Porco Rosso: commenti post-visione [SPOILER]

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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algid
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da algid »

che edizione è questa? sembra molto carina, almeno dalla confezione :)
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totoro19473
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da totoro19473 »

Ciao,

il film mi è piaciuto molto, persino più di quello che ricordavo (curiosamente - e non saprei dare una spiegazione - Porco Rosso è uno dei film di Miyazaki che ho visto di meno).

Lento (<-- è un pregio) al punto giusto, solita ottima musica, dialoghi pressocchè perfetti (a me Totoro invece non aveva fatto impazzire, anche se seee, lo so, era filologggico...), scene d'azione divertenti, colori sublimi, trama al solito mai banale o scontata, ottimo finale.

Insomma, tutto praticamente perfetto.

L'ho sponsorizzato al meglio delle mie possibilità, speriamo bene.

Ah, frase del film: "meglio porco che fascista" ;-)
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Shito
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Shito »

totoro19473 ha scritto:Ciao,

Ah, frase del film: "meglio porco che fascista" ;-)
Non dice così.
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Ratto Volante
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Ratto Volante »

Shito ha scritto:
totoro19473 ha scritto:Ciao,

Ah, frase del film: "meglio porco che fascista" ;-)
Non dice così.
Lapidario! :lol:
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da totoro19473 »

Shito ha scritto:
totoro19473 ha scritto:Ciao,

Ah, frase del film: "meglio porco che fascista" ;-)
Non dice così.
Ciao,
davvero? Ero proprio convinto (in verità, ovviamente sbaglierò io, ma siccome sono uno zuccone sono ancora abbastanza convinto...) :P

Puoi indicarmi la frase giusta?
Grazie!
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da pippov »

algid ha scritto:che edizione è questa? sembra molto carina, almeno dalla confezione :)
Perdonatemi il breve OT, la finiamo subito ( :si: ). E' l'edizione tedesca digipack, che Cobra custodisce gelosamente in casa.
E' l'edizione europea più vistosa. Prima o poi...
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Muska »

totoro19473 ha scritto: Puoi indicarmi la frase giusta?
Grazie!
Vado a memoria, chiedo scusa se sbaglio, poi verrò corretto : "Meglio maiale che fascista". :?:
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Cobra70
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Cobra70 »

Shito ha scritto:
totoro19473 ha scritto:Ciao,
Ah, frase del film: "meglio porco che fascista" ;-)
Non dice così.
Per dirimere la questione, linko il post di Shito che riporta il dialogo corretto:
Shito ha scritto:[...]FERRARIN: Senti, Marco… rientra nell’aeronautica!/ Ora, con la nostra influenza, potremmo fare qualcosa.
PORCO: Preferisco essere un maiale che diventare un fascista.[...]
Cobra70

O.T.: Esatto! la foto postata era relativa alla versione UNIVERSUM Film tedesca che se sfoggia un ottima package (come tutta la Ghibli Dvd Collection tedesca)... pecca nella qualità visiva, laddove eccelle (a mio parere) la versione francese di Buenavista!
L'altra edizione tedesca in mio possesso è quella di Pompoko. Questa è molto bella anche nella qualità visiva!
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genbu
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da genbu »

da Il Messaggero di oggi:

Pugni, pupe ,idrovolanti
Miyazaki vince ancora.


Prendete un vecchio film di aviazione americano tutto scazzottate, acrobazie e amori impossibili, ambientatelo sopra l'Adriatico del 1929, fatelo girare al più grande animatore del mondo, il giapponese Hayao Miyazaki (che guardacaso è anche un appassionato di aerei da guerra), poi affidate il ruolo del protagonista a un asso della aviazione trasformato da un maleficio in maiale, e inizierete ad avere una pallida idea della bellezza, ovvero del divertimento, della follia, della libertà di Porco Rosso, gioiello datato 1992 ma distribuito solo ora in Italia.
Perchè il pilota Marco Pagot abbia assunto sembianze suine, non lo sapremo mai e forse non importa. Naturalmente centra la politica: "Piuttosto che diventare fascista, meglio essere un maiale", dice a un collega l'aviatore che tutti chiamano Porco Rosso e che dopo aver abbandonato l'aeronautica campa, benone, dando la caccia ai "pirati dell'aria" che spadroneggiano per cielo e per mare.
Ma non siamo in un film politico, anche se siamo nel 1929 e Porco rosso/Marco Pagot (omaggio ai fratelli Pagot, pionieri dell'animazione italiana, dai Fratelli Dinamite a Calimero) ha la polizia fascista alle calcagna. Siamo in un film d'avventure, anzi in un cross over che mescola generi e passioni, su tutte quella -sfrenata- per forme, comandi, motori degli idrovolanti dall'ora: un mondo che ii figlio d'arte Miyazaki conosce bene ( suo padre costruiva gli Zero, i famosi caccia giapponesi), come si vede dal piacere quasi sensuale con cui lo riproduce e lo reinventa.
La parte forse più sorprendente del film non sono infatti i mirabolanti combattimenti aerei ma la lunga riparazione dell'idrovolante di Porco Rosso nelle officine milanesi del suo amico Piccolo. Operazione complessa che mobilita un piccolo esercito di sole donne di tutte le età, come scopre stupefatto ( e segretamente turbato) Marco Pagot/Porco Rosso.
Ma è il trascinante inseguimento nelle acque dei Navigli e poi nel cielo sopra Milano, una Milano che fonde e reinventa Roma, Parigi, Torino e chissà cos'altro , a dare l'idea più compiuta del metodo e dell'estetica, disinvolta quanto irresistibile, di Miyazaki.
Mentre il poetico sogno in cui Pagot, unico sopravvissuto a una battaglia aerea, vede i piloti morti sparire sopra le nubi dando forma a una specie di via lattea, ci ricorda il profondo investimento personale che anima anche questo divertissement zeppo di omaggi e allusioni (qualche esempio: Porco Rosso legge la rivista "Cinema" e vede un cartoon che sta fra Disney, i fratelli Fleischer e Winsor McCay; il suo maggior rivale è un fustacchione americano che punta ad Hollywood e poi alla Casa Bianca, anche se non si chiama Ronald Reagan; mentre c'è un pilota amico che si chiama Arturo Ferrarin, proprio come l'asso italiano della Grande Guerra...).
Cosi personale, e azzardato, che lo Studio Ghibli sulle prime non voleva nemmeno produrlo. Ragione di più per non perderlo.

Fabio Ferzetti


veramente una bella recensione :D
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algid
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da algid »

io non direi.. ha travisato la motivazione della trasformazione di porco rosso. No?
perlomeno si è accorto del fatto che questa pellicola non sia affatto politica.. quando invece molte altre recensioni titolavano tutt'altro (forse per attirare l'attenzione pubblica.. che ora come ora è abbastanza attenta alla politica italiana).
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genbu
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da genbu »

algid ha scritto: perlomeno si è accorto del fatto che questa pellicola non sia affatto politica...
Beh questo è senza dubbio un punto a suo favore. (e mi trovo daccordo)
.. ha travisato la motivazione della trasformazione di porco rosso. No?.
Mi sembra che dica "Perchè il pilota Marco Pagot abbia assunto sembianze suine, non lo sapremo mai e forse non importa" quindi non pensa sia vitale sapere il motivo della trasformazione. (anche qui sono daccordo...
poi certo personalmente penso che sia il modo che ha il protagonista per isolarsi da quello status di "essere umano", che tanto disprezza per via della guerra, e con cui alla fine si ricongiunge grazie a Fio.
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da algid »

dici? però secondo me è l'elemento cruciale del film.. o meglio, non lo è in relazione ai personaggi (non è che Marco viva il fatto che sia diventato un maiale come qualcosa che abbia un peso rilevante nella sua vita, e nemmeno i personaggi che si relazionano a lui sembrano ritenerlo un fattore determinante.. se non a livello superficiale cit. "guardaaa un maiaaaalee! waaaaa")
Però uno dei temi del film è porprio la misantropia, no? Della serie: l'umanità fa schifo (e in questo sono piuttosto d'accordo, magari domani mattina mi ritrovo con le sembianze di un maiale!), quindi non voglio più essere un umano ma piuttosto un maiale!
Ripeto sempre mio pensiero, che poi mi si dice che non ho capito niente, che devo vedere il film perché ne ho visto un altro ecc.. :D

EDIT: mhh forse però ripensandoci bene sono stato influenzato da quel che leggo qui.. magari non è poi così esplicito il motivo della trasformazione (nel film).. in ogni caso è una recensione più genuina di tante altre veramente tirate per i capelli eheh
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Shinji71 »

genbu ha scritto:
.. ha travisato la motivazione della trasformazione di porco rosso. No?.
Mi sembra che dica "Perchè il pilota Marco Pagot abbia assunto sembianze suine, non lo sapremo mai e forse non importa" quindi non pensa sia vitale sapere il motivo della trasformazione. (anche qui sono daccordo...
penso sia fondamentale anzi fondante,come per Sophie egli ritrova le proprie sembianze al nascere di un barlume di fiducia nel prossimo
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da genbu »

Shinji71 ha scritto: penso sia fondamentale anzi fondante,come per Sophie egli ritrova le proprie sembianze al nascere di un barlume di fiducia nel prossimo
Si è indubbio che i motivi della trasformazione siano fondamentali per capire il contenuto dell'opera però non sono indispensabili per seguire la storia del film :D .
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Re: Porco Rosso: commenti post-visione

Messaggio da Shito »

"Preferisco essere un maiale che diventare un fascista"

Provo a riscrivere quello che avevo scritto in un'intervista.

Marco Pagot ha rifiutato la sua umanità perché dell'umanità si è disgustato in guerra, ci siamo.

Ora, piuttosto che fare un film politico, vorrei farvi notare una cosa.

Marco e Ferrarin sono uguali. Ovvero, mangiano gli stessi pop-corn, la pensano allo stesso modo, ovvero che stato e nazione siano 'sponsor triviali'. E questo lo dice 'il fascista'. Ferrarin è un uomo di cuore che mette in guarda, proprione salvezza, e poi aiuta in due casi Marco, salvandolo. Sono entrambi due aviatori di ventura, con la passione per il volo nel cuore.

Qual è la differenza?

Ferrarin è cresciuto. Ovvero, ha accettato le sue responsabilità ed è andato a fare ciò che la storia ha voluto che facesse. Ferrarin è una persona coscienziosa e concreta. Aiuta Marco concretamente. Non per niente, se la intende con Gina, l'altra persona concreta, dicendo di dire a Marco di 'lasciar perdere la baruffa', come dire: dì al tuo innamorato che ora non è tempo per le sue ragazzate.

Marco è un bambino. E' un otaku. Perché? Perché fugge. Anche con dei nobili ideali, fugge. Fugge dalla realtà, fa il rinnegato, rinnega persino la sua natura umana. Non vuole sporcarsi, è un misofobo in tutti i sensi - non stringe la mano a Curtis perché si dice "un amante della pulizia" (ma Mayachan e Akagi-hakase ne sanno di più). E' tutto un modo per non accettare il compromesso, che poi è la crescita. E infatti non si lega a Gina, non si lega a Fio. Gina glielo dice in faccia, nel finale. Fa il figo con frasi ad effetto, ma alla fine sta solo 'giocando all'aviatore', per divertimento. Come un ragazzino.

E' evidente che Marco Pagot non aveva visto Majo no Takkyuubin.

Ci sono altri due personaggi come Porco Rosso?

Il primo, Howl. Non vuole crescere. Non vuole prendersi le responsabilità che Suliman gli chiede, fa il cretino con le donne (ruba il cuore a tutte, non si lega a nessuno, peccato l'avesse fatto anche con la Strega delle Lande), insomma fa il ragazzino. Poverino, lui è costretto a farlo. Per solitudine, aveva dato in pegno il cuore a una stella cadente alla quale aveva chiesto di 'non separarsi mai da lui'.

Sappiamo che Il castello mobile di Howl è un film che parla di come la solitudine privi della possibilità di essere sé stessi, di vivere la propria età. Sophie che è giovane si sente vecchia, e vive da vecchia, nascondendosi. Howl che è un uomo vive da ragazzino, fuggendo. Innamorandosi l'uno dell'altra, troveranno le loro giuste età: lei diventa 'scappiamo via', lui diventa 'no vado a combattere per proteggerti'. Uomo e donna nei loro ruoli.

Ma la versione aggiornata di Porco Rosso è Fujimoto. Stesso pattern: misofobo, con nobili ideali, spregia l'umanità e se ne chiama fuori. Solo che, dato che Miyazaki Hayao da vecchio è diventato più saggio e onesto, Fujimoto resta l'otaku che è, senza inganni. Uno che non sa parlare a una donna, che teme la moglie, e che viene abbandonato da una figlia pur sinceramente amata. Uno stralunato allampanato che vive nel suo mondo, nella sua torre d'avorio, nel caso corallo, e che giustamente è un reietto senza nulla di 'socialmente figo'.

Spero che in questo possiate vedere l'evoluzione dell'onestà di Miyazaki, che lo ricordo a tutti voi:

1) è un uomo che per disegnare i mondi che piacevano a lui, gli scenari che piacevano a lui, le ragazzine che piacevano a lui -ovvero per fuggire in tutto questo- ha fatto sì che la moglie abbandonasse la sua carriera per fare la madre dei suoi figli, il maggiore dei quali a stento avrebbe riconosciuto come padre.

2) è un uomo che avendo militato nei movimenti di sinistra da giovane, pure è divenuto il più fascista dei registi, l'uomo del 'faccio tutto a modo mio', l'uomo che mette in fuga gli altri registi silenziandone i commenti, è che ha creato uno studio d'animazione che molti considerano 'il Cremlino', tanto per parlare di dittatura.

Morale:

libertà è una parola e un concetto inflazionato,

soprattutto, fare arte non ha nulla a che fare con la libertà,

specie se per fare arte si ha bisogno di altro materiale umano,

e soprattutto in vita si attraversano varie età.

C'è la giovinezza degli ideali, purezza, misofobia, fantasia, fanciullini pascoliani.

Ma sapete, 'tutti i grandi sono prima stati degli adulti' <- Principino.

Tutti, eh.

Poi si cresce.

E c'è l'adultità del compromesso, della sporcizia, del naso tappato, della realtà, del'essere diventati grandi.

Poi ci sono gli otaku.

Che sono tipicamente quelli che, per un motivo o per l'altro, rifiutano la crescita.

I decadenti sono così. Quasi tutti gli artisti veri sono così. Quasi tutti gli intellettuali e i filosofi veri sono così. Molti omosessuali sono così. I poeti sono così. I fannulloni con i soldi di papà sono così.

E anche i dittatori socialisti sono così. Quelli che credono nella bontà dell'uomo sono così. Quelli logici. Erano così gli illuministi, Rousseau in testa. Erano così i sans culotte. Anche Robespierre era così.

Perché altrimenti, vale una delle cose intelligenti ditte da quel grande otaku di Oscar Wilde 'Chi non è socialista a vent'anni è senza cuore, chi lo è ancora a quaranta è senza cervello'.

Chissà cosa ne direbbe Calficer, eh?

"Un maiale che non vola è un semplice maiale".

(Ci fu un libro intitolato Porci con le ali, in Italia. Parlava delle delusioni dell'adolescienza socialistica settantina. Sans culotte, in un certo senso, perché tra la pagine c'era un sacco di sessualità adolescenziale).
Ultima modifica di Shito il mar feb 06, 2018 1:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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