Mononoke Hime - ineditamente in italiano
Inviato: dom mar 23, 2014 2:01 am
Beh, "ineditamente" già che la precedente edizione italiota era proprio "un altro film". ^^;
Sto concludendo la stesura del copione italiano del film.
In effetti, sono mesi che ri-scrivo questo copione. Da Dicembre, almeno. E l'avevo scritto gi una volta nel 2010 per i sottotitoli della rassegna Ghibli al Festival del Cinema di Roma.
E pensavo a queste battute da quando? Dal 1998. Quando vidi il film per la prima volta, e soprattutto vidi il "Mononoke Hime ga Koushite Umareta" - ovvero il 'the making of' di questo film.
In quel 'dietro le quinte' c'è una lunga parte riservata al doppiaggio giapponese di vari personaggi (San -e Kaya-, Ashitaka, Eboshi, Gonza, Toki, Kouroku, Moro, Okkotonushi, Jiko-bou).
Da allora, quel modo di lavorazione è sempre stato il fondamento del mio modo di intendere il doppiaggio... °_°
Ma torniamo al testo.
Questo è il film più 'serio' e 'impegnato' di Miyasan, è nato così ed è stato inteso così.
Ed è anche ambientato tra il 1400 e il 1600 circa (epoca Muromachi), in Giappone.
Il testo originale riflette tutte queste le cose.
Per esempio:
ASHITAKA: Vuoi dire che non paga di aver sottratto il bosco al dio della montagna, rendendolo un dio maligno… con quegli archibugi tu vorresti dare nascita a rinnovati rancore e maledizione?
EBOSHI: Al tuo riguardo, mi sono amareggiata…! Quella pietra da lancio l’avrò sparata senz’altro io…! Stolido d'un cinghiale… se era per maledire, avrebbe dovuto maledire me.
Oppure:
ASHITAKA: Guardate tutti…! Sono queste le sembianze dell’odio e del rancore che infestano il mio corpo…! È una maledizione che imputridisce le carni, e richiama la morte! Non abbandonatevi al rancore più di così!
EBOSHI:Non ostentare con impudenza la tua modesta disgrazia…! Quel braccio destro te lo amputo io!
Oppure:
MORO: Se da te si fosse levata anche una sola voce, un solo lamento, ti avrei sbranato… è stato un peccato!
ASHITAKA: È un bosco splendido…!/ (DS) Il nume Okkoto non si sta ancora muovendo?
MORO: Torna nella grotta, ragazzino…! Tu non puoi sentirle… le grida del bosco che viene divorato dai cinghiali…!/ Io quassù, col corpo che s'imputridisce, tendendo l'orecchio alle grida del bosco… sto aspettando quella donna…! Sognando l’istante in cui le azzannerò quella sua testa!
Ok, non tutto il copione ha questa levatura. Ci sono anche parti assai 'popolari', ovviamente rese come tali.
BONZO: Bramare ogni cosa che si trovi compresa tra il cielo e la terra è quel che si chiama il karma dell’uomo…!
C'è anche molto buddhismo, sì. E tante cosette. Tante cosette che ovviamente è mio dovere eviscerare e conservare nel testo in italiano, no?
Perché non si vorrà mica che anche questa volta la natura abbia vinto, no?
In summa, presumo da principio che questo sarà un copione, un testo, che farà rizzare più di un capello...
Per esempio su un altro forum un amico già mi diceva, leggendo un paio delle battute succitate, che "questo film sta diventando un dramma shakespeariano", riferendosi in modo credo canzonatorio al tono degli stralci di dialogo.
La cosa è buffa, perché manco a farlo apposta Miyasan chiamò Tanaka Yuuko a doppiare Eboshi a seguito della sua interpretazione della moglie di Macbeth. La Tanaka era (credo sia ancora) generalmente nota proprio per i tuoli shakespeariani a teatro. Invece per Okkotonushi Miyasan prese a esempio con Morishige la sua interpretazione di Re Lear.
Quindi wow, dovrei dire che se solo uno brandello di dialogo ha già dato questa sensazione, allora è proprio ben fatto e colpisce nel segno!
Ma allo stesso tempo mi chiedo: perché si presume al contrario che il tono dei dialoghi NON dovrebbe essere proprio questo? Con quali elementi a prescindere?
Il testo originale è in effetti piuttosto sofisticato. Intanto è pieno di forme arcaiche, sia in lessico che sintassi. Da un lato abbiamo il protagonista, che è un emishi, e viene ritratto dal regista come "il buon selvaggio", ovvero la figura del membro di una società più antica del "moderno e civilizzato" Giappone (del 1600), ma proprio per questo più "civile", più "dignitoso". Abbiamo poi la società giapponese in cui si mischiano nobiltà e dialetto (dell'area di Tottori, se ben ricordo). C'è una certa ricerca nel lessico. Compaiono come niente termini del registro linguistico buddhista medioevale (cose che oggi in giapponese significano altro, ma nel film si intendono come nel 1600), oppure riferimenti più o meno precisi al folklore. Addirittura, i famosi 'cani montani', ho infine scoperto, che sono quello che si chiama in italiano 'cani selvatici'. Poiché il Giappone è un territorio prevalentemente montuoso, per il loro lessico ciò che non è 'urbano', o comunque 'domestico', è 'montano', non 'selvatico' - la montagna è per loro il concetto della 'natura incontaminata' come per noi il bosco, la selva, da cui nella nostra lingua 'selvatico', 'selvaggio', 'inselvatichito', etc. Nel 1600 la tassonomia giapponese non aveva ancora distinto i 'lupi' (ookami), quindi i lupi -come li si chiama oggi- erano chiamati 'cani selvatici'. C'è insomma questo tipo di ricerca filologica. Potrei andare avanti molto a lungo, dato che come si capirà ho fatto più di qualche ricerca. ^^;
Ci sono anche svariati neologismi dell'autore, o cose riprese in maniera poi reinterpretata, com'è tipico di lui. Spesse volte quando facevo (faccio) una ricerca incontro proprio delle pagine giapponesi dove la gente si chiede "ma secondo voi cosa significa questo?". Per esempio tutta la storia della "Gilda dei Maestri degli Ombrelli di Carta" non è spiegata nel film, ma si riconnette a un certo momento storico, sempre intorno al 1600, in cui pare che dei predicatori buddhisti passarono dalla Cina al Giappone portando con loro la conoscenza delle armi da fuoco e della polvere da sparo, salvo poi mantenerla a mo' di società segreta, o congrega di iniziati... oppure ancora i 'jibarashi', parola inesistente, che Miyasan scrive tutta in katakana tanto per rendere più oscuro il tutto, a dispetto del quale nel testo viene usata come un normalissimo termine conosciuto da tutti. Per capire, desumere, intendere il 'senso' di jibarashi mi sono imbattuto davvero in molti giapponesi che ci sbattevano la testa...
A tal proposito, infatti... perché mai si presume che sicuramente "in originale si capisce tutto semplicemente"?
Non è assolutamente vero! In Ponyo (dico: PONYO! Un film per bambini!) c'è una frase di Fujimoto che è così "supercazzola" che quando la traducevo chiesi consulto alla Ghibli, da dove mi risposero "ah, stai tranquillo, tanto nessun giapponese in sala avrà capito una parola di quella battuta".
Tornano a noi, sempre per esempio, la famosa 'presunta fratellanza' tra Ashitaka e Kaya. La cosa è sufficientemente oscura nel testo che gli attori stessi -dico giapponesi- non avevano capito la situazione. Miyazaki gli avrebbe poi spiegato che "vedete, anche se lo chiama "Sommo Fratello", Kaya sarebbe la futura sposa di Ashitaka. In questo piccolo villaggio antico tutti essenzialmente si chiamano 'Sommo Fratello', o 'Somma Sorella', o cose così". Eppure non è che nel testo la cosa sia poi mai spiegata. ^^;
Come dicevo, sono circa 16 anni che faccio ricerche su questo film... perché è un film fatto così.
Ma ancora mi chiedo: perché le persone sono così portate a *presumere* questo e quello, senza avere chiaramente fatto nulla di simile, e senza neppure accettarne una pur onesta spiegazione?
Mistero.
Sto concludendo la stesura del copione italiano del film.
In effetti, sono mesi che ri-scrivo questo copione. Da Dicembre, almeno. E l'avevo scritto gi una volta nel 2010 per i sottotitoli della rassegna Ghibli al Festival del Cinema di Roma.
E pensavo a queste battute da quando? Dal 1998. Quando vidi il film per la prima volta, e soprattutto vidi il "Mononoke Hime ga Koushite Umareta" - ovvero il 'the making of' di questo film.
In quel 'dietro le quinte' c'è una lunga parte riservata al doppiaggio giapponese di vari personaggi (San -e Kaya-, Ashitaka, Eboshi, Gonza, Toki, Kouroku, Moro, Okkotonushi, Jiko-bou).
Da allora, quel modo di lavorazione è sempre stato il fondamento del mio modo di intendere il doppiaggio... °_°
Ma torniamo al testo.
Questo è il film più 'serio' e 'impegnato' di Miyasan, è nato così ed è stato inteso così.
Ed è anche ambientato tra il 1400 e il 1600 circa (epoca Muromachi), in Giappone.
Il testo originale riflette tutte queste le cose.
Per esempio:
ASHITAKA: Vuoi dire che non paga di aver sottratto il bosco al dio della montagna, rendendolo un dio maligno… con quegli archibugi tu vorresti dare nascita a rinnovati rancore e maledizione?
EBOSHI: Al tuo riguardo, mi sono amareggiata…! Quella pietra da lancio l’avrò sparata senz’altro io…! Stolido d'un cinghiale… se era per maledire, avrebbe dovuto maledire me.
Oppure:
ASHITAKA: Guardate tutti…! Sono queste le sembianze dell’odio e del rancore che infestano il mio corpo…! È una maledizione che imputridisce le carni, e richiama la morte! Non abbandonatevi al rancore più di così!
EBOSHI:Non ostentare con impudenza la tua modesta disgrazia…! Quel braccio destro te lo amputo io!
Oppure:
MORO: Se da te si fosse levata anche una sola voce, un solo lamento, ti avrei sbranato… è stato un peccato!
ASHITAKA: È un bosco splendido…!/ (DS) Il nume Okkoto non si sta ancora muovendo?
MORO: Torna nella grotta, ragazzino…! Tu non puoi sentirle… le grida del bosco che viene divorato dai cinghiali…!/ Io quassù, col corpo che s'imputridisce, tendendo l'orecchio alle grida del bosco… sto aspettando quella donna…! Sognando l’istante in cui le azzannerò quella sua testa!
Ok, non tutto il copione ha questa levatura. Ci sono anche parti assai 'popolari', ovviamente rese come tali.
BONZO: Bramare ogni cosa che si trovi compresa tra il cielo e la terra è quel che si chiama il karma dell’uomo…!
C'è anche molto buddhismo, sì. E tante cosette. Tante cosette che ovviamente è mio dovere eviscerare e conservare nel testo in italiano, no?
Perché non si vorrà mica che anche questa volta la natura abbia vinto, no?
In summa, presumo da principio che questo sarà un copione, un testo, che farà rizzare più di un capello...
Per esempio su un altro forum un amico già mi diceva, leggendo un paio delle battute succitate, che "questo film sta diventando un dramma shakespeariano", riferendosi in modo credo canzonatorio al tono degli stralci di dialogo.
La cosa è buffa, perché manco a farlo apposta Miyasan chiamò Tanaka Yuuko a doppiare Eboshi a seguito della sua interpretazione della moglie di Macbeth. La Tanaka era (credo sia ancora) generalmente nota proprio per i tuoli shakespeariani a teatro. Invece per Okkotonushi Miyasan prese a esempio con Morishige la sua interpretazione di Re Lear.
Quindi wow, dovrei dire che se solo uno brandello di dialogo ha già dato questa sensazione, allora è proprio ben fatto e colpisce nel segno!
Ma allo stesso tempo mi chiedo: perché si presume al contrario che il tono dei dialoghi NON dovrebbe essere proprio questo? Con quali elementi a prescindere?
Il testo originale è in effetti piuttosto sofisticato. Intanto è pieno di forme arcaiche, sia in lessico che sintassi. Da un lato abbiamo il protagonista, che è un emishi, e viene ritratto dal regista come "il buon selvaggio", ovvero la figura del membro di una società più antica del "moderno e civilizzato" Giappone (del 1600), ma proprio per questo più "civile", più "dignitoso". Abbiamo poi la società giapponese in cui si mischiano nobiltà e dialetto (dell'area di Tottori, se ben ricordo). C'è una certa ricerca nel lessico. Compaiono come niente termini del registro linguistico buddhista medioevale (cose che oggi in giapponese significano altro, ma nel film si intendono come nel 1600), oppure riferimenti più o meno precisi al folklore. Addirittura, i famosi 'cani montani', ho infine scoperto, che sono quello che si chiama in italiano 'cani selvatici'. Poiché il Giappone è un territorio prevalentemente montuoso, per il loro lessico ciò che non è 'urbano', o comunque 'domestico', è 'montano', non 'selvatico' - la montagna è per loro il concetto della 'natura incontaminata' come per noi il bosco, la selva, da cui nella nostra lingua 'selvatico', 'selvaggio', 'inselvatichito', etc. Nel 1600 la tassonomia giapponese non aveva ancora distinto i 'lupi' (ookami), quindi i lupi -come li si chiama oggi- erano chiamati 'cani selvatici'. C'è insomma questo tipo di ricerca filologica. Potrei andare avanti molto a lungo, dato che come si capirà ho fatto più di qualche ricerca. ^^;
Ci sono anche svariati neologismi dell'autore, o cose riprese in maniera poi reinterpretata, com'è tipico di lui. Spesse volte quando facevo (faccio) una ricerca incontro proprio delle pagine giapponesi dove la gente si chiede "ma secondo voi cosa significa questo?". Per esempio tutta la storia della "Gilda dei Maestri degli Ombrelli di Carta" non è spiegata nel film, ma si riconnette a un certo momento storico, sempre intorno al 1600, in cui pare che dei predicatori buddhisti passarono dalla Cina al Giappone portando con loro la conoscenza delle armi da fuoco e della polvere da sparo, salvo poi mantenerla a mo' di società segreta, o congrega di iniziati... oppure ancora i 'jibarashi', parola inesistente, che Miyasan scrive tutta in katakana tanto per rendere più oscuro il tutto, a dispetto del quale nel testo viene usata come un normalissimo termine conosciuto da tutti. Per capire, desumere, intendere il 'senso' di jibarashi mi sono imbattuto davvero in molti giapponesi che ci sbattevano la testa...
A tal proposito, infatti... perché mai si presume che sicuramente "in originale si capisce tutto semplicemente"?
Non è assolutamente vero! In Ponyo (dico: PONYO! Un film per bambini!) c'è una frase di Fujimoto che è così "supercazzola" che quando la traducevo chiesi consulto alla Ghibli, da dove mi risposero "ah, stai tranquillo, tanto nessun giapponese in sala avrà capito una parola di quella battuta".
Tornano a noi, sempre per esempio, la famosa 'presunta fratellanza' tra Ashitaka e Kaya. La cosa è sufficientemente oscura nel testo che gli attori stessi -dico giapponesi- non avevano capito la situazione. Miyazaki gli avrebbe poi spiegato che "vedete, anche se lo chiama "Sommo Fratello", Kaya sarebbe la futura sposa di Ashitaka. In questo piccolo villaggio antico tutti essenzialmente si chiamano 'Sommo Fratello', o 'Somma Sorella', o cose così". Eppure non è che nel testo la cosa sia poi mai spiegata. ^^;
Come dicevo, sono circa 16 anni che faccio ricerche su questo film... perché è un film fatto così.
Ma ancora mi chiedo: perché le persone sono così portate a *presumere* questo e quello, senza avere chiaramente fatto nulla di simile, e senza neppure accettarne una pur onesta spiegazione?
Mistero.