Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 2014)

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Goo
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Ma io sono d'accordissimo con tutte le vostre analisi, e con le sensazioni diverse che ci danno i rispettivi loro film con le differenze annesse.
Stavo solo cercando di dire che gli autori romantici tendono ad avere un po' l'ingannevole effetto specchio, nel sentimento ci si immedesima con il proprio e così io a leggere gli elogi di Shito sul film di Takahata vedo in parte specchiato l'ego stesso di Shito, e anche a me capita lo stesso. Analizzando i miei commenti invece su Miyazaki vedo quasi solo la tanta mia ammirazione per il maestro.

È proprio uno strano fenomeno, forse con Takahata e la sua principessa è la prima volta che succede in maniera così evidente.
Partiamo dal fatto che un film d'animazione è quanto più adatto a rappresentare un sentimento (profondo), surreale per definizione.
Uniamo a questo uno stile d'animazione surreale, una storia surreale. La musica (capace come niente a confronto di pilotare i sentimenti) meravigliosa di Hisaishi.
Immagini, suoni, parole, in miscuglio emotivo incredibile e impetuoso che cerca in tutti i modi di insinuarsi in noi.
Ma è tutta finzione, ragazzi, alla base c'è veramente poco: una storia semplice e breve infarcita di messaggi, simbolismi e tanto dolore di fondo, fine.

Come sempre alla fine stringo il discorso: Il valore dei film è eccezionale, il valore dei loro autori andrebbe a mio parere rivalutato.
Non sono due geni dell'umanità, sono due animatori dall'indubbio talento, ma è la natura sentimentale stessa delle immagini, dei suoni, e del loro miscuglio che crea quella sintonia (che con Takahata tanto si amplifica) che rende i loro lavori così speciali.
Razionalmente sono ottimi fumetti in movimento, pensateci.

E basta castelli di carte.
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Shun
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shun »

Shito ha scritto:Twistor ha espresso MAGNIFICAMENTE quella che è anche la mia visione delle cose.
Grazie Shito! Ho cercato di scrivere al meglio quelle che sono le mie sensazioni e sono contento di non essere l'unico a pensarla così!
Shito ha scritto:Io vorrei sapere cosa pensa Anno Hideaki dei film di Takahata. Potrebbe generarsi un corto circuito.
Considera che ci pensavo qualche giorno fa, ricordandomi che a breve uscirà l'home video di Kaguya! XD

ps. ho notato che hai scritto "Ricordi a goccioloni"... era un indizio? :sorriso2:
Goo ha scritto: Il valore dei film è eccezionale, il valore dei loro autori andrebbe a mio parere rivalutato.
Non sono due geni dell'umanità, sono due animatori dall'indubbio talento, ma è la natura sentimentale stessa delle immagini, dei suoni, e del loro miscuglio che crea quella sintonia (che con Takahata tanto si amplifica) che rende i loro lavori così speciali.
Razionalmente sono ottimi fumetti in movimento, pensateci.
Ah beh, non so se ho capito bene ciò che vuoi dire, ma qui non mi sembra che si stiano celebrando Miyazaki e Takahata come i nuovi messia dell'umanità, elevando il medium dell'animazione a sommo veicolo di conoscenza... o per lo meno non è mia intenzione farlo. Sono uno che sostiene molto il dire "oh ragazzi, ricordiamoci che sono semplici cartoni animati eh" e mi pare di averlo scritto ogni tanto nei miei post; spero di non aver dato impressioni fuorvianti.
Secondo me questi due autori sono stati bravissimi nel loro campo, chi per un motivo chi per un altro, forse più di molti altri loro colleghi in tutto il mondo, ed è per questo che prima avevo scritto: "eppure capitano moltissimi film attuali dedicati all'infanzia, che hanno nelle loro corde un sarcasmo e un modo di essere che mi sembra più per adulti (cioè per sollazzare gli adulti) che non infantile (cioè per dare dei buoni riferimenti ai bambini)".
L'obiettivo è fare delle opere con del buon contenuto (=educativo) per l'infanzia e per l'adolescenza, e secondo me loro ci sono riusciti abbastanza bene, sfruttando le rispettive peculiarità.
Un altro esempio è che anche quando parlo di Evangelion, rammento sempre che è solo un cartone animato e che il suo autore è un otaku. Anche se Hideaki Anno ci ha inserito dentro tutto se stesso, con annesse tematiche psicologiche tratte da riferimenti reali, non è che stiamo parlando di un corso universitario in psicoanalisi o filosofia. Poi va beh, io non sono un fine conoscitore dell'animazione, quindi non è che conosca chissà quanti autori! XD

Questi lavori però, secondo me hanno un buon contenuto e personalmente quando scrivo qui, cerco di riportare quelle due o tre fonti (e.g. interviste agli autori) che riesco a trovare per contestualizzare un pochino quello che voglio dire e quello che vogliono dire gli autori con i loro film, ma non mi sognerei di dire "Miyazaki nuovo Gandhi! Takahata nobel per la filosofia!". Si parla e si scrive, anche facendo riferimento a interviste e a conoscenze di altri campi, non per farsi "superiori", ma semplicemente per notare come molti concetti presenti in questi lavori non siano "novità", ma si ritrovano nella storia dell'umanità in generale. Tipo "conosci te stesso" non è una novità new age, era già noto ai Greci "nosce te ipsum"...

Credo che questa citazione di Hideaki Anno riassuma abbastanza bene ciò che intendo:
Se desiderate entrare nell'animazione, il mio consiglio per voi come autore è quello di avere diversi interessi oltre ad essa. Guardate verso l’esterno, prima di tutto. La maggior parte dei produttori [e consumatori (aggiunta mia)] di anime sono fondamentalmente autistici. Devono ancora cercare di comunicare veramente con gli altri. Direi che il risultato più grande che l’animazione abbia mai raggiunto è il fatto che stiamo tenendo un dialogo proprio qui e ora.

Un saluto! :wink:
Ultima modifica di Shun il sab mar 21, 2015 11:31 am, modificato 2 volte in totale.
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Shito
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Ok, no, sono proprio all'opposto del pensiero di Goo.

Non c'è nulla, nulla di 'romatico' (dico: in senso letterario, lo so) in Takahata. Di verista, sì. Di neorealista, sì. Di romantico, no.

Il romantico è Miyasan. Il romanticismo è un modo della giovinezza, dell'infantilità (dell'animo) - l'altro è il titanismo. Questo è da otaku, è da adolescenzialità. Il romantcismo è l'idealismo nel sentimento (infatti son tutte cose tedesche).

Il verismo no, è altra cosa.

Kaguya, l'anime, è infatti poderoso come un classico -che so- dei tragici greci, ma col minimalismo della commedia dell'arte. Come far fare L'edipo Re a Pulcinella, o Colombina in Aulide, con Pantalone costretto a sacrificarla sull'altare dell'ignoranza di un popolo che governa e disprezza.

Nella mestizua pacata dell'umana miseria non c'è romanticismo. Non c'è in Ozu, non c'è in Takahata, non c'è in Tomino.

E no, non sto proiettando.

Sto qui esprimendo un risultato di indagine stilistico-contenutistica quanto più analitica.
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Shun
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shun »

D'altronde è Takahata che, dopo aver visto "La pastorella e lo spazzacamino" di Paul Grimault, si rese conto di tutte le possibilità visive, espressive e comunicative dell'animazione e con "Hols no Daiboken" tentò di rivoluzionare l'animazione giapponese, cercando di dare un tono più adulto all'opera rispetto ai lavori precedenti della Toei, con l'obiettivo di affrontare tutte le generazioni e non solo i bambini. Che poi fu Takahata a dire a Miyazaki di non alienarsi in un monolocale [lo Studio Ghibli]. XD
Poi ricorderei che Takahata ha studiato letteratura francese, è stato influenzato da Bertold Brecht nel senso del teatro epico, e inoltre proprio per fare un lavoro verosimile, in "Omohide poro poro" disegnò le espressioni sulla base dei doppiatori, e poi le pubblicità sono d'epoca, addirittura una fu difficile da ritrovare se non ricordo male, ma poi ci riuscirono.
Sono dell'idea che Takahata avrebbe potuto veicolare i suoi contenuti anche attraverso la scrittura di alcuni libri, cosa che Miyazaki non avrebbe potuto fare, dato che a lui piaceva disegnare. In tal senso, come dicevo anche sopra, è probabile [non sono un esperto] che persone come Takahata, Paul Grimault, Frederick Back e altri che non conosco, abbiano usato il "mezzo animato" soprattutto [esclusivamente?] per veicolare messaggi educativi e per rappresentare, quasi in modo documentaristico, idee e spaccati di vita quotidiana, facendo vedere che l'animazione non era solo scenette comiche in movimento. Ovviamente quando parlo di veicolare messaggi educativi, lo intendo nelle possibilità, nelle peculiarità e nei limiti [non cerco un trattato di filosofia o di psicoanalisi in un cartone animato, per studiare e per approfondire ci sono altri mezzi] offerti dal medium animato, come dicevo nel mio commento precedente. Miyazaki senza Takahata avrebbe solo disegnato per tutta la vita, è grazie a quest'ultimo che anche Hayao ha imparato ad inserire del contenuto nei suoi lavori, pur continuando a riempirli con la sua spumeggiante fantasia. Insomma, come si dice: "diamo a Cesare quel che è di Cesare" :sorriso2:
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Sayonara no Natsu
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Sayonara no Natsu »

Buffo.
Proprio pochi giorni fa, pensando a Shito e Takahata, mi era sorto un dubbio.
Pensavo "io amo alla follia storie come 1984 (libro), che parlano di problemi, anche in modo molto profondo, della società, dei conflitti umani, delle cause che ci hanno portato ad un certo stato di cose, di indottrinamenti, di guerre, delle grandi idiozie degli uomini, di leggi, dei sistemi di educazione eccetera eccetera, insomma di tutti quegli argomenti che non si possono trattare senza fare dei ragionamenti. Invece, Shito e Takahata, amano alla follia trattare argomenti quali la sofferenza interiore del singolo, la solitudine, i rapporti umani, gli amori, la spiche, la veridicità dei comportameni, i legami familiari, la crescita eccetera eccetera, insomma, tutti quegli argomenti che rientrano comunque nella sfera emotiva dell'uomo ovvero, almeno all'apparenza, questioni che richiedono più sensibilità che riflessioni per essere trattate. Ma sono loro gli intellettuali, non io. Allora perché le nostre posizioni non sono invertite? Anche Miyazaki, tra l'altro, è più interessato a parlare dei problemi della razza umana più che quelli del singolo, allora perché si ha la sensazione che sia lui l'otaku bambinone e non Takahata?"

Con questi pensieri in mente, ho continuato a passare le mie giornate.

Ad un certo punto, una volta iniziata questa discussione, leggo Goo scrivere "Sintetizzando il mio pensiero: il film di Takahata è arte romantica, ci colpisce dritto al cuore, Si Alza il Vento pur parlando d'amore colpisce la mente. E del cuore non ci si può fidare"

Con i pensieri di poc'anzi ancora in me, non ho saputo trovare una risposta alle prime affermazioni, e non potrei essere più d'accordo sull'ultima frase.
Allora perché, mi domandavo, c'è ancora qualcosa che non mi quadra? Perché Shito è così sicuro che sia Takahata l'intelletuale e non Miyazaki?

Alla fine l'ho capito. E' una cosa quasi banale e ci sono arrivato in un modo quasi altrettanto banale, ma infine sono riuscito a capire (credo XD).

La discriminante che rende l'autore di una certa opera intellettuale, infantile, romantico o otaku, NON è tanto la tematica trattata, bensì è COME viene tratta la tematica in questione, che fa la differenza.

Prendiamo, ad esempio, l'amore. L'amore è l'esponente principale del genere romantico, senza ombra di dubbio (ma va?). Miyazaki, lo tratta pressoché in ogni suo film, ma lo fa quasi sempre in modo estremamente infantile. In Laputa, per dire, dopo 10 minuti di film, lo spettatore sa già che i due protagosti finiranno a giocare a Romeo e Giulietta, con lui che, oltre al desiderio della scoperta e dell'esplorazione (altra caratteristica molto giovanile), farà di tutto per raggiungere la sua bella. Ma non c'è nessun approfondimento spicologico, è il classico "colpo di fulmine" ed è, quindi, una visione al 100% infantile, e si basa su un concetto tipo "l'amore che smuove il mondo". Ma anche in un film dai toni e dai contenuti decisamente più seri come Mononoke hime, si può avvertire qualcosa di simile. Per dire, quando San imbocca Ashitaka vista la sua momentanea assenza di forze, sebbene la scena sia di indubbio impatto emotivo, si può tranquillamente vedere concretizzato un ideale romantico da dodicenne. In fondo, a me sta bene pure così, dato che tutta la vicenda non è resa stucchevole e non ci sono frasi ad effetto super banali, ma è innegabile che Miyazaki non si sia quasi mai posto più di tanto il problema del realismo (spicologico), almeno sotto alcuni aspetti, dei suoi personaggi.

Invece, in Kaguya-hime, la faccenda è ben diversa. Quando alla corte si presenta per la seconda volta il principe seduttore, la scena risulta così intensa che è quasi possibile avvertire le sensazioni e le emozioni di Principessa. Quelle parole sognanti di una vita armoniosa e felice, il lento sciogliersi delle insicurezze di Principessa, il suo ansimare, le espressioni di entrambi, il lento ma continuo incalzare del principe, insomma tutto, ma proprio tutto, è indirizzato a trasmettere quella sensazione di primo infatuamento, di amore delicato allo spettatatore. E una volta scoperto l'inganno, il tradimento del principe, con conseguente disperazione di Kaguya, uno si sente lì, a patire insieme alla protagonista. Ma attenzione a non confondere questa parte con quella di uno shojo manga qualsiasi: la questione non è soltanto che la protagonista si innamora del più bello della scuola e deve cercare di farlo innamorare di lei con le piccole sofferenze sentimentali che potrebbero scaturirne, no, è qualcosa di ben più profondo ed emotivamente realistico. Qualcuno potrebbe allora dire che si tratta soltanto di un film romantico ben fatto. Ma è un errore anche questo, poiché ciò sarebbe vero solo se il film narrasse esclusivamente questo tipo di vicende. Ma a me sembra, infatti, che Takahata non sia interessato a tratteggiare e ad analizzare un'unica fase della vita di una persona come potrebbe essere la nascita, la crescita, gli amori o la morte. No, a me pare, invero, che lui voglia, con le sue opere, parlare dell'essere umano nella sua interezza, descrivendo ed analizzando ogni fase della sua vita. Insomma, credo lui voglia "ricreare", con la sua mente, un essere umano completo e, una volta fatto, farlo interagire con altri elementi per mostrare i comportamenti, i risvolti emotivi e le azioni della razza umana tutta (ma qui forse esagero). Con questi concetti in mente, mi sembra sbagliato imbrigliare Takahata come autore di un unico genere, tra l'altro, mi pare, lui attinga anche da qualunque cosa indipendentemente dalla sua radice per raccontare esattamente quello che vuole lui. Per fare qualcosa, ai miei occhi, di così complesso, reputo sia pressoché impossibile riuscirci senza attente e lunghe riflessioni ed per questo, quindi, che ritengo non si possa "tacciare" Takahata di essere un autore romantico ed emotivo.

Potremmo dire che Takahata è l'intellettuale calcolatore che organizza tutto per arrivare dove vuole lui, mentre Miyazaki è il genio creativo che si fa trasportare dal suo umore e dalle sue sensazioni per creare le sue opere.

EDIT: ho corretto, limato e aggiunto parti per tentare di rendere più scorrevole e chiaro ciò che intendo.^^
Ultima modifica di Sayonara no Natsu il lun mar 23, 2015 12:12 am, modificato 5 volte in totale.
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shun »

Sayonara no Nastu ha scritto:La discriminante che rende l'autore di una certa opera intellettuale, infantile, romantico o otaku, NON è tanto la "tematica trattata", bensì è "COME tratti la tematica" in questione che fa la differenza.
Secondo me, con questa frase hai sintetizzato bene il senso delle cose. Ad esempio solo a vedere il modo di rappresentare e caratterizzare le donne, dal punto di vista Miyazakiano, perlomeno nella prima parte del suo periodo creativo, si notano: lolicon, mutandine, sorrisoni e una purezza inumana (cioè nemmeno i bambini veri sono come quelli disegnati da Miyazaki). Viceversa consideriamo il fu Yoshifumi Kondo, ed il suo bellissimo "Mimi wo sumaseba"; una delicatezza straordinaria (non stucchevole) e nemmeno una mutandina, perfino nella scena in cui Shizuku è in metropolitana con il gatto a fianco, o ancora quando va al negozio del nonno di Seiji, lei si sistema la gonna! Secondo me Miyazaki non si sarebbe fatto problemi a far vedere le mutande (vedi Kiki) XD Infine consideriamo Isao Takahata: in Omohide poro poro la protagonista raggiunge il periodo delle mestruazioni, e lui mette in scena diversi modi realistici con cui penso che si possano rappresentare le reazioni: Taeko ne è intimidita, l'amica è tranquilla (fa già l'adulta, perché la mamma le aveva detto tutto). Peccato davvero per Kondo, secondo me, sarebbe stato un grandissimo autore!
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Il fatto che Miyasan non si sarebbe fatto scrupoli a mostrare le mutande si Shizuku lo dice esplicitamente proprio Takahata, nell'elogiare (in occasione funebre, se ben ricordo), la "delicatezza" di Kon-chan (Kondo Yoshifumi). :-)

Il meraviglioso post di SnN ha proprio chiosato tutto.

Le cose che tu hai detto sono molto chiare anche a Miyazaki Gorou, che idoltrizza Takahata più di me, direi.

Ai tempi di Ged Senki, Gorou disse che il cinema del padre è "eros", mentre quello di Takahata è "logos". Ma dico sic, eh.

Potremmo anche dire che per Takahata l'animazione è un mero mezzo espressivo. Il fine è l'espressione stessa. Per Miyazaki, l'animazione ha una componente di 'fine a stessa', perché lui è un animatore a cui piace animare, come a Ootsuka Yasuo. Questo rende anche la sua animazione così "bella quasi da mangiarsela", insisto.

Credo che la ragione del grande successo di Miyazaki sia proprio in questo suo 'essere medio', ovvero partire dall'ingenuità gioiosa di un otaku, di un bambinone che vuole fare le cose appassionati ed emozionati, ma poi essendo stato contaminato (anche) da Takahata sentire comunque la necessità, il dovere, di dare a quelle cose così divertenti anche un fine comunicativo reale.

Per "Si alza il vento" Miyasan disse: sto cercando di fare un film che descriva un uomo a tutto tondo.

Credo per lui sia stata la prima volta. Takahata ha sempre fatto questo fin da Hols. Ma neppure con "un uomo", proprio con "l'uomo". ^^;
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Shito ha scritto:Ok, no, sono proprio all'opposto del pensiero di Goo.

Non c'è nulla, nulla di 'romatico' (dico: in senso letterario, lo so) in Takahata. Di verista, sì. Di neorealista, sì. Di romantico, no.
È romantico nell'essere e non nell'apparire, è romantico per il sentimento infuso nel suo modo di vedere le cose. È certamente una parola che può avere tantissime interpretazioni, nel mio caso non può essere messa sullo stesso piano del verismo o neorealismo (che non vanno in conflitto con l'essere romantico).

Miyazaki dentro di se non ha nessun sentimento vero, verso l'uomo, verso l'amore e verso la vita. Niente, ve lo assicuro perché mi ci rivedo perfettamente e proprio per questo riesco a capire diversamente Takahata (e ora che ci penso, sbaglio o lo stesso Miyazaki indirettamente disprezza il sentimento nei suoi film?). In breve il suo è sentimento finto, ragionato, per questo dicevo che non parla al cuore. I film di Miyazaki sono i suoi film e in essi idealizza la vita, in mondo, il tempo dei suoi sogni, nei suoi film lui può volare. Egocentrismo razionalista.
Le analisi le reputo secondarie (come le ultime di Sayonara), per esempio la fanciullezza del suo amore per me non rappresenta una volontà di non manifestare l'amore nei suoi film e neanche un'incapacità di affrontare il tema. In Si Alza il Vento ci prova e ci riesce, l'amore maturo c'è, non il sentimento ma l'amore c'è. I temi dei suoi film non indicano niente sulla sua persona, sono frutto di un pensiero ragionato, non rispecchiano nulla di Hayao Miyazaki persona.
È uno dei tanti a pensare così, ma è il primo ad accostare la sua persona all'animazione, alle immagini disegnate e ai suoni che insieme come detto trascinano il sentimento. Ne viene fuori un contrasto delizioso, intelligente, visionario e via dicendo.

Takahata è l'opposto, basterebbe dir questo. Non ha il genio della ragione, ha un grande sentimento per l'uomo e per il mondo, un sentimento che mette senza pensare, solo mediante la sua visione delle cose. Si oppone al pensiero ossessivo, all'egocentrismo, mette schiettamente il cuore nei suoi film: ed è proprio questo che fa un romantico per come io intendo il termine.

Ora non so perché mi è venuto in mente "La Grande Bellezza" , uno di quei film che "somigliano molto" ai film d'animazione (Ghibli): un aspetto visivo surreale, musica in primo piano e tanti altri punti di contatto. Ecco è la stessa cosa che riscontro nei film dei due maestri: sentimentalmente l'opera supera l'artista, e se si parte dall'opera per giudicare in modo non razionale l'artista si costruiscono solo dei gran castelli di carte.
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

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Ultima modifica di Goo il sab mar 21, 2015 3:15 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Continuo a trovare la tua visione delle cose a 180° gradi rispetto alla realtà.

Il romanticismo è il romanticismo, da Werther a Miyazaki è un sentimento di idealizzazione sentimentale tipica di una psiche giovanile, infantile. Ti stai incartando con le parole, e con i concetti appresso a quelle. L'intellettuale non è il bambino geniale e un po' antisociale (l'otaku), che crea i suoi castelli di carte tutti ordinati in cui fare escapismo. Questa non è intellettualità, al contrario: è sublimazione di libido infantile.

L'intellettualità, la saggezza, sono altra cosa. Sono una visione seria e pacata delle cose. Ragionata. Finalizzata.

Tu chiami intellettuale Miyazaki, che inizia a fare un film senza sapere come finirà, semplicemente 'vuotando sulla carta il sacco del suo immaginifico'?

Tutto il contrario.
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Shito dovresti cancellare dalla mente almeno in alcuni frangenti tutte le nozioni che hai riguardanti correnti di pensiero e compagnia bella.
L'uomo alla base è cuore e testa, sentimento e ragione, rispettivamente parte destra e sinistra del nostro cervello.

Categorizzando all'estremo si finisce imbrogliati in una rete di schemi, che sia verismo, neorealismo o qualcos'altro-ismo, alla base si riconduce sempre al binomio testa-cuore.
Parole come "intellettuale" sono succubi di schemi e di categorie, e in questo modo non si può fare un ragionamento disteso se questi schermi non sono condivisi da entrambe le parti.

E così ho detto più o meno tutto in questi ultimi messaggi e non ho altro da aggiungere, se non ancora ribadire che noi tutti veniamo travolti dal sentimento, ma è la ragione che resta, il sentimento è solo un volatile inganno dei sensi.
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Shito »

Goo ha scritto:Shito dovresti cancellare dalla mente almeno in alcuni frangenti tutte le nozioni che hai riguardanti correnti di pensiero e compagnia bella.
L'uomo alla base è cuore e testa, sentimento e ragione, rispettivamente parte destra e sinistra del nostro cervello.
In realtà stai categorizzando e generalizzando più di me. ^^;

Per capirsi è necessario usare le parole, che sono -per mera convenzione condivisa- dei significanti. Non sono significati.

Ciò detto, nella tua dicotia, MIyazaki è 'cuore' (passione, istinto, sensualita, 'eros' - cfr. Miyazaki Goro e Takahata Isao), mentre Takahata e testa (logos, cfr, gli stessi).

Ti piace la Austen? Miyazaki è "sensibility", Takahata è "sense". :-)

Hint: attento a non confondere l'essere "cerebrale" con l'essere "intellettuale". Sono cose diverse e spesso opposte. Uno come Anno Hideaki, che so, è molto cerebrale, anche cervellotico a volte, ma in modo del tutto sensuale, sentimentale, infantile. Non ha nulla dell'intellettuale che è Tomino, per intenderci restando nello stesso campo.

Difatti, Anno è il kohai di Miyasan, e Tomino un buon amico di Pakusan. XD
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Sayonara no Natsu »

Goo ha scritto:E così ho detto più o meno tutto in questi ultimi messaggi e non ho altro da aggiungere, se non ancora ribadire che noi tutti veniamo travolti dal sentimento, ma è la ragione che resta, il sentimento è solo un volatile inganno dei sensi.
Su questo, chi più chi meno, siamo quasi tutti d'accordo.

Quello su cui non siamo d'accordo (o, quantomeno, su cui io non lo sono) è la concezione che Kaguya è sentimento e Kaze è ragione. Non fraintendermi, non intendo assolutamente svalutare Si alza il vento, anzi! Amo quel film, davvero, solo non reputo che sia così superiore a La storia della principessa splendente. Io penso, come ho cercato di dire prima, che Kaguya-hime sia una bellissima e attenta analisi delle vicissitudini umane con, in più (quindi, bada, essi non sono il fulcro, gli elementi cardine del film, bensì sono delle aggiunte di straordinario valore), uno stile artistico e una colonna sonora pressoché irragiungibili e una capacità di trasmettere emozioni di rarissima potenza.
Tu mi puoi dire che questo tipo di analisi non ti interessano, che pensi che non portino a nulla e che, riguardando una sfera più emotiva, a te sembrano poco influenti, e puoi dirlo tranquillamente, d'altronde, come dicevo, anch'io sono interessato più a questioni diciamo "basilari" (per dire, ho sempre pensato "a cosa serve sapere cosa è esattamente l'amore, la solitudine, l'amicizia, la sofferenza e così via se poi stai morendo di fame? Oppure, a cosa serve conoscere la filosofia, la poesia e tutte le bellezze esistenti a questo mondo se poi vivi una vita di sofferenze?"), tuttavia, sempre per quanto mi riguarda, reputo sbagliato negare o denigrare le analisi presenti in quel film, poiché, accettato pacificamente che per te non siano importanti, non puoi imporre che non lo debbano essere per tutti gli altri. Mi viene in mente la concezione di Shito per la traduzione delle opere. Parafrasando (parecchio?), il traduttore di un'opera, quando si accinge a tradurre, deve staccarsi dai suoi ragionamenti, poiché, se incapasse in qualcosa per lui poco importartante, non ci sarebbe motivo al mondo per cui si potrebbe elimanare, visto che, anche se ci fosse stato solo un singolo individuo che con cognizione di causa avrebbe potuto apprezzare quel elemento, eliminandolo il traduttore creerebbe un danno all'opera originale. Shito docet, insomma XD



@Shito e Twistor:
Non ricordatemi Mimi wo sumaseba e Kondo, per favore :cry:

Di norma, a questo genere di film do fuoco dopo circa 20 secondi di visione ma, nel caso di Whisper, non solo l'ho amato profondamente (tra le varie cose, mi ha pure "indotto" a cercare Country roads di Denver e ad ascoltarla per mesi O_O), ma sono pure finito, durante la visione, a desiderare DAVVERO, caso più unico che raro, che finalmente i due protagonisti potessero stare insieme con conseguente (o, meglio, quasi. Almeno riuscii a resistere di cadere così in basso) lacrimuccia sul finale. Inutile dire che per "purificarmi" di tale "rammollimento" ho dovuto bere per due mesi sangue di vergine e mangiare per un anno carta vetrata.... LOL :loool: :loool: :loool: :loool: :loool: :loool:

Inutile dire che, dopo la mia venuta al mondo (altro mega LOL), la morte di Kondo è il mio più grande rammarico....

Basta, sono entrato in fase troll /sarcastica. Meglio che sparisca per un pò XD
Benjamin was the only animal who did not side with either faction. He refused to believe [...] that the windmill would save work. Windmill or no windmill, he said, life would go on as it had always gone on– that is, badly.

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qu
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da qu »

Miyazaki, esprime un'aulica che può essere colta come espressionismo tout court.

Nausicäa, ad esempio, è la rappresentazione dell'eroismo e dell'eros, tutto insieme. Il principe e la principessa di cenerentola in una sola persona. Una violenza ma anche una bellezza inumana, da angelo con la spada fiammegiante e consolatore. Da contralto, abbiamo opere come una tomba per le lucciole, in cui il verismo viene elevato a rappresentazione. Negli anni '70, fosse stato un film con attori in carne ed ossa, l'avrebbero definito di denuncia.

Alla fine il chara, la bellezza, l'eros e il decoro non sono inconciliabili: una delle figure più femminili e al tempo stesso ammiccanti è al Louvre. E l'ha dipinta il Da Vinci.

Io credo che si generalizzi troppo l'arte. A meno che non la si voglia estremizzare o rendere "sorprendente" alla Murakami Takashi, l'arte figurativa ha uno scopo semplice e preciso: attrarre il pubblico e convincerlo ad apprezzarla. La giustificazione ultima di qualsiasi orpera è "io esisteo" proferito dall'autore in base alle sue convinzioni, si, per convertirvi alla sua visione.

Ma magari, mi direte che questo punto di vista è da Corano profumato al gelsomino.
Goo
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Re: Kaguyahime Monogatari - Isao Takahata (3-4-5 novembre 20

Messaggio da Goo »

Sayonara no Nastu ha scritto: @Shito e Twistor:
Non ricordatemi Mimi wo sumaseba e Kondo, per favore :cry:
Scritto da Miyazaki...

Comunque aggiungo qualcosa lo stesso, lascio perdere le parole ingannevoli e mi concentro su un altro punto già espresso in precedenza.

Ovvero Miyazaki può interpretare qualsiasi genere perché ha una personalità che scinde dalla sua visione delle cose.
Questo è il motivo che per me rende inutili tutte le analisi sui film per a confronto con quelli di Takahata, se è eros, passione e tutto il resto a me non dice nulla, perché so che è solo qualcosa di ragionato e architettato senza alcun tipo di sentimento profuso.

Direte, è un ragionamento inutile, quello che conta è il risultato e Takahata riesce a dare più di Miyazaki sotto molti aspetti "emotivi" (non azzardo ad usare più "sentimento" :D ).
È proprio questo, siccome Takahata condivide veramente quei pensieri e quelle visioni e quelle emozioni che mette nei suoi film, riesce ad essere in sintonia con la sua stessa opera (riformulo il pensiero precedente), e questo per un artista è un enorme vantaggio. Ma, per come la penso io, un Miyazaki"+" potrebbe con la finzione superare la verità Takahata, verità che invece non può avere né "+" e né "-". (Qua non commento perché sai soggetto a parecchie incomprensioni e/o critiche ;) )


Infine, Qu, ogni volta vedo nei tuoi messaggi "più citazioni che anima", schiettamente parlando.
Se parli della Gioconda (e non della Belle Ferronierre :D ), posso dire che allo stesso modo tutto ciò che si dice a riguardo non era intenzione/pensiero/ecc. dell'artista, evidentemente anche solo perché frutto di un pensiero moderno. Leonardo dipinse un quadro dall'estetica (anch'esso termine moderno) meravigliosa, e da questa estetica e da ciò che sentimentalmente ci suscita abbiamo poi costruito i nostri bei castelli di carte (vi ricorda qualcosa?). Ecco questo magari ignoratelo perché si ricollega al mio discorso passato :D