo, e Hayao li descrive in modo ottimo nelle loro fissazioni. In questa fase sento un Hayao più riflessivo che non "preso" dai film. In definitiva mi sento di dire che la comprensione vera dei film di Miyazaki dovrebbe passare per una comprensione della visione dell'autore,ma ciò non toglie che siano film che, dal punto di vista dei bambini, hanno un immaginifico notevolissimo. In tal senso se Goo intende "stimola la mente", nel senso che ho appena scritto, beh, mi troverei d'accordo.

Viceversa i film di Isao li sento più come dei documentari (passatemi il termine), in cui vi è la descrizione storica, quotidiana e precisa di una cultura e di un paese differente dal nostro. Takahata non è dentro i suoi film, lui è fuori e ci mette dentro i concetti intellettuali/accademici e così via.
Forse potremmo dire che i film di Takahata sono più "giapponesi", e quindi meno avvezzi ad essere oggetto di discussione del grande pubblico occidentale, nel senso che forse alcune delle loro tematiche sono antropologicamente più vicine alla cultura giapponese che non alla nostra e quindi forse per parlarne bisognerebbe conoscere maggiormente questa cultura.
Ad esempio Omohide poro poro è IMHO stupendo così com'è nel suo realismo, non avrei molto da aggiungere (non mi ha solleticato l'immaginazione come i film di Miyazaki) ed è il mio Ghibli preferito insieme a Kaguya-Hime. Perché? Anche se so molto poco della cultura giapponese, il modo in cui Takahata ha tratteggiato il passaggio da infanzia a adultità, la metafora della farfalla, la Taeko piccolina e l'ambiente intorno a lei, così vivido, così piccolo, dai sogni (la vacanza, la recitazione), allo stupore dell'ananas, lo schiaffo del padre, la difficoltà nei compiti, le mestruazioni, le riunioni di classe, il pranzo a scuola, la famiglia, sono tutte cose che mi ricordano ciò che ha scritto Banana Yoshimoto riguardo Doraemon: "quando ero bambina, il mio mondo era rappresentato dalla famiglia, dalla scuola e dai dintorni di casa, e ciò vuol dire che si trattava di un ambito piuttosto ristretto... questa è l'impressione che può avere un adulto, ma in quel micromondo tutti gli avvenimenti erano rappresentati nella loro forma più semplice, dalla piccola formica ai compiti non fatti..." e in tutto ciò non c'è nulla di lolicon o fantasticherie varie, è proprio uno spaccato quotidiano preso tale e quale. E poi la Taeko adulta con i suoi flussi di coscienza, le vacanze da campagnola improvvisata e gli autoinganni da risolvere ed il finale straordinario ne fanno secondo me un film davvero stupendo. Idem Kaguya, come ho avuto possibilità di scrivere già in questo forum, è pieno di concetti interessanti di cui discutere.

Secondo me c'è da parlare molto sui film di entrambi, ma di cose differenti. Miyazaki e la visionarietà dell'autore e i suoi modi di vedere la realtà, Takahata e i concetti/riferimenti intellettuali dell'autore e le caratteristiche culturali giapponesi. Il mondo creato dal primo è pieno della fantasia che c'è nella sua mente, il mondo del secondo è uno spaccato di tematiche trattate con più distacco, ma non per questo non c'è nulla da dire, anzi. Tutto IMHO :sorriso2:
L'essenziale è invisibile agli occhi.
Avatar utente
Shito
Ohmu
Messaggi: 5412
Iscritto il: lun mag 31, 2004 12:36 pm
Località: Iblard

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Ora non ho più bisogno di scrivere il post che pensavo, dato che quello che avrei scritto è già stato scritto sopra di me. ^^

Aggiungo solo: per non fraintendersi bisogna capirsi sulle parole che si usano per definire le tendenze. A volte non è semplice, perché si parla di cose immateriali. A volte si contraddice qualcuno nei termini, mentre si esprime o veicola la stessa idea. Per questo dicevo di voler rileggere il post di chi mi pare pensarla all'invero rispetto a me. Non sono convinto al 100% che la pensi al contrario di me.

Twistor ha espresso MAGNIFICAMENTE quella che è anche la mia visione delle cose.

Io credo che Miyazaki racconti dei mondi di fantasia (anche quando sono "realistici", sono fantasizzati da lui: realisticamente fantasizzati, ma fantasizzati), in cui si immerge e fa immergere lo spettatore. Miyazaki è un regista molto "sensuale, nel senso di sensoriale" (cit. Takahata Isao), molto "eros" (cit. Miyazaki Goro). Crea disegni così vividi e scene così appaganti che verrebbe da mangiarsele, non so se mi spiego. E mentre fa questo, cerca di esprimere un suo pensiero, un'idea che ritiene degna di essere espressa. Proiettando la sua idealità infantile, MIyazaki cerca di realizzare della finzione che sia di ispirazione di conforto per il pubblico, infantile in primis.

Takahata, beh, lui racconta semplicemente il vero. Il vero dell'uomo, dell'essere umani come siamo. Non ti vuole ispirare, non ti vuole consolare: ti vuole solo fare riflettere, stimolare la tua riflessione con il suo pensiero trasfigurato in una narrazione. E' l'inverso di Miyazaki: se Miyazaki fantasizza anche il vero, anche il realistico, Takahata rende vero e realistico anche la più finta finzione.

Chiaramente, Omohide Poroporo è realistico in tutto. Ma come contenuto umano, Kaguya-Hime non lo è dimeno, anche se è un racconto così vecchio, così classico. Ponpoko non lo è dimeno - in barba ai tanuki trasformisti antropomorfizzati -. Neppure Jarinko Chie lo è di meno, a parte i gatti (cit. Ootsuka Yasuo). Tutto è così vero e realistico perché sono vere e realistiche le psicologie dei personaggi, i loro sentimenti e i loro rapporti.

Questa cosa cominciò col film seminale della svolta dell'animazione giapponese: Hols no Daibouken. Insisto che Miyasan sta ancora ripensando a Hilda, oppure ha rinunciato.

Da lì, si passò a cose come:

- Alps no Shoujo Heidi
- Haha wo Tazunete Sannen Ri (Marco)
- Agake no Anne
<- qui senza Miyasan

e sono i tre capolavori seriali di Takahata regista.

Miyazaki Hayao racconta che con Heidi "fummo ambiziosi: volevamo realizzare un'animazione per bambini che non fosse frivola".

E' una frase che pesa come un macigno.

Takahata andò avanti da lì.

Miyazaki, che ai tempi di Hols ancora non aveva ben capito, e poi pianse durante la proiezione ("Pakusan non stava facendo più i cartoni animati... stava facendo Prevert, stava facedo Edith Piaf! - cit. Miyazaki Hayao) è stato il "catcher" [ricevitore] del "pitcher" [lanciatore] che era Takahata (cit. Ootuska Yasuo).

Dopo due serie nelle quali "disegnava per il regista che non disegnava", "Miyazaki era cambiato" (cit. Ootsuka Yasuo).

Da lì, si rese conto che la strada di Takahata non era però esattamente la sua, ed ebbe l'occasione di intraprenderla: fu Mirai Shounen Conan, nonché l'inizio di una straordinaria carriera di cineasta.

Miyazaki, non dimenticatelo, era un bimbo che si appassionava ed emozionava con i manga di Tezuka, e poi con 'Sabaku no Mahou'. Poi voleva fare il mangaka, quindi rinunciò e dopo essersi emozionato on il film Hakujaden volle fare l'aniamatore. MIyazaki è un otaku di "generazione zero" (Zero-sei, assonanza con il caccia giapponese da me intesa nel conio della definizione, pure a mia firma). A Miyazaki piaceva la narrativa emozionante, e voleva emozionare con la sua narrativa animata.

"Gli hobby di Takahata sono studiare e la composizione musicale".

Era ovvio che le loro strade non fossero opposte, ma del tutto ortogonali.

Ah, tornando al discorso di "fraintendersi sui termini mentre si dice la stessa cosa".

Suzuki Toshio dice (lo scorso anno, cit.): "Alla fine, Miyazaki è un intrattenitore. Ma Takahata, lui è un artista".

Volendo, pensando a cosa ho sin qui raccontato, i conti tornano, no?

Ma a Suzuki direi: anche no. Anche il contrario. Perché quello che ha l'urgenza espressiva, comunicativa, tipica dell'artista... è Miyazaki. E' infantile? E' sensuale? E' pieno di conflitti? Certo. E infatti credo che quelle siano tre caratteristiche tipiche dell'artista.

Quindi a Suzuki vorrei:
Invero, Miyazaki è un artista. Invece Takahata,lui è un intellettuale.

Che ne dite?

Io vorrei sapere cosa pensa Anno Hideaki dei film di Takahata. Potrebbe generarsi un corto circuito.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Avatar utente
genbu
Kodama
Kodama
Messaggi: 1290
Iscritto il: gio giu 09, 2005 2:47 pm
Località: Roma

Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da genbu »

Shito ha scritto: ...
- Agake no Anne[/i] <- qui senza Miyasan
In realtà Miyazaki ha collaborato in Akage no Anne per i primi 15 episodi. In seguito sarebbe venuta la chiamata per la regia del Castello di Cagliostro (e quindi il passaggio alla Telecom animation film , nel 1979).
"Durante la mia fanciullezza i dolori e le gioie superavano quelli di ogni altro. Cantavo e piangevo senza ragione, ma sempre sinceramente. Con l'età mi sono guastato. Ma la mente del bambino ritorna in me durante i sogni." Gong Zizhen