Lo Studio Ghibli e le citazioni
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- Howl
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Mi è capitato tra le mani il secondo numero di un fumetto edito dalla Buena Vista Comics, un'editrice legata alla Disney... Si chiama Kylion... Sorvolando su disegni e storia, che mi lasciano molto perplesso, vorrei invece segnalarvi un fatto strano...
Il preview del numero successivo annuncia una storia chiamata "LA STAGIONE DEL VENTO" e l' entrata in scena di un personaggio chiamato CHALKA...
Il preview del numero successivo annuncia una storia chiamata "LA STAGIONE DEL VENTO" e l' entrata in scena di un personaggio chiamato CHALKA...
Più che legata, direi posseduta dalla Disney. La casa di Topolino è un impero economico gigantesco, tra:Howl ha scritto:Mi è capitato tra le mani il secondo numero di un fumetto edito dalla Buena Vista Comics, un'editrice legata alla Disney
1. Cinema: la Disney stessa, la Buena Vista, la Miramax
2. TV: la Disney TV animation, il Disney Channel, la TV "ABC" in America;
3. Parchi di divertimenti;
4. Libri, fumetti;
5. CD e DVD (ovviamente);
6. Gadget vari e innumerevoli
Questo è quello che so, ma credo che la lista, in realtà, non finisca qui.
Mi sfugge a quale film Ghibli possa essere legata questa storia e questo personaggio... non sarà forse Nausicaa?Howl ha scritto:Si chiama Kylion... Sorvolando su disegni e storia, che mi lasciano molto perplesso, vorrei invece segnalarvi un fatto strano...
Il preview del numero successivo annuncia una storia chiamata "LA STAGIONE DEL VENTO" e l' entrata in scena di un personaggio chiamato CHALKA
Haast en spoed is zelden goed.
Allora, mi avventuro in un terreno che, decisamente, non è il mio (ma qual è il mio ?!?). Spero di incontrare la clemenza degli audiofili e degli intenditori di musica che hanno dato saggio delle loro affascinanti competenze durante questa discussione, rendendola assai interessante e piacevole .
Il mio orecchio ha da sempre avvertito un' "aria" ricorrente nelle "musiche da film" di Hisaishi. Penso che Howl abbia spiegato con dovizia di particolari e con inoppugnabili argomentazioni che esiste una precisa "sostanza musicale" (fatta di richiami e rimandi interni all'opera stessa di Hisaishi) "dietro" a ciò che l'orecchio sente (e che invece Howl ci ha fatto vedere!). Del resto, non ho mai dubitato che accadesse il contrario .
Dopo aver acquistato la OST di Mononoke (che è tutt'ora in loop nel mio lettore cd) ho avuto modo di isolare una "frase" che ritorna assai simile nella OST di Sen to Chihiro. In particolare mi riferisco a:
- Mononoke Hime, traccia 31 (Ashitaka and San), minutaggio: 00:29 - 00:32
- Sen to Chihiro, traccia 1 (One summer's day), minutaggio 01:29 - 01:35 (il motivo di base si ripete uguale subito dopo)
Che ne dite? Ho delirato o ci può stare ?
Volevo inoltre aggiungere che, talvolta (chiedermi "quando" sarebbe troppo, in questo momento) Hisaishi ricorda davvero da vicino Sakamoto, come già è stato detto (da gianfree, se non ricordo male, ma non in questo thread). Tutto sta a capire chi ha influenzato chi ...
Il mio orecchio ha da sempre avvertito un' "aria" ricorrente nelle "musiche da film" di Hisaishi. Penso che Howl abbia spiegato con dovizia di particolari e con inoppugnabili argomentazioni che esiste una precisa "sostanza musicale" (fatta di richiami e rimandi interni all'opera stessa di Hisaishi) "dietro" a ciò che l'orecchio sente (e che invece Howl ci ha fatto vedere!). Del resto, non ho mai dubitato che accadesse il contrario .
Dopo aver acquistato la OST di Mononoke (che è tutt'ora in loop nel mio lettore cd) ho avuto modo di isolare una "frase" che ritorna assai simile nella OST di Sen to Chihiro. In particolare mi riferisco a:
- Mononoke Hime, traccia 31 (Ashitaka and San), minutaggio: 00:29 - 00:32
- Sen to Chihiro, traccia 1 (One summer's day), minutaggio 01:29 - 01:35 (il motivo di base si ripete uguale subito dopo)
Che ne dite? Ho delirato o ci può stare ?
Volevo inoltre aggiungere che, talvolta (chiedermi "quando" sarebbe troppo, in questo momento) Hisaishi ricorda davvero da vicino Sakamoto, come già è stato detto (da gianfree, se non ricordo male, ma non in questo thread). Tutto sta a capire chi ha influenzato chi ...
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Altro che delirato! Hai fatto centro in pieno!Soulchild ha scritto:Che ne dite? Ho delirato o ci può stare ?
Adesso ti faccio vedere cos'hai scoperto.
Allora, innanzitutto ho trascritto i brevi passaggi che hai segnalato (anche se io sono stato un po' più "largo" col minutaggio, per trascrivere le semifrasi musicali in modo completo):
Ashitaka and San
One summer's day
Così però mi era difficile capire fino a che punto i due episodi fossero somiglianti. Alloro ho trasposto "Ashitaka and San" nella stessa tonalità di "One summer's day" e ho eliminato in entrambi i passi il basso e altre note non fondamentali, semplificando al massimo. Ecco il risultato:
Ashitaka and San
One summer's day
Ora, prendiamo solo questa parte del passo da "Ashitaka and San":
Guarda le note che ho segnato con una "X": la prima è scomponibile in tre note più brevi, da 1/8, la seconda in due. Ho effettuato la scomposizione, ed ecco il risultato:
le note musicali sono: mi, sol, do, do, do, do, do, si, mi, sol, la, la, sol, fa, sol
Confrontiamolo di nuovo con "One summer's day"...
le note sono la, si, do, do, re, do, si, mi, sol, la, la, sol, fa, sol
Cioè le due semifrasi... sono praticamente identiche! Infatti le prime due note sono sì diverse, ma armonicamente sovrapponibili; "One summer's day" ha come quinta nota un re al posto di un do, ma è un dettaglio trascurabile. "Ashitaka and San" ha poi in settima e ottava posizione un do e un si, quando "One summer's day" ha solo un si... ma è una differenza solo apparente! Infatti si può considerare il do di "Ashitaka and San" come un'appoggiatura del si. Risultato: è come se in "Ashitaka and San" ci fosse solamente un si in settima posizione. Le note successive, poi sono tutte uguali!
Ma non è finita!
Osserviamo ancora One summer's day...
Guarda le note che ho contrassegnato, sono i "tempi forti" delle battute... do, si, la, sol.... è la testa del main theme di Nausicaa! E quindi è la famosa "scaletta discendente" che segnalavo nel mio post di prima, quella che inizia con i rapporti 1/2, 1, 1!
Che orecchio, Soulchild!
Wow ! Howl sei grande !
Sono emozionato !
Però! Che divertente questa ricerca di autocitazioni hisaishiane !
Adesso, dopo averne scovate alcune piuttosto significative (anche se scommetto che ce ne sono di certo delle altre!), penso che ci si possa interrogare sul motivo di tutto ciò. La prima cosa che mi è venuta in mente, da buon classicista, è stata quella di pensare ad una sphraghìs (firma) musicale. In letteratura (greca soprattutto) si possono isolare degli elementi di varia natura (ma, nella maggior parte dei casi, stilistici) che riccorrono nell' usus scribendi di un poeta come frutto di una precisa intenzionalità autoriale. Tuttavia, mi sembra che di acqua sotto i ponti ne sia passata, per secoli e secoli, e tale iato temporale è stao gravido, come è facile immaginare, di conseguenze incalcolabili. Avallare questo link che si è formato, tout court, nella mia mente significherebbe azzardare un'ipotesi di "genesi artistica" non molto dissimile da quella che io rifiuto per Matrix e per i suoi supposti rapporti con i "miti" platonici (vd. thread su Matrix). La sensibilità moderna è molto diversa da quella arcaica e classica, e i secoli XIX e XX sono dei "punti di non-ritorno" nella storia culturale e sociale dell'Occidente. Allora, mi chiedo, che senso ha questo "eterno ritorno a sè stessi", questo autocitarsi, ponendo un limite al gioco irriducibile della creatività, implodendo in un sé stesso ormai scorso? Se si trattasse di un romanzo, saremmo di fronte a una "zeppa" bella e buona. Se si trattasse di una poesia, il riuso sarebbe sicuramente funzionalizzato e pregno di un valore aggiunto assente nella "prima volta". E in musica, come funziona? Purtroppo, io non saprei dare una risposta ...
Sono emozionato !
Però! Che divertente questa ricerca di autocitazioni hisaishiane !
Adesso, dopo averne scovate alcune piuttosto significative (anche se scommetto che ce ne sono di certo delle altre!), penso che ci si possa interrogare sul motivo di tutto ciò. La prima cosa che mi è venuta in mente, da buon classicista, è stata quella di pensare ad una sphraghìs (firma) musicale. In letteratura (greca soprattutto) si possono isolare degli elementi di varia natura (ma, nella maggior parte dei casi, stilistici) che riccorrono nell' usus scribendi di un poeta come frutto di una precisa intenzionalità autoriale. Tuttavia, mi sembra che di acqua sotto i ponti ne sia passata, per secoli e secoli, e tale iato temporale è stao gravido, come è facile immaginare, di conseguenze incalcolabili. Avallare questo link che si è formato, tout court, nella mia mente significherebbe azzardare un'ipotesi di "genesi artistica" non molto dissimile da quella che io rifiuto per Matrix e per i suoi supposti rapporti con i "miti" platonici (vd. thread su Matrix). La sensibilità moderna è molto diversa da quella arcaica e classica, e i secoli XIX e XX sono dei "punti di non-ritorno" nella storia culturale e sociale dell'Occidente. Allora, mi chiedo, che senso ha questo "eterno ritorno a sè stessi", questo autocitarsi, ponendo un limite al gioco irriducibile della creatività, implodendo in un sé stesso ormai scorso? Se si trattasse di un romanzo, saremmo di fronte a una "zeppa" bella e buona. Se si trattasse di una poesia, il riuso sarebbe sicuramente funzionalizzato e pregno di un valore aggiunto assente nella "prima volta". E in musica, come funziona? Purtroppo, io non saprei dare una risposta ...
- Howl
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Rom, mi hai preceduto di poco! (E con poche parole hai detto molto meglio quello che io stavo cercando di esprimere tramite un vero e proprio papiro... )
Comunque, ecco quello che avevo scritto, rivolgendomi a Soulchild:
Il concetto di sphraghys potrebbe, in linea di massima, essere esteso anche all'ambito musicale. Per esempio, come avevo detto anche più sopra, Beethoven amava "firmarsi" con il famoso ritmo "ta-ta-ta taaaa". Ed è quasi sicuro che fosse cosciente di questo fatto: infatti questo ritmo compare nella maggior parte delle sue composizioni... fino alla Quinta Sinfonia. In questa sinfonia Beethoven riuscì a trarre l'inimmaginabile da questa semplicissima cellula, scavando così a fondo nella sua espressività, nelle sue possibilità combinatorie... da pensare di averne esaurite totalmente le potenzialità artistiche. E infatti, Beethoven fece "scomparire" la "firma" dalle sue opere successive, con un volontario atto di "censura artistica" (che tuttavia non dichiarò mai). Ma la firma ricomparve, poeticamente... nella sua ultima sonata per pianoforte (quella in cui, si dice, Beethoven anticipò di 100 anni il jazz!).
Ecco, nel caso di Hisaishi, invece, non credo che valga lo stesso discorso. Dal modo in cui siamo riusciti a "scoprire" la sua "firma", pare quasi che Hisaishi non abbia alcun interesse a mettere in evidenza questo motivo ricorrente. Infatti esso è incastonato tra altre note, che seguono il suo andamento, ma che allo stesso tempo lo celano, lo rendono poco fruibile, distraendo la mente dell'ascoltatore, lasciandole solo un vago presentimento... "Mi suona familiare".
Secondo me qui non stiamo indagando sulla personalità musicale manifesta di Hisaishi, ma sul suo inconscio, sul modo in cui, nel suo cervello, le note vengono combinate assieme dal talento.
Mi viene in mente il caso di Rachmaninov. Egli non aveva una melodia fissa con cui firmare le sue opere: eppure, si parla di "melodia alla Rachmaninov". Perchè? Be', ormai pare chiaro a critica e pubblico: Rachmaninov combinava spontaneamente le note musicali in modo da creare delle "volute" di suoni che facessero perno attorno ad una sola nota musicale. E' un po' difficile da spiegare... Per esempio, hai visto "Shine"? In quel film si sente il cosiddetto "Rach 3", il terzo concerto per pianoforte e orchestra. Bene, guarda come fa il tema: REE fa mi REE do# RE mii REEE mi RE mi faa faa faa mi RE do# RE mii laa... Sette note su venti sono "re". L'ascoltatore non se ne rende conto, ma ha la vaga sensazione di una musica che si "arrotoli" su se stessa,con un che di languido e "morboso", torbido (in senso artistico, ovviamente). Il 90% dei temi rachmaninoviani ha questa caratteristica: ma nessuno è identico all'altro! Si assomigliano solo perchè alla base c'è lo stesso procedimento di combinazione tra note.
Ecco, invece le note di Hisaishi si combinano nella forma di quella particolare "scaletta discendente". E' forse un clichè più preciso e definibile di quello di Rachmaninov, ma non preciso al punto da farne una vera e propria "firma". Mi pare solo un movimento spontaneo delle note nel suo cervello. Chissà, forse si tratta della reminiscenza di una musica che il compositore sentiva da bambino, e che ha dimenticato...
Comunque, ecco quello che avevo scritto, rivolgendomi a Soulchild:
Il concetto di sphraghys potrebbe, in linea di massima, essere esteso anche all'ambito musicale. Per esempio, come avevo detto anche più sopra, Beethoven amava "firmarsi" con il famoso ritmo "ta-ta-ta taaaa". Ed è quasi sicuro che fosse cosciente di questo fatto: infatti questo ritmo compare nella maggior parte delle sue composizioni... fino alla Quinta Sinfonia. In questa sinfonia Beethoven riuscì a trarre l'inimmaginabile da questa semplicissima cellula, scavando così a fondo nella sua espressività, nelle sue possibilità combinatorie... da pensare di averne esaurite totalmente le potenzialità artistiche. E infatti, Beethoven fece "scomparire" la "firma" dalle sue opere successive, con un volontario atto di "censura artistica" (che tuttavia non dichiarò mai). Ma la firma ricomparve, poeticamente... nella sua ultima sonata per pianoforte (quella in cui, si dice, Beethoven anticipò di 100 anni il jazz!).
Ecco, nel caso di Hisaishi, invece, non credo che valga lo stesso discorso. Dal modo in cui siamo riusciti a "scoprire" la sua "firma", pare quasi che Hisaishi non abbia alcun interesse a mettere in evidenza questo motivo ricorrente. Infatti esso è incastonato tra altre note, che seguono il suo andamento, ma che allo stesso tempo lo celano, lo rendono poco fruibile, distraendo la mente dell'ascoltatore, lasciandole solo un vago presentimento... "Mi suona familiare".
Secondo me qui non stiamo indagando sulla personalità musicale manifesta di Hisaishi, ma sul suo inconscio, sul modo in cui, nel suo cervello, le note vengono combinate assieme dal talento.
Mi viene in mente il caso di Rachmaninov. Egli non aveva una melodia fissa con cui firmare le sue opere: eppure, si parla di "melodia alla Rachmaninov". Perchè? Be', ormai pare chiaro a critica e pubblico: Rachmaninov combinava spontaneamente le note musicali in modo da creare delle "volute" di suoni che facessero perno attorno ad una sola nota musicale. E' un po' difficile da spiegare... Per esempio, hai visto "Shine"? In quel film si sente il cosiddetto "Rach 3", il terzo concerto per pianoforte e orchestra. Bene, guarda come fa il tema: REE fa mi REE do# RE mii REEE mi RE mi faa faa faa mi RE do# RE mii laa... Sette note su venti sono "re". L'ascoltatore non se ne rende conto, ma ha la vaga sensazione di una musica che si "arrotoli" su se stessa,con un che di languido e "morboso", torbido (in senso artistico, ovviamente). Il 90% dei temi rachmaninoviani ha questa caratteristica: ma nessuno è identico all'altro! Si assomigliano solo perchè alla base c'è lo stesso procedimento di combinazione tra note.
Ecco, invece le note di Hisaishi si combinano nella forma di quella particolare "scaletta discendente". E' forse un clichè più preciso e definibile di quello di Rachmaninov, ma non preciso al punto da farne una vera e propria "firma". Mi pare solo un movimento spontaneo delle note nel suo cervello. Chissà, forse si tratta della reminiscenza di una musica che il compositore sentiva da bambino, e che ha dimenticato...
Eh, eh, eh, il subconscio, in sé, è qualcosa di profondo e insondabile.
Talvolta, tuttavia, risulta essere un'invitante soluzione per particolari problemi interpretativi.
Non voglio certo insinuare che Howl abbia preso questa scorciatoia (il che equivarrebbe a dire che si è nascosto dietro un dito); voglio altresì mettere in guardia in merito al fatto che la spiegazione proposta da Howl (certo da tenere in conto come ipotesi assai probabile!), di fatto, "mette un punto" alla nostra discussione, dal momento che la speculazione sulle reminiscenze psico-emotive di Hisaishi risulterebbe a lungo andare oziosa e priva di fondamento (e il motivo di ciò lo trovate nella mia prima frase). Per questo io rilancio, un po' provocatoriamente: non è forse un punto a sfavore di Hisaishi questo suo "riciclarsi" (volendo vedere la cosa dal lato deteriore), non è in fondo una mancanza di verve creativa, di impeto musicale?
Fatta la mia (blanda) provocazione, vi sottopongo un ulteriore problema, molto più serio e, secondo me, vero tallone d'Achille (anch'esso opinabile, ovviamente) della spiegazione "psicologista": è possibile che un artista non sorvegli il processo creativo che sta alla fonte della sua opera, che trascuri il labor limae, che diventi succube dei propri riflussi emotivi, incapace di tenere le redini della sua creazione? Detto "terra-terra": è possibile davvero che a Hisaishi quelle frasi tutte uguali siano veramente "scappate"? La possibilità esiste, ovviamente, ma da un artista consumato ci si aspetterebbe anche una raffinata vigilanza sul testo musicale (che, per eccellenza, si presta al riascolto, come momento di verifica, più e meglio della lettura silenziosa di un testo scritto) ... Insomma, se Hisaishi non ha funzionalizzato le sue autocitazioni, non vi sembra che ne esca un po' immaturo come artista (sto sempre provocando , eh!?) ?
Talvolta, tuttavia, risulta essere un'invitante soluzione per particolari problemi interpretativi.
Non voglio certo insinuare che Howl abbia preso questa scorciatoia (il che equivarrebbe a dire che si è nascosto dietro un dito); voglio altresì mettere in guardia in merito al fatto che la spiegazione proposta da Howl (certo da tenere in conto come ipotesi assai probabile!), di fatto, "mette un punto" alla nostra discussione, dal momento che la speculazione sulle reminiscenze psico-emotive di Hisaishi risulterebbe a lungo andare oziosa e priva di fondamento (e il motivo di ciò lo trovate nella mia prima frase). Per questo io rilancio, un po' provocatoriamente: non è forse un punto a sfavore di Hisaishi questo suo "riciclarsi" (volendo vedere la cosa dal lato deteriore), non è in fondo una mancanza di verve creativa, di impeto musicale?
Fatta la mia (blanda) provocazione, vi sottopongo un ulteriore problema, molto più serio e, secondo me, vero tallone d'Achille (anch'esso opinabile, ovviamente) della spiegazione "psicologista": è possibile che un artista non sorvegli il processo creativo che sta alla fonte della sua opera, che trascuri il labor limae, che diventi succube dei propri riflussi emotivi, incapace di tenere le redini della sua creazione? Detto "terra-terra": è possibile davvero che a Hisaishi quelle frasi tutte uguali siano veramente "scappate"? La possibilità esiste, ovviamente, ma da un artista consumato ci si aspetterebbe anche una raffinata vigilanza sul testo musicale (che, per eccellenza, si presta al riascolto, come momento di verifica, più e meglio della lettura silenziosa di un testo scritto) ... Insomma, se Hisaishi non ha funzionalizzato le sue autocitazioni, non vi sembra che ne esca un po' immaturo come artista (sto sempre provocando , eh!?) ?
- Howl
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Uhm, in effetti la "provocazione"di Soulchild è molto sensata.
Non volevo però certo evitare la discussione anzi! Quello che ho scritto lo penso sinceramente. Io "sento" istintivamente che la "facilità melodica" di molti compositori (tra cui inserisco anche Hisaishi ) deriva da una loro particolare capacità di attingere direttamente ai centri creativi, diciamo, del loro lato destro del cervello. Questo lo sento, ad esempio, in Mozart, in Schubert, in Chopin, in Tchaikovsky... Ma questo non vuol dire che questi compositori non abbiano usato il loro "lato sinistro"! La musica, infatti, non è fatta solo di melodia... E noi sinora abbiamo discusso solo della melodia "hisaishiana"! Perchè un brano possa essere completo deve ovviamente essere dotato anche di armonia, ritmo, timbro e -aggiungo io- struttura formale.
Poniamo per assurdo che Hisaishi crei la sua melodia in maniera unicamente "spontanea". Bene, ma a quel punto dovrebbe decidere quanto tempo far durare ciascuna nota (ritmo), dovrebbe poi scegliere a quali strumenti affidare i suoni (timbro), dovrebbe curare le sovrapposizioni verticali tra linee melodiche in maniera rigorosa, seguendo la tradizione ma anche, possibilmente, cercando di innovare con scelte originali e personali (armonia e contrappunto). Dovrebbe infine sviluppare la frase melodica originale inserendola in ua struttura formale, cioè creando un discorso musicale che abbia un senso compiuto e che permetta all'ascoltatore di orientarsi tra i suoni, pur dispiegando tutte le proprie potenzialità artistiche. E' il caso, ad esempio, della forma sonata classica, no?
Immaginiamo una melodia creata per pura ispirazione inconscia... Nessuna mente, tuttavia, sarebbe poi in grado di creare da essa in modo inconscio una forma sonata, con esposizione, sviluppo, ripresa e coda! Il processo creativo completo sarà senza dubbio lungo, laborioso e pienamente sotto il controllo dell'artista degno di tale nome. (Anche se, per amor del vero, dovrei segnalarvi che, secondo il mio maestro, Bach creava le sue fughe con un unico pensiero spontaneo. E a me piace molto credere in questa ipotesi, per quanto mi renda conto della sua iperbolicità ).
Insomma, l'ipotesi "psicologista" sulla melodia di Hisaishi non sminuisce affatto il valore di questo compositore! Mi pare che egli abbia ampiamente dimostrato le sue qualità di orchestratore, la sua spiccata predilezione per ritmi incalzanti e mai scontati, la sua capacità di gestire complessi giri armonici pur lasciando integra nell'ascoltatore una sensazione di naturalezza e spontaneità. Tutto ciò non può essere "inconscio"!
Comunque, devo ammettere che risulta plausibile pensare che, con l'esperienza maturata, Hisaishi possa avere razionalizzato in parte le sue caratteristiche melodiche spontanee, ed averle sfruttate per enfatizzare maggiormente la peculiarità del suo stile
Non volevo però certo evitare la discussione anzi! Quello che ho scritto lo penso sinceramente. Io "sento" istintivamente che la "facilità melodica" di molti compositori (tra cui inserisco anche Hisaishi ) deriva da una loro particolare capacità di attingere direttamente ai centri creativi, diciamo, del loro lato destro del cervello. Questo lo sento, ad esempio, in Mozart, in Schubert, in Chopin, in Tchaikovsky... Ma questo non vuol dire che questi compositori non abbiano usato il loro "lato sinistro"! La musica, infatti, non è fatta solo di melodia... E noi sinora abbiamo discusso solo della melodia "hisaishiana"! Perchè un brano possa essere completo deve ovviamente essere dotato anche di armonia, ritmo, timbro e -aggiungo io- struttura formale.
Poniamo per assurdo che Hisaishi crei la sua melodia in maniera unicamente "spontanea". Bene, ma a quel punto dovrebbe decidere quanto tempo far durare ciascuna nota (ritmo), dovrebbe poi scegliere a quali strumenti affidare i suoni (timbro), dovrebbe curare le sovrapposizioni verticali tra linee melodiche in maniera rigorosa, seguendo la tradizione ma anche, possibilmente, cercando di innovare con scelte originali e personali (armonia e contrappunto). Dovrebbe infine sviluppare la frase melodica originale inserendola in ua struttura formale, cioè creando un discorso musicale che abbia un senso compiuto e che permetta all'ascoltatore di orientarsi tra i suoni, pur dispiegando tutte le proprie potenzialità artistiche. E' il caso, ad esempio, della forma sonata classica, no?
Immaginiamo una melodia creata per pura ispirazione inconscia... Nessuna mente, tuttavia, sarebbe poi in grado di creare da essa in modo inconscio una forma sonata, con esposizione, sviluppo, ripresa e coda! Il processo creativo completo sarà senza dubbio lungo, laborioso e pienamente sotto il controllo dell'artista degno di tale nome. (Anche se, per amor del vero, dovrei segnalarvi che, secondo il mio maestro, Bach creava le sue fughe con un unico pensiero spontaneo. E a me piace molto credere in questa ipotesi, per quanto mi renda conto della sua iperbolicità ).
Insomma, l'ipotesi "psicologista" sulla melodia di Hisaishi non sminuisce affatto il valore di questo compositore! Mi pare che egli abbia ampiamente dimostrato le sue qualità di orchestratore, la sua spiccata predilezione per ritmi incalzanti e mai scontati, la sua capacità di gestire complessi giri armonici pur lasciando integra nell'ascoltatore una sensazione di naturalezza e spontaneità. Tutto ciò non può essere "inconscio"!
Comunque, devo ammettere che risulta plausibile pensare che, con l'esperienza maturata, Hisaishi possa avere razionalizzato in parte le sue caratteristiche melodiche spontanee, ed averle sfruttate per enfatizzare maggiormente la peculiarità del suo stile
Direi che adesso il discorso, crescendo in complessità (la quale solo tu potevi dargli ), cresce anche in attendibilità e completezza . Il tuo ultimo post schizza un ritratto meno semplicistico del processo compositivo (che, ahimè, io non conoscevo affatto...), il quale risulta più verosimile in quanto possiede come punto di forza il fondamentale momento di sintesi delle due istanze, emozionale e razionalizzante, quel centro di addensamento dialettico imprescindibile per ogni processo artistico che di tal nome si voglia fregiare.
Insomma, la frasetta ad Hisaishi può anche scappare, ma viene domata poco dopo e, in certa misura, piegata ad una manifesta intenzionalità dell'autore, che poi può scegliere deliberatamente se metterla in evidenza o "nasconderla sotto la cenere". Se rivendichiamo ad Hisaishi questa intenzionalità, allora non c'è provocazione che tenga .
Insomma, la frasetta ad Hisaishi può anche scappare, ma viene domata poco dopo e, in certa misura, piegata ad una manifesta intenzionalità dell'autore, che poi può scegliere deliberatamente se metterla in evidenza o "nasconderla sotto la cenere". Se rivendichiamo ad Hisaishi questa intenzionalità, allora non c'è provocazione che tenga .
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Soulchild ha scritto: Che ne dite? Ho delirato o ci può stare ?
Volevo inoltre aggiungere che, talvolta (chiedermi "quando" sarebbe troppo, in questo momento) Hisaishi ricorda davvero da vicino Sakamoto, come già è stato detto (da gianfree, se non ricordo male, ma non in questo thread). Tutto sta a capire chi ha influenzato chi ...
Furyo.
Ah, poi volevo aggiungere che diversi musicisti nel giro di Sakamoto hanno collaborato con lo Studio Ghibli, ad esempio Haruomi Hosono (bassista della Yellow Magic Orchestra degli anni 70-80 il cui leader era Sakamoto) ha composto l'image song di Nausicaa nell'omonima soundtrack di Hisaishi, e addirittura Akiko Yano (è la moglie di Sakamoto e anch'essa ex YMO) ha composto la OST di "My Neighbor the Yamadas". E poi c'è anche Yuji Nomi.
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Ho riflettuto ancora sulle questioni riguardanti la melodia di Hisaishi... Aggiungo qui qualche considerazione sparsa:
- Quel frammento di scala discendente che io e Soulchild abbiamo individuato, in fondo, non può essere considerato un tema. Si tratta di sole quattro note, che al massimo (come avevo già suggerito qualche post fa) danno una particolare direzione discendente alla musica di Hisaishi. Quelle quattro note, inoltre, sono tematiche (cioè immediatamente evidenti all'ascolto e parte indispensabile di un tema più vasto) solo in Nausicaa e Laputa. Nei film successivi sono celate da tessiture melodiche più complesse. Per questo mi sembra che l'ipotesi "psicologista" possa avere un po' di senso: un compositore a corto di idee avrebbe riutilizzato in modo molto più esplicito tale linea melodica... e poi probabilmente avrebbe scelto di sfruttare un tema completo, non sole quattro note che da sole non costituiscono nemmeno una semifrase!
- Cambiando leggermente argomento, vi riporto qui un paio di "citazioni musicali" che avevo segnalato in un altro topic, in uno dei miei primissimi post. Si tratta di "stranezze" presenti nella OST di Nausicaa:
Ah, domani sera andrò ad una pizza con alcuni miei amici, tra cui ci sarà anche un compositore... Proverò a sottoporre anche a lui la questione delle citazioni e del possibile "psicologismo" in Hisaishi, così poi vi riporterò qui il suo parere!
- Quel frammento di scala discendente che io e Soulchild abbiamo individuato, in fondo, non può essere considerato un tema. Si tratta di sole quattro note, che al massimo (come avevo già suggerito qualche post fa) danno una particolare direzione discendente alla musica di Hisaishi. Quelle quattro note, inoltre, sono tematiche (cioè immediatamente evidenti all'ascolto e parte indispensabile di un tema più vasto) solo in Nausicaa e Laputa. Nei film successivi sono celate da tessiture melodiche più complesse. Per questo mi sembra che l'ipotesi "psicologista" possa avere un po' di senso: un compositore a corto di idee avrebbe riutilizzato in modo molto più esplicito tale linea melodica... e poi probabilmente avrebbe scelto di sfruttare un tema completo, non sole quattro note che da sole non costituiscono nemmeno una semifrase!
- Cambiando leggermente argomento, vi riporto qui un paio di "citazioni musicali" che avevo segnalato in un altro topic, in uno dei miei primissimi post. Si tratta di "stranezze" presenti nella OST di Nausicaa:
Ecco, qui però non mi so dare una spiegazione, o almeno non ci ho ancora riflettuto bene. Perchè, secondo voi, queste citazioni così plateali?-la traccia chiamata "Battle" cita esplicitamente il tema del quarto movimento della quarta sinfonia di Brahms, solo con una orchestrazione diversa e trasposto da mi minore a do minore e con una nota ribattuta in più (la penultima)
-il "Requiem" di Nausicaa è una rielaborazione della Sarabanda tratta dalla suite per clavicembalo n. 11 di Handel, già usata nel film "Barry Lyndon" di Stanley Kubrick
Ah, domani sera andrò ad una pizza con alcuni miei amici, tra cui ci sarà anche un compositore... Proverò a sottoporre anche a lui la questione delle citazioni e del possibile "psicologismo" in Hisaishi, così poi vi riporterò qui il suo parere!