Fantascienza e Cyberpunk.

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naushika
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Messaggio da naushika »

MaxArt ha scritto:
naushika ha scritto:...io avevo pure suggerito la somiglianza della chioma con quella di San ( Mononoke ).
Curiosamente, a me ricorda invece di più la chioma proprio di Nausicaa... mah! Forse ti ricorda quella di San per via del colore?
...a mio parere la fantascienza vera e propria è quella su futuri "positivisti" cioè in cui la tecnologia sofisticata è uno strumento dell'Uomo e dunque storie nello spazio profondo contro "altro" alieno o soppranaturale ( quindi confronto fra Uomo razionale "novello ulisse" e Altro sempre minaccioso e disgregante ).
Beh, questa è una fantascienza, ma dagli anni Trenta ad oggi si è sviluppata in tantissime direzioni. In Asimov, per dirne una, il rapporto con la scienza è talvolta conflittuale e spesso c'è la totale assenza di entità aliene o soprannaturali. E che dire del ciclo di Dune di Herbert? Lì c'è pure di mezzo l'integralismo religioso... E Dick? Non mi si può neppure dire che non abbia citato dei classici! :D
Sono tanti casi. Però alla fine non ho capito quale fantascienza vorresti da Miyazaki :oops:, perché, per come la vedo io, il buon vecchio Hayao ha sempre mantenuto un filo "bucolico" nelle sue opere ed uno sfondo di "ritorno alla natura" c'è sempre e comunque. Ecco perché non credo che Miyazaki vorrebbe creare un'opera fantascientifica in un'ambientazione diversa da quella di Conan o Nausicaa.
io intendevo come scenari di base in cui poi ogni scrittore ha offerto il suo punto di vista e lo scenario di base della SF classica è quello di un futuro in cui l'Uomo è riuscito a solcare lo spazio grazie alla tecnologia che appunto non ha un ruolo "attivo" ma solo di strumento...da questo spunto di partenza poi i scrittori sopracitati hanno focalizzato alcuni aspetti di questa storia futura analizzando le conseguenze di questo connubio Uomo-Tecnologia ( appunto il robot delle tre leggi e l'Uomo o il pianeta "altro" e la tecnologia iperspaziale o la distopia politica di Dick e l'individualismo ) mentre le direzioni attuali partono da presupposti diverse quali la rottura del legame Uomo-Tecnologia già in partenza e frutto appunto della disillusione e quindi storie basate su scenari postatomici o Cyberpunk ( Dick e Gibson sono appunto più Cyberpunk che SF classica ). Quindi Conan e Nausicaa si muovono in scenari appunto POSTATOMICI dove è stato reciso il legame Uomo - Tecnologia. Io solo pensato se Miya potesse provare a narrare storie nello spazio profondo in stile SF classica tanto per fare appunto "sperimentazione" in generi e strade diverse. Non metto affatto in discussione i suoi principi che condivido assolutamente ma penso che strade nuove possono sempre essere considerate.
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Messaggio da MaxArt »

naushika ha scritto:io intendevo come scenari di base in cui poi ogni scrittore ha offerto il suo punto di vista e lo scenario di base della SF classica è quello di un futuro in cui l'Uomo è riuscito a solcare lo spazio grazie alla tecnologia che appunto non ha un ruolo "attivo" ma solo di strumento...
Mah, questa la considero una definizione un po' labile. Per ora, quando penso a cyperpunk, penso ad uno scenario cittadino di un agglomerato urbano futuro. Come può essere in Blade Runner, ma per stare nel mondo anime direi Akira e Ghost In The Shell. Il resto, in realtà, non è così differente. Ti parlo di Asimov nella sua saga di Io, Robot (non ti parlo del film, che non ho visto, ma di romanzi come Abissi d'acciaio).
Io solo pensato se Miya potesse provare a narrare storie nello spazio profondo in stile SF classica tanto per fare appunto "sperimentazione" in generi e strade diverse.
Non so fino a che punto, alla sua età, possa trovare la voglia di sperimentare, sinceramente :wink: Per questo esprimevo i miei dubbi.
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Messaggio da naushika »

MaxArt ha scritto:Mah, questa la considero una definizione un po' labile. Per ora, quando penso a cyperpunk, penso ad uno scenario cittadino di un agglomerato urbano futuro. Come può essere in Blade Runner, ma per stare nel mondo anime direi Akira e Ghost In The Shell. Il resto, in realtà, non è così differente. Ti parlo di Asimov nella sua saga di Io, Robot (non ti parlo del film, che non ho visto, ma di romanzi come Abissi d'acciaio).
appunto io ho definito cyberpunk un genere completamente diverso da quello della SF classica ( ribadisco: "classica" ) che parte da scenari e presupposti appunto diversi quali l'umanità nello spazio e viaggio verso l'Ignoto e tecnologie al servizio dell'Uomo. Asimov ad esempio appartiene alla SF perchè i suoi personaggi si muovono in un contesto galattico e dove i robot sono soggetti alle Tre Leggi quindi in un mondo in cui tecnologia e Uomo sono ancora in un rapporto perlomeno paritario. Cmq la fantascienza come tante altre espressioni culturali sono figlie del tempo in cui sono nate e dunque i generi sono legati al contesto culturale in cui è immerso lo scrittore.Riguardo a Miyazaki nulla è impossibile per lui :) ( mai sottovalutare un artista solo perchè è vecchio ) e comunque non intendevo un film vero e proprio ma anche solo una semplice prova ( anche a livello storyboard da affidare ad un altro magari )
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Messaggio da MaxArt »

naushika ha scritto:Asimov ad esempio appartiene alla SF perchè i suoi personaggi si muovono in un contesto galattico e dove i robot sono soggetti alle Tre Leggi quindi in un mondo in cui tecnologia e Uomo sono ancora in un rapporto perlomeno paritario.
Sinceramente non ho ben capito cosa voglia dire. I robot sono soggetti sì alle tre leggi, ma questo di fatto li mette in un livello subordinato agli uomini. Non so se hai presente cosa deve fare un robot per "diventare uomo" ne L'uomo bicentenario (se hai visto il film va bene, sebbene sia meglio il racconto).
In Asimov, del resto, è vero che molto spesso (ma non sempre) è la tecnologia al centro dell'attenzione (come nella saga di Susan Calvin). Volevi forse dire quello?
naushika ha scritto:Riguardo a Miyazaki nulla è impossibile per lui :) ( mai sottovalutare un artista solo perchè è vecchio ) e comunque non intendevo un film vero e proprio ma anche solo una semplice prova ( anche a livello storyboard da affidare ad un altro magari )
Guarda, a me certo non dispiacerebbe! :) Dato che si interessa tanto di cortometraggi, ultimamente, sperare non è un reato! :wink:
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Messaggio da naushika »

MaxArt ha scritto:Sinceramente non ho ben capito cosa voglia dire. I robot sono soggetti sì alle tre leggi, ma questo di fatto li mette in un livello subordinato agli uomini. Non so se hai presente cosa deve fare un robot per "diventare uomo" ne L'uomo bicentenario (se hai visto il film va bene, sebbene sia meglio il racconto).
In Asimov, del resto, è vero che molto spesso (ma non sempre) è la tecnologia al centro dell'attenzione (come nella saga di Susan Calvin). Volevi forse dire quello?
non esattamente...volevo dire che i robot e molti elementi della saga asimoviana si muovono in un contesto tipico della SF classica perchè qui tutto si muove in uno scenario in cui la tecnologia non ha "alienato" l'uomo e neppure essa si è "staccata" da essa...nel mondo di Asimov gli uomini si servono dei robot e i robot obbediscono ad essi e l'umanità si trova in un periodo in cui la civiltà tecnologica è appunto al suo massimo splendore ( Imperi galattici e viaggi spaziali ecc..ecc..) e anche Ray Bradbury parte da un contesto in cui l'uomo ha superato i problemi che lo legano alla Terra ( cronache marziane )...La SF classica è tale quando le storie appunto si ambientano in futuri di questo tipo dove la tecnologia, ribadisco, risponde ai comandi dell'Uomo. La SF cambia e non è più SF ( a mio parere) quando le condizioni di partenza da cui partono le storie sono diversi e che mettono in discussione radicalmente o addirittura rovesciando i presupposti positivisti della SF classica.

un cortometraggio con personaggi tratteggiati da Miya che vagano nello spazio è un idea esilarante in effetti :wink:
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Messaggio da MaxArt »

naushika ha scritto:...La SF cambia e non è più SF ( a mio parere) quando le condizioni di partenza da cui partono le storie sono diversi e che mettono in discussione radicalmente o addirittura rovesciando i presupposti positivisti della SF classica.
Ok, ci siamo intesi! :wink:
naushika ha scritto:un cortometraggio con personaggi tratteggiati da Miya che vagano nello spazio è un idea esilarante in effetti :wink:
Ma anche interessante! :D
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Messaggio da naushika »

MaxArt ha scritto:Ma anche interessante! :D
certo e infatti mi stò chiedendo se con il suo amore per il volo non abbia mai sollevato lo sguardo al cielo stellato sognando di solcare lo spazio profondo... :roll:
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Messaggio da MaxArt »

naushika ha scritto:certo e infatti mi stò chiedendo se con il suo amore per il volo non abbia mai sollevato lo sguardo al cielo stellato sognando di solcare lo spazio profondo... :roll:
Credo di sì, ma ora che mi ricordo Miyazaki in un'intervista aveva già espresso il suo "disamore" per quel tipo di fantascienza... :roll: Peccato.
Magari riesco a trovarla...
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Messaggio da naushika »

de gustibus non disputandum est....se al vecchio Miya non piace non ne facciamo un dramma! non si può pretendere tutto da lui :wink:
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Messaggio da Ale K »

:offtopic:
MaxArt ha scritto:quando penso a cyperpunk, penso ad uno scenario cittadino di un agglomerato urbano futuro. Come può essere in Blade Runner
Blade Runner non è cyberpunk, in BR si parla di replicanti, se non erro sono organismi biologici creati in laboratorio, mentre il filone CP dà rilievo alla simbiosi tra uomo e macchina (impianti cibernetici, impianti per la connessione alla rete nel cervello, ecc...), se non si parla di informatica, rete e cyborg, difficilmente si può parlare di CP :wink:
naushika ha scritto:e anche Ray Bradbury parte da un contesto in cui l'uomo ha superato i problemi che lo legano alla Terra ( cronache marziane )
Definire Bradbury un autore di fantascienza è per me una grossa forzatura, ma lo fan tutti... facciamolo anche noi...
Ma associarlo al positivismo proprio no, Bradbury esalta il sogno, l'irrazionale, il fantastico, tutto l'opposto del positivismo!!

Per Bradbury il positivismo è il male da sconfiggere! :wink:
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Messaggio da naushika »

Ray Bradbury infatti stava iniziando a mettere in crisi la SF classica con le sue storie minimaliste e incentrate sulle debolezze umane e la vita dell'americano medio con i suoi problemi proiettato in un futuro usato dall'autore come pretesto per raccontare la sua america...tuttavia io continuerei a metterlo nel genere fantascienza perchè comunque i suoi racconti sono ambientati in scenari futuribili di stampo classico ( come la vedevano gli uomini degli anni '60 dell'"ultima frontiera" )...il genere è definito in base a certi elementi in comune come scenari e stereotipi.
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Messaggio da MaxArt »

Ale K ha scritto:Blade Runner non è cyberpunk, in BR si parla di replicanti, se non erro sono organismi biologici creati in laboratorio, mentre il filone CP dà rilievo alla simbiosi tra uomo e macchina (impianti cibernetici, impianti per la connessione alla rete nel cervello, ecc...), se non si parla di informatica, rete e cyborg, difficilmente si può parlare di CP :wink:
Ecco, questa invece mi sembra una definizione troppo stretta di cyberpunk. Oltretutto, leggendo il romanzo in realtà quegli elementi che hai descritto (e che sono assenti nel film) compaiono eccome.
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Messaggio da Ale K »

MaxArt ha scritto:Ecco, questa invece mi sembra una definizione troppo stretta di cyberpunk. Oltretutto, leggendo il romanzo in realtà quegli elementi che hai descritto (e che sono assenti nel film) compaiono eccome.
Tutte le definizioni sono troppo strette, però sono indicative! Difficilmente mi viene da pensare al genere cyberpunk senza un accenno all'informatica o alla rete :)

Senza dubbio la città in cui è ambientato BR può ricordare un'ambientazione CP, ma per me non lo è, poichè manca di certe caratteristiche tipicamente CP.
Il racconto da cui è tratto il film non l'ho mai letto (e quindi non posso commentarlo), ma quello non è Blade Runner, è "Do Androids Dream of Electric Sheep" :wink: :D :D

Per nau: solo parte dei racconti di Bradbury sono ambientati su marte (alcuni dei quali raccolti in Cronache Marziane) tutti gli altri appartengono ai generi piu disparati, però tutti i suoi racconti hanno qualcosa in comune: l'irrazionale, il sogno, la fantasia.
Leggendoli si viene immersi in un'atmosfera che solo Bradbury riesce a ricreare e che non sono in grado di trasmettere a parole, atmosfera che si percepisce sia sul Marte degli anni '50 sia nell'Illinois degli anni '20, sia in un racconto poliziesco, sia in uno di Halloween.

Per questo preferisco definirlo più in generale come uno scrittore di racconti di "fantasia" (anche i suoi racconti non fantastici trasmettono un qualcosa di onirico), poi se vogliamo considerare i sui racconti ambientati su Marte di fantascienza va bene, però non associamolo al positivismo :wink:

Io di solito lo inserisco tra gli scrittori di fantascienza solo quando devo difendere il genere :D :D
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Messaggio da naushika »

Ale K ha scritto:
Per nau: solo parte dei racconti di Bradbury sono ambientati su marte (alcuni dei quali raccolti in Cronache Marziane) tutti gli altri appartengono ai generi piu disparati, però tutti i suoi racconti hanno qualcosa in comune: l'irrazionale, il sogno, la fantasia.
Leggendoli si viene immersi in un'atmosfera che solo Bradbury riesce a ricreare e che non sono in grado di trasmettere a parole, atmosfera che si percepisce sia sul Marte degli anni '50 sia nell'Illinois degli anni '20, sia in un racconto poliziesco, sia in uno di Halloween.

Per questo preferisco definirlo più in generale come uno scrittore di racconti di "fantasia" (anche i suoi racconti non fantastici trasmettono un qualcosa di onirico), poi se vogliamo considerare i sui racconti ambientati su Marte di fantascienza va bene, però non associamolo al positivismo :wink:

Io di solito lo inserisco tra gli scrittori di fantascienza solo quando devo difendere il genere :D :D
hai ragione ma Ray Bradbury è più conosciuto per le Cronache Marziane e dunque per "semplicità" fà parte del genere SF...altrimenti se dovessimo tener conto di ogni singola opera, anche importante, di ogni autore,diventerebbe impossibile creare "generi" o "categorie" che infatti sono puramente convenzionali...Philip.K.Dick ha scritto innumerevoli racconti uno diverso dall'altro ma dopotutto rientra in genere SF classica...Gibson in Cyberpunk nonostante lui fosse il padre del cyberpunk e dunque più "pioniere" che "adepto" del genere....il genere "fantastico" differente da "fantasy" e "Fantascienza" è ancora un genere sperimentale e molto vago con confini non ancora chiariti ( mancano ancora i topoi caratteristici per diventare categoria )e Ray Bradbury può starci quanto non starci ma non definitivamente. I confini fra i generi sono sempre più sfumati a mano a mano che si sperimentano nuovi elementi e soggetti narrativi quindi i generi vanno considerati, per evitare confusione, semplici convenzioni ai fini di catalogare e archiviare :) ( gli archetipi sono un altra cosa e non sono competente riguardo a questo complesso argomento ).
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naushika ha scritto:Philip.K.Dick ha scritto innumerevoli racconti uno diverso dall'altro ma dopotutto rientra in genere SF classica...Gibson in Cyberpunk nonostante lui fosse il padre del cyberpunk e dunque più "pioniere" che "adepto" del genere
Chi? PKD "classico"? Ma lui manco ha mai scritto niente di fantascienza classica, erano tutte sovrastrutture per parlare della relatività della realtà e dell'alienazione della coscienza, da Occhio nel Cielo per finire con Valis... :D

Il cyberpunk cos'è? Semplice, quello che c'è in Neuromante, più facile di così si muore :wink:
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