Non credo sia un caso, dato che la matematica come ogni scienza umana *nasce* dalla mente (e quindi dalla percezione) umana. Il semplice fatto della percezione delle succesioni (a partire da quella temporale, ovvero di prima-dopo, causa-effetto) è semplicemente perché siamo esseri sincroni. La matematica è del resto una astrazione umana della realtà umanamente percepita.Ani-sama ha scritto:Riprendo uno spunto da qui.
In fondo, sai, è solo un caso che la matematica funzioni così bene per costruire modelli della realtà (percepita). Però tant'è, e quindi è utile continuare ad usarla per questo scopo.Shito ha scritto:@ Raghnar + AniSama: sì, credo anch'io che la freccia scoccata ai limiti dell'universo non raggiungerà mai l'albero che la tartaruga raggiungerà prima di Achille piè veloce, e al liceo si giocava con calcolo infinitesimale e pensiero filosofico. Non c'entra con la morale, no.
Credo anche io sia utile usarla e continuare ad usarla.
Sì sì, appunto dicevo che al liceo era divertente capire il bug di 2000 anni prima dato dalla non conoscenza del calcolo infinitesimale. Tuttavia, è una questione di punti di vista. Se la domanda fosse: quand'è che Achille smetterà di potersi avvicinare ultieriormente alla tartaruga? La risposta sarebbe, mai. Come per ogni tendenza di limite, no?Nella realtà, Achille raggiunge (e supera) la tartaruga: lo vediamo tutti con i nostri occhi (tu compreso anche se vuoi fare l'alternativo ). Nella modellizzazione matematica fatta con il famigerato calcolo infinitesimale, succede lo stesso.
Il discorso della distinzione tra matematica e fisice è vero quanto ovvio.
Si potrebbe parimenti dire che, se non esistessero ambiti di applicazione pratica della matematica, essa sarebbe inutile, ovvero non la si userebbe per altro che futile masturbazione mentale (futile in quanto, come ogni gioco di cose definite deduttivamente, 'i conti sono destinati a tornate')