im-edith ha scritto:
Sì, credo che il confronto traduzione fedele/traduzione addomesticata potrebbe andare avanti all'infinito. Ci si possono scrivere saggi sopra. Cannarsi è convinto delle sue scelte, io non so e non posso dire se siano giuste o sbagliate. Posso dire che le preferisco di certo ai dialoghi inventati sul silenzio, alle amate che si trasformano in sorelle e agli stupidi che si trasformano in eroi a cui si deve tutto. Non posso dire "è la più bella traduzione del mondo". Sinceramente, io non lo so. Però so che è fedele, e mi basta. Perché almeno, con una traduzione fedele, posso decidere io (e non il traduttore) cosa voglio ricavare e interpretare dal film.
Tutto il tuo post è prezioso, cara Ilaria, e mi piace davvero leggere di chi capisce che la cultura della diversità non è affatto nel surrettizio abbattimento di quella, ma nella sua lettura genuina e vivifica. Ti ringrazio. E ti ringrazio perché in particolare la parte che quoto, splendida conclusione del tuo post, esprime perfettamente il mio stesso punto di vista. Detto migliaia di volte. 'Bello' è concetto soggettivo, giudizio di valore -indi sempre personale-: nel lavorare sull'opera altrui (come in una traduzione, un adattamento) non lo si può certo assurgere a guida. 'Corretto' è concetto obiettivo, oggettivo. E' quello che, sopra ai diversi gusti di ciascuno, permette a ciascuno di farsi una personale opinione di quel che è in sé, e poi personalmente decidere se piaccia o meno. Esattamente come dici tu.
Il mio lavoro non è 'far piacere' Miyazaki agli italiani, avvicindandolo al gusto, alla cultura locale nostrana.
Il mio lavoro è trasporre Miyazaki in lingua italiana nel modo più prossimo possibile a quello che Miyazaki è nella sua, così che ciascuno possa decidere nel suo cuore cosa pensa di Miyazaki.
Ma anche se tradotte in italiano, le opere di Miyazaki restano opere giapponesi di un autore giapponese.
Si può (e non senza sacrificio) tradurre una cifra linguistica, non una cifra culturale.
Quella o la si vuol capire, avvicinandosi al diverso, oppure la si snatura, la si calpesta, la si asserve al sollazzo crasso dell'intrattenimento sciatto.
Non è la mia politica, quest'ultima. Non lo sarà.