Re: e'morto isao takahata
Inviato: mer mag 30, 2018 9:21 am
Un post meraviglioso da leggere e rileggere con calma, sicuramente il più bello che hai mai scritto su queste pagine — a mio misero dire — perché oltre al tuo sempre abbondante, straripante intelletto, questa volta si legge nelle tue righe anche una genuina emozione. Dico queste cose anche perché ho il piacere di conoscerti dal vivo, e quindi posso anche leggere i tuoi scritti nella mia mente sentendoli con la tua voce, le tue pause, il tuo incedere vocale - pare sia un potere mutante che ho sin da piccino (ma da piccino riuscivo a indurre la suggestione nel nervo acustico sin proprio a "sentire" nelle orecchie quello che pensavo con la voce di chiunque conoscessi, dopo i vent'anni ho perso questa capacità).
E' veramente difficile speculare sull'animo dell'altro, chiunque altro. Quando poi non lo si è neppure conosciuto in vita, dal vero! Per contro, ogni artista volontariamente o involontariamente mette il suo animo nelle sue opere tutte, quindi ancor più che "riuscire a comprendere il pensiero dell'artista" si finisce implicitamente a tentare di "capire l'animo dell'artista".
Ancora, siccome ho letto il tuo messaggio così pieno di genuina emozione, secondo me è un bel messaggio, è un messaggio ben fatto.
Aggiungo anche che i tuoi dubbi, nella sostanza, sono anche i miei.
Ho scritto un saggio sul significato dei film, ovvero dell'ideale messaggio comunicativo, di Takahata Isao. Mentre lo scrivevo, gli interrogativi umani che ti poni per iscritto mi hanno sempre accompagnato, e ancora mi accompagnano (non tormentano, no - ma sono lì), e credo che su quelle note andrò a chiudere — finale aperto — il mio scritto stesso. Forse le idee pur presuntive e quindi sciocche ma passionali e quindi oneste a cui sono pergiunto sono un po' diverse dalle tue, ma fammici pensare un po'.
Sì, nella vita di produzione artistica di Takahata Isao non c'è stato mai un momento "tekitou", pare.
Ma nella sua vita personale arrivava sempre in ritardo ancora col boccone in bocca, "Paku-san".
Mi chiedo se il nulla, più che quello a cui Takahata tendeva (come sottende Miyazaki), non fosso piuttosto quello da cui Takahata proveniva, in qualche modo.
E' veramente difficile speculare sull'animo dell'altro, chiunque altro. Quando poi non lo si è neppure conosciuto in vita, dal vero! Per contro, ogni artista volontariamente o involontariamente mette il suo animo nelle sue opere tutte, quindi ancor più che "riuscire a comprendere il pensiero dell'artista" si finisce implicitamente a tentare di "capire l'animo dell'artista".
Ancora, siccome ho letto il tuo messaggio così pieno di genuina emozione, secondo me è un bel messaggio, è un messaggio ben fatto.
Aggiungo anche che i tuoi dubbi, nella sostanza, sono anche i miei.
Ho scritto un saggio sul significato dei film, ovvero dell'ideale messaggio comunicativo, di Takahata Isao. Mentre lo scrivevo, gli interrogativi umani che ti poni per iscritto mi hanno sempre accompagnato, e ancora mi accompagnano (non tormentano, no - ma sono lì), e credo che su quelle note andrò a chiudere — finale aperto — il mio scritto stesso. Forse le idee pur presuntive e quindi sciocche ma passionali e quindi oneste a cui sono pergiunto sono un po' diverse dalle tue, ma fammici pensare un po'.
Sì, nella vita di produzione artistica di Takahata Isao non c'è stato mai un momento "tekitou", pare.
Ma nella sua vita personale arrivava sempre in ritardo ancora col boccone in bocca, "Paku-san".
Mi chiedo se il nulla, più che quello a cui Takahata tendeva (come sottende Miyazaki), non fosso piuttosto quello da cui Takahata proveniva, in qualche modo.