Questo mi fa un piacere enorme. Anche perchè, pur sperandoci, non me l'aspettavo.Shito ha scritto:Ho trovato il tuo ultimo post, Giggione, davvero parecchi gradini sopra tutti i precedenti. Molte tue posizioni mi sono più chiare ora, e non mi sembra il caso di lamentarsi della lunghezza di quel tuo scritto, che contiene così poco di scontato o superficiale, a mio avviso.
Grazie.
A volte semplicemente "conoscere" il diverso da noi ci arricchisce, senza necessariamente dover pensare di convincersi. E' ovvio che magari un po' ci si avvicina, ma senza doverlo quantificare a priori. Magari si era già più vicini di quanto si credesse e si usava semplicemente un linguaggio diverso. I casi possono essere mille. Cercare di capire le motivazioni di qualcuno e rispettarle, pur rimanendo della propria idea, è comunque già un dialogo e un risultato.Shito ha scritto: La mia doverosa premessa è che, come dicevo, per come la vedo e la intendo io il dialogo esiste quando due persone hanno opinioni divergenti, e ciascuno sentendosi sicuro delle proprie opinioni cerca di spiegarle all'altro nel tentativo (più o meno conscio) di convincerlo, ovvero 'convertirlo' al proprio credo. Un dialogo è un confronto, e un confronto presuppone che ci sia un risultato finale. Altrimenti non avrebbe neppure senso discutere, no? Se alla fine ciascuno può restare delle proprie opinioni, nulla è cambiato, significa solo che il confronto è stato fittizio, e nessuno si è messo realmente 'in gioco'.
Magari io e te facendo strade leggermente diverse arriviamo a conclusioni simili. Magari a volte le strade pur essendo diverse si sovrappongono. E cosi via. Sto facendo solo degli esempi. Non so quale sia la verità. Mi accontento di essere riuscito a dialogare con te. Per me è un enorme risultato. Davvero.
Certe volte mi sembra addirittura che la distanza la creiamo io e te con le parole, e che percepirla così gigantesca sia una sensazione soggettiva
Assolutamente vero. Sono perfettamente d'accordo. Siamo circondati da strilloni che riempiono il vuoto con il nulla. E non parlo solo della televisione.Shito ha scritto: Questa realtà contemporanea (tutti gridano e strillano, ma spesso non sapendo neppure loro in base a cosa pensano qualcosa, non mettono nulla di loro a reale confronto con nulla) è quella che io fortemente contesto, e la contesto nei fatti.
Qui è difficile. Non perchè non sia possibile ma perchè sono tante cose, è un insieme di fattori. Cercherò di prendere un solo elemento e di farti un esempio pratico.Shito ha scritto: Ora però mi devi chiaramente spiegare qual è il contenuto comunicativo dei Guymelef, degli Uomini Bestia, di tutto il 'fantasy' di Escaflowne.
Il Guymelef sono meccanici. Non sono robot, anche se lo sembrano. Hanno un aspetto un po' da antichi guerrieri con varie influenze di varie culture. Sono mossi da un energia misteriosa che pur avendo nell'anime un origine ben definita, nella realtà è lasciata all'interpretazione di chi guarda.
E' energia spirituale? (Ad esempio).
E' la forza dell'amore di Hitomi? (Forse anche questo, si).
Il fatto che i Guymelef siano meccanici inoltre fonde il fascino del moderno con l'antico (un po' alla Giulio Verne per intenderci ma molto più sofisticato e affascinante). E trovo che questo sia uno spunto di riflessione assolutamente originale. Quello di far convivere il progresso con i valori antichi, fondendoli in un tutto che prende il meglio da ognuno dei due.
Se non fosse esteticamente soddisfacente non potrebbe veicolare quel contenuto lì.
L'amore di Hitomi aiuta Van a muovere l'Escaflowne. La forza d'animo di quella ragazza riesce a muovere tanta bellezza. In questo senso l'estetica è necessaria e non può essere scissa dal contenuto.
Per completare il mio esempio io penso che il manga di DevilMan non potrebbe essere esteticamente diverso da come è (i disegni hanno un aspetto oggettivamente ostile) perchè è solo in quel modo lì che può veicolare i suoi contenuti. Certo bisogna fare uno sforzo dovuto al fatto che è di altri tempi e quindi è tecnicamente rozzo. Ma anche se fosse più moderno dovrebbe rimanere sempre con un estetica "cupa" (se mi passi questo termine).
Non so se conosci e ricordi il disegnatore "Nicola Mari", un ex disegnatore di Nathan Never che collaborò a parecchie testate Bonelli. Sicuramente lo conoscerai.
Per me quel disegnatore è un assoluto artista. Molta gente non amava i suoi disegni perchè troppo "cupi" e "macchiati". A mio avviso invece la gente non capiva la sua arte. E forse era davvero sprecato come disegnatore di fumetti. Il suo incredibile talento impressionistico veicolava moltissimi contenuti pur avendo un estetica molto particolare. L'angoscia che trasmetteva è assolutamente da non sottovalutare.
Essere artisti secondo me significa riuscire a usufruire dell'estetica per veicolare qualcosa di profondo. Se si ha una buona intenzione nei contenuti ma non si è in grado di veicolarli nel modo giusto (bello o brutto che sia) si fallisce. Se non si è in grado di piegare la materia alla propria volontà narrativa si fallisce. E il risultato finale è esattamente lo stesso che si avrebbe con una bella scatola, ma vuota.
Spero di essere stato in grado di aggiungere un altro tassello al mio modo di vedere le cose.
Vorrei aggiungere solo una cosa che esula dal discorso che fin qui ho esposto e non lo esclude ma, semmai, lo arricchisce in qualche modo. A volte è anche bello concedersi la libertà di godere solo "esteticamente" di qualcosa. Così, per quello che si presenta. Senza doversi per forza arrovellare a cercare significati reconditi. Se i significati ci sono arriveranno lo stesso. Nonostante tutto. In caso contrario non si è comunque sprecato tempo. Basta essere in pace con se stessi.