Dolcemind, se il giudizio è motivato non vedo perchè non si possa esprimerlo, leggerlo, e commentarlo. Liberi di ritenerlo trascurabile o inutile.
Mi chiedo solo se i libri che studia Shito siano migliori di quelli che studia chiunque altro.
Lui adatta, e studia per adattare al meglio. Ma A MONTE, e mi pare strano che non riusciate a cogliere questa sottile sfumatura, A MONTE, fa delle scelte. Che per loro natura NON possono essere oggettive. Nascondersi dietro a "ma io ho studiato il linguaggio dei politici giapponesi negli anni '80", "
ho studiato la lingua italiana come nessun altro, QUINDI il mio adattamento è il migliore (e se dite il contrario non conoscete l'italiano)", semplicemente NON ha senso. Perchè A MONTE sono state fatte scelte che inevitabilmente condizionano il risultato.
Dunque, su quali fatti poggia l'assunzione di un'arbitraria interferenza tesa a sabotare una tessitura che invece, già nella sua forma linguistica sorgiva, si presenta ben aggrovigliata e complessa?
Poggia su un fatto banale. La lingua di origine e di destinazione sono lingue differenti, no? Ritieni possibile che l'una e l'altra abbiano diverse "sfumature"? Abbiano diverse costruzioni? Abbiano diversi livelli di complessità?
Non si tratta di banalizzare. Si tratta di scegliere se mantenere una aderenza all'originale o se trasformarla in italiano Vero (

).
Ma non solo. In caso di "aderenza all'originale" bisogna fidarsi del doppio salto mortale che l'adattatore fa: giapponese -> traduco -> italiano -> adatto -> "italianocorrispondentealgiapponese". Che NON può essere italiano Vero, perchè tenderà a conservare costruzioni (vedi disamina di Raghnar qui sopra, ad esempio), rapporti umani (sorellona? nonnina? -chan? -kun?), logiche, estranee all'italiano. E qui, ancora una volta, interverrà il GUSTO dell'adattatore (il GUSTO è oggettivo?) a dare forma a questa lingua-nonlingua.
Quello che Shito magari considera burocratese perchè ha studiato il "Delle ricerche sulla lingua dei burocrati", a un burocrate magari suona solo buffo. Perchè, lo si voglia o meno, Shito può non essere in grado di dare forma alla propria iniziale intuizione (quello è un politico? lo faccio parlare da politico... Ma magari Shito NON sa come far parlare un politico giapponese di 30 anni fa... e lo studia sui libri... e magari sbaglia, o magari sbagliano i libri...).
E comunque E' POSSIBILE che alla fine della fiera, ad un orecchio italiano contemporaneo, tutto questo suoni artefatto, a volte.
E vi sembra strano? E' una lingua COSTRUITA parola per parola, dialogo per dialogo, cercando riferimenti, interpretando, ricostruendo, e mantenendo la maggiore aderenza possibile all'originale. E' possibile che qualcuno la critichi definendola "forzata", "innaturale"? MA LO E'! Non sempre, ovviamente. Ma è possibile che in alcuni passaggi ci siano dei "nodi" difficili da sciogliere nei mille passaggi, e che rimangano intrecciati, no? E in quel caso che dobbiamo dire? "Bravo, hai mantenuto l'aderenza all'originale sacrificando la scorrevolezza" OPPURE "Beh, in questo caso forse era meglio rendere il senso al meglio perdendo la forma originaria"? Quale sarebbe l'ipotesi sbagliata, e perchè? Perchè lo dice Shito, che ha studiato tanto? Solo lui studia tanto? Boh...
Solo una precisazione a quello che scrive Raghnar.
Corrente e non corrente non è esatto, per come ho capito io la questione, altrimenti sarei perfettamente d'accordo con Arren. E' che è un "finto" italiano. Tasuku lo chiama (non questo in particolare) "doppiaggese". Maximilian lo chiama "cannarsese". Ecco. Questo intendo.