Ho visto la pellicola in ritardo, rimandando la visione di settimana in settimana e ciò aveva acuito le aspettative verso il prodotto. Di per sè già alte dopo che i recenti Ratatouille e Wall-e mi avevano fatto riappassionare dell'arte Pixar, a cui avevo voltato le spalle dopo le brutture de Gli Incredibili e Cars.
E purtroppo UP lo ho trovato davvero davvero "infantile", barboso e poco divertente: il giudizio negativo deriva da una opinione "maggioritaria", valutata su larga parte della pellicola, da quando la casa dei palloncini si libra per aria. Con sommo rammarico la prima parte è estasiante, un'emozione dietro l'altra, un singulto dietro l'altra, una raffinata poesia che mai avevo ipotizzato di trovare in un prodotto di animazione al computer. Dico con sommo rammarico proprio perchè sono convinto che UP avrebbe meglio funzionato se fosse stato concepito come cortometraggio.
Segnalo una mia breve recensione del film, che riassume quanto scritto sopa; la avevo inserita su Facebook, ma per motivi indipendenti da me e legati al pessimo uso della parola che ne fanno i social network non è stata presa di considerazione.
Pete Docter deve essere astemio. Altrimenti saprebbe alla perfezione quanto è deplorevole allungare il vino con l'acqua. Qualcuno lo definirebbe anche allungare la brodaglia, ma non è il nostro caso.
In sostanza UP è un lungometraggio che sarebbe stato più utile alla cinematografia come lungometraggio, ma poi c'è il pro...blema che i bambini non vanno a vederlo e Disney non ci guadagna un bel niente. E a questo punto, con sommo scontento, nemmeno Pixar.
Avremmo dovuto vedere i titoli di coda appena dopo che la casa del signor Fredricksen si librava nel cielo con i suoi coloratissimi bellissimi palloncini. E' lì che UP esaurisce il suo ideale di fantasia e libertà: decisamente più salutare sarebbe stato lasciare l'onore allo spettatore di volare con la propria immaginazione verso le favoleggiate cascate paradiso, che nella mente sono un luogo bellissimo, ma che nella realtà sono dominate da colorazioni sciatte e monotone.
Dopo i primi magistrali venti minuti si assiste al nichilismo completo: battutine che suscitano il fragoroso riso solo della zuccavuota seduta sulla poltrona dietro al sottoscritto (sigh), clichè disneyani della peggior specie che tirano in ballo cani parlanti, cani cuochi, cani aviatori, cani in falsetto, ecc... e un vecchio che si ricorda della propria veneranda età dopo aver corso, saltato, lottato, rincorso, circumnavigato, legato, slegato, scortato, costruito, demolito e tutte quelle belle parole che trovano conclusione in -ito/ato (sì, pure bollito/bollato). Era senza dubbio maggiormente divertente l'humour implicito di Ratatouille o la colorato coralità di Finding Nemo, ma con UP siamo davvero a un qualcosa di vergognoso per un faro dell'odierna animazione, come lo è (giustamente) la Pixar.
Il concept è sempre e comunque originale, ma la produzione è banale e scontata. Lo stesso difetto del precedente lavoro di Docter: Monsters & Co.
"Facciamo tutto con troppa fretta" mi ha fatto notare un grillo parlante che di anni ne ha venti. Bastava giusto rileggere la sceneggiatura e tener ben presente la parola "coerenza". Poco importa se alla fine i bambini ne risultano traumati...