la leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda come mai nessuno è mai riuscito a raccontarla....
SPLENDIDO film di John Boorman del 1981 riassume il complesso ciclo bretone portandolo in una dimensione più appropriata quale del Mito fuori dalla Storia...
uomini in armature del 500 scintillanti che cavalcano fra foreste di verde amaranto e si perdono nelle nebbie dello stesso colore della cenere e brillano di luci vermigli e verdi....
castelli luminosi e paradisiaci...
e una colonna sonora pazzesca...le vibrandi note di O Fortuna o il malinconico ending...
un CAPOLAVORO
excalibur
Moderatore: Coordinatori
Naushika, sei un'infame crossposter! Ma su quanti forum pubblichi identici i tuoi post?
Detto questo, devo proprio dissentire dal tuo (rispettabilissimo) giudizio. Excalibur si allontana abbastanza dalla mia concezione di capolavoro. Il lungometraggio di Boorman è certamente meglio di tanta produzione hollywoodiana, soprattutto recente, ma direi che non si discosta troppo da una risicata sufficienza.
Sicuramente il mio giudizio risente della pignoleria che mi impedisce di gustarmi un film ambientato nel passato senza pormi il problema della rispondenza storica dei costumi, dei dialoghi e di un'infinità di altri particolari.
Nel dettaglio, mi pare soprattutto che i costumi siano improbabili, a partire dal Mago Merlino, con la sua bella calottina in stile "Métal hurlant", per giungere ai cavalieri che vanno sì agghindati in armature del Cinquecento, peccato che si tratti di bardature del Mille e cinquecento, mentre le vicende "storiche" di Artù sono ambientate nel cinquecento, anzi, nel quattrocento inteso come V sec. dopo Cristo.
Per il resto, credo che il film risenta molto del gusto dei suoi tempi, con capigliature in stile anni Settanta e una fotografia flou che da sempre trovo insopportabile (anche se questo è un mio gusto personale). Il fondo del film viene toccato senza dubbio nella scena del concepimento di Artù, in cui assistiamo ad una copula tra Uther Pendragon completamente rivestito di un'armatura e Igraine, madre di Artù, completamente nuda. O il padre di Artù era eccezionalmente dotato, oppure siamo di fronte al consueto squallido trucchettino per mostrare su grande schermo qualche grazia femminile, che fa sempre cassetta.
La rivisitazione del ciclo arturiano in salsa americana mi lascia quindi nel complesso alquanto perplesso, inclusa la colonna sonora: i "Carmina burana", all'orecchio degli americani fanno tanto medioevo, quindi perché perdere l'occasione di schiaffarceli dentro? Poi, se risalgano all'anno Mille, se siano una trascrizione poco filologica impregnata di gusto romantico o se nel V sec. si ascoltava tutt'altra musica, chi se ne importa?
Mescolate con vigore, shakerate e aggiungete ghiaccio e limone: il medioevo è pronto da servire in tavola.
Detto questo, devo proprio dissentire dal tuo (rispettabilissimo) giudizio. Excalibur si allontana abbastanza dalla mia concezione di capolavoro. Il lungometraggio di Boorman è certamente meglio di tanta produzione hollywoodiana, soprattutto recente, ma direi che non si discosta troppo da una risicata sufficienza.
Sicuramente il mio giudizio risente della pignoleria che mi impedisce di gustarmi un film ambientato nel passato senza pormi il problema della rispondenza storica dei costumi, dei dialoghi e di un'infinità di altri particolari.
Nel dettaglio, mi pare soprattutto che i costumi siano improbabili, a partire dal Mago Merlino, con la sua bella calottina in stile "Métal hurlant", per giungere ai cavalieri che vanno sì agghindati in armature del Cinquecento, peccato che si tratti di bardature del Mille e cinquecento, mentre le vicende "storiche" di Artù sono ambientate nel cinquecento, anzi, nel quattrocento inteso come V sec. dopo Cristo.
Per il resto, credo che il film risenta molto del gusto dei suoi tempi, con capigliature in stile anni Settanta e una fotografia flou che da sempre trovo insopportabile (anche se questo è un mio gusto personale). Il fondo del film viene toccato senza dubbio nella scena del concepimento di Artù, in cui assistiamo ad una copula tra Uther Pendragon completamente rivestito di un'armatura e Igraine, madre di Artù, completamente nuda. O il padre di Artù era eccezionalmente dotato, oppure siamo di fronte al consueto squallido trucchettino per mostrare su grande schermo qualche grazia femminile, che fa sempre cassetta.
La rivisitazione del ciclo arturiano in salsa americana mi lascia quindi nel complesso alquanto perplesso, inclusa la colonna sonora: i "Carmina burana", all'orecchio degli americani fanno tanto medioevo, quindi perché perdere l'occasione di schiaffarceli dentro? Poi, se risalgano all'anno Mille, se siano una trascrizione poco filologica impregnata di gusto romantico o se nel V sec. si ascoltava tutt'altra musica, chi se ne importa?
Mescolate con vigore, shakerate e aggiungete ghiaccio e limone: il medioevo è pronto da servire in tavola.
ma infatti io nel post precedente ho precisato che non calare la leggenda arturiana in una dimensione storica è stata una scelta, secondo me, felice...
l'ambientazione così asettica e surreale amplifica il carattere onirico del Mito e Merlino è molto più carismatico e autentico dei classici merlini barbuti e abito con stelle della maggior parte dei film dedicati al ciclo bretone..
trovo commovente nel finale ritrovare Lancilotto, scacciato e punito per il suo atto sacrilego, sbucare nella nebbia urlando il nome del suo Re per chiedere l'estremo perdono...
o la splendida quanto teatrale scena della morte di modred...
resto convinta che è il più bel film sul ciclo bretone finora
l'ambientazione così asettica e surreale amplifica il carattere onirico del Mito e Merlino è molto più carismatico e autentico dei classici merlini barbuti e abito con stelle della maggior parte dei film dedicati al ciclo bretone..
trovo commovente nel finale ritrovare Lancilotto, scacciato e punito per il suo atto sacrilego, sbucare nella nebbia urlando il nome del suo Re per chiedere l'estremo perdono...
o la splendida quanto teatrale scena della morte di modred...
resto convinta che è il più bel film sul ciclo bretone finora
Ragazzi, impossibile non notare la sconcertante assenza dialogica tra un commento (inascoltato) sulla sustanzialità di ciò che era in oggetto e una replica (ad esso almeno apparentemente indifferente) ribadente assunti quasi esclusivamente di soggettiva e perlopiù epidermica fenomenologia.
E non è fatto raro, peccato : se solo ogni tanto cercassimo di capire meglio e nella sostanza più profonda ciò con cui ci si confronta invece di preoccuparci principalmente di difendere e anzi ribadire quanto affermato ne avremmo tutti da guadagnare, e se questo suona retorico meglio ancora.
E non è fatto raro, peccato : se solo ogni tanto cercassimo di capire meglio e nella sostanza più profonda ciò con cui ci si confronta invece di preoccuparci principalmente di difendere e anzi ribadire quanto affermato ne avremmo tutti da guadagnare, e se questo suona retorico meglio ancora.
"Pur sprovvisto di soldati, e solo, combatteva il mondo e i suoi vizi in questo luogo". (Yasushi Inoue).
Mordred sembrava uscito da Saint Seiya.
A parte questo, l'idea di Excalibur, visto solo quando ero piccino, era piuttosto quello di kolossal-wannabe che strizzava un occhio all'epico-serioso e un occhio al misticheggiante.
Quand'ero piccino non mi dispiacque, mi tocherebbe riguardarlo.
"Qual è il segreto del Graal?"
A scelta, direi. O è un nome in codice che i Templari usavano per indicare l'Arca dell'Alleanza, che cercarono sino in Etiopia, oppure è il ventre gravido della Maddalena, prostituta di un sol uomo (!).
Non era Eloisa che scrisse ad Abelardo: "sarò la tua prostituta"?
A parte questo, l'idea di Excalibur, visto solo quando ero piccino, era piuttosto quello di kolossal-wannabe che strizzava un occhio all'epico-serioso e un occhio al misticheggiante.
Quand'ero piccino non mi dispiacque, mi tocherebbe riguardarlo.
"Qual è il segreto del Graal?"
A scelta, direi. O è un nome in codice che i Templari usavano per indicare l'Arca dell'Alleanza, che cercarono sino in Etiopia, oppure è il ventre gravido della Maddalena, prostituta di un sol uomo (!).
Non era Eloisa che scrisse ad Abelardo: "sarò la tua prostituta"?
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
in parole povere vuoi dire che io ho commentato il film così come era e come voleva essere espresso e heimdall più che giudicare il film in sè ha voluto criticare il modo come si è presentato il ciclo bretone?Muska ha scritto:Ragazzi, impossibile non notare la sconcertante assenza dialogica tra un commento (inascoltato) sulla sustanzialità di ciò che era in oggetto e una replica (ad esso almeno apparentemente indifferente) ribadente assunti quasi esclusivamente di soggettiva e perlopiù epidermica fenomenologia.
E non è fatto raro, peccato : se solo ogni tanto cercassimo di capire meglio e nella sostanza più profonda ciò con cui ci si confronta invece di preoccuparci principalmente di difendere e anzi ribadire quanto affermato ne avremmo tutti da guadagnare, e se questo suona retorico meglio ancora.
un film è pur sempre un immagine e una rappresentazione stilizzata...non si può pretendere al regista di essere aderente alla realtà ( e qui non è neanche realtà...è una leggenda il ciclo bretone )quando il regista ha al riguardo un idea diversa e un punto di vista diverso
e fino ad ora, sempre parliamo di CINEMA, non esistono film sul ciclo arturiano altrettanto convincenti ( King Arthur stringe più occhio al Gliadiatore che ad Artù )