Dottor Rao ha scritto:Sì, sono tre grandi caratteristi e ottimi interpreti (intendo Mason, la Winters e ovviamente Sellers), che si trovano a loro agio nel tono quasi da commedia brillante del film... il fatto è che a differenza di altri film del regista, sono proprio loro tre a "reggere" il tutto - già se togli Sellers il film subisce un duro colpo.aladar ha scritto:hai ragione, James Mason a mio parere è perfettamente aderente all'Humbert di Nabokov, per non parlare della Winters...ma si tratta di una triade (ehm...forse è meglio trinità...anzi no...vabbè...) eccezionale, Kubrick-Mason-Winters...vogliamo mettere con Lyne-Irons-Griffith?
E Mason sarà anche un buon HH ma la Winters è parecchio diversa dalla Charlotte del romanzo, che è presentata quasi come una sorella maggiore di Lo. Questo non per criticarla, è adorabile nel film - i cambiamenti al personaggio sono evidentemente occorsi in fase di sceneggiatura.
Mmmh, una cosa che non mi stancherò mai di dire è che dati due mezzi espressivi tanto diversi quali la scrittura e la pellicola cinematografica, pensare a una 'trasposizione fedele' significa pensare a un fallimento.
Di fatto, non si può scrivere un buon libro 'come un film' né fare un 'buon film' come un libro. E' impossibile perché i due mezzi vivono di tempi, logiche e andamenti diversi.
Da questo punto di vista, era quasi impossibile trarre un film dal libro 'Lolita'. Questo perché il libro vive dell'acume del protagonista-narratore, della sua voce pensiero costantemente affilata come una lama, che riesce a dare reali brividi a quei fortunati che sono ancora capaci di provare un po' di onesta empatia con la migliore letteratura.
Non so voi, ma ci sono passi di Lolita (il libro) che mi commuovono OGNI VOLTA che leggo SINO alle lacrime.
E' un miracolo che Mason diretto da Kubrick sia riuscito, semplicemente con la recitazione, con le intonazioni e con gli sguardi, a rendere tutto quello che nel film non poteva che restare 'non detto'. Un esempio mirabile è la lettura della lettera di Charlotte, che Kubrick NON fa leggere alla 'voce di Charlotte', ma a quella di HH, rendendoci la SUA percezione del tutto.
Il grossolano Lyne non avrebbe mai inteso la necessità di ciò, come si vede (ahimé).
Detto ciò, il film manca di ciò che lo stesso Kubrick denunciò come mancante: una forte tensione sessuale nella prima parte.
Tutto il dramma di HH vive nel parossismo di riuscire a concupire il suo idolo, ma di essere in primis incapace di amarlo, per riscoprire tardivamente questo amore, troppo tardi, quando non può farne che letteratura.
Questo dramma umano, che mi piace pensare come il conflitto estremo tra il dionisiaco (desidero Lolita, la sua carne sino al suo livido fegato e mi danno con la natura di non poterla rivoltare) e l'apollineo (amo Lolita, anche ora che incinta di un altro uomo non è che la negazione della ninfetta che fu), è forse quanto di più bruciante abbia mai letto su pagine stampate.
Però, la prima parte nel film manca. L'ossessione dionisiaca del fauno HH, dello 'sciamano' HH non si capisce. Manca la tensione sessuale e la tensione psicologica di una vita intera di ninfolettico che la sostiene.
Manca tutto questo.
Forse un giorno sarò abbastanza affermato per realizzare una terza versione cinematografica di Lolita.
La sceneggiatura nella mia testa c'è già.
G.