megaloman ha scritto:cosi' come il gusto e il senso dell Arte di Ghila ( che perdonami non capisco perche' cerchi approvazione in maniera cosi' svilente)
Ringrazio tutti per gli ottimi dibattiti che stanno scaturendo.
Ringrazio anche megaloman che effettivamente coglie molto di quanto da me pensato riguardo l'arte. Non avere timori di intraprendere discorsi complessi, in questo forum se ne sono fatti di splendidi, e altrettanti verranno fatti. Ne è la dimostrazione che nel procedere del thread si entra sempre più nella disamina complessa dei problemi legati "all'Arte" nei suoi vari aspetti.
Vorrei chiedere innanzitutto a megaloman cosa intende per "cercare approvazione in maniera così svilente"? Non certo perché me la sia presa, ma semplicemente perché hai centrato un punto debole del sottoscritto e non capisco che lo evinci dall'opera (e allora sarei felicissimo!) o da quanto scritto (e da COME è scritto) su di essa.
Continuando: un bacio con schiocco ad Ali per quanto ha espresso nei confronti degli esecutori non glielo toglie nessuno!
Concordo, anche se non pienamente, nei principi di fondo di quel che lei ha detto.
Cito:
Ali ha scritto:Si tratta piuttosto di una forma molto alta di artigianato, in cui si dà vita con maggiore o minore forza all'opera d'arte altrui; il vero artista è chi ha composto la musica.
Concordo nel senso che l'esecuzione prevede certamente una riflessione verso l'opera d'arte di tipo critico, analitico e manca totalmente la dimensione della creatività, che di solito cozza con la dimensione ben più accettabile della filologia.
Ma anche nelle esecuzioni esiste un'urgenza interiore che l'esecutore tende a donare agli astanti e a sé stesso, utilizzando l'opera d'arte che sta interpretando come "valvola di sfogo", sublimandola attraverso i canali precisi ed ordinati della tecnica e della filologia, esattamente come un artista sublima il proprio sentire con la tecnica e l'utilizzo dei codici della propria arte.
Insomma c'è una sorta di "artisticità" nelle esecuzioni e non mi va di non rimarcarla.
Il problema è che, a mio dire, tutte le arti si assomigliano, perché in realtà l'arte è unica. Anzi univoca.
Ma nella complessità post-moderna nella quale viviamo, ogni arte ha introdotto una serie di procedimenti complessi che esulano dal semplice sentiero "pensiero, esecuzione, fruizione"; procedimenti nuovi che, INSIEME, formano l'opera d'arte. Il problema per chi si pone di fronte ad un'opera è sempre quello di comprenderne la complessità: sia dell'opera stessa, sia del contesto nel quale tale opera è nata.
Vorrei infatti esaminare con voi cosa sia questo "processo artistico" per comprendere come un'opera d'arte, a mio avviso, possa divenire un'espressione umana che
pretende e
merita ascolto, visione, contemplazione, riflessione. Essenzialmente per questi motivi a mio avviso:
- Onestà intellettuale, urgenza di "comunicarsi" dell'artista
- riflessione profonda su questa urgenza
- sublimazione della stessa attraverso tecnica sopraffina e processo artistico preciso e di classe.
Se esistono queste "premesse" a mio avviso l'opera nata da queste merita di essere vagliata in modo approfondito. E a mio dire tutte le opere qui presentate meriterebbero tale riflessione perché sincere, pensate e sublimate, ma peccano non poco nella tecnica necessaria (io in primis) e nel processo artistico che tali opere necessiterebbero.
Per tecnica sapete cosa intendo, per processo artistico forse no.
Cerco nel mio piccolo di fare chiarezza in questo punto.
Il
processo artistico, si diceva, presuppone oggi giorno, con la complessità di ruoli e figure create intorno a qualsiasi arte, una sequela di competenze
raramente nelle mani di una sola figura. Bisognerebbe chiedersi in primis, per non confondere le acque in un movimento critico fin troppo caotico, che cosa si intende per "Arte". Successivamente rendersi conto di quali codici linguistici costringe questo "fare Arte" per comunicarsi. Poi rendersi conto di quali figure si rendono necessarie per intraprendere un cammino tecnico-creativo che porta alla creazione dell'opera. Infine avere sempre presente che il fruitore finale di tale complessità sarà una persona di solito completamente estranea al processo stesso, e che questo processo non lo conosce o non lo immagina neppure.
Bisogna fare attenzione pertanto, a mio avviso, a prevedere queste figure tecniche-creative per una sola tipologia artistica.
Il fotografo ha spesso colui che gli ottimizza le luci (assistente), ha stampatori di fiducia (e la stampa è un processo fortemente tecnico e incredibilmente creativo. Le possibilità che dona Photoshop non sono nient'altro che le possibilità offerte ad uno stampatore, da sempre!). Questo significa che il processo artistico utilizzato per questo contest è tutt'altro che professionale e sono convinto che utilizzando canali professionali, la resa finale del prodotto sarebbe assolutamente lampante rispetto alla fruizione web, fosse anche solo perché adnare a vedere un'opera d'arte presuppone più interesse di un semplice click con il mouse.
Ho utilizzato una sola volta uno stampatore professionista, che mi ha curato il raw su mia indicazione, stampando in b/n con tecnica al carbone.
Il risultato fu semplicemente straordinario e mi sono reso conto di quanto significhi in arte oggi giorno non solo 'urgenza, non solo la capacità di sublimarla, non solo la tecnica, ma soprattutto il processo che porta all'opera. L'artista è chiamato ad essere regista oggi giorno più che creatore ed esecutore materiale della propria opera. Maurizio Cattellan ne è la prova vivente, anche se in lui si scontra anche l'esigenza mercantile dell'arte (a mio avviso egli è un manager, neanche un regista).
Ho chiarito e confuso le carte. Chiedo venia. Sono partito per la tangente e ho detto tutto e niente, al solito.
Spero comunque che queste considerazioni possano essere oggetto di riflessioni da parte vostra, magari con un occhio diverso alle opere del contest.
Le quali, conlcudo, ricordo che sono opere nate per PURO ESERCIZIO. Sono oneste, ma non si può pretendere una resa e una fruizione precisa, univoca, come invece si deve pretendere quando si assiste ad una mostra di un autore che da anni cammina e compie esperimenti con la propria arte. E' davvero il primo compito in classe di prima accademia, non pretendiamo presunti capolavori da noi stessi i quali, se usciranno sarà per il sudore che abbiamo versato in precedenza e se nel caso fosse uscito per coincidenza in questo esercizio sarebbe da considerarsi puro "culo" e come tale assolutamente "anti-artistico".
E con questo ho aperto un'altra enorme falla che vediamo se qualcuno è disposto a toppare o allargare ancor di più.