La prostituzione dell'attore

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La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Scrive Shito nel thread dedicato ai "Film della nostra giovinezza"
Shito ha scritto:Credo tuttavia io per primo che l'opera sia volgarissima nella sua matrice, e che ogni forma di recitazione sia una forma di prostituzione.
Mettersi su un palco è prostituirsi, del resto.
Al che risponde il sottoscritto, da sempre sfruttatore di palchi a tradimento (per mia somma gioia), in siffatto (e sgrammaticato) modo:
ghila ha scritto:Credo se ne fosse già discusso ai tempi, ma sinceramente temo di non aver mai afferrato le ragioni di questa tua affermazione che trovo, da frequentatore assiduo (ed instancabile) di palchi, davvero interessante!
Accidenti, splendida l'idea, anche perché spesso, quando do il massimo, mi sento proprio svuotato... che il tuo ragionamento parta da questo? :)

Che ne dici, carissimo Shito: apriamo un thread parallelo [...] per l'avvio di un nuovo dialogo scoppiettante, come hai vecchi tempi? :D
Alla risposta affermativa di Shito ecco l'apertura di questa discussione.

Concludo con la definizione di "Prostituzione", presa da un dizionario online (per ora ho sottomano giusto quello...):
prostituzione [pro-sti-tu-zió-ne] s.f.

* 1 Commercio di prestazioni sessuali: esercitare la p.; l'insieme delle persone che esercitano o che sfruttano tale commercio: l'ambiente della p.
* 2 estens. Svilimento di valori, di attività intellettuali ecc., che vengono subordinati a interessi materiali: p. delle lettere, del giornalismo
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Shito ha scritto:
Credo tuttavia io per primo che l'opera sia volgarissima nella sua matrice, e che ogni forma di recitazione sia una forma di prostituzione.
Mettersi su un palco è prostituirsi, del resto.
Non potrebbe essere troppo generalizzato questo concetto, Shito?
Certo, in alcune occasioni è possibile riscontrare tale atteggiamento in altre, invece, potremmo parlare - più semplicemente - di un concedersi in maniera sana e onesta. No?
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Tuffgong ha scritto:un concedersi in maniera sana e onesta. No?
Sinceramente voglio capire dove poggia Shito questa sua affermazione.
Conoscendolo sono certo che saprà fornire una spiegazione plausibile e forse fin'anche condivisibile. Parlando da attore e cantante da musical (nel mio piccolo), ti devo dire Tuffgog che capita spesso di sentirsi completamente svuotato alla fine di una recita. E quando non ti senti così, senti di non aver compiuto il tuo dovere e quindi sei insoddisfatto moralmente e fisicamente.

Non vorrei dire eresie o farmi portatore di altrui riflessioni, ma credo che Shito avvii il proprio pensiero in proposito forse partendo da questi assunti.
O magari no; li aggiungerò, approfondendoli, io più avanti nella discussione, se saranno proficui. :)
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Ciao Ghila! :wink:

Anche io, per esperienza, mi ritrovo in quello che dici e spesso mi son sentito, come dici tu, svuotato dopo un concerto. Credo però di essermi sentito tale per aver dato "tutto" (quando va bene!) al pubblico che mi trovavo di fronte in quel momento. Attenzione: Dare tutto perchè in quel preciso momento volevo concedere me stesso. Una sorta di condivisione che non è universale a priori. Una platea può, inconsciamente, inibirci - "spogliarci" maggiormente rispetto ad un'altra ma la volontà, il consenso, la decisione finale è sempre in mano nostra. Rapporti più o meno intensi dovuti al nostro volere, al nostro stato d'animo e all'empatia creatasi con il pubblico.
L'unica volta in cui mi sono prostituito e mi son sentito nella condizione di cui parla Shito? Le poche volte in cui sono stato costretto a suonare in playback. :?
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

La mia disquisizione è molto semplice.

Esiste l'ambito privato, esiste l'ambito pubblico.

Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.

Può essere il sesso, può essere un singolo sorriso.

Se si dà al prossimo qualcosa di sé in cambio di un tornaconto, è una forma di prostituzione.

Una bambina che sorride al padre perché ha capito che così otterrà il gelato sta esercitando ad esempio una forma di prostituzione naturale.
Il bambino piuttosto ruberebbe naturalmente ciò che vuole.

L'occasione fa infatti l'uomo ladro e la donna prostituta.

Questo perché credo che etologicamente l'uomo collutti per ottenere ciò che vuole (furto, stupro), mentre la donna seduca ovvero attiri a sé per ottenere ciò che vuole (prostituzione, eccetera).

Quindi mettersi su un palco da attore, mettere in mostra le proprie emozioni, le proprie espressioni, esporle al pubblico ludibrio e venirne retribuiti, è prostituzione.

La cosa più triste è il consumo di ciò. Alla fine si vede chi si espone nell'inconscia consapevolezza che 'i nostri cari' non fanno altrettanto. All'inizio era così. Attrici, donne di spettacolo, donne pubbliche. E' uno sfogo della crudeltà della 'sospensione di empatia'. Consumi un pezzo dell'altrui dramma di vita (una prostituta sulla strada, una donna spogliata in tv, un'attrice che bacia un attore) perché vi è questa componente di desiderio di 'consumo' dell'umano altrui nell'uomo, e si esercita con autoinganni vari quando gli affetti forti sono al sicuro.

Non è un caso che in mezzo mondo, in luoghi lontati nello spazio e nel tempo, recitazione e prostituzione fossero lo stesso. Grecia Antica. Inghilterra vittoriana. Giappone antico. Lo stesso.
Un dato che fa riflettere.

Ovviamente, era una cosa preclusa alle solo donne.

Si vede bene che la donna è un essere che si intende avere un valore 'in sé' (oggettivo, di oggetto), mentre l'uomo è un essere che ha il valore di quello che fa. Anche questo credo sia etologico, ovvero poi psicologico, ovvero poi etologico. Perché il corpo femminile è il tempio e il santuario della vita umana, letteralmente.

Questo implicita che la prostituzione maschile a rigore non esiste, perché nessun valore reale viene deprecato per un attore messo in scena. E' solo un maschio. Non ha valore in sé.
Ultima modifica di Shito il dom gen 17, 2010 6:49 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Shito ha scritto:
Se si dà al prossimo qualcosa di sé in cambio di un tornaconto, è una forma di prostituzione.
...e di egoismo. Su questo concordo.
Shito ha scritto:
Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.
Forse definirla prostituzione è un tantino esagerato ma in linea di principio concordo.
Shito ha scritto:
Quindi mettersi su un palco da attore, mettere in mostra le proprie emozioni, le proprie espressioni, esporle al pubblico ludibrio e venirne retribuiti, è prostituzione.
Proprio in virtù di quello che hai scritto sopra, mi sento di dissentire. Recitare, suonare, non sono azioni, virtù, strettamente legate ad un ambito privato. Forse lo sarebbe il comporre, il provare prima di una recita. Non può esistere attore senza pubblico. Quello che costui vende ai paganti non è la sua intimità, il suo IO, il suo ambito privato. Credo sia piuttosto una proiezione di questo all'interno dell'opera stessa e per l'opera stessa.
Estremizzando, quasi alla stregua dell'idraulico che con passione vende una prestazione che poco ha a che fare con l'ambito privato.

Forse mi sbaglio. Rifletterò. :wink:
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Chiedo scusa se i toni del messaggio potranno sembrare accessi, infuocati. Sono semplicemente "intensi" o tali vorrebbero apparire. Spero non siano visti come attacchi ad una concezione comunque legittimissima o - addirittura - personale.
Shito ha scritto:Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.
Perfetto, questo significa che per te l'arte tutta è prostituzione. Ci sta, bello.
Se si dà al prossimo qualcosa di sé in cambio di un tornaconto, è una forma di prostituzione.
Si, è il dono senza carità. Dunque non deve esserci tornaconto a tuo avviso. Se da un lato non hai torto, dall'altro ti accorgi che spesso la carità completa collima con un'insperato rientro di qualsivoglia natura. Fosse anche solo un sorriso che ti viene donato, senza la pretesa del gelato.
Il problema non è non avere rientri di nessun tipo, ma non produrre arte, non comunicare solamente per quello. Anche perché è una contraddizione in termini. Si comunica sé stessi per l'urgenza di farlo, non per avidità di denaro e non di meno per l'applauso.
Chi lavora per gli applausi lo noti subito in teatro. E di solito non è mai soddisfatto.
Una bambina che sorride al padre perché ha capito che così otterrà il gelato sta esercitando ad esempio una forma di prostituzione naturale.
Me lo ricorderò quando mio figlio mi corre incontro abbracciandomi al ritorno dal lavoro. Vedrò di vagliare cosa mi sta chiedendo... :wink:
Quindi mettersi su un palco [...] mettere in mostra le proprie emozioni, le proprie espressioni, esporle al pubblico ludibrio e venirne retribuiti, è prostituzione.
VERO! Però attenzione che ho stuprato la tua frase. Questa stuprata a mio dire è VERISSIMA! E le carrambate sono proprio questo: prostituzione dei sentimenti per show costruitissimi per giunta di profilo inesistente.
Ma tu scrivesti questo:
Quindi mettersi su un palco da attore mettere in mostra le proprie emozioni, le proprie espressioni, esporle al pubblico ludibrio e venirne retribuiti, è prostituzione.
Questo per me non è vero. Tant'è che nella mia poca esperienza teatrale ho sempre visto grandi attori calarsi nei personaggi in modo sublime, ma mai farli combaciare con loro stessi. Piuttosto è l'autore di tale piece, l'artista scrittore, che ha messo sé stesso in quella recita, in quel dialogo, in quel momento e lo ha fatto per il "tornaconto" del sentirsi meglio, della sublimazione artistica.
E allora chi è la "escort" dei due? L'attore che ti illude creandoti una realtà diversa rispetto a sé stesso, magari prendendo a prestito dal proprio sentire per poi elaborare forme di comunicazione di tale sentire in modo diverso, o l'autore che in quel dialogo ha sublimato l'ultimo litigio con l'amante?

E poi, il tuo mi sembra un giusto ribrezzo verso le forme più becere della recitazione (fra cui le varie improvvisazioni su plot combinati dei programmi tv, falsi reality ecc), ma mi pare tu non consideri che la recitazione, se ben fatta, è una forma di autotutela dell'intimo di un attore.
Alla fine si vede chi si espone nell'inconscia consapevolezza che 'i nostri cari' non fanno altrettanto.
Lo dirò a due cari amici, attori e sposati. :sorriso:
Non è un caso che in mezzo mondo, in luoghi lontati nello spazio e nel tempo, recitazione e prostituzione fossero lo stesso.
Dunque a tuo avviso questo dimostra che nell'intimo la recitazione non è cambiata, restando una forma di vendita del proprio privato e non il fatto che il pubblico si è reso conto che non può e non potrà mai avere il PRIVATO INTIMO di una persona, anche se questa si "vende" completamente, illudendo di farti conquistare il corpo e lo spirito. Con la pura recitazione questa persona illude solamente di vendersi, e forse - ed è questo spesso il dramma per gli attori - non si concederà veramente mai.
Si vede bene che la donna è un essere che si intende avere un valore 'in sé' (oggettivo, di oggetto), mentre l'uomo è un essere che ha il valore di quello che fa.
Su questo posso concordare, soprattutto nella parte dedicata all'uomo il quale, non creando veramente la vita, si ritrova spesso a sentirsi inutile.

Ti stupro un'altra frase per la chiusura: chiedo venia. Giusto per far intendere il mio punto di vista che si discosta dal tuo forse di poco.
Questo implicita che la prostituzione [...] a rigore non esiste, perché nessun valore reale viene deprecato per un attore messo in scena...
...in quanto sta recitando.

Per ora chiudo qui. Magari potremo approfondire il discorso in base anche a quanto vissuto direttamente da noi sul palco, a tale proposito ricordo che scrissi qualche riga dopo un debutto, potrei rispolverarla e vedere cosa raccontavo.
Grazie Shito per il contributo e un saluto a tutti quelli che stanno leggendo. :)
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

ghila ha scritto:Magari potremo approfondire il discorso in base anche a quanto vissuto direttamente da noi sul palco, a tale proposito ricordo che scrissi qualche riga dopo un debutto, potrei rispolverarla e vedere cosa raccontavo.
Questo sarebbe molto interessante.
Interessanti sono anche quelle "righe impolverate"; ovviamente nel caso in cui ti faccia piacere condividerle. :wink:
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da ghila »

Tuffgong ha scritto: "righe impolverate"
In realtà sono già "condivise". :) Posso tagliarle e incollarle in un mero ed esecrabile (dato che non sono interessantissime) cross-posting dal blog. Ecco qua:
"Prove... debutto... repliche.... ma ... poi, giustamente, il sipario s'è chiuso. E in quel momento ho rivisto la vita che avevo lasciato indietro, il cammino che non avevo più compiuto a causa di questo spettacolo. Quanta vita vera c'è nel teatro? Quanto cammino si perde nell'inseguire personaggi esterni a te?
Solo attraverso un'esperienza di questo genere si comprende la straordinarietà del teatro. Sudore, amarezza, tensione, gioia, catarsi, energie rubate, applausi. Si, energie rubate!
Quando il sipario si chiude senti che qualcosa di te è morto, qualcosa di te è stato donato e non tornerà mai più. Cogli l'attimo nel quale l'afflato artistico ha soffiato per comprendere che non ti verrà mai più restituito.
Giustamente.
Ma ti senti maliconico, semplicemente triste. Ti ritrovi con un quotidiano che è rimasto tale e quale, con un cammino che senza di te non procede.
Giustamente.
In fondo l'illusione del teatro tocca prima il teatrante dello spettatore. Sta a lui poi rendersi conto che si è chiamati a rendere conto di chi siamo Noi, non di chi abbiamo interpretato. La vita mi attende e l'ho fatta aspettare come al solito troppo.
Ma si... giustamente!
E ora che la gente è andata via e il teatro è silente riprendo il cammino. Forse sono solo spaesato perchè ho vissuto troppo radicalmente una bella esperienza. Forse semplicemente non sono abituato a convivere con l'esperienza appagante e distruttiva della recitazione."

Ecco. Questo era quello che provavo: ero svuotato perché ho vissuto in una realtà fittizia, separata.
Vi dirò; da quel giorno in poi le repliche sono state parecchie e tutto si è in qualche modo mitigato. Tant'è che oggi tutto questo sentire non è così preponderante... anzi! :wink:
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

Ghila, non fraintermi.

L'esposizione mercenaria, ovvero la vendita del privato in quanto 'sé' è prosituzione. Vi è la materialità del te.
Mettersi un un palco = prostuituirsi, vendi TE STESSO (la tua fisicità, la tua emozione 'fisica').

Vendere l'oggetto frutto della tua opera non ha a che fare con la prostituzione.
Un pittore non è la sua tela. La sua tela è, manco a dirlo, una tela.

L'opera artistica è una forma di artigianato. Se l'oggetto che si vende fa parte del 'sé', allora si vende il 'sé' ed allora è prostituzione.

Lascia perdere l'intenzione. L'intenzione mi fa un baffo.

Viviamo in un epoca che è tecnocrate da un lato, quindi empirica, e ipocrita dall'altro.

L'ontico cambierebbe in relazione alla sua teleologia? Puah!

Un uomo che tocca una ragazza nuda, fosse un violentatore o un medico, è lo stesso. E' un uomo.
Un bacio recitato o vero, che cambia?
Quando ero piccolo non capivo come dinanzi a Dio un matrimonio religioso 'recitato' e uno 'vero' potessero essere diversi. Le parole sono pronunciate lo stesso.
Chi glielo spiega a Dio che abbiamo inventato il cinema?

Tutte idiozie, per me.
Esponi il tuo corpo, NON IMPORTA per quale fine o ragione? L'hai esposto. Punto.

E non è che se uno lo faccia 'gratis pro deo' non sia prostituzione.
Solo, la merce di scambio non è danaro.
E' quasi sempre benzina per l'ego. Non cambia nulla.

Ciò che dovrebbe attenere al privato, al privato dovrebbe restare.
I sorrisi di una donna dovrebbe vederli solo suo marito e i suoi figli, se chiedi a me.
E così le lacrime.

Nel mio stato ideale è proibita per legge l'esposizione mercenaria, diretta o indiretta, di ogni essere umano almeno femminile.
Cinema con attori, fotografia, canto un pubblico, danza. Tutto proibito. :)
Credo che sia 'cattiva arte' specie in senso educazionale.


In ogni caso, comincere dalla pubblicità che espone soggetti vivi per 'prostituzione di secondo livello' (ti faccio vedere una 'bella donna' per venderti una macchina).

I siddetti 'reality show' sono la prostituzione peggiore, perché si prostituisce malignamente un terzo che non si rende conto di essere stato indotto e avviato alla prostituzione.

Tuttavia, credo che si dovrebbe innanzitutto iniziare a riflettere sulla 'mente del CONSUMATORE' si simili forme di intrattenimento.

Perché vedere un ragazzino che piange per una 'sfida' dovrebbe essere meno che spregevole?

Come disse PERSINO *Homer Simpson*:

"De hi hi ho hu... è divertente perché non lo conosco...!"

Quanta verità.

La crudeltà dell'uomo è più viva in chi la dissimula che in chi l'ammette e ci dialoga, sai?

E' per questo che, come diceva il buon D.A.F. DeSade, "i benefattori sono odiandi e odiati più di tutti". Giustamente.
Ultima modifica di Shito il lun apr 30, 2012 12:02 am, modificato 3 volte in totale.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Ma tu, Shito, avevi scritto:
Shito ha scritto:
Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.
Come possiamo prendere in considerazione l'attore? Il recitare non appartiene unicamente ad una sfera intima/privata. Anzi. :roll:
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

Tuffgong ha scritto:Ma tu, Shito, avevi scritto:
Shito ha scritto:
Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.
Come possiamo prendere in considerazione l'attore? Il recitare non appartiene unicamente ad una sfera intima/privata. Anzi. :roll:
Appunto, è prostituzione.
In tempi civili le danzatrici o danzavano solo per il marito, o erano appunto prostitute.

Salomé è rimasta uccisa per una cosa simile. :)
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Se parliamo di "tempi civili" son d'accordo.
In tempi "un po meno civili" si condannavano scienziati semplicemente perchè dicevano "strambe verità". :sorriso2:

Ma oggi?
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Shito »

Non ho capito cosa c'entri l'apologia della tecnocrazia.

Hint per te:

nei tempi 'meno civili' secondo una logica X (religiosa dogmatica) si condannava la speculazione della logica Y (scientifica).

Oggi secondo la logica Y divenuta dominante (tecnocrazia) non si ammette un pensiero alternativo definendolo 'non scientifico' (paranormale, ad esempio).

Il che è doppiamente folle, perché la logica Y si vorrebbe dire non dogmatica, e indi dovrebbe essere possibilista, ben conoscendo la natura intimamente speculativa di sé stessa, a partire dall'ontologia essa tutta (che no, non giustifica l'ontico).

In soldoni: nel medioevo l'elettromagnestismo sarebbe stato fenomeno da baraccone o 'maleficio', con annesse conseguenze.

Ora parimenti il paranormale si scredita a priori perché 'non è scientificamente dimostrato'.
Come se domani non potrebbe essere.
O come se non potesse 'essere' senza esserlo affatto.

Buffo.
Ultima modifica di Shito il dom gen 17, 2010 6:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: La prostituzione dell'attore

Messaggio da Tuffgong »

Ovviamente non era mia intenzione trasferire il discorso fin quà.
Shito ha scritto:
Tuffgong ha scritto:Ma tu, Shito, avevi scritto:
Shito ha scritto:
Vendere al pubblico ciò che dovrebbe attenere all'ambito privato, lo chiamo prostituzione.
Riformulo la domanda:

Come possiamo OGGI prendere in considerazione l'attore? Il recitare non appartiene, OGGI, unicamente ad una sfera intima/privata. Anzi. :roll:
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