Le opere d'Arte

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Arcuum_ocra
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Messaggio da Arcuum_ocra »

Domanda a proposito (o forse a sproposito) della massa: qualcuno, ha mai pensato all'insieme delle cellule che lo compongono?
Da bambino ho spesso immaginato che le "mie cellule" costituissero comunità di cui io ero l'insospettato re/Dio. Masse che non sapevano di essere in realtà asservite a me in tutta la loro esistenza. Poi mi sono detto: che gusto c'è a proclamarsi re/Dio di chi non può riconoscermi come tale? Assai meglio dichiararsi il non riconosciuto dominatore dell'universo, a quel punto. E per un po' lo sono stato :D.
Insomma, se un giorno le masse degli esseri umani si addenseranno unificando le loro menti e "io" diverrò ciò che fino ad un minuto prima era "la massa delle persone per la via", allora la massa comincerà ad interessarmi come qualcosa di potenzialmente "bello", credo non prima.
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Raghnar
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Messaggio da Raghnar »

Arcuum_ocra ha scritto:Domanda a proposito (o forse a sproposito) della massa: qualcuno, ha mai pensato all'insieme delle cellule che lo compongono?
Da bambino ho spesso immaginato che le "mie cellule" costituissero comunità di cui io ero l'insospettato re/Dio. Masse che non sapevano di essere in realtà asservite a me in tutta la loro esistenza. Poi mi sono detto: che gusto c'è a proclamarsi re/Dio di chi non può riconoscermi come tale? Assai meglio dichiararsi il non riconosciuto dominatore dell'universo, a quel punto. E per un po' lo sono stato :D.
Insomma, se un giorno le masse degli esseri umani si addenseranno unificando le loro menti e "io" diverrò ciò che fino ad un minuto prima era "la massa delle persone per la via", allora la massa comincerà ad interessarmi come qualcosa di potenzialmente "bello", credo non prima.
Non capisco il volo pindarico fra le cellule e la massa...
O_o'
E cosa c'entra giudicarsi padrone/signore per farsi interessati di qualcosa... O_o'

Certo, concordo, con la prima parte: in realtà le tue cellule ne sanno molto di più di te in quanto essere completo.
In realtà ogni tua cellula compie reazione che tu non conoscerai mai, ogni tuo neurone è una meraviglia di meccanica quantistica e chimica organica di insondabile complessità.

Sul riconoscimento sinceramente non afferro il nesso, o meglio, lo afferro ma faccio finta di no @_@
Meglio trattare il fatto che come potersi giudicare signore/dio di qualcosa che sta alla tua base, ma non per questo al di sotto di te.
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Arcuum_ocra
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Messaggio da Arcuum_ocra »

Raghnar ha scritto: Non capisco il volo pindarico fra le cellule e la massa...
O_o'
E cosa c'entra giudicarsi padrone/signore per farsi interessati di qualcosa... O_o'
Mi spiace non essere riuscito a farmi capire. Provo a rimediare, se riesco.
No, non dico che uno debba giudicarsi padrone/signore di qualcosa per esserne interessato. La parte che volevo sottolineare era che avevo smesso quella posa di re/Dio quando, pensandoci su, mi ero detto che le cellule non sono alla mia altezza, non riconoscendomi come tale. E' stato il primo passo per arrivare a dire che ciò che mi compone, siano cellule o atomi o quant'altro è "importante"solo quando ne voglio trarre qualcosa di utile (a questo punto, Raghnar, vorrai forse tirarmi il collo :)).
Ribadisco :alla fine mi sono stancato del gioco mentale che mi rendeva padrone delle mie cellule. Se oggi mi pensassi re/Dio delle cellule direi che starei tentando di oggettivizzare ciò che non è oggettivizzabile, cioè di rendere reale ciò che è esterno a me (sì, anche se le cellule costituiscono il mio corpo e il mio cervello, le sento esterne a me, sarò scemo che devo dire?).
La massa mi pare un po' l'equivalente di quello che facevo io con le cellule quando ero piccolo, solo che, invece di considerare le cellule come componenti di "me", qui si tenta di equiparare gli esseri umani a "cellule" di un qualcosa che non esiste. La massa di persone non provoca il mio interesse perchè mi pare il tentativo di omologare (e l'utile qui ritorna) tanti singoli esseri umani che non hanno nulla a che fare tra loro e che invece presi uno per uno, nella comunicazione che posso instaurare con loro, valgono assai di più che il loro far parte di una massa. Chiedo scusa di nuovo se non mi sono spiegato adeguatamente. Tenterò di migliorare.
Raghnar ha scritto: [...]
In realtà ogni tua cellula compie reazione che tu non conoscerai mai, ogni tuo neurone è una meraviglia di meccanica quantistica e chimica organica di insondabile complessità.
Ecco, appunto. Non riesco a trovare bello o meraviglioso tutto questo, mi spiace. Lo trovo un modello che non porta altro se non l'utile (e adesso forse Raghnar mi considererai scemo o ottuso, ma davvero, che ci devo fare, mi viene da dire così).
Raghnar ha scritto: [...]
Meglio trattare il fatto che come potersi giudicare signore/dio di qualcosa che sta alla tua base, ma non per questo al di sotto di te.
Non sono più il re/Dio delle mie cellule, no. Ma, eventualmente, le "mie cellule" non sono "me". Così come, per esempio, non credo che gli atomi, che pure dovrebbero stare in ogni quadro (inteso come oggetto), siano allo stesso livello del quadro (inteso come ciò che l'artista rappresenta è comunica attraverso "l'oggetto quadro"). Altrimenti tutto ha lo stesso valore, no? Ecco, questo non mi pare proprio.
Sempre che abbia capito quello che volevi dire dicendo che qualcosa che sta alla mia base non per questo sta sotto di me. Se ho equivocato, chiedo perdono.

Spero di essere stato più chiaro, se no, almeno ci ho provato. :D
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Raghnar
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Messaggio da Raghnar »

Il semplice fatto è che l'uomo tende a considerare poco interessante le cellule, le api, o qualsiasi altra cosa che sta in natura perchè "porta solo all'utile".
Non ti accorgi? Ti stai ergendo a entità superiore alle tue cellule, come se fossi il solo a autodeterminarti.

Dici che non ci vedi nulla tranne dell'utile, prigioniero di Cartesio non vedi le cellule come nient'altro che macchine che è troppo complicato e poco profiquo studiare.

Io non mi considero Dio delle mie cellule, non perchè esse sono un semplice utile al mio essere, ma perchè essere rappresentano un mistero più grande di quello che io riesco a comprendere, che va molto più in là di loro in quanto "macchine" o meccanismi chimico/fisici.

E non è certo il fatto che non trovi bellezza nella Fisica Quantistica che puoi essere considerato "Scemo" e "Ottuso", semmai nel non accorgerti che le Api hanno dignità esistenziali al tuo pari, e non esistono in quanto macchine (o animali che dio ha soggiogato al tuo volere? :roll: ) volte al tuo utile, ma in quanto esseri complessi, raffinati, e magnifici.

La massa di persone è appunto il tentativo di omologare, ma un tentativo contrastato, contrastante, un tentativo profondamente poetico a mio parere, per i motivi che già ho esposto sopra.

l'oggetto quadro è un oggetto formato da oggetti, gli atomi non hanno la stessa dignità esistenziale delle cellule, non sono monadi Liebnitziane (almeno per quello che ci è dato sapere fin'ora), ma qui sì che sono vere e proprie macchine volte all'utile (il veicolare un messaggio nel caso del quadro) che seguono leggi meccaniciste e deterministe (la meccanica quantistica in particolare) che personalmente trovo magnifiche in quanto interpretazione mirabile e funzionale di un fenomeno così microscopico da non essere non osservabile fino a poco tempo fa, ma è una cosa mia.

Il Pittore vuole veicolare un messaggio preciso, che esula dalla materia con cui è composta la tempera, è semplicemente qualcosa di diverso dal rapporto che hai te con le tue cellule, o, ancora peggio, le persone dalla comunità.

Le cellule e le persone contribuiscono in modo autocosciente a determinare il tutto, gli atomi, solo in modo meccnico.
Gli schiavi sono ben più vivi degli atomi, e ben più interessanti.
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im-edith
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Messaggio da im-edith »

Raghnar ha scritto: Gli insetti non sono forse affascinanti? Ogni ape specializzata in un compito, ogni ape specializzata sa delineare precisamente quanti, quali e dove sono i fiori che ha osservato e lo comunica con una danza. Più efficiemente che con i più moderni GPS e con economia di risorse migliore di carta e penna le api operaie si dirigono solerti a raccogliere il cibo, che servirà per la comunità.

In ogni insetto c'è più intelletto di quanto la maggioranza degli uomini sia disposta ad accettare (complice Cartesio) e come per "la massa" è qui la bellezza di trovare qualcosa di tremendamente poetico e paradigmatico in una cosa denigrata dai più.


"La Folla" così come l'hai descritta tu, non sarà mai "il polso di una città", neanche in Spagna, neanche in Francia. Solo un'insieme informe senza testa, senza coscienza, senza identità.
A Milano come a Roma come a Londra come a Barcellona come a New York.
La storia delle api l'aveva scritta e me l'aveva fatta studiare anche il mio prof di Linguistica. Era la premessa del libro per dire: "anche gli animali comunicano ma non hanno nulla che si possa definire realmente linguaggio, perché la loro comunicazione è settoriale, rigida e utilitaristica". Insomma, lodare il metodo di comunicazione delle api mi sembra come lodare con entusiasmo il nostro metodo di comunicazione quando eravamo scimmie. Dovevamo fermarci lì così non avremmo abbattuto foreste per farne carta e inquinato l'universo con i satelliti? (comunque per me la tecnologia GPS è abominevole-___-)

Gli esseri umani hanno sviluppato un linguaggio e altre forme di comunicazione che vanno oltre la mera utilità pragmatica legata alla sopravvivenza e ai bisogni contigui.

Se vogliamo (finalmente) riallacciare tutto il discorso di masse e di folle all'arte da cui eravamo partiti:
per te la "massa" della api è affascinante e trovi che esse comunichino con una danza affascinante anch'essa; per me la "massa" umana non è affascinante perché a differenza di quella delle api avrebbe i mezzi (la comunicazione) per non essere tale (proprio perché l'umanità possiede linguaggi di comunicazione non rigidi, non selettivi e non necessariamente pragmatici) e nonostante tutto continua a trovarsi in una situazione tale e quale a quella degli insetti.
E allora non trovi che questo sia triste?


Che noia, voi scrivete troppo in fretta e io non riesco a starvi dietro. Andre hai già risposto con 20 post e adesso mi è arrivata la notifica dell'ultimo lunghissimo -___-


Per quanto mi riguarda non parlo di autodeterminazione, sovradeterminazione, riduzione di tutto ciò che esiste al di fuori dell'essere umano alla pura utilità ecc. (per Arcuum: le cellule dei tumori desiderano l'anarchia?)

Io parlo di una "massa" che è SEMPRE esistita nella storia: prima c'era la tribù, poi il villaggio, poi la superstizione, poi la religione, infine la televisione e sempre masse di pecore siamo stati, è nella natura umana e nel nostro dna esserlo e il tempo non cambia la cosa. Soltanto che fino a qualche decennio fa sono esistite "tante" masse, una per ogni luogo. Non sto qui a discutere se fossero piacevoli o meno. Oggi, per quanto riguarda almeno i paesi industrializzati, esiste sempre di più UNA massa, la massa globale, sempre più globale. Non è il numero che fa la massa, quindi se a Roma siamo di più e a Ravenna di meno, sempre di massa si tratta. Ma tu mi citi solo città grandi e occidentali. Ovvio che non diano "polso della situazione". Noi siamo ormai un unico grande brodo americano.

Volevo iniziare a sviluppare un discorso arte-di-massa VS arte-d'élite, comunicazione massificante e comunicazione artistica ecc ecc ma ho finito il tempo a mia disposizione.
Alla prossima puntata!
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Raghnar
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Messaggio da Raghnar »

Noi non eravamo Scimmie, è sbagliato e controproducente affermarlo, poi dopo viene fuori la gente che vuole togliere l'insegnamento di Darwin dalla scuola... >.<'

l'affermazione del tuo prof mi fa semplicemente sorridere, come se lui o chiunque altro potesse comprendere se la comunicazione si fermasse lì o ci fosse anche dell'altro.
Se i marziani ci osservassero, e dato che l'unica cosa che possono osservare sono le nostre azioni in seguito a certi comportamenti, e direbbero la stessa identica cosa supponendo di avere capacità cerebrali adeguatamente ridotte!

Mi sembra che un linguaggio che sia in grado di descrivere le coordinate spaziali tridimensionali, il numero e la tipologia di fiori che si incontreranno, (o un linguaggio che descrive quali, in che sequenza e in che quantità, agenti chimici attivare per modificare il codice genetico del parassita che ti sta crescendo dentro nel caso della Patata) sia abbastanza raffinato e POCO pragmatico da chiedersi che cavalo abbiamo noi da vantarci.

Ma questo rimane un altro discorso :)

La massa umana sinceramente è massa perchè vuole esserlo, così come la massa degli insetti è massa perchè vuole esserlo, allo STESSO idendico modo si hanno vantaggi e degli svantaggi.

Ma anche questo rimane un altro discorso :)

Ad esempio, parlando di massa non mi può non venire in mente Pelizza da Volpedo

Immagine

Esposto a Milano al Museo di Arte Moderna vicino al parco di Palestro (metro Rossa), dove fra l'altro c'è il Planetario e il museo di storia naturale, per chi volesse andare a darci un'occhiatina. ;)

Postate impressioni, ragionamenti, e tutto quello che sapete su questo quadro, ve ne sarò grato! :)
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Messaggio da Buta »

arcum, devi finire di leggere go nagai... :lol: :wink:

Ho letto velocissimamente i vari post, mi riprometto di leggerli meglio, avanzo solo il mio aprere sul fatto che si sopravvaluta sempre l "essere umano"...io credo che ..un pidocchio che non succhia sangue..rimane sempre un pidocchio,,,l intelletto non basta a cambiare uno status..

e cosa siamo noi in fondo..se non pidocchi un po' piu' carucci..?
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im-edith
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Messaggio da im-edith »

Buta, potremmo essere le peggiori sanguisughe esistenti (sanguisughe della vita del nostro pianeta per esempio), tuttavia siamo, è un dato di fatto, ci dobbiamo condannare, odiare, suicidare tutti? Dobbiamo essere, e la mia osservazione sul comunicare dimostra il nostro essere e qui su questo forum, semplicemente, stiamo essendo :D

Per quanto riguarda il quadro le prime due impressioni che ne ho ricevuto quando l'ho visto sono state:

1) il tono rosso è predominante
2) il pittore non aveva proprio nulla di meglio da dipingere, oppure era pazzo per farsi un quadrone enorme (perché è graaaaande) tutto a puntillini e virgolette :shock:

Ovviamente approfondirò volentieri il discorso-quarto stato. Non ora:P
A presto^^
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Messaggio da Buta »

certo..era proprio questo il senso....volevo dire che e' inutile il fingere di elevarsi a chissacche'...soprattutto all interno di una specie come la nostra che non e' tutto questo granche'... :wink:
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Messaggio da Shito »

Arcuum_ocra ha scritto:Domanda a proposito (o forse a sproposito) della massa: qualcuno, ha mai pensato all'insieme delle cellule che lo compongono?
Da bambino ho spesso immaginato che le "mie cellule" costituissero comunità di cui io ero l'insospettato re/Dio. Masse che non sapevano di essere in realtà asservite a me in tutta la loro esistenza. Poi mi sono detto: che gusto c'è a proclamarsi re/Dio di chi non può riconoscermi come tale? Assai meglio dichiararsi il non riconosciuto dominatore dell'universo, a quel punto. E per un po' lo sono stato :D.
Insomma, se un giorno le masse degli esseri umani si addenseranno unificando le loro menti e "io" diverrò ciò che fino ad un minuto prima era "la massa delle persone per la via", allora la massa comincerà ad interessarmi come qualcosa di potenzialmente "bello", credo non prima.
Questo è un post fighissimo.

Dunque, non si può essere divinità senza essere riconosciuti. Per contro, un solo fedele fa esistere una divinità. La divinità è l'ente che è riconosciuto come tale.

Quindi chiaramente il tuo intelletto non può essere la divinità delle cellule, come non può essere la divinità di casa tua. Semmai sovrano, dicevamo.

Ma mi permetto di obiettare anche sull'idea dell'essere sovarno...

hai presente i tumori? :D

@Raghnar: lol il socialismo reale in un discorso di tale genere, e lol la non comprensione del primo post. Dici che posso giudicarmi superiore alle formiche o faccio un torto ALLA SCIENZA? Domani fai così: scarabocchia qualcosa su un muro, e divertiti a pensarti 'non superiore' a quel qualcosa. lol again. E' divertente spiegare a quelli di Greenpeace che il sushi di balena è buono. :D

Ciò detto, quello di Arcuum è stato davvero uno dei post più interessanti che ho letto qui, da sempre. Spero di leggerne altri su questos stesso livello.

Però stiamo andando off-topic.

Tutta la discussione sulle 'masse' è off-topic, perché il topic era l'arte.

Anche tu, Raghnar.. stai deragliando il tuo stesso topic! FOLLIA! ANATEMA!

Anche voi, Im-Edith, Buta... presto, tacete tutti su tutto ciò che non afferisce l'arte!

Oppure due scoiattoli giungeranno nella notte a soffocarvi di ghiande! :D

PS
Quel dipinto che hai postato, Ragh... sin da piccino (alle medie) mi ha sempre istigato un forte odio per l'umanità. ^^;
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Messaggio da Raghnar »

No, considerandoti superiore fai solo un torto a te stesso :roll: , la scienza se ne frega abbastanza di quello che pensa il Signor G. :)


comunque vero, è tutto un discorso OT, il posto migliore ove discuterne eraQUA


Tornando al Quadro, anche a me ha sempre instillato una certa "Rabbia" più che Odio se devo essere sincero, anche se non capisco tutt'ora il perchè. Forse la grande folla di scontenti inutili, forse è il bambino o la moglie implorante... Ma la serenità e la determinazione negli occhi dell'uomo di centro mi hanno fatto intravedere nuovi orizzonti ;)
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Messaggio da im-edith »

Ripensavo al quadro. Avevo promesso di scrivere qualcosa in più. Proviamo.

Quello che so è che il pittore ci mise un'infinità di tempo a dipingerlo (ci credo, grande com'è e con la tecnica usata-__-), per poi non avere risultati perché non fu apprezzato, non fu comprato, non fu premiato, alla fine se lo prese il Comune di Milano che lo tenne negli scantinati a lungo credo.

Ad ogni modo: i personaggi sono staaaatici staaaatici staaaaatici (tranne la donna col bambino), e sicuramente se voleva dare l'idea della "massa" c'è riuscito perché le superfici sono pesanti e compatte, ad uno sguardo superficiale sembra appunto un'unica massa informe semovente.
Mi pare tuttavia che si sia soffermato parecchio sui visi, come per sottolineare che la massa non è una ma sono tanti individui diversi e tuttavia è una lo stesso.

Mi sembra che abbia messo molto in evidenza le mani dei personaggi, con chiaro riferimento al lavoro operaio o contadino. Ho già suggerito anche che il tono del rosso è il colore predominante. Il tutto dà un chiaro messaggio^^'

In primo piano le 3 generazioni, di cui quella di mezzo simboleggiata da un uomo e da una donna, è la generazione più importante del momento ovviamente, la forza lavoro che conta ed è in grado di generare altra forza lavoro :D
Raggy, non so se quella sia la moglie implorante:D Potrebbe essere anche una qualsiasi, implorante^^' Visto il movimento è l'unica fuori dalla massa :roll: Perché entrambe le donne abbiano i piedi nudi poi rimane un mistero, non credo che girassero così le donne dell'epoca, semmai i giovani (anche se a guardare la sua posizione sembra voler riprendere la nike di samotracia-_-).

Mmmm miei commenti? A me piacciono i preraffaeliti, gli espressionisti e gli impressionisti:D In parte anche qualche opera romantica... E le sculture classiche, neoclassiche e (ahimé) anche alcune barocche. E l'art nouveau, ma quella per puro gusto estetico ^^ (come sono superficiale :) )
I divisionisti e i macchiaioli italiani non mi dispiacciono, ma dipende da cosa raffigurano e dal modo in cui lo raffigurano, ovviamente^^'

Questo quadro non fa per me. Sembra essere stato costruito apposta per "stupire". Quando poi si è dedicato più tempo alla tecnica e alla composizione che all'espressione in sé.
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Messaggio da Raghnar »

beh non so, a me esprime molto, anche lo stupore fa parte dell'arte in se (prendiamo ad esempio il Dadaismo @_@).

A me più che staticità da l'idea di lento movimento, tutti gli uomini sono in posizioni del camminare, a vederlo mi vien da chiedere "Quando arriveranno da me?"

E' una buona chiave di interpretazione questo lento movimento? (non lo so, chiedo a voi)
Loro si muovono verso di me, che sono altro: il futuro.
Parlando confrontandosi, tutti discutono, anche animatamente, per portarsi più in là: per avanzare.

Lo Sfondo, quello sì, è davvero statico, sembra una scenografia di teatro, e anche non molto di qualità, non serve forse a estraneare il quadro dalla realtà fisica vera e propria?
Questo terreno bianco tutto uguale, questo sfondo piatto che sembra di cartone, e invece questa massa disegnata nei particolari, occhi vivi, mani gesticolanti, una massa che respira e un mondo fittizio, come se fossero attori a teatro.

E poi lo sguardo dell'uomo centrale, a me mette a disagio: interrogatorio, accusatorio, in quelle due fessurine è magnifico come sia riuscito a rendere gli occhi, cioè è come se fosse una persona vera (alta 3 metri e mezzo :lol: ) , come se dai suoi occhi riesci a intravedere la fatica, la gioia, il rancore sopito, insomma, la vita.


Bona, ora vi chiederete che cavolo ho aspettato 2 mesi per postare qualcosa di così insignificante. @_@
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Re:

Messaggio da dolcemind »

Raghnar ha scritto: [...]
A me più che staticità da l'idea di lento movimento, tutti gli uomini sono in posizioni del camminare, a vederlo mi vien da chiedere "Quando arriveranno da me?"
E' una buona chiave di interpretazione questo lento movimento? (non lo so, chiedo a voi)
Loro si muovono verso di me, che sono altro: il futuro.
.........
Mai... vanno verso la luce partendo dal crepuscolo di un'epoca che per loro sta finendo ma la luce è quella di è un'epoca già passata. In un cero qual senso camminano nel passato...sono tutti già morti tranne il bambino che adesso sarà un Broker in pensione nonostante la madre :wink: . Un quadro che rappresenta un periodo storico, passato il quale, resta a testimoniarlo...

un'esame più approfondito è questo:

Nel Quarto Stato, iniziato nel 1898 e terminato nel 1901, è evidente che Pellizza non intendeva rappresentare esclusivamente una scena, sia pure molto importante, della vita sociale del proprio tempo, vale a dire un momento di sciopero e di protesta. Vi compaiono, infatti, delle figure che avanzano verso la piena luce, mentre sullo sfondo campeggia un tramonto: è chiara l'allegoria sociale del popolo che avanza verso un futuro radioso, lasciandosi alle spalle l'età dell'oppressione. Il tema era già stato trattato più volte e continuamente rielaborato da Pellizza, a partire dal 1891, con Ambasciatori della fame, attraverso Fiumana, completata nel 1896, e il bozzetto preparatorio del Quarto stato del 1898, Il cammino dei lavoratori, secondo il titolo inizialmente prescelto, ed era andato ampliandosi ed approfondendosi durante questo percorso, di pari passo con l'evoluzione artistica del soggetto.
La ricerca formale presente nella tela è di altissima qualità: la composizione è perfettamente calibrata e conchiusa e la massa avanzante non è inerte, ma il gestire delle mani, dei piedi e il gioco delle ombre movimentano la sua rappresentazione producendo un'ondulazione.
Le linee rette ed ondulate si equilibrano suggerendo l'avanzare lento, calmo e pacato ma ineluttabile di una nuova classe, forte della sicurezza che le deriva dalla consapevolezza del proprio ruolo storico.

[da A. SCOTTI, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano, Electa, 1986]


personalmente questo quadro mi ha fatto sempre pensare a questa definizione della folla che Manzoni fa nei promessi sposi (sebben non si adatti al significato del quadro):

Ne' tumulti popolari c'è sempre un certo numero d'uomini che, o per un riscaldamento di passione, o per una persuasione fanatica, o per un disegno scellerato, o per un maledetto gusto del soqquadro, fanno di tutto per ispinger le cose al peggio; propongono o promovono i più spietati consigli, soffian nel fuoco ogni volta che principia a illanguidire: non è mai troppo per costoro; non vorrebbero che il tumulto avesse né fine né misura. Ma per contrappeso, c'è sempre anche un certo numero d'altri uomini che, con pari ardore e con insistenza pari, s'adoprano per produr l'effetto contrario: taluni mossi da amicizia o da parzialità per le persone minacciate; altri senz'altro impulso che d'un pio e spontaneo orrore del sangue e de' fatti atroci. Il cielo li benedica. In ciascuna di queste due parti opposte, anche quando non ci siano concerti antecedenti, l'uniformità de' voleri crea un concerto istantaneo nell'operazioni. Chi forma poi la massa, e quasi il materiale del tumulto, è un miscuglio accidentale d'uomini, che, più o meno, per gradazioni indefinite, tengono dell'uno e dell'altro estremo: un po' riscaldati, un po' furbi, un po' inclinati a una certa giustizia, come l'intendon loro, un po' vogliosi di vederne qualcheduna grossa, pronti alla ferocia e alla misericordia, a detestare e ad adorare, secondo che si presenti l'occasione di provar con pienezza l'uno o l'altro sentimento; avidi ogni momento di sapere, di credere qualche cosa grossa, bisognosi di gridare, d'applaudire a qualcheduno, o d'urlargli dietro. Viva e moia, son le parole che mandan fuori più volentieri; e chi è riuscito a persuaderli che un tale non meriti d'essere squartato, non ha bisogno di spender più parole per convincerli che sia degno d'esser portato in trionfo: attori, spettatori, strumenti, ostacoli, secondo il vento; pronti anche a stare zitti, quando non sentan più grida da ripetere, a finirla, quando manchino gl'istigatori, a sbandarsi, quando molte voci concordi e non contraddette abbiano detto: andiamo; e a tornarsene a casa, domandandosi l'uno con l'altro: cos'è stato? Siccome però questa massa, avendo la maggior forza, la può dare a chi vuole, così ognuna delle due parti attive usa ogni arte per tirarla dalla sua, per impadronirsene: sono quasi due anime nemiche, che combattono per entrare in quel corpaccio, e farlo movere. Fanno a chi saprà sparger le voci più atte a eccitar le passioni, a dirigere i movimenti a favore dell'uno o dell'altro intento; a chi saprà più a proposito trovare le nuove che riaccendano gli sdegni, o gli affievoliscano, risveglino le speranze o i terrori; a chi saprà trovare il grido, che ripetuto dai più e più forte, esprima, attesti e crei nello stesso tempo il voto della pluralità, per l'una o per l'altra parte.
Ultima modifica di dolcemind il mar nov 18, 2008 2:39 pm, modificato 1 volta in totale.
S.D.I.

Re: Le opere d'Arte

Messaggio da S.D.I. »

Mi inserisco nella discussione con alcune considerazioni.

Il quadro in questione non rappresenta una massa, ne tumultuosa ne pacifica, ma una classe sociale. E' diverso, in quanto l'opera va vista alla luce della sua valenza sociale (che comunque tutti hanno sicuramente colto).
A mio avviso, non bisogna tanto concentrarsi sull'arrivo (o non-arrivo) dei personaggi quanto sul cammino intrapreso. E quest'ultimo è ancora in atto: il proletariato, anche se non con lo slancio deciso dell'uomo in primo piano, non è fermo... in effetti non può essere fermato. Certo, nel periodo storico contemporaneo a Pellizza le tensioni sociali fra le classi erano sicuramente più marcate, ma ancje ora non è che tutto sia risolto e pacificato.
In più il quarto stato non si muove verso di noi, ossia il loro futuro, ma verso un idea sociale che non coincide certo con la nostra realtà contemporanea. Se questi lavoratori avessero potuto scorgere come è la situazione dei loro pronipoti non avrebbero, nel quadro, quello sguardo pacifico negli occhi, avrebbero imbracciato moschetti e bastoni.

Dalle tecnica, il Quarto Stato è un vertice dell'Arte. La corrente dei divisionisti ci ha regalato degli autenti mostri di tecnica pittorica.
Sebbene figlio dell'Impressionismo, il Divisionismo è riuscito senza arretrare di un passo il progresso pittorico a ritornare ad una forma di rappresentazione tecnica più naturalistica... il che non è poco, visto poi la piega dell'Arte contemporanea intrapresa di lì a poco.