La prostituzione dell'attore

Non sapete dove postare? fatelo qui!

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Silent Bob
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Silent Bob »

ghila ha scritto:Grazie Shito delle risposte. Solo una cosa:
Shito ha scritto:"E allora perché ha fatto un FILM?
"non credo di dovermi giustificare"
Perché lo MOSTRA al prossimo?
"siete tutti miei ospiti" (come dire voi venite a rompermi le balle per vederlo)
Dico pensi di aver risposto intelligentemente? c'è un perché ha fatto quel film. Senza gli altri non lo avrebbe fatto, o al massimo avrebbe preso il cielo a suo testimone. Dico il cielo perché un ospite degno delle grida si trova sempre, ma gridare diventa presto noioso se pensiamo/abbiamo-il-coraggio-di-pensare che nessuno ascolti.

ghila ha scritto:
Se è tanto referenziato, perché non va in bagno a masturbarsi pensando ad occhi chiusi a quel che vuole, piuttosto che coinvolgere terzi nelle sue estroiezioni?
Perché la masturbazione non salva, la sofferenza di mettersi all'interno di un'opera forse si (o forse è illusione, ma l'unica cosa certa di questa vita è la sua fine...).
Questo mi fa ricordare la scena sempre di Antichrist dove la protagonista masturba Dafoe il quale eiacula sangue!
Scusami, ma più onestà di questa...
La domanda quindi potrebbe ribaltarsi a "scusa ghila, ma perché guardi certe cose allora?!" e la mia risposta è che essendo uomo sono affascinato soprattutto dall'uomo che credo (sento?) si mostri in modo nudo.
Nudo senza remore. Nudo d'ovunque, sia dal punto di vista mentale che meramente fisico.
Ma ci crede davvero alle idiozie che dice
Lo spero per lui; era in piena post depressione in quel momento e la risposta è aggresssiva e non assertiva, forse proprio per questo motivo. Ma ti assicuro che una domanda di questo genere ad uno che si considera artista dimostra a questi una volta di più la distanza INSANABILE fra chi FA arte e chi la consuma (materialmente e cognitivamente).
Uno è artista anche su un isola deserta! Anzi, o lo è lì o non lo è mai.
Se mai si è sentita l'esigenza INTERIORE di comunicare qualcosa a sé stessi, attraverso un codice linguistico qualsiasi, come si potrà capire perché una domanda simile è nulla? E' come chiedere "giustifica perché il tuo cervello riceve gli impulsi del vento sulla pelle!". :?
Davvero tu pensi che sotto sotto, ad esempio, io scrivo musica per un pubblico? E quindi io mi inganni pensando di scrivere per me?
Perché tu pensi che io abbia pubblicato tutto quello che il mio hd si tiene stretto per ora?
E pensi che io canti per avere l'applauso alla fine?! No, io devo sanguinare, sporcare altari e crocefissi con le mie budella. E spesso lo faccio molto meglio quando non recito (puro concerto, non mi prostituisco quindi), ma perché so essere un MIO LIMITE quello della recitazione non ancora perfettamente "naturale" nell'artifizio. Canto solo cose che mi permettono di sentirmi vivo. In questo ti do ragione: è chiaro che tutto è per sentirmi vivo in quel momento, perché vedo il mio sangue scorrere e innondarmi. Quindi concepisco benissimo tutto il tuo discorso su maschio inutile, femmina creatrice; comprendo il tuo dire "è solo inganno, l'uomo deve cercarsi nell'amor esterno verso una pulzella", ma tu SENTI questo per logica e tua coranica onesta visione personale. Io sento QUEST'ALTRA COSA, sento l'esigenza di sentirmi vivo ANCHE COSI'! Tu potresti dirmi che è perché non so AMARE e io potrei dirti che l'amore non è umano ed è tutto un ricorrere l'impossibile e tu a sorridere del mio autoinganno.
Ma non c'è rimedio: tu hai le tue ragioni sentite, io le mie.
Tu senti di dover esprimere te stesso a te stesso tramite apoftegmi, io tramite somma di frequenze acustiche.
Ma niente applausi, non lo si fa per gli applausi. Se li ficchino dove fa più male gli applausi!
"Sono stanco di suonare di fronte a persone che applaudono per il motivo sbagliato!" Zappa
Tu puoi dire: "e perché continuare a farlo allora se non per disonestà?". Beh, infatti Zappa si è fatto sempre più studio-man.
Vuoi l'esempio di Moltheni che dopo 10 anni di crescita e dolore e lacrime e sangue donato a noi pubblico ludibrio se ne va dalla scena perché "non ha più niente da dire, tutto questo non ha più senso"?! Non è forse questa onestà? Non è forse questa esigenza ed egoismo e volontà di camminare?
Sai, che tu ci creda o no, una volta spolpato davvero me stesso nell'arena, sento che l'applauso è una delle forme più becere di riconoscimento eventuale per il sangue donato.
Uno sale, vomita e se ne va nel silenzio ebete di chi non potrà mai capire perché.
Fine.

La tua esigenza interiore di comunicare a se stessi, il tuo sentirti vivo vedendo scorrere e ribollire il tuo sangue lo assimilo molto alle gesta ( = lo spettacolo coi fuochi d'artificio che è anche dichiarazione di guerra pressapoco al mondo intero ) di Stroszek in Segni Di Vita di Werner Herzog.

Non so se l'hai visto ma li il protagonista tanto più si lacera interiormente e fa risuonare il suo io, quanto più si isola dagli altri rimanendo solo e perdendo la gioia di una splendida moglie e di una vita tranquilla e, in un certo senso, da sogno. Sogno di quiete e paradiso, non di fuoco interiore e sangue che ribolle.

Penso che siano due stadi estremi tra loro, un aut aut con infinite gradazioni intermedie.


Una risposta sarebbe gradita dato che è un mio post completamente serio dopo mooolto tempo.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da scoiattolazzo »

Non ricordo chi diceva che per fare Teatro c e' bisogno almeno di uno spettatore. Non mentiamo a noi stessi , possiamo anche fare cose fine a loro stesse e personali, ma senza una condvisione non si puo' dire siano completi. Tu esci, vomiti, ti esprimi, lanci il tuo messaggio a chiunque possa ,e voglia, farne qualcosa e ti senti soddisfatto. Punto.Credo non ci sia niente di piu' bello, ma allora come puo' essere difendibile Von Trier che cerca la bellezza interiore in un negozio di cosmetici.
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ghila
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

scoiattolazzo ha scritto:Non ricordo chi diceva che per fare Teatro c e' bisogno almeno di uno spettatore. Non mentiamo a noi stessi
Qui cogli un aspetto molto particolare. Un conto è scrivere una musica: non esiste che tu la scriva se non per te stesso, fine. Un altro è cantare senza la recitazione, mera esecuzione: esiste il pubblico sicuramente, ma al massimo serve per guardarsi dentro meglio, scandagliare meglio il percorso emotivo/tecnico/pulsionale. Un altro ancora è il recitar cantando dove spesso, effettivamente, la narrazione di una vicenda è PER un pubblico, tu non sei che un meccasnismo di questa narrazione. In questo posso sentirmi burattino, geisha d'alto borgo, escort, prostituta. Si; e allora, anche se fosse? Faccio ciò che voglio, come Ende stesso predicava, accettandone le conseguenze in questi casi (di solito di insoddisfazione a sipario chiuso). Il discorso lo riprendo più avanti comunque.
Se noti nel mio scritto ho parlato di scrivere musica e "cantare" tutte azioni che SPESSO partono da esigenza interiore; quando scrivevo non pensavo certo a quando mi capita di recitare, competenza per la quale non sono certo titolato per affrontarla in modo tanto sentito (ahimé!). E ancora: non è il mio lavoro principale scrivere musica e cantare; questo certamente mi aiuta.
Poi, come dice De André
"E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare."
ma senza una condvisione non si puo' dire siano completi.
e perché? TU scrivi una poesia, dopo la scrittura ti senti completamente nudo, la rileggi. Capisci. Forse. Eppure senti che aveva senso, tutto. Getti nel fuoco.
Perché doveva completarsi con una condivisione?
Ma la vera domanda è: ma tu hai mai sentito questa esigenza e hai mai sentito soddisfarla tramite il linguaggio artistico? Se è no, perdonami ma come posso pensare di essere comprensibile. :)
Tu esci, vomiti, ti esprimi, lanci il tuo messaggio a chiunque possa ,e voglia, farne qualcosa e ti senti soddisfatto.
No. Altrimenti sarebbe una rincorsa sul pubblico e un accartocciarsi su se stessi. Non è bulimia il vomitare, è esigenza. Se non lo senti, esci, lavori di mestiere, ti inebri degli applausi e sai già, mentre te li fanno, che in tutto questo non c'è niente di bello, perché niente è stato veramente vero. Ma tu hai ancora provato queste sensazioni? Che, intendiamoci, non sono universali. Sono le MIE! Non voglio pretendere di estendere il mio particolare.

In breve, quindi, non sono mai contento? Più o meno l'idea è quella. Quindi perché lo si fa?!
Cioè mi vuoi chiedere perché A VOLTE sento l'esigenza di RESPIRARE? (come diceva raghnar) :)
Credo non ci sia niente di piu' bello
Ma vah, e il sesso con la persona che ami dove lo metti? :P
E il figlio che viene ad abbracciarti?

E' una benedetta maledizione, ecco quello che è. E io sono felice di portarla perché, come la maledizione di Ashitaka, mi cambia e cambia la mia storia e a volte, senza presunzione, cambia anche la storia di chi mi sta vicino o mi vive.
ma allora come puo' essere difendibile Von Trier che cerca la bellezza interiore in un negozio di cosmetici.
Sinceramente, al di là della sua risposta - come dicevo - aggressiva, figlia di una post depressione, è la domanda ad apparirmi degna di una mancata di comprensione sulle motivazioni che spingono un artista al lavorare su sé stesso. Perché là dove ci fosse questa comprensione il critico stesso sarebbe artista e di certo la domanda che gli farebbe sarebbe una e una sola. Quella ad esempio che gli farei io: "ma tu, ora, come stai?". A me come artista (permettete? grazie) interessa l'uomo dietro al film, ai critici interessa il film che ha fatto l'uomo.
Negozio di cosmetici? Ma per te il cinema PUO' essere arte?
Per me DEVE, ma questo so essere impossibile in questo mondo multicolore che prevede successo e guadagno e senso come indici fondanti di ogni pisciata.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Silent Bob ha scritto:Dico pensi di aver risposto intelligentemente?
Non sono mie risposte, sono la risposta di Lars. Ma su questa ho già scritto sopra.
Silent Bob ha scritto:c'è un perché ha fatto quel film.
certo che c'è un PERCHE'! Sono secoli che predico ai miei allievi di canto che devono capire PERCHE' sono lì e VOGLIONO cantare altrimenti tutto NON HA SENSO! Ma la domanda è come puoi GIUSTIFICARE un FILM del GENERE!
Senza gli altri non lo avrebbe fatto
Mai girato un filmino in 35 mm senza nessuno e con l'intenzione di esprimerSI qualcosa? No?
Nemmeno io, perché io non ho questa esigenza linguistica. Ma conosco qualcuno che lo ha fatto. Poi l'arte cinematografica è davvero figlia del nostro tempo, con tutti i contrasti e le confusioni insite del post-modernismo.
La tua esigenza interiore di comunicare a se stessi, il tuo sentirti vivo vedendo scorrere e ribollire il tuo sangue lo assimilo molto alle gesta ( = lo spettacolo coi fuochi d'artificio che è anche dichiarazione di guerra pressapoco al mondo intero ) di Stroszek in Segni Di Vita di Werner Herzog.
No. Conosco molto bene Herzog ed è uno che si mette in gioco ad ogni film. Strepitoso Uomo. Lo vedrò di certo a questo punto, grazie del consiglio.
Non so se l'hai visto ma li il protagonista tanto più si lacera interiormente e fa risuonare il suo io, quanto più si isola dagli altri rimanendo solo e perdendo la gioia di una splendida moglie e di una vita tranquilla e, in un certo senso, da sogno. Sogno di quiete e paradiso, non di fuoco interiore e sangue che ribolle.
Come dici tu, sotto, questi sono due stadi estremi con infinite gradazioni.
Io sono certo di due cose:
1 - far risuonare il proprio io a sé stessi senza sbocchi di quel che si capisce è puro narcisismo e si muore! E' chiaro che c'è una parte negativissima (in quanto nega la vita!) nel raccontarsi a sé stessi! Altrimenti dove starebbe la dannazione?! Ed è chiaro che un'artista deve anche donarsi (altri secoli che dico arte come "carità di narciso") dopo che si è compreso. E quella è benedizione (e qui entra anche il "suonare ti tocca" ecc ecc). Deve far risuonare la sua comprensione e magari muovere le comprensioni altrui (come diceva ragh). Ma è un secondo stadio, è l'uomo che si dona perché si è compreso e quella parte non lo tocca più, anzi a volte E' UNA PARTE GIA' SUPERATA!
Il mio ultimo disco, una volta uscito, non l'ho PIU' (e dico più!) ascoltato una volta!
Non lo sento più mio, ma mi ha donato 3 anni di lavoro su me stesso impareggiabili!
2 - splendida moglie e vita tranquilla. Sono sposato da più di otto anni, ho 2 figli. Stare con me non è facile. Stare con una donna non è facile. Avere figli non è facile. Crescere con gli amici non è facile. Essere uomo non è facile. Quiete e paradiso non sono di questa terra. Per mia esperienza e per esperienza di TUTTI coloro che conosco e tentano una vita a due, che tentano un'educazione filiale, che tentano un cammino. Magari un cammino anche artistico. Il cammino è erto, irto di pericoli, sfida la sorte, ferisce, tradisce, inganna, ammalia, affascina, risana, riempie l'anima. Condanna. "Splendido amore, splendido perché mi condanni a rimanere in vita, là dove vita non c'è" dice il Moltheni che già mi manca.
E dice anche, in altra canzone, "nel bilancio di quello che manca non voglio escludere certo anche te". Io posso permettermi tutte queste riflessioni ed egoismi e gestioni pulsionali e visioni personali perché ho dei punti fissi, cardini, che mi ancorano alla realtà, permettendomi di volare con il mio seggiolino sulla ruota senza per questo volar via e rischiar di cadere, schiantandomi! La mia è una possibilità elitaria, che mi concedo proprio per il fatto di vivere una vita in cui cerco giustizia, onestà e bene anche per gli altri.
E' facile la gestione di tutte queste pulsioni? Certo che no, ma se qualcuno mi spiega cosa è umanamente di facile gestione...
Una risposta sarebbe gradita dato che è un mio post completamente serio dopo mooolto tempo.
e del quale ti ringrazio. :)
Ultima modifica di ghila il ven dic 24, 2010 12:50 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

E ancora, e con questo chiudo per ora: :)
La tua esigenza interiore di comunicare a se stessi, il tuo sentirti vivo vedendo scorrere e ribollire il tuo sangue lo assimilo molto alle gesta ( = lo spettacolo coi fuochi d'artificio che è anche dichiarazione di guerra pressapoco al mondo intero ) di Stroszek in Segni Di Vita di Werner Herzog.

Non so se l'hai visto ma li il protagonista tanto più si lacera interiormente e fa risuonare il suo io, quanto più si isola dagli altri rimanendo solo e perdendo la gioia di una splendida moglie e di una vita tranquilla e, in un certo senso, da sogno. Sogno di quiete e paradiso, non di fuoco interiore e sangue che ribolle.
Perché vedendo il film ti sei fermato al film? Non potrebbe essere che Herzog ha messo in piazza il suo malessere benedetto di essere artista, ma voler vivere anche una vita "pratica"? Abbia messo la SUA dicotomia, il suo punto di domanda concentrandosi sui punti esclamativi del suo personaggio principale? Io non mi perdo dietro ad uno screenplay pensando che quella sia una possibile realtà da cui sottrarsi, cerco di capire perché il regista - l'uomo - ha pensato di recuperare sé stesso attraverso tutto questo processo creativo.
Come dicevo: guardo l'uomo dietro al film. Per questo non sopporto i film che si reggono in quanto film.
Non li sopporto perché non sopporto sentire di stare a perdere tempo. Ne perdo già tanto, nella mia vita. :)

AH, buon Natale a tutti! :)
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Silent Bob »

ghila ha scritto:E ancora, e con questo chiudo per ora: :)
La tua esigenza interiore di comunicare a se stessi, il tuo sentirti vivo vedendo scorrere e ribollire il tuo sangue lo assimilo molto alle gesta ( = lo spettacolo coi fuochi d'artificio che è anche dichiarazione di guerra pressapoco al mondo intero ) di Stroszek in Segni Di Vita di Werner Herzog.

Non so se l'hai visto ma li il protagonista tanto più si lacera interiormente e fa risuonare il suo io, quanto più si isola dagli altri rimanendo solo e perdendo la gioia di una splendida moglie e di una vita tranquilla e, in un certo senso, da sogno. Sogno di quiete e paradiso, non di fuoco interiore e sangue che ribolle.
Perché vedendo il film ti sei fermato al film? Non potrebbe essere che Herzog ha messo in piazza il suo malessere benedetto di essere artista, ma voler vivere anche una vita "pratica"? Abbia messo la SUA dicotomia, il suo punto di domanda concentrandosi sui punti esclamativi del suo personaggio principale? Io non mi perdo dietro ad uno screenplay pensando che quella sia una possibile realtà da cui sottrarsi, cerco di capire perché il regista - l'uomo - ha pensato di recuperare sé stesso attraverso tutto questo processo creativo.
Come dicevo: guardo l'uomo dietro al film. Per questo non sopporto i film che si reggono in quanto film.
Non li sopporto perché non sopporto sentire di stare a perdere tempo. Ne perdo già tanto, nella mia vita. :)

AH, buon Natale a tutti! :)

Non mi interesseva molto il significato del film ma un personaggio o meglio un sentire insito nel film da prendere ad esempio. Stroszek, come i 5 personaggi successivi interpretati da Kinski anche se in misura maggiore di questi, tutti in un certo senso meno ambiziosi, ha sete di assoluto, di esplodere e manifestarSI.

Principalmente a se stesso, egli è lo spettatore principale della grandezza che mira a raggiungere, come Aguirre rimasto solo sulla zattera del resto. Ma Aguirre ha come altro, anche alla fine, le scimmie su cui si diverte a comandare, fosse stato un attore a recitare-per. Stroszek cosi non si accontenta di dichiarare guerra ai mulini al vento o ad altro, ma si premura di avere un altro cui far vedere la propria grandezza e dichiara guerra agli attuali governanti del mediterraneo intero.


Robinson Crusoe fa i salti di gioia appena vede Venerdi, che pure per lui è un ben misero compagno con la quale la comunicazione è quasi impossibile. Meglio un solo spettatore che capisce che mille stolti che non comprendono, ma meglio uno stolto che il muro.


Altro esempio: ho delle foto della mia ragazza nuda. Nessuno verrà a chiedermele poiché nessuno sa che le ho. Vado in giro a dire che le ho. = voglio che mi siano chieste. = volontà di esibirle.

Non come dici tu per Von Trier che vanno gli altri a rompergli le balle.
ghila ha scritto:
Perché lo MOSTRA al prossimo?
"siete tutti miei ospiti" (come dire voi venite a rompermi le balle per vederlo)


Se fossi solo sulla terra e - bada bene - avessi la certezza matematica e quindi nessuna speranza di incontrare più un tuo simile o anche un altro essere cui far vedere le tue opere, avresti ancora la forza di produrle ? Per quanto tempo ? O almeno non verrebbe l'atto stesso della produzione terribilmente mutilato dalla prospettiva di non aver mai spettatori ?
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Silent Bob ha scritto:Non mi interesseva molto il significato del film ma un personaggio
ecco vedi? A me non interessa il personaggio che può essere uomo quanto vuoi, ma non lo sarà mao realmente come invece lo è Herzog che questo film l'ha fatto e l'ha fatto per chiedersi qualcosa o forse addirittura raccontarsi quel che succederebbe a lui se spingesse l'acceleratore solo su un suo lato. A me interessa Herzog e quello che fa me lo deve mostrare. A Herzog interessa l'Uomo, questo mi pare palese. Lei è Uomo e si chiede chi è e cosa sta qui a fare. Questo a me interessa.
Robinson Crusoe fa i salti di gioia appena vede Venerdi, che pure per lui è un ben misero compagno con la quale la comunicazione è quasi impossibile. Meglio un solo spettatore che capisce che mille stolti che non comprendono, ma meglio uno stolto che il muro.
A me interessa Dafoe, non Crusoe. :)

Non mi interessano le foto della tua ragazza. Mi interessa sapere come stai. Come state.
Se fossi solo sulla terra e - bada bene - avessi la certezza matematica e quindi nessuna speranza di incontrare più un tuo simile o anche un altro essere cui far vedere le tue opere, avresti ancora la forza di produrle ? Per quanto tempo ? O almeno non verrebbe l'atto stesso della produzione terribilmente mutilato dalla prospettiva di non aver mai spettatori ?
Come posso saperlo con la certezza matematica che tu citi? Sarei certo un uomo diverso e forse la penserei diversamente; o credi che l'uomo abbia idee fisse (ed esigenze fisse) che si impogono nonostante tutto? Io ho queste esigenze e queste a volte mi aiutano. Ora, qui. Altre volte, quando ho altro da fare e pensare, questa esigenza - se c'è - va gestita; oppure non si presenta neppure. E a volte non si presenta nemmeno quando potrebbe averne l'occasione.
Tu bob, qui e ora, hai mai avuto questa esigenza?

Grazie di questo dialogo costruttivo. Ne ho bisogno, essendo uomo, essendo animale sociale, essendo vampiro, essendo in dubbio ed essendo in vita.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Silent Bob »

ghila ha scritto:
Silent Bob ha scritto:Non mi interesseva molto il significato del film ma un personaggio
Se fossi solo sulla terra e - bada bene - avessi la certezza matematica e quindi nessuna speranza di incontrare più un tuo simile o anche un altro essere cui far vedere le tue opere, avresti ancora la forza di produrle ? Per quanto tempo ? O almeno non verrebbe l'atto stesso della produzione terribilmente mutilato dalla prospettiva di non aver mai spettatori ?
Come posso saperlo con la certezza matematica che tu citi? Sarei certo un uomo diverso e forse la penserei diversamente; o credi che l'uomo abbia idee fisse (ed esigenze fisse) che si impogono nonostante tutto? Io ho queste esigenze e queste a volte mi aiutano. Ora, qui. Altre volte, quando ho altro da fare e pensare, questa esigenza - se c'è - va gestita; oppure non si presenta neppure. E a volte non si presenta nemmeno quando potrebbe averne l'occasione.
Tu bob, qui e ora, hai mai avuto questa esigenza?

Grazie di questo dialogo costruttivo. Ne ho bisogno, essendo uomo, essendo animale sociale, essendo vampiro, essendo in dubbio ed essendo in vita.

Non ho mai avuto la vocazione di artista e il pensiero fare un'opera d'arte vera e propria. Al massimo scrivo recensioni e piccoli articoletti, e mi ci impegno davvero molto, potrebbero esser presi anche come piccoli saggetti volendo. Li scrivo pensando che qualcuno li leggerà e che comunicherò qualcosa a questo qualcuno.

Posso anche scriverli in forma irritante e avversa al pubblico, sarà per destare irritazione e avversione.

Sinceramente, forse, non ti posso neppure comprendere a pieno, la vocazione artistica ( anche quella che da vita al peggiore degli artisti ) non l'ho mai avuta. Ma davvero senza un pubblico anche solo eventuale penso non reciterei mai.


Dunque finendo questo discorso per me o l'artista produce per un altro, anche eventuale, futuro o miserissimo, o il suo gesto produttivo sarà quantomeno mutilato.




Riguardo la prostituzione dell'attore penso sia PROSTITUZIONE OGNI USO DEL CORPO MA ANCHE DELLA SOLA MENTE A SCOPO EROTICO E DIETRO RICOMPENSA.


Picchia un tizio masochista col tirapugni, in pantaloni e camicia, perchè gli piace = prostituzione

Picchia un tizio per regolamento di conti = non prostituzione

dunque

PROSTITUZIONE = OGNI RAPPORTO EROTICO, di qualsivoglia tipo, FATTO DIETRO RICOMPENSA





p.s.
dunque una ballerina è per lo più una prostituta. Non so dove lessi di un personaggio che ballando davanti al pubblico si sentiva violentata più che facendo la prostituta con un solo uomo. E poco dopo, mentre entravamo in un bar, una mia amica mi disse del fastidio che aveva sentendosi divorata dagli sguardi degli uomini ogni volta che andava li.

Una Catherine Deneuve in Tristana è una prostituta ? Sicuramente non in senso forte, ma tuttavia resta il fatto che Bunuel l'abbia scelta per farle recitare scene ad alto potenziale erotico ...
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

Perché anche chi ha letto Sartre si dimentica la base del suo pensiero?

Comesapere di esistere se un altro non ci guarda, dimostrandoci la nostra esistenza?

La solitudine reale è una vasca di deprivazione sensoriale interiore, eh!

E' per questo che quando tramontano gli affetti speciali, ci si espone.

Molti amici, molta solitudine.

Palcoscenico.

Morte dell'anima (e link al topic su Facebook)
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Shito ha scritto:Perché anche chi ha letto Sartre si dimentica la base del suo pensiero?
Forse perché, personalmente, non l'ho mai letto... :) Mi piacerebbe tu approfondissi, se ti va.
E' per questo che quando tramontano gli affetti speciali, ci si espone.
Questo è vero. D'altra parte anche io cerco di fondare ed impostare la mia vita, che passa anche attraverso la comprensione interiore, verso quei valori che Mancuso chiama "il bene e la giustizia" nei confronti dell'Uomo.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Giusto due minuti fa, una riflessione: altro che prostituzione dell'ATTORE, io se davvero penso quando metto in piazza chi sono veramente, e sono nudo e sanguinante, è quando canto cose che sento realmente, che siano mie o altro poco importa. Cioè quando canto SENZA RECITARE, ma innondando gli astanti e me stesso DI me stesso.
E il bello che effettivamente in quei momenti adoro farmi vedere nudo ergo forse in un'isola deserta non canterei se non ad un eco per risentire il ritorno dlela voce stessa! Ergo è un esercizio di comunicazione credo verso sé stessi (quante volte ho cantato in una chiesa vuota per il solo piacere di sentire la voce risuonare, ma è un esercizio onanistico, lo so, non ne abuso, ma amo anche godere ecchecaz!) e verso gli altri. Fine. Oh yeah!
E qui avete ragione voi: sono una autentica escort, una bocca di rosa (lei lo faceva per passione); una geisha, un demone tentatore, un verme nudo, un uomo troppo uomo che esorcizza sé stesso, onanista con sapienza, senza l'abuso del potere.
spero semplicemente di essere una escort di lusso almeno... :)

Diverso invece il caso della scrittura personale di musica, lì davvero il pubblico non interessa. Sempre in fieri come vedete. O almeno, ci proviamo... :D

Buon anno!
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

L'arte che non prevede l'esposizione del 'sé fisico' è infatti un tentativo comunicativo non prostitutivo.

Ovviamente mi piacer rimarcare il fatto che essendo l'essere maschile un oggetto a valor zero, la sua 'prostituzione' è meramente teoretica.

Prostituzione e verginità sono cose realmente solo femminili.

Anche far figli e altre cosette, eh! Ma non ditelo ad alta voce, che vi taccerebbero d'esser spregiudicati sessititi.

Si attenono ricerche per riuscire a produrre gravidanze prostatiche.
Peccato che la cattvia ministra nera abbia tolto soldi alla ricerca... :cry:
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Julius »

Mi chiedo sempre se è più pazzo il pazzo, o tutti i pazzi che gli vanno dietro. Io credo la seconda.
Scusate la parentesi, ma questo titolo mi ha fatto troppo ridere :lol:
Anch'io sono per una morigeratezza dei costumi :oops: Platone ci ha insegnato che l'arte corrompe i giovani, e per me non c'è nulla di più bello del corpo umano e blablabla. Per dirla in maniera più moderna, gli attori sono tutti martiri, la storia credo lo dimostri :?: Ovviamente lo fanno volontariamente, e c'è chi più o meno costretto, da esigenze terra terra o da proprie costrizioni etiche (e meglio far finta di non capire quanta solitudine costi) :prostrare: o chi è stupido come chi non lo capisce e quindi lo fa per l'onda della moda, che forse è meglio chiamare imitazione/adulazione :roll: i peggiori per deficente protagonismo :evil:
Comunque, io credo che lo scopo dell'attore sia sempre quello di catarsi e poi voler scendere dalla scena, in maniera molto umana, leggete Savinio :gresorr:
Il teatro è sempre una fuga, come tutto del resto: i libri, la tv, second life, il Giappone... Serve? Sì, però peccato non riuscire ad apprezzare la propria parte nella realtà e quindi impegnarsi a cambiarla tutta attraverso il mezzo espressivo, eh?! Io ho amato il Takarazuka perché da stupide marionette hollywoodiane sono arrivate a essere eticamente coperte dal loro stesso trucco occidentale. Dal pubblico maschile a femminile. Da bordello a ginecei. Il sacrificio diventa bellezza :no:

p.s.: Shito forse intende prostituzione come sinonimo di messo in pubblico, quindi su un palco.