LoL, non saprei trovare parole migliori per esprimere cosa provo anche per me stesso in questo momento XD. Nonostante abbia effettivamente avuto diversi impegni che mi hanno fatto perdere parecchio tempo, la mia lentezza, che stavolta ha raggiunto picchi inimmaginabili, combinata alla deleteria e malsana (soprattutto per me, ma anche per voi


(Ah, avviso che nel testo qui sotto "spoilero" praticamente tutto ciò che c'è di "spoilerabile", perciò consiglio di non leggere a tutti coloro che non hanno ancora avuto modo di vedere il film.)
Nonostante tutto, l'ho apprezzato.
Penso che già queste poche parole bastino a rendere un'idea delle mie sensazioni piuttosto contrastanti.
Ma cominciamo dal principio.
Come già avevo scritto, sono andato a guardare questo film con parecchia curiosità, ma anche con qualche dubbio. Dubbi in parte provenienti dal sapere che alla regia (né in nessun'altra fase della lavorazione) non c'era né Miyazaki né Takahata, e in parte anche dai resoconti non proprio entusiasti di Shito. Quello che alla fine ho trovato è stato qualcosa di, per certi versi, inaspettato.
Se dovessi descrivere questo film con una parola, direi che è "strano". Ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso celebre lo studio Ghibli, eppure, per qualche motivo che ancora non riesco a mettere completamente a fuoco, ho avvertito quest'opera come qualcosa di "diverso" rispetto a tutti gli altri lavori di Miyazaki e co. (incluso anche Arrietty). Questa sensazione di star guardando qualcosa di familiare ma allo stesso di estraneo, l'ho avvertita più volte durante la visione. La storia, per dire, che risulta assai semplice (talvolta quasi piatta) e ben poco movimentata almeno fino alla fine, potrebbe tranquillamente essere uscita da un qualsiasi film dello studio, eppure, per come è gestita, trasmette, oserei dire, una sensazione di originalità. A questo proposito, penso abbia anche giovato una certa varietà dei generi qui presenti (talvota il film è una commedia romantica, a volte un thriller a tinte quasi horror...), cosa che non ho riscontrato nei lavori dei colleghi di Yonebayashi e che personalmente ho apprezzato. Certo, inutile nasconderlo, c'è anche da dire che una parte di questa 'diversità' del film è probabilmente dovuta a delle, diciamo, 'cadute di stile' che non sono presenti nelle altre opere Ghibli. Per esempio, sebbene in moltissimi film dello studio ci siano parecchi elementi romantici, essi non raggiungono mai picchi di eccessiva sdolcinatezza, mentre qui il tutto è molto enfatizzato (e questo vale, purtroppo, anche per le parti drammatiche), e così il melodramma è spesso dietro l'angolo, anche se, per fortuna, la vicenda ed i personaggi solo raramente scadono veramente in qualcosa di così estremamente smielato e stucchevole da risultare davvero intollerabili.
Anna, per dire, nonostante i frequenti alti e bassi, è un personaggio, in fin dei conti, discretamente riuscito, a mio modo di vedere. Twistor era già riuscito a descriverla ottimamente con poche parole, mentre di mio posso dire che, se la storia fosse stata ambientata nel passato, avrei trovato i suoi comportamenti piuttosto irreali, posticci, esagerati, quasi da macchietta, invece, calando il personaggio in uno scenario moderno, li trovo piuttosto realistici (il che, pensandoci, non è un buon sintomo XD). Dico questo perché, tutti quei comportamenti o quelle reazioni di Anna, come ad esempio il fatto che inizialmente (a inizio film, dico) faccia quel discorso un po' cinico ma che subito dopo sembri molto felice di avere la possibilità di poter mostrare il proprio lavoro all'insegnante evidenziando così un reale desiderio di riuscire ad aprirsi (e mostrando perciò che il suo cinismo non è altro che una sorta di "guscio"), oppure quando, dopo essere scappata dalla festa, inizia a disprezzarsi (quella scena mi ha pure un po' ricordato la canzone Bad apple postata da Shito tempo addietro, a dire il vero XD), o anche quando ha quegli scatti d'ira, divenendo piuttosto irrazionale e sfiorando persino l'isteria, mi sembrano riflettere uno stato d'animo (ed un certo tipo di, diciamo, mentalità) che, in misura ovviamente minore, ho avuto già modo di osservare proprio in ragazzine di quell'età. Insomma, anche se non è ovviamente (ma neanche lontanamente) ai livelli dei protagonisti di un film, per dire, di Takahata, riesce ugualmente, in certi frangenti, a trasmettere in maniera genuina e realistica l'idea di un persona dei giorni nostri che, a causa della sua solitudine e dei suoi pesi interiori, ha sofferto parecchio e come reazione a questa sofferenza finisce col deprimersi e col chiudersi in sé stessa. Quindi, nonostante tutte le esagerazioni e forzature effettivamente imputabili a questo film, vi sono alcuni dettagli o sfumature che denotano quantomeno una certa cura nell'approfondimento di taluni aspetti della spicologia e dei comportamenti di alcuni personaggi, cosa che risulta, quantomeno per me, piuttosto apprezzabile.
E infatti, a pensarci bene, proprio uno degli aspetti che mi ha colpito di più di questo lungometraggio, e che, tra l'altro, mi ha nuovamente trasmesso la sensazione che questo film, nonostante il suo attenersi allo stile classico dello Studio Ghibli (e nonostante i suoi scivoloni), ha saputo ritagliarsi un proprio spazietto, è stata la storia del rapporto tra le due protagoniste con tutti i suoi risvolti potremmo dire quasi spicologici. Se inizialmente Marnie appare davvero come il classico principe azzurro destinato a salvare la principessa dal suo torpore, e quindi la loro si presenta come una relazione piuttosto sterile nonché banale sia dal punto di vista contenutistico che narrativo, man mano che la vicenda va avanti, e che il loro rapporto si intensifica, questa amicizia ritorna, almeno in taluni momenti, nel solco tracciato dalle altre storie Ghibli, ovvero in un legame sì intenso, ma allo stesso tempo piuttosto ingenuo e infantile (per intenderci, mi sembra per certi versi simile alla relazione tra Sheeta e Pazu "solo" con più leziosità), ma, con le rivelazioni che l'ultima parte della storia porta con sé, il rapporto tra le due ragazzine cambia nuovamente, e in modo piuttosto rilevante.
Se finora, infatti, ognuna delle due protagoniste si era sempre attenuta al proprio "ruolo", arrivati alla parte finale del film, essi iniziano a confondersi e mischiarsi. Nel senso che, se prima vi era una "salvatrice" ed una vittima da soccorrere, ora ambe due assumono il ruolo sia di salvatrici che di vittime.
Anna, invero, non è ancora riuscita a liberarsi completamente della sua apatia, ma, soprattutto, è ancora profondamente ferita dalle sue questioni familiari (il fatto che i suoi genitori l'abbiano "lasciata" e che coloro che l'hanno adottata ricevano soldi per il suo mantenimento), il che si traduce nella sua (continua?) paura di essere "abbandonata" e "tradita", ovvero esattamente ciò che poi accuserà Marnie dopo che questa era sparita dal silo. Quest'ultima, dal canto suo, nonostante, come dicevo, all'inizio appaia come il classico personaggio che ha sempre in pugno la situazione, in concomitanza con le prime rivelazioni sul suo passato, inizia a far trasparire anche lei una grande sofferenza e debolezza, finendo, così, con l'assumere il "ruolo" del personagio fragile appartenuto alla sua amica fino a poco prima (cosa fatta notare, se non erro, anche da una battuta di Anna). Quindi, fino a questo punto della storia, entrambe soffrono di diversi e talvolta profondi patemi d'animo. La soluzione a queste sofferenze, però, non arriva da un personaggio esterno, il classico deus ex machina, ma, e questa è tra le cose che più ho apprezzato del film, al contrario, la loro salvezza arriva esclusivamente da loro stesse!
Rimurginandoci un po' su, sono arrivato alla conclusione che la risoluzione di ognuna della due protagoniste sia divisa in due fasi distinte.
La prima fase, per Anna prima e per Marnie poi, io la individuo nel momento in cui, dopo che una delle due bambine rivela le proprie angoscie e paure più profonde, l'altra l'abbraccia fortemente. Forse sarà sdolcinato, forse stucchevole, forse banale, eppure, nonostante tutte le critiche (spesso pure fondate, direi) che si possono muovere, penso che in ciò qualcosa di pregevole ci sia ugualmente. Questo perché il punto non è, almeno da quanto ne ho capito io, semplicemente il ricevere un abbraccio affettuoso (dato che penso Anna ne abbia ricevuti diversi dai suoi genitori adottivi), ma, più che altro, è il valore e il significato che quell'abbraccio assume in quel momento ad essere di cruciale importanza. Questo abbraccio "risolutore", infatti, avviene solo dopo lo sfogo, dopo la liberazione da quei pesi interiori a lungo portati dalle ragazzine (ma, in questo senso, è il caso di Anna quello più eclatante), ovvero, avviene solo dopo che l'altra ha modo di comprende fino in fondo l'animo e i turbamenti della propria amica. In pratica, la loro è una vera e propria catarsi, indotta da quell'effusione d'affetto non solo totalmente disinteressata ma, sopratutto, "elargita" nella completa comprensione e accettazione dell'altra. In fondo, non erano altro che due bambine sole che cercavano qualcuno che le comprendesse e le aiutasse (che anche questo in fondo sia un elemento da melò, è assai possibile, però, nella mia modestissima opinione, penso che in questa risoluzione qualcosa di interessante ci sia).
La seconda fase della risoluzione (che però stavolta vede Marnie come protagonista) è, per entrambe, il loro dialogo finale, quello subito dopo la parte del silo, per intenderci. A questo punto, Anna è quasi completamente risolta: tutte le sofferenze, le debolezze e i risentimenti covati verso i suoi familiari sono stati praticamente spazzati via dall'abbraccio di Marnie (sempre secondo il mio ragionamento, chiaramente^^). Certo, quando si vede lasciata indietro dopo il temporale, quei sentimenti ritornano e stavolta indirizzati verso l'amica, questo perché, credo, visto che era stata "salvata" da Marnie, sentendosi in quel momento da lei tradita, era come se tutte le speranze, le sensazioni o, in sostanza, il suo "nuovo stile vita" non fossero altro che una bugia, questo perché, se la fonte di qualcosa è menzognera, allora così devono essere tutte le cose da lei derivate (è un concetto che personalmente trovo errato, ma che ho sentito tante volte e che penso si applichi bene alla mentalità della nostra protagonista). Perciò, ad Anna il dialogo finale non serve per apprendere qualcosa di nuovo o per cercare una diversa prospettiva, ma, bensì, solo per capire davvero se ciò in cui credeva post-risoluzione era vero e non solo una menzogna, quindi, per lei, quest'ultima parte risulta essere più che altro una "prova del nove" (anche se comunque ha la sua importanza perché, casoamoi non ci fosse stata, non è detto che si sarebbe completamente riappacificata con sé stessa e col proprio "passato", come spiegherò meglio fra poco).
Per Marnie invece, mentre l'abbraccio le era servito più che altro ad "esorcizzare" in parte le paure infantili causate dalle domestiche (trova, infatti, il coraggio di 'andare' al silo, ma, complice anche il fatto che a quel punto passato e presente si mischino, non riesce a debellare totalmente le sue fobie), è il discorso "dal balcone", in un certo senso, quello realmente decisivo per la sua persona. Premetto che qui la discussione diventa piuttosto fumosa, dato che la storia ed il personaggio di Marnie sono piuttosto contorte vista la sua oscillazione tra le diverse epoche che mi sembra renda la sua personalità e i suoi pensieri come una sorta di via di mezzo tra quelli della bambina che era una volta e quelli della donna adulta che è prima di morire. Ad ogni modo, nelle parole che si scambiano le due bambine nel loro ultimo dialogo, io vedo (delirium tremens? XD) un sovrapporsi di significati. Seguendo il filo della storia questo non è possibile, dato che la protagonista scoprirà la verità solo nelle ultime scene del film, eppure, col senno di poi, non riesco a fare a meno di pensare che il fine ultimo di quel dialogo non sia tanto (non solo, almeno) la riappacificazione di Anna con l'amica, ma, piuttosto, la sua riconciliazione con la propria nonna, e di conseguenza con la propria famiglia d'origine. Perciò, guardando quella parte con questo concetto in mente, mi viene da pensare che ciò che Marnie chiede realmente ad Anna, sia di essere 'perdonata' non per essere sparita dal silo, ma per essere morta e averla lasciata "indietro" e quindi sola (l'unica "prova" a questa mia ipotesi si troverebbe nelle parole e nei ricordi di Anna dopo che Marnie è scomparsa dal silo. Lì, infatti, parlando tra sé e sé, 'chiede' a Marnie qualcosa del tipo perché l'ha lasciata e tradita mentre vengono mostrati alcuni suoi ricordi di quando, diversi anni prima, soffriva per essere rimasta sola a causa della morte dei suoi genitori ed, appunto, della nonna). E penso che proprio in questo perdono si celi la risoluzione, o meglio, la "salvezza" di Marnie. Sì, proprio di una salvataggio (anche se più che altro "spirituale") penso si tratti poiché, dato che la sua vita è stata molto sofferta, funestata da diversi lutti e si è conclusa con molti rammarichi e sensi di colpa, non penso che sia poi così inverosimile immaginarla come una sorta di spirito inquieto (non vendicativo, ovvio) che cerca di trovare una soluzione alle proprie pene. E questa soluzione la trova, appunto, in Anna. Visto che quest'ultima è l'unica persona ancora in vita con cui era fortemente legata e verso cui prova dei rimorsi per averla lasciata a sé stessa e quindi in un certo senso per aver segnato negativamente la sua vita, fa "ammenda" aiutandola a superare i suoi traumi, tuttavia, per trovare davvero la pace, non è ancora sufficente poiché ha bisogno anche del suo reale perdono. E' questo, infatti, ciò che chiederà con tono quasi supplichevole (ma temo questo sia anche dovuto a quell'enfasi esagerata di cui accennavo prima) ad Anna. E lei, dopo tutto quello che è successo, cos'altro potrebbe rispondere se non "Ma è ovvio! Ti perdono! Ti voglio bene!" (mi sono basato sulla traduzione fatta da Shito del primo trailer giapponese, poiché oramai non ricordo più le parole esatte^^)? E, così, il cerchio si chiude: la salvezza di una diventa la salvezza dell'altra ed entrambe potranno perciò andare "avanti" (mmm, frasetta in genere piuttosto retorica, però in questo caso mi sembra calzare abbastanza bene).
In sostanza, a me questo è parso un film che per coprire le proprie mancanze ha deciso di curare molto la propria 'forma' abbellendosi con trucchi e fronzoli e che, per colpire gli spettatori, fa molto perno sull'emotività. Questo, per il mio modo di pensare, non è una cosa buona, poiché, come un'ubriacatura può inizialmente esaltare ed essere 'piacevole' ma una volta terminato l'effetto dell'alcol non rimarrà nient'altro che sensazioni confuse ed indistinte, anche il sentimento più forte, una volta affievolitasi la fiamma, non lascia altro che una sensazione di vuoto. Tuttavia, in questo grande schiamazzo di voci querule, petulanti o suadenti che siano che soverchia ogni cosa, vi sono anche alcuni bisibigli che descrivono cose reali e che contengono alcuni spunti di riflessione. Allo spettatore, sempre secondo il mio pensiero, il compito di districarsi nella non semplice (ma nemmeno impossibile) impresa di trovare e carpire ciò che di buono c'è.
Perciò, malgrado tutte le sue fragilità e ingenuità nonché le molte parti criticabili, voglio dire che questo film, "nonostante tutto, l'ho apprezzato".
Per concludere, una manciata di domande, dubbi, osservazioni e schiocchezze varie.
Shito, nell'altro thread dedicato a questo film, parlavi del calcolo che hai compiuto per sapere l'età effettiva di Marnie negli ultimi suoi anni di vita. A dire il vero, per un attimo ci avevo pensato anch'io che il suo aspetto non poteva davvero rispecchiare la sua età reale, però poi finì che lasciai perdere considerando la cosa di minore importanza. Tuttavia, leggendoti, la faccenda mi ha incuriosito di nuovo ^^. Il calcolo che mi accingo a fare si basa unicamente sulla mia memoria (che però è limitata dato che ho avuto modo di vedere il film per intero solo una volta e per giunta oramai 'parecchio' tempo fa) o su mie supposizioni, perciò è possibile che sbagli o mi sfugga qualcosa. Se ti va, mi piacerebbe poi sapere il tuo calcolo. Comunque, da quanto ne so, la Marnie che entra in contatto con Anna dovrebbe essere sua coetanea, ovvero dovrebbe avere 12 anni, mentre, quando si sposa con Kazuhiro, presumo ne abbia almeno 18-19, giusto? Diciamo allora che la figlia nasca all'incirca due anni dopo e che quindi a questo punto lei sia sulla ventina. In seguito le muore il marito ed a causa di questo, circa sei-sette anni dopo, "allontana" la figlia (quindi ora di anni ne dovrebbe avere 26-27 ed ha già i capelli grigi, se non erro), figlia che tornerà, presumo, una volta finite le medie, quindi dopo altri 7 anni (e a questo punto Marnie dovrebbe avere circa 35 anni). Qui diventa più confusa la storia, dato che non riesco né a ricordare né a presumere quanto tempo passi. Ma poniamo che fino alla morte dei genitori di Anna siano trascorsi 4-5 anni, supponendo che Anna sia nata dopo 2-3 anni e che i suoi genitori almeno un anno siano stati con lei (perciò ora Marnie dovrebbe veleggiare verso i 40). Infine, penso che la morte di Marnie stessa sia sopraggiunta 2-3 anni dopo aver adottato Anna e, quindi, la nostra co-protagonista dovrebbe essersi spenta prima dei 45 anni. Probabilmente avrò fatto qualche errore di calcolo, ma, dato che mi divertiva, ci ho voluto provare lo stesso XD Se possibile, ripeto, mi piacerebbe molto sapere il conto esatto

Non so se ci avete fatto caso, ma a me il film è sembrato estremamente ricco di citazioni e riferimenti, più o meno evidenti, alle altre opere Ghibli (ma non solo). Per dire, la macchina stracolma di cianfrusaglie con cui i parenti di Anna la vanno a prendere ad inizio film, non può non ricordare le prime sequenze di Sen to Chihiro, oppure, quando la ragazzina appena arrivata nella sua nuova abitazione posa la sua sacca su un tavolo nella stanza della figlia della parente, lì, per un attimo appena, sono sicuro che si veda l'incisione di un gatto (Jiji?) e alcune parole ("love" e qualcos'altro che non sono riuscito a leggere), mentre le piccole sculture che lo zio (?) crea intagliando il legno, sono estremamente somiglianti a Totoro, o, ancora, quando si accorge che Marnie non si trova più dentro il silo ed allora inizia a correre all'impazzata sotto la pioggia, la telecamera la "riprende" da un'angolazione che mi ricorda tantissimo la famosa fuga di Principessa dal banchetto. Ma anche il chara design di alcuni personaggi mi sembra omaggiare (anche se qui non escludo che potrebbero esserci anche alcune coincidenze) altri lavori di Miyazaki e Takahata, come, ad esempio, Toichi che mi sembra assai somigliante al nonno di Heidi (Arumo?), oppure Hisako che mi appare come una versione invecchiata di Naoko (mentre "Jiro" mi è sembrato di scorgerlo durante la festa del Tanabata, credo intento ad aiutare i bambini ad appendere sugli alberi quei - umh - fogliettini...?). E chissà quante altre cose che non ho notato o che ora non rammento! Insomma, anche se ciò potrebbe essere dovuto ai motivi più disparati, guardando questo film col senno di poi mi viene da immaginarlo come una sorta di 'omaggio' nonché di riepilogo, in vista di una possibile chiusura dello studio (o semplicemente causato dal ritiro dei due animatori), di tutte le opere Ghibli ed in generale del duo Miyazaki-Takahata. Ma forse sarà che in fin dei conti sono un "romantico" e mi piace vedere queste cose come omaggi a quei grandi lavori piuttosto pensare si tratti di un mero riciclo di idee. XD
Ho anche una semplicissima domanda: Marnie, nel passato, va nel silo perché la porta Kazuhiro? Se così fosse, mi domando quale sia stato il motivo di questa scelta e, soprattutto, perché poi l'abbia lasciata sola, almeno in un primo momento.
Infine, un momento ilare/demenziale: riflettevo sul fatto che Shito era piuttosto critico (lo considerava sintomo di un amore che acceca la ragione, direi quasi) sul fatto che la madre di Jiro, dopo che questi fa a botte per difendere un altro bambino, dopo solo un leggerissimo rimprovero, gli lasci prendere la colazione. Ecco, guardando gli zii (?) di Anna che, dopo che questa sparisce moltissimo tempo, dopo che viene ritrovata addormentata per strada di notte e dopo che insulta una sua coetanea e che addirittura la minaccia (questo ovviamente non è vero, però loro non potevano saperlo), ridono spensierati e, come se nulla fosse, dicono alla nipote (?) di andare a mangiare, beh, mi viene spontaneo immaginare la scena di uno Shito (mentre è a lavoro su quelle parti) scandalizzato che desidererebbe togliergli patria potestà, ficcarli in gattabuia e poi gettare via la chiave... LOL (ma più seriamente, aldilà di qualsiasi sistema pedagogico che uno possa adottare, quegli atteggiamenti sono davvero surreali, anche solo pensando al fatto che comunque loro aveva una certa responsabilità quantomeno morale, ma direi anche penale, verso di lei, dato che a loro era stata affidata dalla madre)
/fugge
P.S. quasi dimenticavo (sì, come no ^^), per quel che può valere, i miei complimenti a Shito e a tutti coloro che hanno lavorato alla versione italiana di questo film: anche stavolta, per me, avete fatto davvero un bel lavoro! ^^