Into the Wild - Sean Penn

Film, al cinema o a casa

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Tuffgong
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Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da Tuffgong »

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Ad agosto mi ascoltavo la colonna sonora e solo qualche giorno fa son riuscito a guardare il film.
Chapeaux! :prostrare:
"Happiness is real only when shared"
Con queste parole si chiude il film, con una consapevolezza ricercata per ben due anni.
Un abbandono dei legami di sangue e un viaggio - on the road - che porta il protagonista a visitare in lungo e in largo buona parte degli States.
La vicenda ripercorre le gesta di Christopher McCandless, un giovanotto benestante che decide - dopo la laurea - di mollare tutto ciò che possiede per assaporare la natura sevaggia.
Non un viaggio bensì un Viaggio con la "V" maiuscola, una seconda laurea, ben più profonda, irrazionale, genuina.
Incontri che aumentano via via la consapevolezza di Alexander Supertramp, lo pseudonimo con il quale si fa chiamare.

Un film in cui Sean Penn, con una leggerezza disarmante, organizza, manipola, racconta una vicenda senza dubbio intensa.
Non mi dilungo sulla trama per non rovinare la visione a chi non l'ha visto.

Le musiche di Eddie Vedder e la fotografia di Éric Gautier riescono, con lode, nell'intento di proiettare lo spettatore in quei precisi momenti, in quelle precise atmosfere. Riescono a ricreare un "mood" assolutamente avvolgente.
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"Ciò che ho realizzato è definita un'eresia da alcuni fan di Lupin, ma io penso che tutte le opere su Lupin, a parte quelle realizzate da noi, siano insignificanti!" H.M
Layla
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da Layla »

devo ammettere che questo film mi aveva lasciata a metà tra l'estasi e il gelo, fino a quando ne ho letto una recensione appassionata che propongo anche qui. Sperando serva ad altri spettatori ipercritici e distratti (non mi riferisco a te Tuffgong, ovviamente).
È spoiler, a quanto ricordo
non ho un blog, non ho uno spazio Myspazio del [censura], quindi abbi pazienza, scrivo qua.
dunque. premesso che certe affermazioni fanno più male del pene equino perforacolon di cui tanto si parla in altre sedi a proposito di un certo signore americano: non mi affannerò segnalare a chi descrive questo film come un concentrato di melassa e di luoghi comuni che fa il torto più grande a una pellicola che non si compiace nemmeno un secondo di troppo, come il 99% dei film per beoti invece si permette impunemente (ma è un discorso che vale per la cultura, che dico,per la vita in generale) su bei tramonti, saggezza in pillole, scopri-il-bambino-e/o- buonselvaggio-che-cova-in-te, grandi sogni edificanti e edulcorate dimostrazioni che"tutti se vogliono possono essere liberi e felici a contatto con la natura selvaggia", perchè il film non fa altro che raccontare in più modi come LA FELICITA'sia in effetti scientificamente IMPOSSIBILE. ho letto delle obiezioni a dir poco risibili:"se era un ambientalista che [censura] ci faceva col fucile": soprassedendo al fatto che il tizio non è stato certo presentato come un burocrate di legambiente o un vegano intransigente, ma solo come un essere umano inquieto che cerca il modo di sfuggire alle sue inquietudini (condizione comune a molti, direi): ma per la miseria, se per metà film non si fa altro che mettere in luce che hai comunque e in ogni modo bisogno di saper macellare la carne se vuoi vivere del fottuto bestiame che passeggia per i verdi campi senza passare prima dalla bottega di Osvaldo il Re del Lardo, se si mette in luce che anche il più retto e ascetico lettore di thoreau deve andare a lavorare da mcdonald's se si vuole procurare rapidamente dei soldi senza chiederli a mammina e papino, anche se lo scopo è solo comprare un equipaggiamento: che appunto, OCCORRE un equipaggiamento, comunque. a questo proposito sono esemplari i "selvatici" personaggi di wayne e del tizio lungocrinito e della sua donna, che non sono infatti rappresentati come nei più triti clichè sulla controcultura americana come inoffensivi mattacchioni alla ricerca di peyote, o peggio come occidentali in balia di fraintendimenti new age dall'eterno sorriso strafatto allungati su un'amaca impegnati ad abusare di erba giamaicana e pestare su oggettini per finti percussionisti ma anzi, non fanno altro che ricordare in più maniere a supertramp che la vita è più dura di quel che crede, anche in mezzo alla natura.oppure, leggo "la libertà non è salire su un monte allargare le braccia e fare uuuu!" INFATTI, IL SUNTO DEL FILM è proprio che supertramp viene FOTTUTO, INTEGRALMENTE, fino alla MORTE, dal suo desiderio di libertà, e non perchè il suo modo di cercare la libertà sia giusto o sbagliato o ridicolo, ma perchè A PRIORI "la libertà" come concetto è impossibile, così come "LA FELICITA'" perchè viviamo in un mondo talmente inospitale e strutturato secondo dinamiche paradossali e soffocanti,che si finisce NECESSARIAMENTE per trovare più libertà in una radura in mezzo al nulla, che non nella notte metropolitana della solitudine e della miseria (esemplificativa la scena in cui supertramp si trova per la prima volta spaesato e infelice perchè alle prese con la trafila misera del dormitorio). Io poi, garantisco, non ho amato questo film per immedesimazione: non mi sento affatto invasa da una vertigine al cospetto di una vallata, di un torrente o di un branco di cavalli, epperò sono realmente agghiacciata dai giovani broker del [censura] alla Patrick Bateman senza nerbo in cui quella notte Alex ha orrore di trasformarsi. Proprio la supponenza del ragazzo, il suo continuo fare ricorso a citazioni, il suo cagare il [censura] a un vecchio che forse rivorrebbe solo la sua amata e altri anni di vita e di giovinezza per scoparsela, continuando a ripetergli che la sua vita cambierà se solo si metterà in movimento, servono a non dipingerlo ASSOLUTAMENTE COME UN MARTIRE o un eroe, come avrebbero fatto ripeto il 99 per cento dei registi, ma a sottolineare quanto anche un'illusione di innocenza, così come il cinismo, possa portare alla morte. Le scene criticate da molti come didascaliche (bruciare i soldi per esempio, tagliare la carta di credito eccetera) servono APPOSITAMENTE a generare continuamente in chi guarda il dubbio che la scelta di vita di alex sia guidata da una fame di simboli e da un'irrequietezza che non ne fa un martire o un eroe e che non vuole "insegnare" un bel niente ma semplicemente mostrare quanto può essere contraddittorio un essere umano nella sua fame di risposte, assai più che una bestia nella sua fame e basta (i lupi divorano l'alce, ma alex supertramp si abbatte disperato su un'alce che non gli serve a nulla perchè è già in decomposizione, coperta di larve di mosche. non mi pare esattamente l'immagine della speranza e dell'elogio della pace bucolica. COME FATE A NON CAPIRLO. e comunque alex non è un ragazzino che corre sulle orme di kerouac senza sapere che kerouac aveva una casa e una mami a cui tornare. è solo una persona che si rode al pensiero di crepare senza aver "sentito" nulla e come tale non differente da chiunque, salvo che la maggior partedi noi sbava su questo pensiero senza riuscire a muovere un dito per vivere con più violenza e intensità. ancora: "la scena finale è patetica, sembra telenorba, l'abbraccio coi genitori" (ma questo detto da una tizia che comincia ogni suo post con infantili richiami radiofonici del tipo "oggi la ricetta della casa è.." quindi poco male): signori: magari siete i medesimi che avete detto le stesse cose su INLAND EMPIRE.
non comprendete quanto è REALMENTE GROTTESCA LA REALTA', prima ancora del cinema.veniamo alle obiezioni sulla tecnica, sull'abuso di questo e quello.
ohdaesu: tu porti il nome del personaggio di un film che è stato tacciato di compiacimento, regia videoclippara, strizzatine d'occhio agli occidentali rispetto alla precedente produzione,eccetera eccetera. per farti un esempio,per me quelle critiche non hanno alcun valore, perchè l'essenza del film resta una tragedia che non mette lo zucchero nel pathos per compiacere alcuno e trova nella sua disperazione la purezza e l'onestà che mi bastano. idem per questo film.quanto al vedere nel film un'apologia dello studente danaroso che cerca se stesso in Nepal, avevo scritto di getto 21 luoghi comuni che SAREBBERO certamente stati presenti nel film se fosse stato diretto da qualunque altro regista, ma mi è partito word prima di salvare (vivaddio, che mi stavo dilungando). vi basti sapere che non si tratta affatto dell'ultima popstar che dichiara di abbracciare spesso gli alberi per ritrovare il suo equilibrio. non si tratta della parabola del giovincello cazzone che si gloria di non fumare philip morris perchè-è-contro-il-sistema e poi fuma da ebete una sottomarca appena acquistata dalla philip morris. non si tratta di una mentecatta decerebrata che blatera di cristalloterapia, essenza,piedi nudi per sentire la madre terra e fonti energetiche rubate al cibo biologico.sappiate che questi brevi esempi di agghiacciante psicosi ahimè sono facilmente riscontrabili presso mostre d'arte, musei, centri sociali, vernissage e concerti di musica concreta,in autobus e per strada, ma non sono presenti in questo film. Esemplificativa la scena (nessuno ci ha colto una certa ironia?) in cui supertramp dice alla mela "come sei biologica, come sei buona!" ;) - penn è sempre pronto a donare ambiguità al suo personaggio. non sappiamo mai se commuoverci o prenderlo a testate. nel frattempo amiamo la poesia di penn che è la stessa dei film precedenti. epperò ci commuoviamo (almeno io) e ripeto NON PER IMMEDESIMAZIONE.[censura] non siamo mica tutti lettori di liala, che c'abbiamo bisogno necessariamente di immedesimarci. (e comunque chi non ha amato "la promessa", muoia).
il personaggio di alex non semina nessuna speranza in realtà.
non è un martire, anzi, più volte la sua viene ritratta per ciò che (anche) è: un'ossessione (come ne abbiamo tutti, ma non tutti abbiamo le palle (le palle tornano costantemente, si porti pazienza) di seguirla fino alle sue estreme conseguenze: e questo è il significato di terre estreme, non certo uno spot come lo girerebbero baricco e muccino per l'associazione Viva La Natura-Visita L'Alaska incontaminata.Il personaggio di alex supertramp così arrogante anche, cosi' ossessivo, incapace di salutare con reale tenerezza tutti quelli che si commuovono per la sua partenza, deve imparare una lezione, non darla allo spettatore. come fate a non capirlo. e il suo personaggio prende implicitamente per il culo ogni forma di illusione, per intenderci quelle che restano attuali, se proprio vogliamo parlare di sberleffi, ma di sberleffi coi cazzi che possono permettersi di sbeffeggiare quanto vogliono, in un vecchio elenco di bukowski: "era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scultura, composizione, direzione d'orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d'azzardo, alcool, ozio, gelato allo yoghurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta: Io l'avevo fatta da un pezzo la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano i fatti loro." io sono astemia ma l'elenco è valido. insomma into the wild nelle mani giuste è un film sublime. pregasi non commentare che devo essere una persona senza un [censura] da fare senza una vita eccetera per aver trovato il tempo di aver scritto tutto questo perchè avrei potuto scriverlo anche cagando, per vostra informazione:c'è il wireless.nè: "per arrivare a questo potevi risparmiarti tutto questo sproloquio" perchè senza sproloquio non si arriva, e poi è meglio venire che arrivare. omaggi.
http://jointsecurityarea.splinder.com/p ... d-42212344
“I tried to create a visual experience, one that directly penetrates the subconscious with an emotional and philosophical content... You're free to speculate as you wish about the philosophical and allegorical meaning of the film”
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da dolcemind »

Una bella critica davvero appassionata. Perde qualcosa secondo me ma sono molto più d’accordo che in disaccordo. Concordo ad esempio che non sia un film bucolico o ambientalista.

Alex è in definitiva un uomo inquieto che decide ed ha il coraggio di dar vita ai propri ideali e per farlo non è disposto ad accettare limitazioni da parte di famiglia, società e persone che gli si avvicinano e gli dimostrano affetto e che
“finisce NECESSARIAMENTE per trovare più libertà in una radura in mezzo al nulla, che non nella notte metropolitana della solitudine e della miseria” .
Necessariamente perché non si può credere di dar vita ad un ideale in un mondo concreto fatto di persone e legami. Concordo con il fatto che il regista non ne fa un martire ma piuttosto un
“personaggio […] così arrogante anche, così ossessivo, incapace di salutare con reale tenerezza tutti quelli che si commuovono per la sua partenza, deve imparare una lezione, non darla allo spettatore.
Ecco credo che invece l’intento del regista si quella per cui Alex
Spoiler:
in punto di morte
impari la lezione a sue spese e ne dia quindi anche allo spettatore. La lezione non è che:
"LA FELICITA' il film non fa altro che raccontare in più modi come LA FELICITA'sia in effetti scientificamente IMPOSSIBILE
ma che lo è a livello ideale e bisogna quindi imparare a rendere concreti ed a condividere con chi ci vuole bene concetti ideali come libertà e felicità che sono, in questo modo, ad un palmo di mano e possibili ripetutamente.

P.s: aggiungerei Spoiler al Titolo iniziale :wink:
Spoiler:
alla fine del film ho commentato: Stupido! Hai avuto così tante occasioni...
Maison
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da Maison »

Sono curioso di vedere questo film, presto diro' anche io cosa ne penso.
Ringrazio per la segnalazione.
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da ghila »

Credo sia la narrazione accorata e filmicamente straordinaria di un'inquietudine giovanile insanabile, probabilmente a causa di un'intelligenza troppo acuta cresciuta in una campana di vetro (fragilissimo) troppo trasparente che ne ha accentuato il carattere ribelle.
La figura di Alex è quanto di più lontano dalla mia visione di vita, nonostante questo è affascinante e straordinariamente coerente nella sua follia.
Perché di follia (sensata...) si tratta, a mio avviso, quando una persona ha bisogno di arrivare all'estrema solitudine per comprendere il valore degli altri. E per capirlo si serve l'estrema indifferenza della natura (la vera solitudine è nell'indifferenza generale di ciò che ci circonda). La natura imperturbabile dal dolore e dalla morte che essa nasconde, apatica rispetto alla sua stessa bellezza. Alex vale meno di zero senza gli altri e la natura, spietata, glielo fa capire semplicemente ignorandolo fino all'estreme conseguenze (non serve nemmeno a sfamare un orso...)
La natura di Penn è soggetto assolutamente impassibile: falsamente accogliente, sirena dalla voce immane e magnifica, cruenta e pressoché invivibile per un uomo da solo.
E in questo ricorda la visione naturale del grande Herzog che non riesce a non restare affascinato da una pazzia assennata come quella che dimostra Timothy Treadwell, l'uomo degli orsi, morto anch'esso in Alaska qualche anno fa.
E allora dopo Into the wild il consiglio è d'obbligo: guardate, vivete, inorridite e commuovetevi di fronte alla madre Natura meravigliosa e indifferente, narrata in "Grizzly man".
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da dolcemind »

Gran bel commento Ghila... :prostrare:
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da The begin of world »

aspettate....volete dire che non vi è piaciuto, anzi dite che vi fa schifo???
credo di aver capito la "didascalia" ma non capito bene da che parte si è shierata la TipA 1 pò sballata :evil: ???
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da dolcemind »

se leggi tra le righe, capirai che è piaciuto a tutti...
si discuteva sul significato del film.
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da ghila »

dolcemind ha scritto:se leggi [...] le righe...
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da Muska »

dolcemind ha scritto:se leggi...
Dubitativo d'obbligo.
"Pur sprovvisto di soldati, e solo, combatteva il mondo e i suoi vizi in questo luogo". (Yasushi Inoue).
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da The begin of world »

dolcemind ha scritto:se leggi tra le righe, capirai che è piaciuto a tutti...
si discuteva sul significato del film.
che è l'unica cosa importante...
è propio sul significato del film che mi espimo...
:!:
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da Heimdall »

Ragazzi, fate i bravi: non mi fate scappare il bocia. La prima risposta di dolcemind era più che sufficiente. Mi pare, del resto, che siano discorsi già fatti, no? ;)
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da ghila »

Chiedo venia, sia a te carissimo Heim che al baldo giovine begin! :)
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Re: Into the Wild - Sean Penn

Messaggio da The begin of world »

eccoti venia............. :arrow: ........ :| :| :|

ehm...non c'è nuessun problema....è solo che son affezzionato a questo fil...(UOMO[Alexander Supertramp]) e che non mi è piaciuto il commento della Tizia...










...cmq si, nn lo letto tutto di certo! :aaaaaah: