Vedo con (dis) piacere che, mentre io perdo anni per scrivere 4 righe, la discussione continua ad andare avanti XD. Ad ogni modo, io provo a ribattere, ancora una volta, a delle tue affermazioni. ^^
Presupporre di trovare nell'opera la verace essenza dell'artista, cosa che certamente viene facilitata dal sentimento intriso nell'animazione, ecco forse questa è una visione di Shito che vi ha un po' contagiati tutti qui dentro
Sulla questione in sé che Shito ci ha "contagiati" con il suo pensiero, beh, mi viene da dire che, quando un individuo si avvicina ad un gruppo di persone che tratta un determinato argomento, se egli magari possiede solo una parte di conoscenze a riguardo, non può che fare due cose: o si intestardisce dicendo che sono gli altri ad aver sicuramente torto su ogni cosa, o cerca di assimilare il più possibile da quelli maggiormente informati. Questo, però, non significa assolutamente che ogni nozione ricevuta dovrebbe essere intesa come oro colato, ma si dovrebbe, più che altro, ascoltare ciò che viene detto ed, una volta confrontato con le proprie idee, decidere se fare quella conoscenza propria o rifiutarla spiegando il perché. E io reputo che, da queste parti, si sia sempre fatto così, anche a costo di finire linciati in pubblica piazza XD
Entrando nello specifico della tua affermazione, l'idea che un autore si proietti all'interno della sua opera, sebbene non ci avessi riflettuto chissà poi quanto, era già presente in me da prima che ne parlasse Shito, e continuo a reputare che sia, il più delle volte, un concetto piuttosto realistico e sensato. E' quasi inevitabile, infatti, inserire qualcosa di sé, quando si crea una propria opera. Certo, non sempre gli elementi inseriti in una singola creazione sono sufficenti per farci capire esattamente la personalità del suo autore, tuttavia, se quegli elementi vengono ripetuti nella stessa maniera in diversi lavori, è impossibile non pensare che possano indicare qualche particolarità del suo artefice. Tuttavia, è anche COME viene trattato un certo argomento, che fornisce certi indizi (ho un déjà vu XD). Ora, però, dubito che sia utile ripete tutto il mio pensiero al riguardo, perciò ti rispondo direttamente. Tu dici che un autore può fingere quando racconta qualcosa, e può anche essere vero. Per esempio, se io fossi un disordinato cronico e qualcuno mi dicesse di fare un lavoro molto preciso, facendolo, questo non farebbe di me una persona ordinata e sistematica, poiché io starei, in un certo senso, fingendo dato che, subito dopo, tornei ad essere disordinato e, inoltre, chi analizzerà quel mio lavoro senza conoscermi, avrà una visione distorta di me. A Miyazaki, per poterlo far rientrare in questo esempio, che mi sembra piuttosto corretto per sintetizzare la tua idea, manca un pezzo. Ciò che tutti noi possiamo vedere nelle sue opere, ovvero un certo tipo di visione infantile, tu dici che è la finzione. Ma, allora, dove diamine è la realtà? Io, nella mia convinzione che uno dovrebbe provare ad immaginare tutte le eventualità possibili per essere pronto a qualunque cosa e per avere una visione più ampia possibile, posso pure immaginarmi, come dissi, che lui stia mentendo da sempre. Ma a che pro? Per il successo? Ma lui è ormai tanto famoso che potrebbe fare un film di 3 ore dove si vede soltanto un pesce guizzare nell'acqua e farebbe ugualmente un mare di incassi. In tutti i film della sua lunga carriera, lui ha mantenuto un certo stile, perché? Uno "imbroglia" quando sta facendo altro rispetto a ciò che dice, ma se uno ha da SEMPRE fatto lo stesso tipo di cosa, e non lo ha mai negato, che imbroglio è?
Insomma, io non riesco a vedere "l'altra faccia" di Miyazaki. Certo, tu mi puoi dire che semplicemente lui non riesca a liberarsi da questa maschera infantile, tuttavia, fino a quando non ci saranno delle prove effettive che proveranno che Miyasan sia "altro", queste rimarranno solo delle teorie particolarmente interessanti.
Ma io ce l'ho una spiegazione: ovvero si può trovare l'essenza di un artista, ma solo se si è in sintonia emotiva con esso. Com'è Shito con Takahata, come sono io con Miyazaki, dipende dalla personalità di ognuno, semplicemente possiamo veramente capire solo quello che siamo
[Bada, questo discorso, sebbene si riferisca anche a tue affermazioni precedenti, tratta anche l'argomento più in generale.]
Qui sono sul classico "nì". Diciamo che in gran parte io condivido il concetto "possiamo capire veramente solo chi è simile a noi". Tuttavia, sebbene anche io, talvolta, faccia analisi "a sentimento", reputo che non si possa davvero basare un'affermazione soltanto dicendo che uno "sente" ciò che prova il soggetto del discorso. In genere, quando si analizza qualcosa, si ha la brutta abitudine di considerare solo le azioni in sé, come se fossero completamente staccate da un contesto sociale, economico, emotivo, personale etc. etc., ma questo comportamento, fa perdere dettagli importanti di quel quadro che noi chiamiamo realtà. Nel tuo caso, invece, mi sembra che la faccenda sia invertita. Tu basi le tue analisi su delle tue sensazioni che reputi veritiere viste alcune caratteristiche che hai in comune, e quindi che ti rendono parecchio affine, a Miyazaki, e non dico che queste analisi siano sicuramente errate, poiché, effettivamente, potresti capire qualcosa che a noi sfugge. Tuttavia, mi sembra che talvolta sia tu a "riempire col tuo ego" gli spazi bianchi che lascia Miyazaki, magari costruendo "castelli di carte" (^^). Dico questo perché mi sembra che, alcuni ragionamenti che tu attribuisci a Miyasan, siano così elaborati e persino contorti che dubito si possano attribuire ad una persona senza che questa lasci chiaramente indicato qualcosa, e non lo dico solo per te, mi sembrerebbe strano anche se lo dicesse suo fratello gemello! Ma il punto non è solo questo, poiché, infatti, in un teorico confronto con qualcuno che afferma anch'egli di essere in sintonia con Miyazaki ma che ha opinioni diverse dalle tue, come si potrebbe capire chi ha ragione? Ci basiamo su chi è più bello, profumato e simpatico (ok, battutaccia, ma il mio animo sarcastico vuole essere tirato in ballo XD)? E aggiungo, se tu mi dici che hai delle diverse affinità con Miyazaki e quindi riesci a comprenderlo profondamente, io ti credo poiché, nonostante non fossi concorde su diversi punti, sono rimasto intrigato dalla tua visione. Ma qualora anche qualcun'altro dichiarasse di essere molto vicino a Miyazaki come idee e sentimenti, ma stavolta i suoi concetti ci apparissero totalmente errati, su che base potremmo dire che lui si sbagli? In fondo, basterebbe che ci dicesse che, siccome noi non capiamo fino in fondo Miyazaki, non possiamo comprendere ciò che ci viene detto. Ma questo, non rischierebbe di creare una "fiera delle opinioni"? Ognuno, senza uno straccio di prova, potrebbe auto-eleggersi a unico conoscitore assoluto dei pensieri e delle emozioni di un uomo chiamato Miyazaki Hayao che vive, per noi, dall'altra parte del mondo e con cui, molto probabilmente, nessuno ha mai dialogato né, tantomeno, avuto modo di conoscere. E, perdonami, ma questo non solo mi sembrerebbe folle, ma sarebbe sopratutto ridicolo. Ovviamente, questo è uno di quegli esempi esagerati che mi piacciano tanto, ma l'ho scritto per intendere quanto possa essere "rischioso" pensare che, in fondo, i dati obiettivi e le analisi siano solo qualcosa di secondario, se è presente la comprensione emotiva e spicologica di un autore.
Mmm, forse si inizia ad avvertire una certa ripetività nelle nostre argomentazioni... Mi sa che finirà in una situazione di stallo^^
Benjamin was the only animal who did not side with either faction. He refused to believe [...] that the windmill would save work. Windmill or no windmill, he said, life would go on as it had always gone on– that is, badly.
Animal Farm