Mario ha scritto:@spaced: guarda che ti sbagli, la differenza non è affatto così palese.... come già detto in un altro topic, ho idea che questi artbook siano di quelli del cosidetto mercato parallelo, cioè di quelli che vengono prodotti dalla stessa ditta che fa gli originali (in cina, perchè molto spesso i giapponesi si rivolgono ai cinesi visti i costi minori di manodopera) ma che poi quest'ultima smercia sottobanco ad un prezzo inferiore
Mario carissimo, lavorando io nel settore può essere che ai miei occhi le differenze appaiano lampanti più che ad un occhio normale, ma ti assicuro che ci sono.
Occorre innanzitutto una breve spiegazione del processo di stampa a colori. Oggi quello che si usa in campo offset è quello denominato
quadricromia. In breve, tutti i colori sono resi dalla miscelazione dei tre colori fondamentali Cyan, Magenta, Yellow + Black per dare contrasto e per i testi. Questi quattro colori hanno ognuno una propria lastra, e quindisono diciamo così quattro "passate" separate. Ora, capita spesso, per una cattiva messa a registro, per inefficienza della macchina o per altri motivi, i quattro colori non siano perfettamente sovrapposti, questo si chiama
scarto di registro. E' ovvio che più una stampa è pregiata maggior cura verrà messa nella perfezione dei registri, è il caso delle edizioni originali nipponiche. Nei tarocchi, invece, gli scarti sono
ovunque. Basta prendere un contafili o una bella lente di ingrandimento, e osservare le immagini specie ai bordi ove confinano col bianco della carta, vedrete che uno o più colori "escono fuori" rispetto agli altri. Riconosco che i casi gravi, tipo un millimetro di scarto sono non troppo frequenti, ma ad occhi attenti anche due decimi sono deleteri per la resa finale. E ci sono praticamente in ogni pagina...
Detto questo, affermo anche che è improbabile che siano prodotti sottobanco come dici, perchè è evidente che partono da materiali differenti rispetto agli originali. E' lampante infatti che i tarocchi (parlando in generale e non solo riferendomi ai Ghibli) sono scansioni (ad altissima qualità, certo) e non pellicole tratte direttamente dal lavoro di fotocomposizione come nei volumi originali. Ciò si evince sia dalla differenza dei retini, sia dal fatto che del testo è "sgranato" nel tipico effetto del testo scannerizzato, vedi ad esempio i numeri accanto alle immagini nel tarocco di
Laputa, sono a 4 colori e sgranatissime, o quasi tutto il testo di
Totoro, che sotto lo sguardo attento di una lente rivela la sua natura imperfetta. In alcuni punti è stato rifatto in modo perfetto, ma ribattere testo è un'operazione abbastanza agevole per taroccatori così organizzati.
Che poi al profano tutto ciò sfugga ci può stare, del resto in Italia stampano roba ufficiale a colori con magagne ben peggiori! Però è anche vero che le differenze con l'originale nipponico sono sostanziali.
Ripeto comunque che la differenza più evidente per riconoscere un falso alla svelta è quella della carta della copertina, questo perchè ogni produttore ha delle sue carte speciali e si vede che questa
telata i piratoni non sono ancora riusciti a rifarla o magari gli costa troppo, e non possono certo andarla a comprare dai fornitori giapponesi... ma penso che prima o poi ci arriveranno e allora ciao...