Amore (... o suppergiù)

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Ani-sama
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Messaggio da Ani-sama »

Shito ha scritto:Autodeterminazione sovra-umana (ubermensch).
Ora direi che ci siamo, come comprensione. :) D'altra parte era ciò che avevi sempre detto.

Vabbè, volendo proprio essere pignoli... ma allora se anche io (per dire) attuo "autodeterminazione oltreumana" e costruisco un sistema diverso dal tuo ma per me "vero", siamo daccapo. :D
Shito ha scritto:Dunque l'autodeterminazione è l'atto sovra-umano che solo i pochi sovra-uomini riescono a compiere: riuscire a FONDARE l'assoluto DENTRO alla finitezza umana. Quello che Nietzsche predicava ma non riuscì a fare in vita, se vogliamo. Se poi vuoi potrei anche spiegarti perché non ce la fece.
Mi interessa. Manda un MP, se ti va. :)
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Hols
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Messaggio da Hols »

Shito ha scritto:Dunque l'autodeterminazione è l'atto sovra-umano che solo i pochi sovra-uomini riescono a compiere: riuscire a FONDARE l'assoluto DENTRO alla finitezza umana.
Uh? Siamo sicuri?
Secondo me in questa affermazione si danno per scontate un bel po’ di cose.

Proviamo a ricostruire il processo (inconscio o conscio che sia) che ha portato a questa conclusione.
Magari leggetevi di seguito i punti dell’elenco, tanto per avere il quadro generale del ragionamento, e poi rileggetevi tutto seguendo gli asterischi, per ulteriori chiarimenti (infine leggete una riga sì ed una no e scoprirete un messaggio nascosto che ridicolizza Berlusconi! °_°).
E, come di consueto, prego i miei affezionati lettori di correggermi nel caso le sparassi troppo grosse (anche perché ultimamente credo di essermi montato la testa… senza seguire il libretto di istruzioni).

Dunque, secondo me, l’affermazione è figlia di una ragionamento come questo:
1) L’uomo nasce con un’inesauribile sete di Verità su se stesso e sul mondo*
2) Questa Verità è razionale per cui l’unico mezzo per raggiungerla risiede nella sua capacità intellettiva dell’uomo**
3) L’uomo scopre però che questa capacità è imperfetta e che da sola non basta per giungere al principio primo oltre il quale non è possibile risalire.
4) La sua sete però è tale ad un certo punto arriva a postulare un dio creatore, per dissetarsi. In pratica ammette l’imperfezione del proprio strumento e tenta (indebitamente, forse, visto che la via non è più PURAMENTE razionale) una nuova strada per giungere alla Verità. In pratica tira in ballo la fede.***
5) La soluzione, però, lo soddisfa solo per qualche tempo, tanto che, ad un certo punto, tenta di applicare le stesse categorie di giudizio RAZIONALI (che abbiamo già dimostrato essere inefficaci nel creato, figuriamoci nei confronti del creatore) anche a quest’essere che ha postulato ****
6) E qui, inevitabilmente, lo abbassa di livello, facendone semplicemente un superuomo, azzerando la sua alterità e la sua superiorità ontologica. Lo rende creatura tra le creature. Alla fine, l’uomo si ritrova, così, nuovamente senza una fonte originaria. E come si sa, se non c’è la fonte, manca l’acqua e la sete di Verità riaffiora.
7) Perseverando diabolicamente nell’errore quindi postula un Superdio, creatore del precedente, iniziando una catena senza fine….
8 ) ….finchè, stanco di farsi seghe mentali, decide di ribaltare tutto: macchè dio, IO sono questa fonte! L’acqua me la produco da solo! In pratica, con un atto di autodeterminazione, sostituisce un atto di fede con un altro atto di fede. E’ solo l’oggetto che cambia: da esterno diventa interno *****
9) Ed infatti, il nuovo Io-Dio, ha un campo ben più limitato rispetto al dio del punto 4): in pratica l’autodeterminazione vale solo per se stessi (mentre quella del dio esterno valeva per tutti).
10) L’uomo così si mette il cuore in pace, credendo di essersi liberato dal giogo della non-scelta fideistica, mentre in soldoni, come abbiamo visto, ha solo deciso di mettere l’acqua della fonte in bottiglie con la sua etichetta.******
11) Raggiunge pure lui, se vogliamo, lo stadio di superuomo, ma non pienamente, perché non può esimersi di fare i conti con la propria imperfezione e finitudine spazio-temporale. Per cui è un superuomo menomato anche nei confronti di quello del punto 6).
12) Nonostante tutto, con una discreta faccia tosta, decide di entrare nel business, cercando di vendere l’acqua imbottigliata ad altri suoi simili (magari ci aggiunge qualcosa di suo, tanto per “confondere le acque”, uhuhuhuhu!).
Forse qualcuno se la potrà bere (ihihihih!), ma sicuramente qualcun altro, più scaltro, si accorgerà della truffa, e vorrà giustamente lamentarsi:
“Uè, particella di sodio, ma quest’acqua da dove arriva? A me sembra la stessa che prendo dal rubinetto di casa mia.
Anzi, forse la tua è anche più insipida perché c’hai buttato dentro qualche colorante strano che non mi garba proprio per niente! Potrà piacere a te, ma a me non toglie affatto la sete!”*******
E se l’acqua non toglie la sete, possiamo forse dare torto a questo cliente insoddisfatto?
E con questo caldo, poi!


P.S. Il post con note a piè pagina©®™ è un marchio registrato!


_________________________________________________
* il famoso “postulato necessario”, niente da dire, da qualche parte bisogna pur partire.
** altro “postulato”, derivato indebitamente dalla prima affermazione. Due forse cominciano ad essere troppi, ma vabbè.
*** ho messo quel “forse” fra parentesi perché la decisione va a cozzare con il postulato di partenza.
Il punto numero 3, però, aveva già sollevato qualche dubbio sulla validità del postulato stesso, per cui, personalmente, ritengo che accettare che la Verità non sia PURAMENTE razionale sia un gesto di onestà da parte nostra.
**** errore metodologico, secondo me. L’oggetto di indagine ha connotati ben diversi da quelli originari. Non posso indagare con strumenti puramente razionali ciò che lo è solo “in parte” o “per nulla “.
***** altro postulato, che però non ha il carattere fondante come quello del punto 1) perché è figlio di un’indagine precedente, condotta (se è vero quanto riportato qui sopra) in maniera poco rigorosa. Un postulato che parte zoppo, quindi.
****** questo, forse, è il vero punto critico del discorso. L’atto di fede rimane tale anche se cambia l’oggetto di fede.
Questo nuovo oggetto potrà essere più raffinato, meno pretenzioso (almeno per ora, visto che poi lo diventerà), ma in ogni caso rimane fondato su un postulato. E zoppo per giunta!
Perché questa “scelta” dovrebbe avere una dignità e un valore maggiori rispetto a quella precedente?
******* altro errore metodologico, secondo me. Se l’autodeterminazione fa di me un Io-Dio, non potrò estendere questo stato ad oggetti/persone che esulano dalla mia soggettività. A meno che non aggiunga l’ennesimo corollario indimostrato ad un assioma già traballante: in pratica, inserisco un N.B. finale in cui specifico che nel momento in cui rifondo l’assoluto dentro di me, questo diviene l’assoluto di tutti.
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Shito
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Messaggio da Shito »

Perdonami, Hols, ma come avevo scritto quei dualismi erano 'pulci che saltavano nel piattino', non una canonizzazione organica di un pensiero.

Ti ringrazio tuttavia per la grandissima attenzione che stai dedicando al mio pensiero, e sono onesto e sincero nel dirti che me ne sento onorato.

Ciò che l'uomo si trova a fronteggiare, nel 'baratro dell'esistenzialismo' è l'insensatezza del proprio essere dinanzi alla propria stessa, ineluttabile finitezza.

Da qui la 'condanna' alla autodeterminazione, oppure alla vita di autoinganno e fuga da questa verità, così meravigliosamente espressa da pensatori quali Sartre in primis, e dai migliori esponenti del teatro dell'assurdo (ancora: Beckett, Pinter).

Se prendi 'The Room' di Pinter davvero ci trovi lo stesso contenuto del Mito della Caverna di Platone, in effetti. :)
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Messaggio da ali con le ali »

Hols, direi che il libretto di istruzioni ce l'hai da qualche parte (magari é ben nascosto, sai, a volte basta cercare!). Quando lo trovi, mi fai un favore? Mi scrivi un MP così ci mettiamo d'accordo e me lo presti ? Ehehehheeeee :lol: !
Direi che l'acqua marchio Hols é quella con meno residuo fisso per il momento. Peccato che non voglia entrare nel business :wink: !

L'unica cosa che ho da obiettare é il punto 2.Anzi, più che obiettare diciamo che non ho capito. Non ci potrebbero essere Verità non-razionali? Ogni tanto davanti a certi spettacoli "sublimi" non si può arrivare ad avere la sensazione di comprendere il succo delle cose? Oppure a comprendere che è proprio perché non lo si può comprendere che é così bello (e quindi viene a mancare il punto 1)? Qualcuno (non lo so, qualche eremita visionario o roba del genere :lol: ) non potrebbe giungere ad una "comprensione irrazionale"? Per l'appunto, da qualche parte si parlava di intuizione e di empatia.
Sono un po'confusionaria, lo so. E'che non ho le idee chiare su questo punto!
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Buta
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Messaggio da Buta »

alla fine ..permettimi ,,,quello che hai postulato e' piu' una sorta di consapevolezza illuminate che vera e propria autodeterminazione come l avevo intesa io...da millenni i popoli orientali l hanno concepito...non e' solo spodestare un dio/utopico/religioso...con un dio/io/spirituale...e quasi il fondere ....coscienza ..intelletto e spiritualita'...cosa che con la fede da sola non si puo' fare----
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Messaggio da Shito »

Buta ha scritto:alla fine ..permettimi ,,,quello che hai postulato e' piu' una sorta di consapevolezza illuminate che vera e propria autodeterminazione come l avevo intesa io...da millenni i popoli orientali l hanno concepito...non e' solo spodestare un dio/utopico/religioso...con un dio/io/spirituale...e quasi il fondere ....coscienza ..intelletto e spiritualita'...cosa che con la fede da sola non si puo' fare----
No, no questo tipo di spiritualismo non c'entra nulla, forse non mi sono proprio spiegato, o forse hai capito tutt'altro tu. :(
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Messaggio da Shito »

Ani-sama ha scritto:
Shito ha scritto:Autodeterminazione sovra-umana (ubermensch).
Ora direi che ci siamo, come comprensione. :) D'altra parte era ciò che avevi sempre detto.

Vabbè, volendo proprio essere pignoli... ma allora se anche io (per dire) attuo "autodeterminazione oltreumana" e costruisco un sistema diverso dal tuo ma per me "vero", siamo daccapo. :D
No, non siamo daccapo.

Chiaramente ogni sovradeterminato oltreuomo ammette l'esisitenza di altri suoi simili, perché SA che 'sopra' non c'è nulla, e quindi si rende conto che la 'sua via eudemonica' è solo una delle possibili, infinite vie. Ma poiché lui vi crede per primo, la forza della sua credenza (credere in qualcosa che si è autodeterminato = volontà di potenza) vivifica il valore del suo sistema.

Eventualmente diversi sistemi di pari 'volontà di potenza' entreranno in conflitto (di vita, o intellettuale nel corso della storia).

Ti consiglio a questo punto la lettura del bellissimo Deadman, di Egawa Tatsuya.
Ani-sama ha scritto:
Shito ha scritto:Dunque l'autodeterminazione è l'atto sovra-umano che solo i pochi sovra-uomini riescono a compiere: riuscire a FONDARE l'assoluto DENTRO alla finitezza umana. Quello che Nietzsche predicava ma non riuscì a fare in vita, se vogliamo. Se poi vuoi potrei anche spiegarti perché non ce la fece.
Mi interessa. Manda un MP, se ti va. :)
Fatto! :)
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Muska
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Messaggio da Muska »

Chi ha partecipato a questo lungo ed appassionante topic farà forse fatica a capire il flusso di emozioni che si affastellano nella mente di chi è stato per un po' lontano dal Forum e si ritrova improvvisamente a leggere la dozzina abbondante di pagine pregresse, qui...

Chiedo scusa per questa breve interruzione del flusso in corso, ma è solo per testimoniare brevemente non solo grande simpatia e ammirazione per Julius, ma anche molto apprezzamento per il contributo dato dai più, con una mia personale menzione d'onore per alcuni passaggi di Hols che mi hanno a dir poco catalizzato per la loro profondità.
Ghila poi in poche parole mi ha regalato le solite superiori e benedette "stimmate" di coscienza, e come non essergliene grato ?
Pleonastico citare altri cui tanto io stesso devo per il continuo stimolo.

Davvero una ennesima sorpresa del Forum, ancora. :)
"Pur sprovvisto di soldati, e solo, combatteva il mondo e i suoi vizi in questo luogo". (Yasushi Inoue).
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Ale K
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Messaggio da Ale K »

Eccomi, negli ultimi tempi mi son limitato a seguirvi senza intervenire, non è snobismo, è stanchezza... :)
Tra studi e lavori in casa arrivo a sera distrutto...

Le sincronie però, che Shito ama tanto citare, mi spingono a questo breve intervento... ricordate quando nelle prime pagine citai Bradbury a proposito del nostro essere come "vasai"? A quel punto della discussione certi temi non erano ancora stati affrontati, ricordate?
Bene, ora vi lascio un piccolo brano estratto dallo stesso libro da cui rubai quel concetto (Il popolo dell'autunno):

[Nella parte precedente a questa sono messi in scena i deliri (ma neanche tanto) e l'insonnia del protagonista del brano seguente]

"<<Basta!>> gridò silenziosamente.
Si tolse l'altra scarpa, adagio.
Sua moglie sorrise nel sonno.
Perché?
Lei è immortale. Ha un figlio.
E' anche tuo figlio!
Ma quale padre lo crede veramente? Non porta pesi, non prova dolori. Quale uomo, come una donna, se ne sta disteso nell'oscurità, portando in sé il figlio? Quelle crature dolci e sorridenti possiedono il grande segreto. Oh che strani, meravigliosi orologi sono le donne. Il loro nido è il Tempo. Sono loro che fanno la carne, la carne che afferra e lega l'eternità. Vivono in quel dono, conoscono il potere, accettano, e non hanno bisogno di parlarne. Perchè parlare del Tempo quando sei tu il Tempo, e dai forma ai movimenti universali, mentre passano, li trasformi in calore e in azione? Gli uomini invidiano e spesso odiano quegli orologi, quelle mogli, perché sanno che vivranno per sempre. E quindi che cosa fanno? Noi uomini diventiamo terribilmente meschini, perché non possiamo aggrapparci al mondo o a noi stessi o a qualunque altra cosa. Noi siamo ciechi alla continuità, tutto crolla, cade, si fonde, si ferma, imputridisce e fugge. Perciò, siccome non possiamo dare la forma al Tempo, come siamo noi uomini? Insonni.
Le tre del mattino. Questa è la nostra riconpensa. Le tre del mattino, la mezzanotte dell'anima. La marea rifluisce, defluisce l'anima. E in un'ora di disperazione arriva un treno... Perché?"


Coincidenza :?:
Ok, vado a letto... :)

PS: Hols, ho infranto qualche copyright nel mio post? :loool:
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Buta
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Messaggio da Buta »

grande Ale :wink:

ancora non concordo ma e' sempre strano vedere che veramente tutto e'gia' detto e scritto..

per Shito...ma come ci si puo' tendere verso questo "assoluto" senza cmq una componente che non sia anche spirituale...non credo sia possibile..

attenzione forse intendiamo per spirituale cose diverse...
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dolcemind
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Messaggio da dolcemind »

Shito ha scritto:
Dunque, è proprio un sistema filosofico che si direbbe 'maschilmente sessista' (non 'maschilista') a riconoscere alla donna il suo primato di valore: in genere l'uomo NON percepisce il valore de SE' (io stesso penso di non valere nulla, il mio corpo non vale nulla, il mio essere in se non vale nulla), ma il valore dei suoi atti (posso fare, pensare, scrivere, creare cose di valore), mentre alla donna è riconosciuto un valore in sé (la donna oggetto, brava, bella, è valore in quanto sé stessa), e come tale va onorato, difeso, eventualmente vezzeggiato.
Shito ha scritto: Per un attimo lascia perdere ciò che la scienza ti 'insegna per certo', perché anche quella è fede, fede in qualcosa in cui 'credi' perché ti hanno insegnato a farlo.
Interessante...autodeterminazione del pensiero. Quello che teorizzo è vero perchè si rifà ad un filone di pensiero che ha tradizioni antiche. Che poi sia "maschilmente sessista" o non scientifico poco importa. La scienza è fede così come la religione. Ricorda un pò il mito della caverna...bisogna lottare per convincere i prigionieri ad uscire da essa...ma ne vale poi la pena?
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Messaggio da pippov »

Vampiretta ha scritto:Moderatori mi dispiace, ma quando è troppo è davvero troppo!!!
Vampiretta, mi spiace che te la stia prendendo tanto a cuore.
Hai presente i bambini che dicono cacca e poi si guardano attorno per vedere se gli adulti si arrabbiano?
Ecco, quelle particolari uscite di Shito hanno lo stesso scopo/valore.
Se ti riesce, impara a lasciarle cadere nel vuoto e a concentrarti su altri spunti che i suoi interventi indubbiamente contengono.
Sennò rispondi, ma sapendo che è proprio lì che gli dai più soddisfazione, perchè gli dai l'attacco per uno dei soliti sproloqui sull'ipocrisia del mondo moderno, e tutto il resto che ormai ben conosciamo.
Si tratta della mia filosofia di vita. Io rispetto tutti, se qualcuno dice che Mourinho non e' meglio di lui sono d'accordo. Ma non posso vivere in questo mondo competitivo pensando che qualcuno sia meglio di me - Jose' Mourinho
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ghila
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Messaggio da ghila »

Circa l'autodeterminazione e l'essere eudemoni avevo chiesto un parere poco tempo fa anche ad un amico che mi ha risposto con parole per me assolutamente incomprensibili.
Che ci devo fare se la filosofia è per me materia mai studiata?

Vi propongo comunque lo scritto nel quale troverete parecchie cose già dette, alcune riflessioni che esulano dal contesto, ma altre che potrebbero aiutare l'approfondimento.

Sull'amore avrei anche io molto da dire, ma mi servirebbe tempo e forse mi sentirei incoerente. A parole il mio sembra Amore, ma vi assicuro che nella pratica sono molto inadatto a viverlo. Compio molti errori, ma mi conforta l'idea di non essere il solo.
Ringrazio a questo proposito Muska perchè le sue parole d'incoraggiamento (io le vedo così) mi sono davvero di conforto su questo terreno impervio, dove parlare è facile, ma vivere è assolutamente inumano.

Vi dirò la mia. Probabilmente fra due pagine di topic (e qui il copyright è mio, Hols!) :P

E ora l'aramaico di Shifrapua:

A me sembra che riguardo alla tesi eudemoni per sé ci sia alla base una nozione di Verità astratta dalla propria configurazione concreta-fattuale, cioè storica.
In questa “deriva” eudemone (perché null’altro è che questo) la nozione stessa di “essere” (leggi: persona) è ridotta a un mero principio formale: ossia un cogito che (deve) attiva(re) per se stesso la propria inferenza metafisica. Inoltre in questa ottica tale cogito guadagnerebbe in purezza quanto più è assolutamente considerato, cioè tanto più il soggetto è solipsisticamente considerato. Il primato della relazione, attestato fenomenologicamente, è ipotecato fin dall’inizio – mi sembra - in questa ottica.
Mi sembra inoltre che ci sia un’interpretazione dogmatica della Verità: la sintesi veritativa è considerata originariamente di pertinenza del piano riflessivo-concettuale (dove, l’esperienza storica è soltanto l’occasione contingente per il riconoscimento di una struttura permanente dell’essere che attende di essere teoricamente – sic! - adeguata).
In questo pensiero trovo una carenza ermeneutica a integrare la storicità (perché negata) della Verità nelle condizioni originarie della sua evidenza, cioè nelle condizione empiriche.
La verità inoltre non vuole essere assolutizzata in una data filosofia, dato che è sempre mediata attraverso di essa. Non si tratta – intendimi - di insegnare una doppia verità, ma bisogna ricordare che essa è, in primis, storia.

Personalmente, preferirei bere doppi whisky e dilungarmi a raccontare la non-storia di una passione erotica mai consumata piuttosto che fare commercio con la realtà (e la religione) attraverso tali presupposti. Quindi… se vuoi parlarmi, vieni a trovarmi in qualche pub dove servono Talisker.


:roll:
Ultima modifica di ghila il mar lug 03, 2007 10:26 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Hols »

ali con le ali ha scritto: L'unica cosa che ho da obiettare é il punto 2.Anzi, più che obiettare diciamo che non ho capito. Non ci potrebbero essere Verità non-razionali?
Ovvio che potrebbero esserci. Io personalmente ne sono convinto.
Ma ho deciso di rimanere ancora una volta dentro i binari logici fissati dai postulati.
L’approccio nel suo complesso è puramente razionale, per cui, deduco che inconsciamente si reputi la Verità come qualcosa comprensibile solo attraverso la ragione. Altrimenti tutti i successivi passaggi perderebbero ogni significato.
Il mio post delirante voleva solo mettere in luce anche i passaggi logici più nascosti, perché c’è sempre il rischio di dare per scontate molte cose che in realtà non lo sono proprio per niente.

Quel che ho dedotto io è che, alla fine, ci sono troppi errori metodo-logici per rendere il sistema credibile.
Applicare categorizzazioni razionali a ciò che non lo è, operare riduzioni semantiche ingiustificate o viceversa estendere in maniera altrettanto ingiustificata volontà normative ad ambiti che non le competono, sono tutti errori formali, prima che di contenuto.
Non parlo di interpretazioni o di sistemi a confronto, con relativi rischi di incomprensioni o incomunicabilità, parlo di una non perfetta applicazione di un metodo logico che si è scelto di usare.
Se nell’insieme la macchina può risultare coerente, scendendo nel particolare si scopre invece che è falsata da se stessa.

La cosa tragica è che si vuole applicare un sistema del genere ad una relazione amorosa.
Ettecredo che Vampiretta si indigna!
Vampiretta ha scritto: Non state parlando di animali, non state parlando di essere immaginari, ne di cavie da laboratorio. State parlando di NOI che scriviamo con voi su questo forum ogni giorno.
Quando all’inizio avevo scritto “Speriamo che almeno il guinzaglio sia comodo…”, mi era venuto un flash inquietante: cosa ci vieta di pensare che, in fondo, l’unica facoltà pienamente umana sia la ragione, intesa come Logos?
E cosa ci vieta, quindi, di considerare tutto ciò che non rientra in questa categoria, come non-umano o sub-umano? E a sto punto, cosa distinguerebbe la donna da un cane o da un cavallo?
Solo il fatto che è geneticamente compatibile per la riproduzione, penso.
Sarebbe l’animale più simile all’Uomo, che dovrà essere trattato con un pizzico di riguardo finchè è in grado di garantire il prosieguo della specie. Ma niente di più.
Cosa mi vieta, visto che di animali si tratta, di averne un harem (o stalla che dir si voglia)? Cosa mi vieta di metterle un guinzaglio e di farla camminare a quattro zampe per strada? A rigore proprio nulla.
Oh, non è detto che non provi proprio nulla per lei, anzi: mi ci posso affezionare proprio come ad un cucciolo di pastore tedesco. Potrò insegnarle a stare seduta, a scodinzolare, a riportarmi il bastone.
E lei potrà insegnarmi la dedizione assoluta (ci sono cani che sono rimasti giorni a vegliare il corpo del padrone morente). Ma alla fine mi potrei anche stufare e decidere di abbandonarla in autostrada.
I talebani sono già arrivati a conclusioni simili. Sono forse criticabili secondo l’ottica del sistema? Io dico di no.

Su questo volevo avvertire Shito.
Sminuire a tal punto una donna significa generare trogloditi talebani e cani spauriti che girano per l’autostrada.
E farlo utilizzando un sistema logicamente falsato è ideologia, fideismo o autoinganno, (visto che non posso tirare in ballo valori morali o etici di altra matrice).

Comunque limitarsi a criticare un sistema è una cosa fin troppo facile.
Ben più difficile è trovare una strada alternativa e coerente, e farla propria.

Io non ho sistemizzato (e mi guardo bene dal farlo) una mia visione filosofica della vita, dell’universo e di tutto quanto. La cosa che più si avvicina ad un "sistema" è un approccio che potrei chiamare “i 25 fotogrammi al secondo”, tanto per dargli un nome (ma di questo ve ne parlo un’altra volta de-he-hi-ho-ho!).

Non ho mai sistemizzato nulla perché credo che il punto di vista razionale resti, appunto, un punto di vista.
Sono ben conscio del fatto che la mia mente sia limitata e non mi azzarderei mai a precludermi altre strada, non logiche, per giungere alla verità.

Per quanto riguarda la mia lei, infatti, sono almeno tre i pilastri su cui ho deciso di far poggiare la mia relazione: testa, cuore e tette!
E glielo pure detto, e lei, da persona intelligente quale è, ha capito al volo.

Io penso che la fisicità in un rapporto sia essenziale tanto quanto l’affinità intellettiva.
Anzi, probabilmente di più, perché solitamente il primo contatto, quello che fa scoccare la scintilla è meramente fisico. Uno sguardo, una parola, o poco più.
Il sentimento, la comprensione reciproca, la complicità, sono tutti passi successivi.
In principio era il corpo, altro che il Logos!
E io credo nella VERITA’ di un corpo. Una verità che non riesco a spiegare con categorie logiche perché è totalmente altra, ma non per questo meno vera.

Se davvero intendo costruire una relazione, però, non potrò certo fermarmi lì.
Relazione significa apertura e apertura implica fiducia. E io non posso fidarmi di ciò che non conosco almeno in parte.
Se si tratta di “una botta e via” potrebbe bastarmi la conoscenza corporale, che non mi mette in discussione dal punto di vista dei sentimenti o della comprensione.
Ma se davvero voglio prendermi cura di una persona ed affidarmi a lei, dovrò sforzarmi di conoscerla nella sua interezza: per questo oltre alle tette sono importanti la testa e il cuore!

Magari ci sarà davvero un’affinità tale da arrivare in poco tempo a capirsi con un semplice sguardo, ma non escludo che il rapporto possa costruirsi anche in maniera difficoltosa, con ripensamenti, rotture, riappacificazioni.
E’ una relazione delicata e fragilissima, che si gioca sempre sul filo della sincerità e della quotidianità.
Una relazione speciale che spicca nel mare delle relazioni "ordinarie" in cui siamo immersi.
Una relazione che DEVE cambiare nel tempo per sopravvivere.
Una relazione che può contemplare anche il fallimento, certo. Un fallimento però che non rende vani tutti gli sforzi fatti.

Vabbè basta davvero stavolta (comincio ad essere stufo °_°).
In chiusura, faccio pure io la mia dotta citazione che forse riassume quello che io intendo davvero per relazione d'amore.
La prendo da quello che considero uno dei migliori film d’Amore (con la maiuscola) che abbia mai visto:
Spoiler:
La Marcia dei Pinguini! Sorpresi, eh!?:PPPP
“Danzeranno sul più lungo dei loro inverni e come danzatori, si perderanno e si ritroveranno, e se il loro balletto sarà armonioso, vivranno..”
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Messaggio da ghila »

Hols apre le danze e io le chiudo con un pensiero a me caro: a mio avviso Amore è, in ordine di avvenimento:
- Illusione
- Delusione
- Dedizione.

Termini che esplicano bene a mio avviso il percorso dell'amore, dalla cotta alla vecchiaia. Per ognuno servirebbe una paginetta, ma forse non è vero o forse approfondiremo con il tempo.
Continuamo le sparate:
Potenzialmente ogni persona può essere considerata "amabile", chiaramente sempre in base ad "affinità elettive" che ci attraggono (e qui do ragione a Shito); non esiste il principe azzurro perchè anche al principe puzza il fiato! Cioè oguno porta i propri pregi e difetti nella coppia. E spesso un difetto è una caratteristica visto dall'altra come negativa, non una caratteristica negativa in toto.
Un curioso può essere apprezzato da una e disprezzato da un'altra.
Può anche essere una differenza fra modi di intendere la vita fra una famiglia e l'altra. Io cucino con 3 chili di burro e la mia lei con un filo d'olio e senza sale. Qui c'è da intendersi: tu hai ragione, ma io non ho torto...
Cose banali? Pensa, si chiama quotidiano.
Pensate davvero sia possibile trovare qualcuno che trova tutte le nostre caratteristiche (anche quelle solamente negative) totalmente buone?

Allora l'Amore è un seguire al ribasso?
Assolutamente no perchè la scelta di una sola persona e l'idea di vivere CON lei (PER lei? mmmmmh) è incredibilmente elevata, come ho detto, a mio avviso, assoltuamente divina.

Fra cinque miliardi di teste, cuori, tette ho scelto te.
Non mi sembra poco...

Post banale, pieno di sentenze capitali senza i dovuti approfondimenti. Me ne scuso, ma mi ero promesso di farne uno migliore appena avevo tempo (fra due paginette appunto) e invece arriva Hols e... :wink:

approfondiremo.
Ultima modifica di ghila il mar lug 03, 2007 11:32 am, modificato 3 volte in totale.
Raro concedit, numquam negat, semper distinguit