blefaro ha scritto:In realtà, signor Cannarsi, lei divaga su nabokov, ma non ha risposto alle mie questioni, attribuendo la riconoscibilità assoluta dei suoi adattamenti alla fedeltà al giapponese.
Invero ho risposto alle tue questioni per pagine e pagine, mentre tu hai continuato ad eludere ripetutamente ogni puntuale argomentazione, come tutti hanno capito.
Non si è ancora capito se tu abbia visto realmente la nuova edizione italiana del film che dà titolo a questo topic ad esempio.
A mio avviso ciò costituisce un bel non sense, poiché, come credo sia pacifico, le espressioni giapponesi non corrispondono a quelle italiane, come le parole di una lingua non si sovrappongono esattamente a quelle di un'altra, e a tradurle letteralmente non può automaticamente voler dire che le si traduce fedelmente;
Letteralità non è un termine che io abbia mai usato. Ti prego di non continuare ad attribuirmi dottrine che non ho avocato a me. Anzi, se ben ricordo ho personalmente spiegato che "la traduzione letterale" altro non è che un fantasma, uno spettro agitato dai più cialtroni insegnanti liceali onde farne un refugium peccatorum della sciatteria nella traduzione.
Ho anche spiegato e dimostrato come non abbia mai inteso ricarlcare la sintassi giapponese con quella italiana, ho spiegato come questo sarebbe impossibile e perché.
Tu non stai argomentando contro di me. Tu stai argomentanto contro una tua personale fantasizzazione di quel che io faccio. Stai davvero parlando allo specchio, e trovo incredibile che tu non te ne renda condo.
Ad esempio: si finirà per (fare questo o quello) è un'espressione che in italiano è quantomeno inconsueta, come lo è "a tal punto":
Suonano forse inconsuete A TE. Ancora, non sei lo standard della lingua nazionale, fattene una ragione.
Ma anche se fosse, fintanto che la lingua è corretta, è corretta. E questo invece vale per tutti, anche per te.
Fattene una ragione, davvero.
un atteggiamento del genere e porta ad espressioni improbabili come "si è finiti ad esaurire" (cito a memoria).
Anche 'improbabile' è un tuo giudizio di valore, e tale resta.
"Si è finiti ad esaurire", "si è finiti per esaurire" qualcosa, sono due espressioni corrette e chiare in lingua italiana. Anche se tu le trovi improbabili, anche se non ti piacciono.
Fattene una ragione.
Ma la cosa più grave è che il giapponese ha una sintassi diversa da quella dell'italiano.
Dici davvero? Ma sei sicuro? Mi stai davvero facendo trasalire! XD
Adottando la sintassi giapponese, piena di dislocazioni, anacoluti e altre amenità del genere, si ottiene in italiano una "sintassi marcata" che è tipica di un registro colloquiale-basso-informale-dialettale;
Ho detto e ripetuto che l'uso che faccio di dislocazioni non risponde affatto a un folle tentativo di voler ricalcare la sintassi giapponese.
Ho detto e ripetuto che uso disclocazioni quando lo ritengo opportuno nella resa italiana delle battute che adatto.
Io credo che tu non ti renda conto che anche dire "Io ti amo" è in effetti una piccola dislocazione, in cui il complemento oggetto "te" (io amo te - SVO) viene anteposto al predicato in forma pronominale per enfatizzare l'intenzionalità del predicato stesso. La lingua funziona così. Soprattutto nel parlato, ovvero nel dialogo. E non, la dislocazione è una connotazione di variazione diamesica (dialogo, lingua parlata), non diastratica (registro basso) e men che meno diatopica (registro dialettale).
in questa strutturazione, che solo pochi decenni or sono veniva semplicemente definita erronea,
Ma cosa dici? In base a cosa lo dici?
Le dislocazioni esistono nei dialogo dei testi teatrali italiani, come in ogni testo classico. Semmai le persone meno edotte alla scrittura non utilizzano correttamente la punteggiatura che le dislocazioni richiederebbero.
vengono inseriti termini al contrario di registro letterario-alto-formale-colto; c'è quindi a mio avviso una frattura tra la sintassi e il lessico, con effetto straniante.
Un altro tuo giudizio di valore, ma ti metti all'angolo da solo. I testi tradotti, poiché necessitano di traduzione, SONO e RESTANO testi STRANIERI.
E ti sorprendi che siano un po' 'stranianti'?
Non noti la coincidenza sinanco terminologica?
Non ti suggerisce nulla?
In sostanza una frase in quello che non ho motivo di dubitare sia un giapponese sintatticamente standard, magari lessicalmente ricercato, viene trasposta in un italiano che non ha niente a che vedere con l'italiano standard o neostandard; tanto familiare la frase deve essere al giapponese, quanto fastidioso inciampo di autorialità suona allo spettatore apota italiano la frase adattata in shitese.
Non puoi pretende che un'opera straniera risulti a te 'comune' come al nativo. Per lui non è straniera.
Fai pace col fatto che sei italiano. Se vuoi le cose comode comode guarda l'intrattenimento italiano, NATO nella tua lingua e nella tua cultura nazionale.
Se ti avvicini a qualcosa di diverso, non ti lagnare che è diverso, che è 'strano'. Lo è. E non potrebbe essere diversamente.
Per non parlare poi dell'apparente illogicità di alcune frasi, come "sia la magia, sia la pittura si assomigliano", che in italiano è quanto meno pleonastica,
Prego?
oppure "non credete che sarà per forza un successo" in cui la forma dubitativa della domanda contrasta con l'assertività del "per forza".
Lamentati con l'autore, non con me, che ha usato una dubitativa insieme a un avverbio di certezza.
Non è una questione linguistica. E' una questione che le cose non ti devono PIACERE PER FORZA.
Le cose sono quello che sono, a prescindere dai tuoi personali gusti. Fattene una ragione.
la traduzione semiletterale che lei ha scelto come metodo comporta un indebito abbassamento del registro linguistico, lei provvede a rialzarlo con termini letterari, arcaici e desueti anche quando ha a disposizione sinonimi perfetti all'interno del lessico italiano corrente.
Non sei tu a decidere cosa sia 'lessico italiano corrente'. In genere, non uso termini che accreditati dizionari riportino come "lett." o "arch." o "ant."
Ancora, fattene una ragione: il tuo gusto è solo il tuo gusto. Non fa testo per tutti.
Quindi, no: entrambi le cose che dici sono false. Non abbasso alcun registro, e non lo rialzo.
Faccio solo un uso estensivo delle CORRETTE strutture sintattiche italiane e del CORRETTO dizionario italiano CORRENTE per rende al meglio la traduzione di un originale straniero.
Che ci fossero alternative migliori, è una tua pia quanto sciocca illazione che nei pochi esempi puntuali citati in questo stesso thread si è dimostrata del tutto falsa. Nei fatti.
PS: la traduzione letterale di "honk" è il neutro "usare il clacson" (anche-se-sono-tre-parole), mentre "strombazzare" in italiano ha connotazione non neutra, ma negativa (suonare il clacson con fastidio, maleducazione e arroganza, o figurativamente divulgare con eccessivo chiasso o pubblicità
Suonare il clacson è maleducazione, infatti, e il codice della strada vieta anzi di farlo in prossimità di centri abitati e in assenza di reali pericoli stradali da segnalare.
Suonare il clacson da fuori una casa per segnalare fragorosamente il proprio arrivo a una figlia che sta dentro a quella casa è senz'altro una grossa maleducazione, che Humbert Humbert segnala appunto per sottolineare l'essere ignorante e privo di delicatezza del padre di Avis, cosa poi del tutto confermata dal capitolo, dove questo viene messo in continua evidenza.
"Scolasti" non so da quale pianeta provenga, di sicuro io non lo abito)
Come scrivevo, era una traduzione buttata lì all'impronta su un forum tanto per un amico. Mi sorprende che ci sia solo il refuso di un 'ci' mancante. ^^;
Ma ripensandoci forse tradurrei 'scholastic' come 'accademiche' (tiritere), considerato che H.H. esprime spesso la sua avversione (e il suo sprezzante disprezzo) per le dottrine freudiane. ^^
Tuttavia ancora non mi soddisfa. Se mai ritradurrò il libro, ci penserò più approfonditamente.