*Kiki* ha scritto:
Beh, visto che avete toccato quest'altro argomento, approfitto anch'io per citare un'altra cosa che ha lasciato perplessa me oltre a questa...
Quando sento parlare gli "otaku" (non sarà forse corretto, ma mi piace chiamare così anche i ragazzi italiani che leggono manga e vanno alle fiere del fumetto) li sento pronunciare certi nomi così: Sasùke, Satsùki, eccetera, con l'accento sulla seconda sillaba...
Invece secondo la corretta pronuncia dei giapponesi l'accento in certi nomi cade sempre sulla prima o c'è una regola particolare?
In Lamù la bella esorcista nipote di Sakurambo era chiamata anche nell'anime in italiano "Sakùra", mentre la cattura-carte creata dalle Clamp e la ragazza dai capelli rosa amica di Naruto sono entrambe "Sàkura"...
Qual è la pronuncia corretta?
Per esempio un nome come Tamaki dove ha l'accento?
Provo a spiegaterlo.
Nella linguistica orale, ovvero nel parlare di ciascuna lingua, esistono quelli che si chiamano 'elementi prosodici', ovvero:
-accento
-tono
-lunghezza
(delle/sulle vocali).
L'italiano ha l'accento tonico.
Il giapponese no, il giapponese ha lunghezza vocalica e tonalità.
Per intenderci, in italiano tu dici papà, ma già in francese, dove l'accento tonico non è marcato come in italiano, in effetti dovresti come accentare OGNI sillabala, dovresti dire una cosa che scriverei pàpà.
Ora, dato che siamo italiani, quando pronunciamo una parola straniera -nomi inclusi- lo facciamo con i NOSTRI fonemi(foni). E' un guaio.
E' la ragione per cui al liceo il suono fricativo interdentale inglese 'th' diviene inevitabilmente una fricativa labiodentale (f/v) quando va bene, o una plosiva dentale (t/d) quando va male.
Perché in italiano quel suono (fricativa interdentale) non c'è, e quindi gli italiani non sanno produrlo.
Ok, allora tu hai un nome, diciamo Satsuki, giapponse. Come si pronuncerebbe?
Vocali lunghe in Satsuki non ce ne sono. La U è semi muta (nel giapponese 'standard', ovvero edoben), le sillabe hanno tutte la stessa lunghezza, e sono tutte senza accento tonico.
Tonalmente, sarebbe come un 3-1-2 come 'altezza tonale', ovvero la prima sillaba ha un tono più alto, la seconda due toni più basso, la terza intermedia.
Ovviamente, questo un italiano non lo pronuncia. E ti dirò di più, se pure si pronunciasse proprio alla giapponese, pronuncianto in mezzo a un discorso comunque (tradotto in) italiano sarebbe anche molto insensato E sgradevole.
Quindi in una frase italiana devi comunque pronunciare il nome straniero un po' all'italiana.
Quindi devi mettere un accento tonico su una sillaba. Per forza.
Come la scegli?
Non esiste una regola precisa, ma ci sono delle norme logiche e di buon senso.
Non le ha mai scritte nessuno. Le ho pensate e codificate io stesso.
Come è noto, in italiano quando una sillaba 'aperta' (ovvero terminante per vocale) è accentata (tonica) allora la vocale si allunga.
In trascrizione fonetica questo si scrive con un ":", segno chiamato 'crono'.
Quindi 'ta-vo-lo', ovvero 'tàvolo' è in effetti pronunciato come 'tà:volo'. Mentre 'tan-to', ovvero 'tànto' è pronunciato come 'tànto'.
Noterai che in italiano la A di 'tavolo' è più lunga della A di 'tanto', benché in entrambi i casi siano comunque accentate (toniche).
Ne segue che mettere l'accento tonico su una sillaba di una parola giapponese equivale ad allungarla, dato che il giapponese conosce SOLO sillabe aperte (salvo quelle che terminano con la 'n').
Quindi, se io ho Sakura, che NON ha in giapponese un allungamento sulla U, e lo pronuncio Sakùra in italiano, ho fatto uno scempio: ho messo un allungamento dove non ci voleva.
Peraltro la U è una vocale semimuta in giapponese, quindi allungarla è proprio terribile.
Eviterei Sakurà perché le parole tronche suonano molto caratteristiche al nostro orecchio linguistico.
In questo caso, Sàkura è senz'altro la scelta migliore, anche perché in genere accentare la prima sillaba di un trisillabico (alla greca, si direbbe) rende l'accentazione tonica meno sensibile in italiano, quasi evanescente.
Il caso di Satsuki è del tutto analogo, con l'aggiunta che la U in TSU è molto afona davvero, quindi non si sente quasi.
Spero che la spiegazione ti abbia soddisfatto.