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Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 7:57 am
da Shinji71
ho riportato il "pensiero" di quel tipo perchè si fa portavoce e dispensatore (dice di tenere cineforum sull'animazione) di una scuola di pensiero che ricorda il famoso e miserrimo "doppiaggio all'italiana".
Gente che si sente in dovere di applicare un "valore aggiunto" che decide di rendere più fruibile un opera svilendola ,popolizzandola aggiungendo significati inesistenti perchè non colgono l'essenza dell'opera.
Gente che si arroga il diritto di svuotare l'opera della sua cultura (non si deve studiare per cogliere un film lui dice)pensavo fosse passato questo malvezzo ma vedo che è ancora diffuso.

Forse è il caso di "lasciarli nel loro" come suol dire e goderci il momento senza piccarci,consci che Totoro ,per quanto stupendo sia , nopn cambierà le sorti dell'animazione e non diraderà le nebbie in tanti troppi cervelli.

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 9:22 am
da Shito
Sì Shinji, è così. :)
(almeno secondo me)

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 10:31 am
da Ratto Volante
E non solo secondo te, purtroppo.

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 11:16 am
da pippov
Shinji71 ha scritto:
E i nomi? Possibile che i miei amici (tutte persone adulte) debbano chiedermi come mai i protagonista cambia sempre nome? Sòske, Soskechàn, Sochàn, quanti nomi ha sto bambino? E' vero che i bimbi al cinema non si pongono certe domande, loro accettano tutto passivamente, ma un adulto non vuole essere preso per il culo.
Shito, sbaglio o è una delle critiche - all'opposto - che ti venivano fatte su alcuni tuoi lavori precedenti? :loool:
E sai quanti Sosùke e Totòri andavano in giro fino ad oggi? :sorriso2:

Non se ne esce... Ma io preferisco, per il poco che vale, i suffissi (e gli accenti corretti ^^).

E a proposito degli accenti, sbaglio o gli stessi giapponesi, a volte, hanno una pronuncia "loro" e una pronuncia "all'occidentale" per i nomi propri (tipo Akihabara, che la voce pronuncia in 2 modi differenti nell'annuncio in giapponese e nell'annuncio inglese)?

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 11:54 am
da Flegias
Tra l'altro secondo stando a quanto sostiene l'autore di quello scritto, se in un film italiano qualcuno si chiamasse per sempio "Luca" (come il sottoscritto), allora dovrebbe SEMPRE essere nominato semplicemente "Luca". Quindi i vari Luchino, Luchetto, Lucone, Luc, Lu, Lucas, tra diminutivi, maggiorativi, peggiorativi o semplici storpiature non dovrebbero esistere. Mi viene da ridere (o da piangere).

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: ven set 18, 2009 2:13 pm
da Rosario
Commento da 'la Rivista del Cinematografo' del 17/9/09

Il mio vicino Totoro
*****
L'alba di un genio: 21 anni dopo arriva in sala l'animazione fantastica di Hayao Miyazaki. Protagonista il "logo" dello Studio Ghibli
Satsuke e la sorella minore Mei si trasferiscono col padre in una casa di campagna, per stare vicino alla madre ricoverata in ospedale. Scopriranno che la foresta è popolata da creature magiche, i Totoro, con cui vivranno fantastiche avventure... Tratto dal manga omonimo firmato dal regista con Kubo Tsugiko (ed. Panini Comics), Il mio vicino Totoro è un Hayao Miyazaki d'annata 1988, ma arriva in sala solo 21 anni dopo, grazie alla partnership distributiva globale siglata tra Lucky Red e Studio Ghibli, la celebre factory del premio Oscar che per layout ha scelto proprio Totoro. Nonostante all’epoca avesse già realizzato un quasi capolavoro quale Nausicaa della valle del vento (1984), non ci sarebbero molte ragioni per un'uscita in sala così tardiva, se non rintracciarvi le costanti poetico-formali della successiva, e ben più significativa, produzione. Questi Leitmotiv - natura, fantastico, famiglia, infanzia, etc. - sono già più che in nuce, pur poco valorizzati da una storia semplice se non semplicistica, ma a difettare è soprattutto la forma che li racconta: meglio, l'originaria destinazione televisiva di Totoro è stigmatizzata dal grande schermo, che non fa un buon servizio alla rigidità degli sfondi e ai limitati movimenti dei personaggi - e il paragone con il recente e affine Ponyo accentua le smagliature. Al di là di questi vizi di forma e formato, Miyazaki non era ancora l'odierno e celebrato Walt Disney del Sol Levante, ma Totoro non è disprezzabile, anzi: il title-character è buffo, ciccione, indolente e grugnente quanto basta per strappare il sorriso, il gatto dei cieli quasi una riduzione per l'infanzia delle metamorfosi carnali di Cronenberg e le due sorelline capaci di declinare al femminile-femminile i sodalizi fiabeschi alla Hansel e Gretel. Un "praticantato" niente male, per chi con La principessa Mononoke, Porco rosso, La città incantata e Il castello errante di Howl avrebbe poi impresso sul panorama dell’animazione mondiale un segno indelebile. Anzi, una sagoma: Totoro.

Federico Pontiggia

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 9:49 am
da Vampiretta
Shinji71 ha scritto:scusatemi proprio ma non ho resistito,nel caso non lo riterrete di gusto cancellate il tutto
tratto da quel calderone,a volte maleodorante di facebook
E i nomi? Possibile che i miei amici (tutte persone adulte) debbano chiedermi come mai i protagonista cambia sempre nome? Sòske, Soskechàn, Sochàn, quanti nomi ha sto bambino? E' vero che i bimbi al cinema non si pongono certe domande, loro accettano tutto passivamente, ma un adulto non vuole essere preso per il culo.
ho sottolineato quello che mi ha lasciato basito

e ancora
Guardare un film deve essere un piacere, non un corso di lingua straniera. Per quello c'è la scuola.
Poi ci chiediamo perchè Totoro ci ha messo 20 anni per arrivare nelle sale italiane? Se tanto mi da tanto... :|

Ma la gente la curiosità verso qualcosa che non conosce, scoprire e imparare qualcosa che ignora e non fa parte della propria cultura davvero non ce l'ha??? :cry:

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 9:56 am
da algid
"tratto dal manga omonimo"? ma non era un romanzo :shock:

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 10:05 am
da Rosario
Critica

"Sulla scia del grande successo ottenuto dalle ultime pellicole del maestro dell'animazione giapponese, Miyazaki (ultimo in ordine di tempo, 'Ponyo sulla scogliera'), la Lucky Red - che ha distribuito tutti i suoi lavori in Italia - ha deciso di mandare nelle sale un suo film del 1988. Ebbene sì, vent'anni sono passati da quando Miyazaki ha disegnato le avventure di due sorelline che si trasferiscono con il padre in una casa di campagna i cui dintorni sono abitati dal signor Totoro, che è un fantasma del bosco. Una favola per bambini di grandissima sapienza e incanto che non dimostra affatto gli anni passati, bensì rinnova la magia di una narrazione che fonde e confonde mondi e realtà, riuscendo a portare bimbi e grandi alle loro più pure emozioni. Un classico dell'animazione in cui Miyazaki dimostra la sua arte e mestiere, proprio perché non vuole spiegare e dimostrare nulla, bensì mettere in piedi sistemi narrativi e immaginativi." (Dario Zonta, 'L'Unità', 18 settembre 2009)

"Nel 'Mio vicino Totoro' manca quasi del tutto la paura, ingrediente immancabile nei film e cartoons per l'infanzia. Le due sorelline che si trasferiscono col padre in una casa di campagna circondata da un fitto bosco e dominata da un maestoso albero di canfora, si trovano infatti subito confrontate a misteriose bestiole domestiche o silvestri che apparentemente solo loro vedono. Ma non c'è mai nulla di davvero minaccioso, sul timore prevalgono lo stupore, la meraviglia, il comico, insomma l'appagamento estetico, che nei bambini è fortissimo anche se nessuno stranamente se ne ricorda mai. E quando la paura arriva, non viene dal mondo incantato scoperto ma dalla concreta seppur temporanea scomparsa della piccola Mei. Oppure dalla malattia della madre, ricoverata in ospedale. Che però non è una tragedia incombente o una minaccia insopportabile, ma un fatto della vita, un'incognita da esplorare e a cui dare il giusto peso. Come tutto in questo film che procede di sorpresa in sorpresa con impennate poetiche e gag irresistibili che non ci azzarderemo a raccontare per non guastare il piacere di scoprire di persona i colori, le forme, i suoni grazie a cui Miyazaki ci porta in un mondo mai visto. Con una capacità di reinventare a colpi di creature fantastiche e di paesaggi più veri del vero la Natura ci suoi prodigi che lascia davvero senza fiato. A tutte le età." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 settembre 2009)

"La poetica di Myiazaki c'è tutta, a cominciare dalla coesistenza tra quotidiano e fantastico: così come ci sono i suoi impagabili colori che portano nel disegno a due dimensioni le luci delle diverse ore del giorno." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 18 settembre 2009)

"Ispirato da un manga, il film ha poetiche sospensioni, è buono senza retorica. La trovata migliore è il gattobus a sei zampe, col sorriso del micio di Alice, e gira nel bosco gratis: se la Moratti lo scritturasse per gli orti dell'Expo?"(Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 settembre 2009)

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 11:06 am
da Vampiretta
Io volevo fare una richiestina a Shito... non che sarebbe possibile avere il copione del doppiaggio anche di Totoro come è stato per Ponyo e Terramare? :oops:

Magari non è il momento guisto, non saprei, è giusto una richiesta! :wink:

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 3:05 pm
da genbu
Dal Messaggero del 18/09:

Che meraviglia, un Miyazaki dell'88
di Fabio Ferzetti

Strani ritmi, il cinema. Il film di Woody Allen di cui parliamo qui accanto (nota: Whatever works) fu scritto per Zero Mostel trent'anni fa',
quando il suo autore-attore era ancora giovane, ma è stato girato solo oggi. Assumendo un senso inevitabilmente diverso da quello che
avrebbe avuto all'epoca.
Il mio vicino Totoro (accento sulla prima "o") invece risale al 1988 e arriva in Italia dopo una serie di capolavori che ci hanno
fatto scoprire e amare in grande ritardo Hayao Miyazaki, forse il più grande cartoonist vivente. Eppure non solo non ha preso una ruga
, sarebbe banale dirlo, ma non ha nulla di meno delle produzioni più recenti dello studio Ghibli come la principessa Mononoke, la città
incantata o Ponyo sulla scogliera
. Evidentemente in tutti questi anni Miyazaki ha continuato a lavorare su un nucleo ben preciso di forme
e temi esplorando direzioni già contenute nelle sue prime opere.
Con esclusioni significative. Nel Mio vicino Totoro ad esempio, manca quasi del tutto la paura, ingrediente immancabile nei film e
cartoons per l'infanzia. Le due sorelline che si trasferiscono col padre in una casa di campagna circondata da un fitto bosco e dominata
da un maestoso albero di canfora, si trovano infatti subito confrontate a misteriose bestiole domestiche o silvestri che apparentemente
solo loro vedono. Ma non c'è mai nulla di davvero minaccioso, sul timore prevalgono lo stupore, la meraviglia, il comico, insomma
l'appagamento estetico (di cui il comico fa parte), che nei bambini è fortissimo anche se nessuno stranamente se ne ricorda mai.
E quando la paura arriva, non viene dal mondo incantato scoperto dalle sorelline Mei e Satsuki, ma dalla concreta seppur temporanea
scomparsa della piccola Mei. Oppure dalla malattia della madre, ricoverata in ospedale. Che però non è una tragedia incombente o
una minaccia insopportabile, ma un fatto della vita, un'incognita da esplorare e a cui dare il giusto peso. Come tutto in questo film
che procede di sorpresa in sorpresa, con impennate poetiche e gag irresistibili che non ci azzarderemo a raccontare per non guastare il
piacere di scoprire di persona i colori, le forme, i suoni (musica al minimo, molti rumori d'ambiente) grazie a cui Miyazaki ci porta in
un mondo mai visto. Con una capacità di reinventare a colpi di creature fantastiche e di paesaggi più veri del vero la Natura e i suoi
prodigi che lascia davvero senza fiato. A tutte le età.

Edit: oops mi sono accorto solo adesso che in parte era già stato riportato da Rosario, chiedo venia... :oops:

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 3:36 pm
da Muska
Bravo genbu, hai fatto bene a citarlo tutto, Ferzetti è famoso per una certa severità.
Penso questa sia la migliore recensione che avrebbe potuto scrivere, per le sue competenze. :)

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 4:59 pm
da poe_ope
Rosario ha scritto:"Ispirato da un manga, il film ha poetiche sospensioni, è buono senza retorica. La trovata migliore è il gattobus a sei zampe, col sorriso del micio di Alice, e gira nel bosco gratis: se la Moratti lo scritturasse per gli orti dell'Expo?"(Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 settembre 2009)
Possibile? Dopo questa perla riesco a stimare Maurizio Porro ancora di meno! :loool:

Ciao!
Marco

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 5:33 pm
da HakuGirl
GRANDISSIMO SHITO! l'ho visto ieri all'eden, dove ovviamente quelli di marzullo ci hanno intervistato!
:gresorr: che dire il doppiaggio è perfetto! l'unica cosa ti dico la verità, perché altrimenti sarei un'ipocrita mi hanno stonato un'po' i nerini del buio...vorrei sapere come sono usciti fuori.... XD comunque Shito è un'ottimo lavoro sul serio....la mia è solo una curiosità senza togliere nessun merito a nessuno :) avrei tanto voluto vederlo insime a voi! ci riusciremo un giorno a rivederci ? :P

Re: Il vicino Totoro (ovvero, sul ri-doppiaggio italiano)

Inviato: sab set 19, 2009 7:41 pm
da Cobra70
La trovata migliore è il gattobus a sei zampe
:shock:
Probabilmente.... si tratterà di 6 COPPIE DI ZAMPE perché, se non ricordo male.... le zampe erano proprio DODICI! :mrgreen:
Cobra70