Nel complesso il film non mi è dispiaciuto anche se il mio giudizio lo pone nel genere "intrattenimento" molto lontano dal livello del Signore degli anelli. Come era ampiamente prevedibile, Narnia paga un pegno anche abbastanza pesante alla trilogia di Jackson. Tante, troppe carrellate ricordano i "voli" di cinepresa che riprendevano la Compagnia dell'anello sul passo di Caradhras. Gli orchi della strega che forgiano le spade paiono presi di peso dalle fucine di Saruman, e l'inseguimento della slitta sul fiume ghiacciato ricorda molto, molto da vicino, la fuga dai Nazgul di Frodo e compagni.
Inoltre, il lato per me più negativo è la recitazione dei due ragazzini più grandi (Peter e Susan), che hanno la stessa faccia impagliata dalla prima all'ultima inquadratura, togliendo buona parte dell'
epos legato alle loro figure. Ho invece apprezzato molto i due più piccoli, in particolare Edmund, ma anche la più piccina si difendeva bene: non mi sento infatti di condividere la critica espressa da Hols.
Tra i lati positivi: gli effetti speciali, le creature (Aslan è quasi totalmente digitale!), le musiche, e una certa dose di ironia ben condotta.
Hols ha scritto:[...] A che diavolo servivano i 4 bambini messianici? [...]
ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER
Effettivamente, a vedere solo il film (ma anche a leggere il libro senza qualche informazione extra) i bambini paiono non servire a nulla e - se ci si limita alla trama pura e semplice - non si capisce perché Aslan non possa combattere la strega dei ghiacci da solo.
Lewis, l'autore delle "Cronache", come è noto, era di formazione atea, e si convertì al cristianesimo soltanto in età adulta, quando era già uno scrittore affermato e non aveva mai scritto libri "per bambini" (come invece dichiaratamente sono le "Cronache di Narnia").
Compiuto il passo della conversione, Lewis, si pose il problema di scrivere un libro che spiegasse il cristianesimo ai bambini. Così, a detta dello stesso autore, immaginò un mondo alternativo al nostro dove il figlio di Dio, invece che incarnarsi con le sembianze di un uomo, vi apparisse sotto le spoglie di un leone. Come Cristo, il leone, nel corso del primo romanzo, si immola per purificare i peccati altrui e, pur destinato a risorgere, affronta con paure e timori "umani" il sommo sacrificio.
Il ruolo dei quattro umani a mio modo di vedere le cose, non rispecchia nient'altro che il ruolo centrale dell'uomo nel progetto cristiano.
Inoltre, Lewis si era avvicinato ad un cristianesimo di stampo cattolico, condottovi per mano dall'amico Tolkien, ma entrambi vivevano e si erano formati nell'Inghilterra anglicana dei primi anni del secolo, e il confronto con la realtà protestante era continuo e costante. La mia impressione personale è infatti che la "profezia" che attende gli umani a Narnia non sia aliena dalla concezione protestante della predestinazione, così come non manchino elementi calvinisti nella contrapposizione frontale, continua ed eterna tra il bene e il male.
Sapete che gli effetti speciali sono della "Industrial Light and Magic" di Lucas, no? Beh... nei titoli di coda l'hanno tradotta come "Luci Artificiali e Magia"! 
Trovo sbagliato invece aver voluto a tutti i costi far entrare in battaglia Susan. 
Povera patria... 
