Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Shito
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Haku91 ha scritto:Che il cinema sia governato dai soldi è palese (non lo è forse il mondo in generale?), e una distinzione oggettiva tra le opere sentite da un autore e quelle create per incassare non esiste. Come fai a dire se un film appartiene a una categoria, all'altra o a entrambe?
Voglio risponderti quotando un brano scritto (dettato) da Miyazaki Hayao in un'intervista giapponese. Risale ai tempi di Howl, ovvero dopo Howl e prima di Ponyo. Il regista veniva intervistato in merito alla sua visione del cinema, a partire dal secondo film animato che ebbe un grande impatto su di lui, ovvero il lungometraggio russo Snezhnaya Koroleva [La regina delle nevi] - il primo era stato Hakujaden. Questo brano l'ho tradotto apposta per te, spero apprezzerai lo sforzo, almeno. ^^

>>> L'incontro con Snezhnaya Koroleva ha avuto davvero un grosso effetto su di lei, vero...?

MIYAZAKI: Io sono il tipo di persona che per natura pensa che vorrebbe sempre creare un sacco di storie di avventure e di farsa, ma nel mio cuore so che le opere devono avere qualcosa come l'impatto che ho descritto. Senza quello, le opere sarebbero solo delle buffe peripezie. Ovviamente dobbiamo tenere in conto gli interessi economici dello Studio, ma non potremmo giustificare quello che facciamo solo listandone le ragioni economiche per farlo: dobbiamo almeno cercare di creare delle opere per le quali le persone dopo non diranno: "perché si sono presi la briga di fare una cosa simile?" Il problema non è che la gente potrebbe chiederci una cosa simile, è che dobbiamo proprio evitare di chiedercelo noi stessi dopo il fatto. E quando dico questo, non intendo per me stesso adesso. Intendo per tutti noi che abbiamo deciso in un istante di avere quel certo tipo di alta ambizione [quella di creare un'opera, ndShito]. Questo è tutto quello che conta. Dobbiamo sempre tornare indietro a quel punto.


>>> Ma certe persone non vedono Gerda [la protagonista di Snezhnaya Koroleva] come egoista?

MIYAZAKI: Apparentemente Paku-san fu sorpreso di sentire che certe persone la pensano così, ma io non lo ero. E' solo perché certe persone sono francamente sempre senza interesse. Si ingannano nel credere che certi film siano tutto un identificarsi con qualcosa, trovandoci un momentaneo sollievo in un mondo virtuale. Ma ai vecchi tempi, la gente andava a vedere i film per imparare qualcosa sulla vita. Oggigiorno quando entri in un supermarket sei accolto da una varietà di scelta che stordisce e, analogamente, la gente considera il pubblico dei film come consumatori che non fanno che brontolare, o lamentarsi che certe cose siano troppo costose o non abbiano un buon sapore. Ma io non sto a creare qualcosa solo perché sia consumato. Io mi metto a creare e guardare film che mi rendano una persona un pochino migliore di quanto fossi prima.
Quindi, in risposta alla tua domanda: l'ermeneutica. La conoscenza di un autore, del suo pensiero, e di conseguenza il modo corretto di fruizione e lettura delle sue opere. Ovviamente si può anche 'consumare e basta' un film nato con altra mentalità - credo avvenga spesso. E credo che oggigiorno anche un film ambizioso debba 'sapersi far consumare', certo. Ma torniamo al discorso di Suzuki e Miyazaki, del vendere e del creare e del perché. Del fine e del mezzo.

La storia della Principessa Splendente, che è stato un successo di pubblico, ha incassato circa la META' del suo gargantuesco budget. Ma suppongo vada bene così. Nulla toglie al valore dell'opera. Ogni vero autore rischia tutto sé stesso su ogni cosa che fa. Anche Cimino non fa eccezione. Esprimersi verso un pubblico è sempre un azzardo, è chiaro. Così è la vita e la comunicazione tra gli esseri umani. Anche io, nel mio insignificante piccolo, sembro avere un codazzo di haters. Si vede che deve essere così, ma so che continuerò a fare del mio meglio, per quello che credo essere giusto, finché la mia onestà intellettuale e le mie forza (di ogni genere) mi permetteranno di farlo. Anche il singolo messaggio che ti sto ora scrivendo qui, che è un tentativo di comunicazione, non fa eccezione. Potresti fraintendermi, magari. Potresti odiarmi. Ma io non sto cercando di vendermi a te, di comprare la tua benevolenza: io sto cercando di farmi capire per comunicarti qualcosa che penso valga la pena di comunicare a te. Quindi correrò (e corro) il rischio.

Oggigiorno la gente comunica per finta: parla e non ascolta, parla per non essere ascoltato, parla per sentire la sua stessa voce rimbombare in una camera dell'eco le cui pareti sono fatte dalle altre persone. Non è comunicazione reale perché, da principio, manca il fine comunicativo reale. Sono gli anni dell'individualismo estremo involuto in narcisismo. Ma per esempio, persino io -che sono il primo pirla- non posso vivere così. Neppure nello scrivere un singolo messaggio su un forum. Se lo scrivo, deve esserci un motivo di comunicazione reale per farlo. E credo che la differenza sia questa. Qual è il fine di un'azione umana, di un tentativo di umana comunicazione, della creazione di un'opera umana. E' una differenza alla fonte, non alla foce. Alla foce ci sono comunque le paludi della postmodernità.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Haku91 »

Capisco il tuo punto di vista e ho apprezzato che tu abbia tradotto l'intervista (ma come ti ho detto apprezzo comunque molto di ciò che fai), tuttavia rimango della mia idea che un film (a prescindere dall'autore, dalla nazionalità, dalla presunta qualità) vada presentato all'estero senza stravolgerlo nelle sue caratteristiche ma adattandolo in modo che i concetti espressi siano comprensibili alla maggior fetta di pubblico. De Leonardis, che sostanzialmente faceva per Disney quello che tu fai per lo Studio Ghibli (e lui gli era anche amico personale), non ebbe problemi in Alice a fare un cambio di sesso in un gatto per far funzionare un gioco di parole e ad inventarne altri di sana pianta, o ne Gli Aristogatti a trasformare "O'Malley the Alley Cat" in "Romeo, er mejo der Colosseo" (dubito che a qualcuno dispiaccia). Queste scelte (a mio parere geniali) mica le faceva perché era un incapace o un folle, ma per rendere la versione italiana comprensibile e godibile al pubblico italiano quanto quella originale lo era per quello americano (cosa che non sarebbe stata possibile traducendo tutto pari-pari), e lo fece senza mai "stuprare" i film e mantenendone intatti tutti i concetti che esprimevano, trovando un sostanziale equilibro tra fedeltà e adattamento. D'altronde una cosa simile la fece Kubrick cambiando "All work and no play makes Jack a dull boy" in proverbi che italiani, tedeschi, spagnoli e francesi potessero capire, esprimendo lo stesso concetto con parole del tutto diverse per ogni lingua. Anche traducendo la frase si poteva capirne il significato, ma per il pubblico estero sarebbe stata una frase qualunque e non un proverbio, non avrebbe colto nell'immediato quello che gli anglofoni coglievano.

Tra l'altro nell'intervista Miyazaki dice "io non sto a creare qualcosa solo perché sia consumato". Ovvero, "io creo un film soprattutto per me ma mi interessa anche insegnare qualcosa al pubblico", o almeno così ho interpretato la frase anche in relazione al resto della risposta.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

A me tutte quelle idiozie sui film Diseny dispiacciono. Dispiacciono eccome, e agli Aristogatti lasciai il cinema, pensa. ^^;

Da lettore fedele del Topolino italiano, davvero mi arrabbiai, e poi mi intristii, quando mi resi conto che con lo stupido, stupido nome 'Paperon de Paperoni' aveva falciato:

1) l'essero scozzeze del personaggio, da cui la sua tipica taccagneria

2) il riferimento al Canto di Natale di Dickens.

Io non sopporto neppure che si parli di 'Stregatto' invece del 'Gatto del Cheshire' - sono un appassionato dei testi di Carrol e pronuncio rigorosamente Alice come àlis, ci mancherebbe.

Odio che si parli di 'Paolino Paperino' ma poi ci sono i DOLLARI, non ha senso e non l'ha mai avuto. E' una cosa distopica. Odio che Gyro Gearloose si chiami 'Archimede Pitagorico'. Non significa niente. Non è neppure un tentativo di adattamento del contenuto dell'originale. Guarda, l'avessero chiamato 'Vito Svitato' avrebbe almeno avuto un senso. Ma no, invenzioni RANDOM, totalmente RANDOM appiccicate sulle opere altrui. E tutto questo, certo, lo detesto. Conosco altri che lo detestano.

Quindi?

Ancora presumi: "per venire incontro alla maggioranza", "dubito che a qualcuno sia dispiaciuto"... è tutto un tuo beato presumere sulla tua sedia di singola persona. E a cosa vale?

A deturpare opere originali. A perdere qualcosa per te, e per tutti gli altri che a causa di questa logica bacata, pur in buona fede, neppure sapranno mai cosa si sono persi.

E' terribile.
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Babbana
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Babbana »

Ho visto Marnie martedì pomeriggio e mi è sembrato un bel film. ^^

Di Yonebayashi, Arrietty non mi era proprio piaciuto (anche se ammetto di averlo visto una volta sola, al cinema), mi aveva annoiato e per nulla emozionato. Marnie, al contrario, mi è piaciuto di più, anche se non mi ha lasciato quell'aria trasognata e riflessiva da post-Ghibli.
Anna, però, non mi ha coinvolto molto, come personaggio. Pur capendo le sue motivazioni e anche alcuni lati del suo carattere a livello teorico, non mi ha coinvolto molto nelle sue emozioni. Per esempio, quando vedo Kiki, una delle mie scene preferite è quella in cui lei incrocia camminando alcune ragazze cittadine "alla moda" e si sente a disagio. Senza nulla di particolare, quella scena è molto diretta e mi coinvolge sempre molto. O anche quando Kiki rifiuta l'invito di Tonbo a vedere l'interno del dirigibile con i suoi amici. Si capisce in modo spontaneo lo stato emotivo che la spinge a "scappare via". Lo stesso per Kaguya, quando fugge dal banchetto organizzato per lei. Però con Anna, non so, alcune cose le ho trovate un po' troppo canoniche, il fatto che non si sentisse davvero amata dalla madre adottiva, e alcune scene un po' forzate. La scena in cui scappa dal Tanabata, non mi ha coinvolto più di tanto a livello emotivo, mi sembrava una reazione esagerata. Però sono comunque impressioni talmente soggettive, ovviamente non voglio giudicare il film in base a quelle. ^^
Di Anna però mi è piaciuto come piano piano si aprisse spontaneamente con Marnie. Mentre all'inizio arrossisce ogni volta che Marnie l'abbraccia, poi si sente più a suo agio e abbraccia lei stessa Marnie, trova più determinazione e la incoraggia anche ad affrontare la paura del silo. Questo aspetto di Anna mi è piaciuto.
Poi mi è piaciuto il finale, non me l'aspettavo così. Penso che il commento di Flegias sia perfetto:
Flegias ha scritto:Certo, la luna, le maree, i sogni e la casa da ghost story sono tutti escamotage fantastici, ma al fondo mi è rimasto questo senso di riconciliazione col proprio passato e con quello della propria famiglia, anche quando non vissuto direttamente ma per interposta persona, attraverso il racconto che altri ce ne fanno. Ho sempre creduto di capire meglio me stesso ricucendo i fili del tempo, non so se mi capite :) .
Nel recuperare memorie di famiglia anche non direttamente vissute si recupera un po' se stessi. E' un concetto che mi piace molto. ^^
Spero di chiarirmi le idee sul film (e anche su Yonebayashi, che comunque mi ha ancora dato l'impressione di una regia un po' anonima) quando lo rivedrò in BluRay. :si:
La sala in cui l'ho visto era anche abbastanza pienotta; dietro di me avevo una bimba che si è messa a piangere per il finale commovente e poi voleva restare per la proiezione successiva. :lol:

Gualtiero, se hai tempo di rispondere, ti rilancio le domande di Nintendo Fever, che magari si sono perse tra i vari messaggi e mi sembravano interessanti. ^^
Nintendo Fever ha scritto:Shito ho dei dubbi, come mai Anna dice "Sappòro" (con O aperta) e non "Sàpporo" (Sdrucciola con O chiusa), Sayaka viene pronunciato Sayàka invece di Sàyaka (In originale mi sembrava che l'accento fosse sulla prima sillaba, veniva pronunciato così anche il nome di Sayaka di Madoka Magica per esempio), e infine Emily "Emiri"?
Soprattutto il nome di Emiri, c'è qualche motivo particolare per cui non è "Emily"? Anche se immagino che sia stato lo Studio Ghibli stesso a confermarti il nome "Emiri". ^^

P.S. Che interessante anche il brano tratto dall'intervista a Miyazaki! Grazie per averlo tradotto! :D
Ogni cosa di adesso è…
ogni cosa del passato…!
Senz'altro ci rincontreremo…
…in un luogo nostalgico.
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Shi no Tenshi
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shi no Tenshi »

Shito ha scritto:
Vedi? E' che non riesci ad accettare che il fatto che faccia strano meno a te, che per te 'ci stia da dio' o meno è insignificante.

E' Miyazaki l'uno, Takahata l'altro. Hanno fatto le cose come hanno voluto. Nessuno obbligava MIyazaki a far parlare così il boss dei Mammaiuto, ma del resto ha anche fatto una diciassettente che disegna da sola un'idrocaccia e poi si spoglia come Heidi, come del tutto inconsapevole del suo essere femmina, no? Come se avesse, boh, quattro anni? E' Miyazaki.

E Takahata, nessuno l'ha obbligato a mettere dritto dritto un testo di un mukashibanashi in un film animato. Gli facciamo leggere quel che dicono su Facebook in Italia? "Eeeeeh, ma è un film per bambini!" LoL.

Alla fine ogni critica del tuo stampo è un sotteso "è così, ma avrei voluto che fosse cosà". Nel caso di un'opera tradotta, ci si nasconde dietro alla pia illusione che in originale fosse come noi avremmo voluto, e che il traduttore cattivo l'abbia cambiata.

Ma è tutto il contrario, nel mio caso. Perché io lavoro, e temo (nota: temo) di essere l'unico, proprio per portare a te (pubblico) le opere quanto più (nota: "quanto più") prossime a quel che sono in originale. :-)
Però quella al lessico è una critica minore, e se è vero che è le nature dei termini sono di pari stampo anche in originale, non è affatto una critica.
Il mio era un tentativo maieutico per provare a dimostrare che persino in te, nella tua logica ferrea e con la tua ricerca etimologico\semantica meticolosa, esiste una componente di soggettività da cui non si scappa.
E questo per ribadire che, non potendo scappare completamente dalla soggettività e dal fatto che, per dio, siamo italiani e parliamo in italiano con costruzioni di frasi in italiano, tanto vale non seguire un'oggettività così granitica per preoccuparsi di far passare 1:1 gli ESATTI intenti originali. Non è possibile perché la nostra non è la lingua del prodotto originale. Quindi è più giusto pensare: Come avrebbero scritto i dialoghi gli autori se fossero stati italiani?
Ovviamente se fossero stati italiani avrebbero fatto anche un film diverso, con un'ambientazione diversa e delle idee diverse nate da una cultura diversa, e proprio per questo bisogna rientrare in un compromesso basato sull'infedeltà fedele. Il compromesso si basa sul fatto che tradurre un'opera ha il solo scopo di poter rendere l'esistenza di quell'opera accessibile al PUBBLICO straniero. Perché volendo ignorare il pubblico e permettere all'opera di esistere in sé stessa nell'universo bastano i sottotitoli. Il tuo lavoro per dei sottotitoli è PERFETTO. Rende comprensibile una lingua sconosciuta permettendo di fruirli.
Chi non guarda un film con i sottotitoli significa che o:
1- conosce la lingua originale e quindi non gli serve
2 - dal film non vuole tanto la fedeltà al 100%, quanto potersi immergere nella storia creata dal film facendo finta che sia una finta realtà a lui vicina, e quindi, nell'illusione, è previsto che i personaggi parlino con la sua lingua, usando forme verbali proprie della sua lingua, come se gli autori avessero scritto il testo con la sua lingua, cioè l'italiano in questo caso.

Un doppiaggio non può perseguire ideali di fedeltà così estremi (mi riferisco alla codifica del giapponese dando la precisa sensazione che i personaggi parlino in giapponese tradotto), anche perché, come se non bastasse, ci si deve pure aggiungere il compromesso labiale e di sincrono. È un compromesso dietro l'altro.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Concordo fortemente che molto del melò di Anna sia terribilmente stereotipato e pure spiattellato. Certo non aiuta che lei sia una dodicenne che sembra, almeno a me, una quattordicenne. Voglio dire, una certa ingenuità e semplicità di pensiero meglio starebbe addosso a una ragazzina più piccola nominalmente e visivamente, no?
Babbana ha scritto: Gualtiero, se hai tempo di rispondere, ti rilancio le domande di Nintendo Fever, che magari si sono perse tra i vari messaggi e mi sembravano interessanti. ^^
Nintendo Fever ha scritto:Shito ho dei dubbi, come mai Anna dice "Sappòro" (con O aperta) e non "Sàpporo" (Sdrucciola con O chiusa), Sayaka viene pronunciato Sayàka invece di Sàyaka (In originale mi sembrava che l'accento fosse sulla prima sillaba, veniva pronunciato così anche il nome di Sayaka di Madoka Magica per esempio), e infine Emily "Emiri"?
Soprattutto il nome di Emiri, c'è qualche motivo particolare per cui non è "Emily"? Anche se immagino che sia stato lo Studio Ghibli stesso a confermarti il nome "Emiri". ^^

P.S. Che interessante anche il brano tratto dall'intervista a Miyazaki! Grazie per averlo tradotto! :D

Graize, mi erano sfuggite.

Dunque, come è noto in giapponese non esiste l'accento tonico. Non c'è.
Quindi in originale l'accento non sta proprio su nessuna sillaba. ^^;

Ci sono certi nomi di città che sono abbastanza canonizzati nei nostri dizionari. Per esempio Sapporo è sull'enciclopedia Treccani (anche la versione online, due edizioni). In genere, se non è una cosa grave, cerco di non divergere troppo dalla pronuncia 'normale italiana', altrimenti dovrei anche dire 'toukyou', con O chiuse e lunghe, e poi Paris e London, con i rispettivi fiumi La Seine e Thames. ^^;

Non sono mai scelte facili, a volte mi ritrovo a dare un po' un colpo al cerchio e uno alla botte (Il caso di Oosaka, per esempio, dove c'è proprio la O lunga che chiama l'accento tonico in italiano).

Per Emiri invece c'è un motivo chiarissimo: se Marnie nel film è scritto in katakana, come nome straniero, Emiri è scritto in kanji, come un nome proprio giapponese. ^^ Quindi l'hanno proprio voluto rimarcare, che Marnie ha dato alla figlia un nome 'testa di ponte' - del resto nel film il padre si chiama Kazuhiko! :-)
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Shi no Tenshi ha scritto: Un doppiaggio non può perseguire ideali di fedeltà così estremi (mi riferisco alla codifica del giapponese dando la precisa sensazione che i personaggi parlino in giapponese tradotto), anche perché, come se non bastasse, ci si deve pure aggiungere il compromesso labiale e di sincrono. È un compromesso dietro l'altro.
Come ho già detto mote volte, la 'fedeltà assoluta obiettiva' è un concetto limite a cui tendere. Lo so bene e opero così: la traduzione obiettivamente corretta al 100% è una tendenza di limite (il che, matematicamente, lo statuisce anche irragiungibile).

Detto ciò, tu dici 'non si può, non si può', ma come vedi si può: io lo faccio. L'ho fatto anche per delle CANZONI IN METRICA (su cui il livello di fedeltà è lo stesso, eh, con tutto che sono in metrica). Nnn mi parlare di synch, è una bufala. E' solo il rifugium peccatorum dei dialoghisti incapaci, svogliati, cialtroni. Tutte cavolate. Perseguire la fedeltà si può eccome, perché lo faccio da anni. E ciò che è reale è possibile. E credo sia la cosa più giusta (lo faccio per questo). Lo credo per i motivi che ho spesso esposto, motivato, spiegato e che non hanno travato mai, mai confutazione alcuna se non retorica e farfugliamenti che alla fine nascondo solo un "eeeeeh, ma ci sarebbe però un giusto mezzo che PIACEREBBE DI PIU' A ME" - nei fatti. Eccerto. Alla fine sotto, se ci pensi bene, c'è solo questo.

Uno dei miei assiomi:

"Non chiamerò giusto ciò che trovo bello, ma troverò bello ciò che è giusto"

Bisogna sottomettere il soggettivo all'obiettivo, e partire dalla propria insignificanza. Non metto "sciagurati" perché piace a me, no. Non so neppure se mi piaccia, in se. NON IMPORTA! Lo metto perché ho indagato e enucleato quella scelta come la più corretta a fronte di elementi obiettivi e producibili. Cerco di fare tutto così - e come dicevo è un limite di tendenza, ma non bisogna mai, mai perderlo di vista.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Jo3y »

Scusate eh, ma poi perchè presumete che quanto diciate voi è giusto? Per me il film non era espresso in un linguaggio strano, nè arcaico, nè ostico. L'ho capito perfettamente. Così come ogni altro film Ghibli adattato da Gualtiero. I film dei quali ho dovuto andare a cercare il significato di qualche termine sono stati solo "Mononoke" e "Kaguya", e per ovvie ragioni. Ci stava che in quei film il linguaggio fosse più "complesso" e non dubito che proprio per quei progetti in particolare, Miyazaki e Takahata abbiano inteso alzare l'asticella dei dialoghi.

Leggo sempre di detentori di verità assolute sull'astrusità dei dialoghi italiani dei Ghibli, ma vi assicuro che di astruso non hanno niente. Qualche volta e, ripeto, QUALCHE volta ci sono indubbiamente termini più sofisticati e costrutti italiani interessanti (laddove interessanti può anche stare per non colloquiali al giorno d'oggi, ma tutt'altro che sgrammaticati o scorretti a fronte del loro significato in ITALIANO), ma di certo nulla di ostrogoto.

Ogni volta che ho visto un Ghibli al cinema è vero che c'è stato qualcheduno che a voce alta se ne usciva con "Che? Ma che ha detto?", ma tale gente, con tutto il rispetto, è solamente cafona. In primis perchè parla a voce alta durante una proiezione cinematografica (di cui si fruisce IN SILENZIO, per discutere al massimo c'è l'intervallo), e poi perchè al 100% è quel genere di pubblico per cui un film di Innaritu è identico ad un Fast & Furious o per cui un Ghibli è come Daltanious. Inoltre sottolineiamo che se in sala siamo un centinaio e sento 5 urlare, significa che ce ne sono almeno 95 che evidentemente non hanno sofferto nulla di strano nell'ascoltare i dialoghi italiani del film (vogliamo dire che qualcuno ne avrà discusso con l'accompagnatore in separata sede? Ok, ma parliamo sempre di un tot su 95).

Riguardo poi il bisogno che qualcuno mi traduca proverbi e modi di dire con un "tanto va la gatta al lardo", anche no, grazie. Non leggo un libro per sapere cose che già so, come altresì non guardo un film per vedere e sapere cose già di mia conoscenza. Per me i libri, l'arte, la musica, il cinema e la cultura generale, sono occasioni di arricchirmi, di imparare cose NUOVE. Ed è per questo, che io sia dannato, che vedo/ascolto/leggo molti elementi di matrice straniera chè di cose del mio Paese ho l'opportunità di apprendere con più facilità, anche muovendomi direttamente nei luoghi in questioni: mi sarà sicuramente più facile fare un viaggio da Roma a Venezia che da Roma a Tokyo o Bali, no?

Abbiate pazienza, ma quasi non se ne può più di leggere piagnistei arroganti, perchè di piagnistei si tratta quando una persona con pazienza vi spiega il perchè delle cose e la vostra risposta è "eh no ma per me comunque dovresti fare così" (ehm, e stica? dove li mettiamo? Toh! Un dialettale, uccidetemi!), e sono pure piagnistei arroganti perchè vi arroccate dietro "eh ma la maggior parte della persone la pensa come me", ma chi? E comunque, di nuovo, stica. Avete la fortuna che di diversi Ghibli ci siano già in commercio tantissimi adattamenti fantasy reinterpretati e facilitati, rimediatevi quelli e state tranquilli. Come io mi sono dovuto sorbire per anni quella roba lì perchè ero tra la minoranza che non aveva voce in capitolo nell'avere maggiore fedeltà negli adattamenti, ora invece sarete voi a sorbirvi, almeno in parte giacchè, come ho già detto sopra, di diversi titoli ci sono versioni "alternative", questi film Ghibli.

Come si dice a Roma, a chi tocca non si ingrugna :mrgreen:
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

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Shito ha scritto:
Come ho già detto mote volte, la 'fedeltà assoluta obiettiva' è un concetto limite a cui tendere. Lo so bene e opero così: la traduzione obiettivamente corretta al 100% è una tendenza di limite (il che, matematicamente, lo statuisce anche irragiungibile).

Detto ciò, tu dici 'non si può, non si può', ma come vedi si può: io lo faccio. L'ho fatto anche per delle CANZONI IN METRICA (su cui il livello di fedeltà è lo stesso, eh, con tutto che sono in metrica). Nnn mi parlare di synch, è una bufala. E' solo il rifugium peccatorum dei dialoghisti incapaci, svogliati, cialtroni. Tutte cavolate. Perseguire la fedeltà si può eccome, perché lo faccio da anni. E ciò che è reale è possibile. E credo sia la cosa più giusta (lo faccio per questo). Lo credo per i motivi che ho spesso esposto, motivato, spiegato e che non hanno travato mai, mai confutazione alcuna se non retorica e farfugliamenti che alla fine nascondo solo un "eeeeeh, ma ci sarebbe però un giusto mezzo che PIACEREBBE DI PIU' A ME" - nei fatti. Eccerto. Alla fine sotto, se ci pensi bene, c'è solo questo.

Uno dei miei assiomi:

"Non chiamerò giusto ciò che trovo bello, ma troverò bello ciò che è giusto"

Bisogna sottomettere il soggettivo all'obiettivo, e partire dalla propria insignificanza. Non metto "sciagurati" perché piace a me, no. Non so neppure se mi piaccia, in se. NON IMPORTA! Lo metto perché ho indagato e enucleato quella scelta come la più corretta a fronte di elementi obiettivi e producibili. Cerco di fare tutto così - e come dicevo è un limite di tendenza, ma non bisogna mai, mai perderlo di vista.
Non insisto.
Però continuo a pensare che chi si guarda un film doppiato se ne freghi della lingua originale.

Discorso a parte, la faccenda degli accenti tonici in giapponese è strana. Io la so come te e sono d'accordo con te, ma una neo-traduttrice di mia conoscenza mi ha fatto tutto un sermone sull'uso degli accenti giapponesi che magari ho frainteso. Ma stando alle sue parole dovrebbero esistere. Proverò a tornare sull'argomento per far maggiore chiarezza la prossima volta.
Ultima modifica di Shi no Tenshi il dom ago 30, 2015 9:14 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

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Jo3y ha scritto:
Abbiate pazienza, ma quasi non se ne può più di leggere piagnistei arroganti, perchè di piagnistei si tratta quando una persona con pazienza vi spiega il perchè delle cose e la vostra risposta è "eh no ma per me comunque dovresti fare così" (ehm, e stica? dove li mettiamo? Toh! Un dialettale, uccidetemi!), e sono pure piagnistei arroganti perchè vi arroccate dietro "eh ma la maggior parte della persone la pensa come me", ma chi? E comunque, di nuovo, stica. Avete la fortuna che di diversi Ghibli ci siano già in commercio tantissimi adattamenti fantasy reinterpretati e facilitati, rimediatevi quelli e state tranquilli. Come io mi sono dovuto sorbire per anni quella roba lì perchè ero tra la minoranza che non aveva voce in capitolo nell'avere maggiore fedeltà negli adattamenti, ora invece sarete voi a sorbirvi, almeno in parte giacchè, come ho già detto sopra, di diversi titoli ci sono versioni "alternative", questi film Ghibli.

Come si dice a Roma, a chi tocca non si ingrugna :mrgreen:
Discuto tranquillamente! Non voglio sembrare arrogante, nutro solo molto interesse per le linee di politica in merito al dialoghismo. Attaccare è utile per vedere come si difende l'interlocutore, sta alla base del dialogo argomentativo.
E ripeto, ci tengo a sottolineare che non trovo che i dialoghi di Gualtiero siano "difficili", non era il succo del discorso. Era un discorso mirato.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Jo3y »

Degli adattamenti Disney poi non ne parliamo. Cercatevi le interviste su internet a Lorena Brancucci e alle sue politiche di "adattamento", con quelle castronerie del synch. Per carità.

Scusate l'OT :)
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Shi no Tenshi
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shi no Tenshi »

Jo3y ha scritto:Degli adattamenti Disney poi non ne parliamo. Cercatevi le interviste su internet a Lorena Brancucci e alle sue politiche di "adattamento", con quelle castronerie del synch. Per carità.

Scusate l'OT :)
No, vabè, per carità di dio, Lorena Brancucci non ha decisamente la mia approvazione.
Però molti prodotti Disney sono validi. Ce ne sono stati tanti di dialoghisti, anche per le musiche, e tanti direttori. Prodotti più riusciti ed altri meno riusciti.

Comunque il sync non è affatto una cosa da sottovalutare. Ma era prevedibile che con la metodologia di Cannarsi fosse un dato trascurabile.
Ricollegandomi al mio discorso sul pubblico, quello che pensa la gente che adatta i dialoghi, quando sta attenta al sync, è proprio illudere che il film sia recitato in italiano, così lo spettatore trova più "vivi" i personaggi e non si accorge che è in atto una traduzione.
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Shito
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Chiaramente leggere un post come quello di Jo3y mi riempie di gioia, non perché "accorra in mia difesa", quanto perché credo dia voce a un tipo di pubblico che NON chiamerò "colto", che NON chiamerò "sapiente", che NON chiamerò "esperto", perché NO, qui non stiamo a fare a chi è più ganzo di chi, ,a che dirò ben volentieri "meritevole, motivato, prezioso". Quello che spicca, colpisce e riappacifica un po' col mondo, nel messaggio di J3oy, è la mentalità di "con l'intrattenimento non voglio sedarmi, voglio arricchirmi". Il che non vuol dire che un film sia una lectio magistralis di nulla. Vuol dire solo che del buon intrattenimento, dove 'buon' significa 'fatto con la testa', è un'occasione di conoscere cose nuove, di arricchirsi.

In tutta onestà: è il bello del mio lavoro, anche. Solo, a un livello di magnitudo superiore, perché chiaramente se per 'seguire' un film Ghibli anche ricco e complesso ci vuole un livello di sforzo 1, lasciatevi dire che per scriverne il testo ci vuole un livello di sforzo 10.

Se mi mettessi a scrivere quante cose ho studiato per PoroPoro ci riempirei un libro. Ma anche solo per tradurre il titolo della recita PRECEDENE a quella di Takeo in PoroPoro, che si legge solo un un cartello che dura un secondo (poi girano il cartello su quella di Taeko, che sta per iniziare) ho dovuto studiarmi la storia. Anche solo per tradurre il titolo di una canzone di cui NON si sente il testo (e in sottofondo), ho dovuto imparare tutto il testo. Quando ci si affaccia su un 'altro mondo', e un prodotto di intrattenimento altro non è che la finestra, funziona così.

Shi no Tenshi: non leggo sterile aggressività in te, davvero. Semmai c'è un po' di reiterazione, un po' di 'faccio il finto tonto'. Avevi scritto, molto cortesemente: "cercalo per gioco, ma se mi spieghi punto per punto come mai il boss dei Mamma Aiuto parla così tanto di cappello!". Te l'ho spiegato. Parola per parola, idioma per idioma, riportando un dizionario monolingua, traducendo tutta la voce, facendo qui l'analisi semantica.

E tu?

Tu hai forse detto "wow, cavolo, ora capisco, tanto di cappello!"...?

Macché.

Sei tornato al via modello 'disco rotto', con "eeeeeh, ma comunque secondo me sarebbe meglio se..."

Hai presente?

Credo sia per questo che Jo3y è sbottato come è sbottato. E adesso è a te che si chiede onestà autocritica, senza acredine e senza spregio.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Shi no Tenshi
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shi no Tenshi »

Shito ha scritto: Shi no Tenshi: non leggo sterile aggressività in te, davvero. Semmai c'è un po' di reiterazione, un po' di 'faccio il finto tonto'. Avevi scritto, molto cortesemente: "cercalo per gioco, ma se mi spieghi punto per punto come mai il boss dei Mamma Aiuto parla così tanto di cappello!". Te l'ho spiegato. Parola per parola, idioma per idioma, riportando un dizionario monolingua, traducendo tutta la voce, facendo qui l'analisi semantica.

E tu?

Tu hai forse detto "wow, cavolo, ora capisco, tanto di cappello!"...?

Macché.

Sei tornato al via modello 'disco rotto', con "eeeeeh, ma comunque secondo me sarebbe meglio se..."

Hai presente?

Credo sia per questo che Jo3y è sbottato come è sbottato. E adesso è a te che si chiede onestà autocritica, senza acredine e senza spregio.
Ti do tanto di cappello, era previsto a priori, è solo che tendo ad essere un po' scettico nei confronti di tutto, anche se non lo dico esplicitamente.
Per esempio, a chi dò ragione sulla questione degli accenti? A te, a me o alla traduttrice? Uno dei 3 ha ragione, gli altri 2 son scemi. Oppure io son scemo e ho capito male e gli altri due hanno ragione ma si spiegano diversamente. Però io capisco quello che capisco, e parlo prendendo per vero ciò che capisco.
Citando Asimov da Io, Robot (traduzione di Laura Serra):
"(riferito ad un robot) Crede soltanto al ragionamento logico, e questo è un guaio perché col freddo ragionamento logico puoi dimostrare qualsiasi cosa, una volta che tu scelga i postulati giusti."

In ogni caso la riproposta di "burrascato" era per vedere se non avevi trascurato nessuna eventualità.
Ultima modifica di Shi no Tenshi il dom ago 30, 2015 9:43 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Haku91 »

Tra parentesi, il labiale nel doppiaggio per me è una boiata assurda. Grazie ad esso abbiamo Terminator che dice "Aspetto fuori" e poi sfonda la parete col camion, e lì sì che cambia completamente il senso della scena. Nel doppiaggio rispettare il labiale è pura utopia, non so con che coraggio salti sempre fuori qualche dialoghista/paroliere che tenta maldestramente di metterci una pezza.