La terra trema

Non sapete dove postare? fatelo qui!

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atchoo
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Re: La terra trema

Messaggio da atchoo »

Probabilmente lo avete già letto, magari tramite e-mail o su Facebook.
Che ne pensate? Curiosamente, parlando con un collega qualche giorno fa, ho espresso concetti molto simili.
Pure io non ho donato neanche un euro.

"Ma io per il terremoto non do neanche un euro..."

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo.
So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede.
Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.
Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera.
Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo.
Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.
C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?
Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.


Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.
Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa?
A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.
Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata.
Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.
Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.
Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.
Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.
Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.
Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.
Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.
E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.

Giacomo Di Girolamo
Ultima modifica di atchoo il mar apr 21, 2009 8:46 pm, modificato 1 volta in totale.
atchoo
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Re: La terra trema

Messaggio da atchoo »

Questa è l'auto-risposta.

Ma alla fine per i terremotati l’euro non l’ho donato (una risposta che le vale tutte)

Ho ricevuto nell’ultima settimana migliaia di messaggi, centinaia di mail. Sono stato protagonista (e un po’ vittima) dello spietato meccanismo dell’informazione: interviste a raffica, domande a volte fuori luogo (“può essere il suo il manifesto di una nuova sinistra?”, “pensa di candidarsi alle europee?”), attacchi di pancia, critiche giuste e non.

Vedevo grandissima agitazione intorno a me, mentre io mi tranquillizzavo appellandomi ad una piccola verità di Stefano Benni: “In Italia ogni tipo di sgomento nell’opinione pubblica dura in media tre giorni”.

Il quarto giorno finalmente è arrivato, gli animi si sono calmati e posso dare una risposta a tutti, da chi mi voleva santo, a chi mi credeva porco.

L’editoriale “Scusate ma per i terremotati non do nemmeno un euro” è nato sabato pomeriggio, vigilia di Pasqua, al termine di una settimana in cui sentivo di giorno in giorno crescere dentro uno stato di ansia, indignazione, rabbia, per i fatti successi in Abruzzo.
Stavo male, e non sapevo il perché. Così, non ce l’ho fatta a tenere dentro tutto il dolore che provavo per quello che avevo visto e sentito sul terremoto e ho deciso di utilizzare lo spazio delle lettere di http://www.marsala.it non per rispondere ad un lettore ma per rispondere ad un paio di domandine mie: “Cosa provi di fronte a quello che vedi?”, “Perché stai così male?”.
E l’ho fatto.
Poi ogni cosa è venuta da se. Il commento ha fatto in poche ore un primo giro sui blog, poi è approdato su Facebook. I social network sono degli amplificatori di contenuti: se c’è un’idea che viene avvertito da molti come un sentimento comune, allora quel pensiero gira, e non conosce ostacoli.
Il mio sfogo è stato ripreso e segnalato da centinaia di altri siti. Inviato via mail (anche a me!) come catena di Sant’Antonio. Poi ci si è messo Sofri, e Anno Zero, e La7, e la Rai, e tutto il resto….
Ho fatto decine di interviste, come se fossi una star. In realtà non volevo che si parlasse di me, ma di quello che avevo scritto, per dar voce ad una fetta di persone (una minoranza? credo di no) stanche di certi rituali.
Fatto ciò, mi sono ritirato in buon ordine. Proprio perché sono un comunicatore, il mio ruolo non è quello di indicare soluzioni, ma di dare voce ai pensieri e alle idee, anche quando sono scomode. Ma non ho soluzioni. Come un buon portiere di calcio: bravo per quanto puoi essere, più dello zero a zero non puoi fare.
In altre parole, per quelli che mi hanno chiesto: qual è la soluzione a tutto quello che tu hai denunciato? La mia risposta è : non lo so. La corruzione è per certi aspetti endemica in Italia. L’unico contributo che noi cittadini possiamo dare per ricostruire l’Italia (cominciando proprio dall’Abruzzo) è fare ognuno, bene, il proprio dovere.
Purtroppo però il senso della responsabilità si è perso. Ed è proprio per questo che io l’euro non l’ho voluto dare. Anche se ho fatto una cosa molto più importante (il mio dovere): ho voluto guardare l’orrore del terremoto, e dell’Italia del terremoto, negli occhi. Nell’attesa che quell’Italia mi restituisse lo sguardo.

Il successo di quello che ho scritto è la testimonianza che qualcosa si muove. Ma i nodi dell’informazione e della formazione fanno parte di un sistema culturale che non mira a fare crescere un’opinione pubblica attiva. Al popolo bambino basta il calcio la domenica e i culi delle ballerine in tv. Il malcostume viene riconosciuto per furbizia, scaltrezza. Pochi si ribellano. Ogni tanto si aprono – come in questo caso – dei momenti di verità, quasi che il velo si squarciasse. Ma dura solo pochi attimi. E’ “la pioggia che si trasforma in luce” dell’”Eleganza del Riccio”. Poca cosa. Ma vale già di suo la pena per pensare, in attimi di ottimismo incontrollato, che forse questo paese lo stiamo già cambiando e che una rivoluzione può vivere anche di episodi minimi come il mio.

Questa storia ha comunque un epilogo.

Ad un certo punto hanno scritto e chiamato in redazione alcune persone. Chiedevano di me e mi dicevano: “Guarda, sono d’accordo con quanto hai scritto. E’ per questo che ho deciso di donare un euro anche per te”. Erano persone anziane, per lo più. Nella loro voce c’era il tono sommesso che hanno gli anziani quando cercano di mettere pace tra le persone e nelle cose.
Che pecoroni, ho pensato. Uno dice “non do un euro” e invece provoca l’effetto contrario.
Un po’ mi sono sentito prigioniero. Credo di aver raccolto indirettamente 12 – 15 euro, proprio io, che di euro non ne darò neanche uno.
Erano anziani anche quelli che mi scrivevano via mail con lo stesso messagio: “Do un euro anche per te”. Manifestavano la loro età nella scrittura rigida e nella digitazione incerta di chi non ha assolutamente confidenza con la tastiera: caratteri in maiuscolo, rispetto estremo della forma, modi da carta uso bollo.
Erano anziani.
Pecoroni.
Poi ho pensato alle parole di Sofri (anche lui anziano, in fondo …). E al fatto che - alla fine di tutto – c’è un valore che ci fa camminare comunque a testa alta. Ed è la nostra dignità. Ho pensato che molte famiglie oggi campano grazie alla pensione del nonno, che molti miei coetanei precari vivono grazie ai genitori, che lo stato sociale oggi, realmente, sono gli anziani.
Un lettore una volta mi ha scritto: sa cos’è la povertà? Portare la mia bambina dai nonni una volta a settimana per farle mangiare una fettina di carne.
Quelli che lo Stato dovrebbe assistere si fanno loro stessi Stato quotidiano. E una manciata di questi ha anche stiracchiato silenziosamente un altro po’ la pensione per versare un euro in più per i terremotati: il mio.
Io sono povero tra poveri. E dai poveri ho imparato che quando credi che tutto sia finito, ti può sempre arrivare un alito di fiducia.
L’euro non l’ho donato. Troppa rabbia dentro. Mi considero sospeso da cittadino italiano e non ho motivo per tornare indietro. Ma ringrazio quelle persone che si sono sentite in dovere di sobbarcarsi un doppio dolore: il dolore dei terremotati, e il dolore di chi per la rabbia è rimasto senza parole.

Due monete, hanno versato.
Una di carità.
L’altra di speranza.

Mia madre, proprio lei, è stata la prima.

Giacomo Di Girolamo
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Re: La terra trema

Messaggio da Buta »

Bellissimi articoli,,,sono d accordissimo anche se era "solo" una provocazione. Nei panni di un terremotato abruzzese mi piacerebbe pensare che dove non arriva uno stato sbandato ..arrivi la solidarieta' di gente buona
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Re: La terra trema

Messaggio da Shito »

Che noia queste persone che cercano visibilità riscoprendo ogni settimana che sì, gli italiani sono italiani.

"E del resto l'acqua bagna", viene da aggiungere.

Anche questo, del resto, è un post scontato.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Heimdall
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Re: La terra trema

Messaggio da Heimdall »

Shito ha scritto:"E del resto l'acqua bagna", viene da aggiungere.
È vero Gualtiero, l'acqua bagna ma, a voler ben vedere, ce lo ripetono le opere più rilevanti dell'ingegno umano almeno dall'Iliade o dalla Bibbia in poi, e con uno stile così elevato da rendere difficile la vita degli epigoni d'ogni genere. Da lì in poi, sono variazioni sul tema. Dovessimo stare a questo assunto non dovremmo dire più niente e, ne convengo, talora sarebbe meglio: non avremmo Melissa P. ma non avremmo neppure Miyazaki.

Nel caso specifico, mi pare che in queste ultime due settimane si sia assistito ad un'orgia mediatica di pensiero unico - in buona o mala fede, non so e qui non m'interessa appurarlo - ma sempre di pensiero unico si è trattato. Chi ha provato a dissentire facendo informazione (anche in questo caso non fa testo se di buona o cattiva qualità) è stato azzittito in malo modo; abbiamo dovuto assistere a squallidi siparietti in cui è stata solertemente e ansiosamente zittita persino una microbattuta del mago Silvan (mio dio, ma si può immaginare un personaggio più "impolitico" di lui?).

Il giornalista Di Girolamo ha scritto la propria opinione sul sito web del proprio giornale come tu o io possiamo venire a postarla qui o sui rispettivi blog: lo si fa per dare nuove informazioni a chi non ne aveva, per proporre propri punti di vista, per cercare eventualmente un riscontro, un confronto, un arricchimento; per amore di discussione. Non mi pare che - come lui stesso ha rimarcato - abbia inteso proporsi come capopopolo o divenire una star: parrebbe strano ma talora vi sono giornalisti che si comportano come la loro deontologia imporrebbe. E sì che in questo periodo avrebbe potuto persino fondare un partito: dopo "L'Italia nei malori" (sic) o "Dr. Cirillo - Preservativi gratis", vuoi che di posto per "Giacomo Di Girolamo - Partito del non do neanche un euro" non ce ne fosse?
A me pare che si sia limitato a mettere in fila alcune osservazioni, che l'abbia fatto non senza una certa dose d'ironia, che non abbia mancato lui per primo di non prendersi sul serio fino in fondo: si è limitato a manifestare il proprio disagio di fronte al nauseante muro della solidarietà a tutti costi e si è posto qualche elementare problema relativo alle norme e alle modalità di funzionamento del consesso sociale. Sinceramente, non ci vedo nulla di male né di così scontato. ;)
Buta ha scritto:mi piacerebbe pensare che dove non arriva uno stato sbandato ..arrivi la solidarieta' di gente buona
A me piacerebbe che lo stato non fosse sbandato e che la solidarietà della gente buona non gli offrisse l'ennesimo alibi per esserlo.
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Ratto Volante
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Re: La terra trema

Messaggio da Ratto Volante »

Heimdall ha scritto:Nel caso specifico, mi pare che in queste ultime due settimane si sia assistito ad un'orgia mediatica di pensiero unico - in buona o mala fede, non so e qui non m'interessa appurarlo - ma sempre di pensiero unico si è trattato. Chi ha provato a dissentire facendo informazione (anche in questo caso non fa testo se di buona o cattiva qualità) è stato azzittito in malo modo; abbiamo dovuto assistere a squallidi siparietti in cui è stata solertemente e ansiosamente zittita persino una microbattuta del mago Silvan (mio dio, ma si può immaginare un personaggio più "impolitico" di lui?).
Non è che questa sia una pratica recentissima per il nostro paese, visto che anche dopo il Vajont la nazione intera (soprattutto quella "ufficiale) si inalberò contro quelli che, come Tina Merlin per fare un nome, da anni andavano denunciando quello che stava accadendo.
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Re: La terra trema

Messaggio da Betty »

L'altro giorno ho visto un programma ("Cominciamo Bene" su RaiTre) dove erono stati invitati alcuni ragazzi che abitavano la Casa dello Studente: le scosse sono cominciate ad ottobre, provocando a lungo andare numerose crepe sui muri/pilastri portanti, tanto che, poco prima delle terremoto, dei tecnici hanno fatto un sopralluogo concludendo che tutto andava bene e non c'erano pericoli.
Ma molti studenti fortunatamente hanno pensato bene di andare via dallo stabile perchè i danni strutturali molto evidenti non li facevano stare tranquilli, nonostante il parere degli "esperti".

Non so che commentare, riporto solo quello che ho sentito...ma sembra la cronoca di un disastro annunciato..
Ho capito che non si può prevedere un terremoto...ma i segnali d'allarme c'erano tutti, contando che la zona è a rischio sismico.
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Re: La terra trema

Messaggio da pippov »

Boh... Io ero a L'Aquila pochi giorni prima, da un cliente. Loro erano tesi e preoccupati (in ufficio tenevano porte e finestre aperte pronti alla fuga), e a me sembrava follia pura. Ma purtroppo avevano ragione loro...
Ti dirò di più. A casa, non so se ci hai fatto caso, abbiamo delle crepe dall'estate scorsa. Stavano facendo accertamenti, indagini, ipotesi. E' arrivato il terremoto, leggero da noi per fortuna, e non si è mosso nulla.

Cioè... A posteriori, a mente fredda, è facile ragionare, parlare, indignarsi. Ma come molti se ne sono andati da quel palazzo, molti sono rimasti. E, magari, se non ci fosse stata quella scossa, il palazzo sarebbe ancora lì. Non si può lasciare all'apprezzamento del singolo (inquilino, geometra o ingegnere che sia) la scelta se applicare o meno determinate misure.
Il punto è che ci sono regole, l'applicazione non può essere questione di crepa, di lesione, di danno. Deve diventare una questione "di principio"!

La solita discussione "sull'emergenza", che fra 2 mesi finirà nel nulla...
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Re: La terra trema

Messaggio da Raghnar »

pippov ha scritto: Non si può lasciare all'apprezzamento del singolo (inquilino, geometra o ingegnere che sia) la scelta se applicare o meno determinate misure
Beh all'apprezzamento del singolo e` la scelta di determinare se la costruzione sta in piedi e di apporre la propria firma che dichiara l'edificio agibibile...

Le regole ci sono ma non so non vengono rispettate (al solito) o sono ridicole (al solito) o entrambe le cose (al solito), voglio dire il grattacielo Taipei 101 in fase di costruzione (grattacielo un tantino piu` alto della casa dello studente, senza essere concluso quindi senza essere ancora bilanciato e rinforzato alla perfezione) ha subito scosse 2/3/4 volte piu` intense rispetto a quella che ha sconquassato l'aquila, ed e` ancora li`, bello come il sole.
Ovvio che nessuno pretende che ogni costruzione in zone centr'italiche debba essere orgoglio dell'ingegno antisismico umano, ma a volte ci si potrebbe domandare perche` alcune case crollano come castelli di carte, ed evitare di essere davvero indecenti come Berlusconi asserendo di non preoccuparsi delle indagini e pensare a costruire.
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Re: La terra trema

Messaggio da pippov »

Raghnar ha scritto:Beh all'apprezzamento del singolo e` la scelta di determinare se la costruzione sta in piedi e di apporre la propria firma che dichiara l'edificio agibibile...
E questo cosa risolve in caso di terremoto forte? Che hai un responsabile-colpevole? Bel risultato...
Certo, a posteriori è giusto individuare gli assassini, ma se magari prima ci si preoccupa di non avere morti è meglio, no?

Io dico, molto più banalmente, che se la regola dicesse "Le case in zona sismica di livello 1 e 2 devono essere costruite o ristrutturate secondo i seguenti criteri" OGNI edificio che non rispettasse quei criteri dovrebbe essere automaticamente inagibile.
Come fa un povero tecnico a decidere a spanne se un palazzo è agibile o meno? Se una crepa è destinata a provocare il crollo o no? E' un tecnico, mica un veggente...

Il problema non è il grattacielo di Taipei. Che edifici "resistenti" si possano costruire è banale. Il problema vero è che OGNI edificio deve essere resistente! La forza del Giappone non è che i grattacieli di Shinjuku resistono ai terremoti. E' che il Giappone intero è costruito in modo da resistere. Beh, è quella la soluzione...
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Re: La terra trema

Messaggio da Raghnar »

pippov ha scritto:Beh, è quella la soluzione...
Tale risultato non puo` essere perseguito finche` i responsabili dei vecchi disastri la fanno franca in larga misura.
La teoria dei giochi spiega come l'uomo tenti sempre di massimizzare il proprio guadagno, finche` non si rende sconveniente costruire male punendo seriamente chi ha costurito male in passato e continua a costruire male, i costruttori senza scrupoli continueranno a massimizzare i loro profitti massimizzando la percentuale di sabbia nel calcestruzzo.

Dire "beh, una volta che hai il responsabile che te ne fai? Pensa a ricostruire piuttosto!" e` continuare a coltivare con condiscendenza incosapevole questa cultura del "chi ha dato, chi ha avuto avuto" che alimenta l'illegalita` in questo paese.

E` per quello che in giappone le case stanno su anche con terremoti 10, 20 volte piu` intensi di questo. E` per questo che, nonostante le tragedie N che ci hanno investito durante il '900, continua ad esserci una N+1 per eventi che non hanno nulla di eccezionale.
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Re: La terra trema

Messaggio da pippov »

Raghnar ha scritto:Tale risultato non puo` essere perseguito finche` i responsabili dei vecchi disastri la fanno franca in larga misura.
E quindi come la risolvi? Mandando in giro una squadra di geometri a mettere firme su moduli prestampati? In che modo una firma evita il crollo di un palazzo?

Io dico che domattina OGNI palazzo in zona a rischio deve essere messo a norma, a spese del costruttore se possibile, sennò a spese degli inquilini. Punto. L'obbiettivo primario deve essere che il palazzo non crolli, non avere un responsabile nel caso succeda!
In che modo questo sia sintomo di connivenza non riesco a capirlo...

Certo, lì adesso non si può fare altro che correre dietro ai delinquenti (e non credo che ricostruzione e indagini siano l'una alternativa all'altra... non si può ricostruire mentre si indaga?).
Ma tendenzialmente io sarei per la prevenzione coatta, detta anche "rispetto della legge"...
Si tratta della mia filosofia di vita. Io rispetto tutti, se qualcuno dice che Mourinho non e' meglio di lui sono d'accordo. Ma non posso vivere in questo mondo competitivo pensando che qualcuno sia meglio di me - Jose' Mourinho
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Re: La terra trema

Messaggio da Raghnar »

pippov ha scritto:Io dico che domattina OGNI palazzo in zona a rischio deve essere messo a norma, a spese del costruttore se possibile, sennò a spese degli inquilini. Punto. L'obbiettivo primario deve essere che il palazzo non crolli, non avere un responsabile nel caso succeda! .
Senza avere un responsabile nel caso succeda, senza pagarne le conseguenze, i costruttori continueranno a costruire case fatte di merda.
In giappone, in USA, le case resistono non certo perchè c'è il poliziotto che fa il giro di ogni casa del paese e chissàcome mette a norma (chissacome dato che il 60% delle infrastrutture antisismiche necessarie stanno nelle fondamenta, che per definizione non si possono vedere a meno di buttare giù il palazzo), ma perchè sono costruite a norma, perchè il costruttore se non lo fa ne paga le conseguenze, che possono essere dal perdere la licenza ad andare in galera per omicidio colposo, mica una multina.

Senza punire i responsabili non si può "forzare la legalità" come per magia, è come voler uccidere le mosche tenendo la mano aperta.

Curare il popolo è come curare i bambini: se gli dici "non fatelo" stai sicuro che se ne hanno voglia (a.k.a. se ci guadagnano) lo faranno, se gli dici "non fatelo se no TU ne paghi le conseguenze" allora iniziano a non avere più tanta voglia di farlo consapevoli che c'è sia il prima che il dopo (a.k.a. il payout diventa troppo forte).

E questo in ogni ambito giuridico.
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Re: La terra trema

Messaggio da Heimdall »

pippov ha scritto:
Raghnar ha scritto:Tale risultato non puo` essere perseguito finche` i responsabili dei vecchi disastri la fanno franca in larga misura.
E quindi come la risolvi? Mandando in giro una squadra di geometri a mettere firme su moduli prestampati? In che modo una firma evita il crollo di un palazzo?
Nel modo che il geometra, prima di mettere la firma, se sa che verrà perseguito in maniera implacabile, si adopererà con tutte le sue forze per verificare che l'edificio, se nuovo, sia costruito a norma, se già esistente, sia abitabile ed eventualmente indicherà una classe di rischio che possa determinare con un minimo di certezza le priorità nell'evacuazione, quando fosse il caso. Mica poco. In Lombardia non abbiamo grandi problemi sismici, ma - anche se non siamo sicuramente degli stinchi di santo - prova a vederlo il geometra di un ufficio tecnico, a derogare spensieratamente, per dire, alla normativa antincendio nella costruzione di una scuola.

Mi trovo completamente d'accordo con Raghnar, pippov: siamo d'accordo tutti - è pleonastico - che le indagini non riportano in vita i morti. Possiamo anche produrci in dichiarazioni dal sapore vagamente populistico, del tipo che i soldi del ponte sullo stretto, destinati in larga parte alla mafia vengano tutti impiegati per l'assestamento antisismico degli edifici esistenti nelle aree maggiormente a rischio, ma eviterei di cercare grandi soluzioni immediate e altisonanti. Sappiamo bene che siamo il paese dello sconcio urbanistico, il paese che stava approvando il "piano casa" che permetteva di aumentare le cubature fino al 35% con la sola dichiarazione di un professionista abilitato, il paese che stava per introdurre una deregulation nella normativa antisismica (rapidamente sbianchettata da mani diligenti nella notte del terremoto), il paese del condono edilizio: è solo questo il motivo per cui si può pensare che la firma del geometra sul modulo prestampato non valga niente e non serva a niente. Si parla di raccolta differenziata dei rifiuti e la critica è: "non siamo mica la Norvegia", si parla di pagare le tasse "non siamo mica gli Stati Uniti", si parla di costruzioni antisismiche "non siamo mica il Giappone". E questa gente, come se li è costruiti questi risultati? Finché continuiamo a dire che l'emergenza sta da un'altra parte, hai voglia a gettare il seme di una reale cultura della prevenzione.
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dolcemind
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Re: La terra trema

Messaggio da dolcemind »

Ho sempre pensato che le persone siano pietose per le piccole cose e ciniche sulle grandi, in fondo (citando le frasi di un romanzo di Eco) "si fa quel che si può, il resto è colpa di Dio". Solo poche e straordinarie persone sono in grado di compatire, cioè di condividere la sofferenza di tutto il mondo, oppure di persone lontanissime dalla propria vita.
Le frasi riportate da Atchoo mi hanno fatto pensare, invece, che la società di oggi ci rende cinici anche sulle piccole cose (in questo caso l'euro citato). Cinismo che ci rende pessimisti ed apatici, forsanche egoisti, fortemente correlato alla moderna società ed all'insicurezza che essa trasmette all'individuo.