Animismo
Inviato: mar set 29, 2009 2:37 pm
Mi presento.
Sono sempre stata poco amante dei cartoni animati, già dall'infanzia mi addormentavo regolarmente alle proiezioni
dei film di Walt Disney a cui preferivo di gran lunga film in costume d'avventura o di spionaggio.
Soprattutto ho sempre detestato i cori delle canzoncine presenti nella colonna sonora!
E data la mia attempata età ( sono nata nel 1960) non sono neanche cresciuta con i manga,che ho seguito molto
distrattamente negli anni 70 quando facevo la baby sitter ai figli di mia sorella.
A quel tempo li giudicavo solo chiassosi, violenti e disegnati al risparmio, di scarsa qualità.
I film che mi ha fatto conoscere Mijazaki è stato La citta incantata. Film trovato per caso su Sky in un annoiato momento
di zapping con il telecomando. Sono rimasta folgorata dalle prime immagini viste del film che alla fine mi ha
completamente stregata.
Premetto, sono da una trentina d'anni appassionata di letteratura giapponese e conosco abbastanza bene gli
scrittori giapponesi ( dall'ottocento in poi )o perlomeno li conosco per quel tanto (o poco )consentito dal numero di
traduzioni fatte fare dalle case editrici italiane. Adoro gli haiku e leggo tutto quello che mi capita a tiro sulla cultura
giapponese,dal libro del papà di Dacia Maraini a quello che trovo in giro di saggistica tipo R. Barthes etc.
Non credo che avrò mai i soldi per permettermi un viaggio in Giappone,e del resto coltivo le mie frequentazioni letterarie
giapponesi solo perchè amo sentire raccontare storie da un 'angolatura del modo di pensare un pò eccentrica rispetto a
quella occidentale.
Sono sempre stata affascinata per esempio dal rapporto profondo che esiste nella cultura giapponese tra l'uomo e la natura
ma non solo questo. E' difficile da spiegare.
Da bambina, nei primi anni di vita,sono stata,come molti altri bambini,una convinta animista. E' un passaggio della età
infantile ,penso, uguale per tutti,solo che io ne serbo una precisa memoria.
Pensavo che il mare fosse una entità con cui poter dialogare e che gli oggetti , anche i sassi,possedessero una loro
specifica sensibilità che avrei potuto offendere con un uso distratto o indifferente. Insomma vivevo in un mondo che
consideravo interamente vivo e sensibile. La educazione occidentale mi ha ben presto condotto sulla " retta via" e abituata
all'usa e getta, ma mi è rimasta una specie di vocazione al rispetto delle cose e della natura che ritrovo in certi aspetti
della mentalità in Giappone. Quando ho "incontrato" Miyazaki è come se avessi trovato qualcuno capace di ricreare in
immagini il mio modo di sentire infantile e restituirmi le antiche emozioni che provavo allora.
Penso che questo dipenda dalla componente animista insita nello Schintoismo e dalla sua influenza sulla poetica di
Miyazaki. Che altro dire? Gli sarò grata in eterno per questo miracolo che inconsapevolmente mi ha regalato.
E questo vale ancora di più del fatto che è un artista geniale e un comunicatore di idee buone per tutto il genere umano.
Che ne pensate?
Un saluto a tutti.
Tiziana
Sono sempre stata poco amante dei cartoni animati, già dall'infanzia mi addormentavo regolarmente alle proiezioni
dei film di Walt Disney a cui preferivo di gran lunga film in costume d'avventura o di spionaggio.
Soprattutto ho sempre detestato i cori delle canzoncine presenti nella colonna sonora!
E data la mia attempata età ( sono nata nel 1960) non sono neanche cresciuta con i manga,che ho seguito molto
distrattamente negli anni 70 quando facevo la baby sitter ai figli di mia sorella.
A quel tempo li giudicavo solo chiassosi, violenti e disegnati al risparmio, di scarsa qualità.
I film che mi ha fatto conoscere Mijazaki è stato La citta incantata. Film trovato per caso su Sky in un annoiato momento
di zapping con il telecomando. Sono rimasta folgorata dalle prime immagini viste del film che alla fine mi ha
completamente stregata.
Premetto, sono da una trentina d'anni appassionata di letteratura giapponese e conosco abbastanza bene gli
scrittori giapponesi ( dall'ottocento in poi )o perlomeno li conosco per quel tanto (o poco )consentito dal numero di
traduzioni fatte fare dalle case editrici italiane. Adoro gli haiku e leggo tutto quello che mi capita a tiro sulla cultura
giapponese,dal libro del papà di Dacia Maraini a quello che trovo in giro di saggistica tipo R. Barthes etc.
Non credo che avrò mai i soldi per permettermi un viaggio in Giappone,e del resto coltivo le mie frequentazioni letterarie
giapponesi solo perchè amo sentire raccontare storie da un 'angolatura del modo di pensare un pò eccentrica rispetto a
quella occidentale.
Sono sempre stata affascinata per esempio dal rapporto profondo che esiste nella cultura giapponese tra l'uomo e la natura
ma non solo questo. E' difficile da spiegare.
Da bambina, nei primi anni di vita,sono stata,come molti altri bambini,una convinta animista. E' un passaggio della età
infantile ,penso, uguale per tutti,solo che io ne serbo una precisa memoria.
Pensavo che il mare fosse una entità con cui poter dialogare e che gli oggetti , anche i sassi,possedessero una loro
specifica sensibilità che avrei potuto offendere con un uso distratto o indifferente. Insomma vivevo in un mondo che
consideravo interamente vivo e sensibile. La educazione occidentale mi ha ben presto condotto sulla " retta via" e abituata
all'usa e getta, ma mi è rimasta una specie di vocazione al rispetto delle cose e della natura che ritrovo in certi aspetti
della mentalità in Giappone. Quando ho "incontrato" Miyazaki è come se avessi trovato qualcuno capace di ricreare in
immagini il mio modo di sentire infantile e restituirmi le antiche emozioni che provavo allora.
Penso che questo dipenda dalla componente animista insita nello Schintoismo e dalla sua influenza sulla poetica di
Miyazaki. Che altro dire? Gli sarò grata in eterno per questo miracolo che inconsapevolmente mi ha regalato.
E questo vale ancora di più del fatto che è un artista geniale e un comunicatore di idee buone per tutto il genere umano.
Che ne pensate?
Un saluto a tutti.
Tiziana