Salviamo il cinema italiano

Film, al cinema o a casa

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FABIO
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Messaggio da FABIO »

Il problema, come dice Haku, è il fatto che su 120 film prodotti dall'istituto luce 50 "non vedono la luce" ovverosia sono solo favori agli amici(o alle ganze), forse qualcuno sarebbe interessante ma come ho già detto qui in Italia non ci sono meccanismi di tutela particolare per il cinema nostrano(parlo di distribuzione nelle sale).Questo spiega i restanti 50 distribuiti solo all'estero e i 20 distribuiti male.Siccome sono d'accordo con il Dottor Rao sul fatto che anche gli altri stati non se la passano poi un gran chè, è che di capolavori dall' estero non se ne vedono poi tanti, il sistema per riportare in alto il cinema italiano, secondo me, è quello di renderlo visibile "obbligatoriamente", in quanto le dozzine di film americani e non che affollano i nostri cinema non sono certo granchè, ma solo il risultato di un colonialismo culturale che personalmente mi ha rotto i c*****.
Un'altra cancrena che blocca le idee innovative è dato dalla vendita dei diritti alla Tv: in italia chi fa cinema oggi, e sopratutto il privato che lo produce, pensa piu' alla vendita dei diritti in tv che non al pubblico del cinema(perche tanto non vengon distribuiti, perchè tanto ci sono dozzine di film banali stranieri che comunque incassano a prescindere..), il risultato è che il meccanismo è perverso: da quanto tempo non esce un film italiano vietato non dico ai 18 ma anche ai 14???Nessuno osa, qualsiasi idea, qualsiasi provocazione è sacrificata in nome dell' ipotetico passagio futuro in TV delle 21,00 fra una pubblicità degli assorbenti e fra l'ottimismo dell' Unieuro( ma vaff***).
Soluzione: boicottate la Tv, guardatela il meno possibile, RAI o Mediaset è lo stesso(soprattuto negli ultimi 3 anni), andate in c** al nano onnipresente, abbasso la censura, i benpensanti, viva i diversi, chi osa, i passionali e i perdenti..
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Dottor Rao
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Messaggio da Dottor Rao »

pippov ha scritto:Io lo dicevo nel mio primo intervento... la via francese (quella che jobi indica qui sopra) mi sembra una pessima idea. Copiare gli americani con i mezzi europei produce solo schifezze, alla Asterix. Nikita e Leon sono casi isolati, e casualmente, li ha fatti una stessa persona... se il cinema francese è Besson ok, sennò mi sa che non stanno tanto meglio di noi...
E' il cinema europeo che è un pochetto in difficoltà. Ormai i film all'europea li fanno meglio in Giappone e Cina, e nelle imitazioni degli americani HongKong e la Corea sono imbattibili!

Naushika non ha tutti i torti. Sovvenzionare sconosciuti per fare film produce solo clientelismo e una continua deviazione dei giovani registi verso il cinema, come definirlo, intellettuale, pesante, che è l'unico che può accedere a questo tipo di contributi.
NESSUNA commissione avrebbe mai sovvenzionato Duel, per esempio, il primo film di Spielberg, eppure è un capolavoro! e fatto con una vecchia macchina e un'autobotte!
Continuare a dare soldi per film che non passano nemmeno al cinema cosa risolve? Spiegatemelo.
Umm, per la troppa fretta mi sono spiegato male, evidentemente.

Qui si dice che il cinema italiano sta male. Questo certamente è detto in relazione e opposizione a qualcos'altro: in altre parole l'affermazione presuppone che ci sia da qualche parte un cinema che sta bene. Prendiamo allora il cinema americano. Il cinema americano sta bene? ma in che senso? Finanziariamente? Nel senso che è un'industria culturale che muove un sacco di capitali?

Certo, ma siccome sono sicuro che non molti fra sarebbero addolorati a sentire che l'industria bellica americana va male, è evidente che più che la salute dell'industria-cinema vi interessa la qualità dei film.

Ora, i film di hollywood godono di buona salute: vengono esportati nel mondo e solitamente conquistano il botteghino. Il cinema statunitense è allora un'industria sana, che rende.

Mentre il cinema italiano no. E' questa la vostra preoccupazione? La proposta di Naushika è volta a creare un clima florido di competizione intellettuale, in cui la libera iniziativa del cineasta lotta con la concorrenza e da questo si suppone si genera il profitto e anche la diversificazione dell'offerta etc... Mi ricorda un po' l'economia creativa di Tremonti.

Ma non mi sembra che la cosa stia in piedi. Prima di tutto, l'idea di fondo della tesi è la classica dottrina liberale applicata al cinema, Ma è comunque criticabile, perchè a conti fatti non si può stabilire un nesso certo tra l'indipendenza e la libertà dei registi e un miglioramento qualitativo dell'offerta... L'unica cosa certa è un aumento quantitativo.

Ma anche prendendola per buona, perchè poi in fondo c'è del buono, questa tesi cozza con la realtà italiana. Anche i liberali in USA dovettero accantonare le loro belle teorie e reinserire un po' di welfare durante la Grande Depressione del '29.

Perchè, quando la situazione è come quella italiana, si chiama "emergenza". Quando le industrie facevano bancarotta ci volle l'IRI, un istituto statale, per rimetterle in piedi; e per decenni, fiat a parte, l'unica industria italiana che funzionava era quella gestita dallo stato o a compartecipazione statale...

Quindi, se (ed è un grosso se) il mercato e la macchina produttiva del cinema italiano fossero anche lontanamente simili a quelle statunitensi, la ricetta di Naushika andrebbe anche bene (almeno sul versante redditizio della cosa): ma siccome siamo circondati da macerie, io penso che una bella iniezione di capitali statali sarebbe cosa buona e giusta.

2) il cinema americano non si trova nella posizione predominante sul mercato per via della sua intrinseca qualità; piuttosto, fu favorito dal fatto che gli USA vinsero (lucrarono maggiormente su) due guerre mondiali consecutive, e dal fatto che agli inizi della diffusione dei cinematografi le major americane ottennero un clima di protezionismo assolutamente impermeabile dall'offerta oltreoceano, che peraltro era in quei primi anni dello stesso livello qualitativo se non superiore... Griffith ci rimase male a vedere cosa Pastrone era riuscito a fare in Cabiria. Protezionismo spinto, quindi: a suo modo una sorta di sovvenzione. Niente a che vedere con la libera circolazione delle idee o roba simile. E nel frattempo gli USA importavano a mani basse ogni grande professionista del settore che fuggiva dall'europa in fiamme, avvantaggiandosi della fuga dei talenti.

3) ma anche una volta spiegata la posizione di predominio economico degli USA sul mercato, tutto ciò non ha niente a che vedere (o poco a che vedere, se volete) con la qualità del cinema. Perchè, per dirla con Godard (o era Renoir? boh) "Il cinema non esiste. Esistono solo i film." Quindi si fa male a parlare della "qualità" in generale di un'astrazione. Bisogna vedere caso per caso.

Ora, il cinema americano godrà anche di buona salute economica, ma non mi sembra che goda di salute artistica. Ormai è decisamente spostato sul versante spettacolare / commerciale. Le tecnologie moderne sembrano supplire solo alla generale carenza d'idee. Si va avanti a trilogie, si recuperano le idee di successo da altra cultura popolare, si portano i comics sullo schermo. Da buon fan del ragnetto, con lo spidey mi ci sono divertito anch'io, ma non penso di vedermeli tutti e 37, tanto più che il risultato è una pallida cosa rispetto alla freschezza che ancora ha il comic originale di Ditko del '62... Quando arrivate al "Silmarillion 235" e a "Vendicatori contro XMen 28 e mezzo" fatemi un fischio. Dite di no? Quanti film di 007 hanno realizzato ad oggi?

4) Cinema e soldi: questa è sin troppo facile. Duel è un capolavoro. A mio modesto parere è persino imbarazzante che Spielberg non si sia mai ripetuto a quei livelli. Ma Duel è fatto con tre lire, Jurassic Park con una camionata di dollari... Il cinema non abbisogna di grandi capitali, ma di buona tecnica ed esperienza. Hitchcock filmò Psycho col budget di un tv movie.
Naturalmente, se il cinema italiano non ha bisogno di lezioni, è proprio su questo. A partire dal neorealismo il cinema italiano ha realizzato capolavori con pochi mezzi.

Conclusioni:

A) Dal punto di vista squisitamente qualitativo nello scorso secolo il cinema italiano ha avuto Visconti, De Sica, Monicelli, Fellini e Pasolini, come altrove c'erano Welles, Kurosawa, Kubrick, Bergman...
Adesso molti di questi grandi non ci sono più, né in Italia né altrove. Gli unici che restano, e lo sappiamo bene, sono Miyazaki, Takahata, Oshii... la situazione di crisi d'idee (o mancanza di fiducia nel mezzo cinema, perchè no) è generale e non limitata al caso italiano.

B) Dal punto di vista economico invece, la Francia di Chirac, quell'orrendo covo di statalisti, è "già" a sovvenzionare a suon di milioni di euro la produzione di videogiochi francesi. Chi legge e-motion sa già che nel campo dell'animazione non hanno rivali in europa, e di gran lunga. Questo significa aver capito che il futuro del mercato sta nelle proprietà intellettuali e nei prodotti culturali. Ma se vi sembra corporativismo fascista...

L'italia invece non ha soldi manca poco per la manutenzione delle strade, chiaro che non può permettersi di investire soldi nel cinema. Inoltre, c'è più di un sospetto che l'attuale classe dirigente non brilli per apertura mentale (non proprio i borghesotti conservatori dei tempi dello statuto albertino, ma quasi), e che quindi non intravveda nemmeno le implicazioni di questo discorso sul lungo periodo, e preferisca narcotizzare il popolino producendo "Un posto al sole sulle spiagge d'Etiopia 236" o "vita e miracoli del tal Santo 328".

a proposito:

http://www.marioweb.altervista.org/foto ... unebre.jpg

Ho scattato questa foto a Venezia proprio pensando a questo topic in particolare. Non posso che fare mio il grido:

Non fiori ma finanziamenti alla cultura!
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Haku
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Messaggio da Haku »

Concordo con Rao ma sopratutto con la visione di Umberto Lenzi, ovvero che il problema sta anche nella vendita dei diritti televisivi per la prima serata ovvero l'unica che rende a livello finanziario davvero bene. Quindi se si fa un film lo si fa poi pensando alla vendita dei diritti televisivi. Non a caso adesso vanno molto "meglio" le fiction tv (alcune sono davvero terribili) dei film (non intendo ad incassi).
pippov
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Messaggio da pippov »

Dottor Rao ha scritto: Qui si dice che il cinema italiano sta male. Questo certamente è detto in relazione e opposizione a qualcos'altro: in altre parole l'affermazione presuppone che ci sia da qualche parte un cinema che sta bene. Prendiamo allora il cinema americano. Il cinema americano sta bene? ma in che senso? Finanziariamente? Nel senso che è un'industria culturale che muove un sacco di capitali?
Rao, sta bene per come la vedo io significa che riesce a produrre ciò che ti aspetti nella maggior parte dei casi, e a sorprenderti di tanto in tanto, magari anche racimolando 2 lire. Da questo punto di vista anche il cinema italiano è in ripresa: Muccino e compagni fanno esattamente quello che ti aspetti da loro, nè più nè meno, e infatti molti vanno al cinema a vederli e escono contenti, così come in Francia... ma da noi manca una eccezione, uno che faccia qualcosa di diverso (almeno lì hanno Besson), che si differenzi dagli altri...
Dagli americani ti aspetti i botti? E loro te li fanno meglio di chiunque altro! Però c'hanno pure SpikeLee, Fincher, Allen... Probabilmente è anche una questione di massa, su 10000 registi è più facile che ne escano 10 veramente geniali... oppure dipende dalla realtà che si respira, nascere a NewYork o a Milano forse fa una qualche differenza... magari dipende tutto dalle storie che si hanno a disposizione, gli USA offrono materiale in continuazione, tra guerre, storia recente (dal proibizionismo a Kennedy, dal Vietnam alle torri gemelle), cosa che l'Europa non fa più... non so, magari dipende dai soldi, dal fatto che lì arrivano tutti i migliori, e quindi per forza fanno meglio...
Non so... di fatto qua non succede niente di tutto questo... Tutti fanno la stessa cosa, la fanno pure benino, però hanno stufato...

Dottor Rao ha scritto: Conclusioni:

A) Dal punto di vista squisitamente qualitativo nello scorso secolo il cinema italiano ha avuto Visconti, De Sica, Monicelli, Fellini e Pasolini, come altrove c'erano Welles, Kurosawa, Kubrick, Bergman...
Adesso molti di questi grandi non ci sono più, né in Italia né altrove. Gli unici che restano, e lo sappiamo bene, sono Miyazaki, Takahata, Oshii... la situazione di crisi d'idee (o mancanza di fiducia nel mezzo cinema, perchè no) è generale e non limitata al caso italiano.

B) Dal punto di vista economico invece, la Francia di Chirac, quell'orrendo covo di statalisti, è "già" a sovvenzionare a suon di milioni di euro la produzione di videogiochi francesi. Chi legge e-motion sa già che nel campo dell'animazione non hanno rivali in europa, e di gran lunga. Questo significa aver capito che il futuro del mercato sta nelle proprietà intellettuali e nei prodotti culturali. Ma se vi sembra corporativismo fascista...
Sulla prima conclusione non si può che essere d'accordo. Anche se estenderei la buona salute del cinema anche a Cina e Corea.

La seconda, invece, mi convince meno. O meglio, non mi convince l'applicazione italiana dell'idea. Tu dici che i francesi si stanno riprendendo con un protezionismo spinto e coi finanziamenti... OK. Però lì finanziano 'il quinto elemento', 'Nido di vespe'... perchè da noi allora deve prevalere un criterio inutile quale 'il valore artistico' (attenzione, inutile perchè inapplicabile, non perchè non apprezzi i bei film...)? Non sarebbe meglio, per innescare un processo virtuoso di finanziamento e sviluppo, privilegiare film con potenzialità commerciali in maniera da permettere al ciclo di autoalimentarsi? Partire dalla nicchia ed espandersi è sicuramente IMPOSSIBILE, partire dalla massa, e poi al limite, 'fare cultura' sarebbe una via più percorribile...
Ti faccio un'esempio banale: l'attuale classe dirigente non ci ha ancora pensato, e pensa che casino verrebbe fuori data la proprietà del maggiore distributore italiano, ma se i soldi, invece di darli a giovani sconosciuti, venissero dati ai distributori, vincolandoli all'effettiva distribuzione di film di giovani registi di casa nostra, non sarebbe meglio? Almeno i film passerebbero al cinema e i nomi dei giovani comincerebbero a circolare, e magari i giovani comincerebbero a fare film per il pubblico, non per compiacere quelli che danno i finanziamenti...
Magari si potrebbe pure imporre la famosa 'quota' obbligatoria di pellicole italiane sui film trasmessi nei multisala, tipo il 30%...
Sicuramente non si risolve niente con l'IRI o coi finanziamenti a pioggia...
Si tratta della mia filosofia di vita. Io rispetto tutti, se qualcuno dice che Mourinho non e' meglio di lui sono d'accordo. Ma non posso vivere in questo mondo competitivo pensando che qualcuno sia meglio di me - Jose' Mourinho
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Dottor Rao
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Messaggio da Dottor Rao »

Sì, in un regime di isolamento il discorso potrebbe anche funzionare: finanzio e promuovo cinema "commerciale" anzichè quello che hai definito intellettuale, pesante...

Però questo tipo di cinema, diciamo alla Quinto Elemento, è in diretta concorrenza con quello che gli US producono al meglio e al minimo dei loro costi se mi intendi. Cioè, al piccolo mercato francese costa fare il Quinto Elemento probabilmente più di quanto non ci mettano gli US a congelare New York...

I vari paesi si specializzano, un po' come il Giappone con l'animazione... E certo ci vuole una discreta volontà progettuale per "andare a rincorrere" la concorrenza dove è più forte... Rischiando oltretutto il malcontento generale, perchè un film del genere prodotto qui potrebbe essere tacciato di "americanata", dallo stesso spettatore che poi si vede entusiasta Van Helsing.

Ci sono poi altre due cose che non mi convincono del tuo ragionamento. La distinzione tra cinema commerciale e intellettuale è quanto mai labile... E i più grandi capolavori del cinema italiano nascono con in mente una fruizione di massa. Ladri di Biciclette, I soliti Ignoti, L'armata Brancaleone attiravano pubblico e sono accessibili a più livelli... Non è che tutto il cinema "intellettuale" è come Teorema...

Ma poi, prendendola grossomodo per buona (anche se resterebbe da capire come fanno i produttori a respingere o ad avallare un progetto in base a questo evanescente criterio), mi sembra comunque giusto che i finanziamenti siano (fossero, siamo sempre nel terreno ipotetico) rivolti a tutelare i progetti meno redditizi dal punto di vista commerciale... E' a questo che servono, a sopperire al fatto che un pubblico ineducato al bello compra sempre e solo biglietti per l'ultimo spettacolone...

Perchè, a ben vedere, noi abbiamo un cinema commerciale che funziona benone, e sono i vari "colossal" Boldi&DeSica... Questi film "di Natale" riescono in patria a superare qualsiasi produzione estera. Quindi, seguendo il tuo ragionamento, lo stato dovrebbe finanziarli e promuoverli, in quanto esempio di cinema commerciale che funziona. Questo sarebbe di sprone per l'allargamento del mercato e, una volta arrivati a quota 10000 registi "come Boldi&DeSica" (la discussione ha risvolti agghiaccianti ;)), ne spunterebbero per compensazione 10 come Spike Lee, (o Virzì, Soldini?).

Il fatto che a differenza del Quinto elemento non abbiano un'ambientazione fantascientifica o grossi effetti speciali non fa testo, no? Anzi, paradossalmente potrebbero essere considerati come un cinema commerciale più "genuino" in quanto "non fa il verso" alla cinematografia americana...

Ecco, se fossi ministro della Cultura e volessi seguire il tuo consiglio, finanzierei i colossal di Boldi & DeSica... Il che è piuttosto assurdo, visto che con gli incassi che fanno sono ben capaci di coprire le risibili spese d'ingaggio per la tettona del prossimo...

Infine, finanziamenti a pioggia non ne vedo da nessuna parte, quindi non posso dire se servirebbero o meno...
pippov
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Messaggio da pippov »

Rao, proprio perchè ogni paese si specializza io non vedo come l'Europa possa uscirne... Quello che prima si faceva qui, adesso lo fanno in Cina, noi non abbiamo più nulla da raccontare di nuovo...
Che lo spettacolone costi meno negli Usa lo dicevo anch'io, e infatti la via francese mi sembra fallimentare, ma il mio ragionamento nel post qui sopra era solo un tentativo di conciliare la mia visione 'è tutto perduto' con la visione 'con l'intervento pubblico qualcosa si può fare'.
Ci sono poi altre due cose che non mi convincono del tuo ragionamento. La distinzione tra cinema commerciale e intellettuale è quanto mai labile... E i più grandi capolavori del cinema italiano nascono con in mente una fruizione di massa. Ladri di Biciclette, I soliti Ignoti, L'armata Brancaleone attiravano pubblico e sono accessibili a più livelli... Non è che tutto il cinema "intellettuale" è come Teorema...

Ma poi, prendendola grossomodo per buona (anche se resterebbe da capire come fanno i produttori a respingere o ad avallare un progetto in base a questo evanescente criterio), mi sembra comunque giusto che i finanziamenti siano (fossero, siamo sempre nel terreno ipotetico) rivolti a tutelare i progetti meno redditizi dal punto di vista commerciale... E' a questo che servono, a sopperire al fatto che un pubblico ineducato al bello compra sempre e solo biglietti per l'ultimo spettacolone...
Ammetterai però che i film finanziati tendono più all'intellettuale spinto, eccessivo, al compiacere il finanziatore o il critico di turno, piuttosto che al tentativo di conquistare il pubblico... è questo, a mio avviso, il problema. Caro Diario è un film 'intellettuale', però piace a tutti, è piacevole da vedere, mica per forza un film di Moretti o chi per lui deve essere noioso o pesante!

Certo non serve finanziare BoldieDeSica, ma se ciò che finanzi non lo vede nessuno, non serve nemmeno quello! Onestamente stabilire un criterio corretto per distribuire le sovvenzioni è difficile, ma il 'valore artistico' non mi pare adatto... Ai giovani dovresti insegnare a fare bei film, intelligenti, non intellettuali... Fight Club è un film con un messaggio ben preciso, però ti da pure soddisfazione la semplice visione...

Infine, se i finanziamenti di adesso non sono 'a pioggia', come sono? Su cosa si basano? Hanno un fine? Io non lo vedo...
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Messaggio da Dottor Rao »

L'umanità non ha niente di nuovo da raccontare dall'alba dei tempi. La bibbia o l'Odissea non contengono una singola idea "originale"... Si tratta solo di raccontare tutto una volta di più, all'infinito. Quindi la situazione della vecchia Europa non è poi così tragica. Certo, è giusto che l'impulso creativo sia più fervido nelle parti di mondo economicamente emergenti, direi che era ora!

Ma se questa è la tua posizione, cioè del "tutto è perduto, lo spirito del tempo soffia dalla Cina" allora non dovresti cercare soluzioni "economiche" alla cosa, no?

Quanto ai finanziamenti: se tu sei d'accordo con me che i finanziamenti pubblici potrebbero servire, io sono d'accordo sul fatto che attualmente siano utilizzati male, e quindi siamo a posto.

Il criterio del "valore artistico": non so esattamente cosa tu intenda con questa espressione. A me non sembra di aver scritto che i film andrebbero finanziati secondo nulla di simile... Anche perchè, l'ho già scritto, è un criterio molto confuso... Fight Club sarebbe "intelligente" ma non "intellettuale"... Boh.

Finanziamenti a pioggia: a me sembra di capire che la situazione si rende meglio con "finanziamenti a goccia". Cioè, l'idea cardine è che NON CE NE SONO (quindi il discorso se poi quei pochi spiccioli siano utilizzati bene o male passa in secondo piano).
Insomma, cerco di spiegarmi meglio: vorrei solo che il ministero dei beni culturali e quello della pubblica istruzione potessero attingere alle risorse dello stato, mentre quello della Difesa... Se proprio ce ne deve essere uno... dovrebbe lamentarsi in continuazione della mancanza di fondi. Tutto il contrario di quanto succede nella realtà insomma.
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Messaggio da pippov »

Raccontare qualcosa di nuovo anche visivamente, mica solo come contenuti. Per questo dico che l'oriente adesso è il centro del cinema indipendente (o quasi), perchè con pochi soldi può stupire, non siamo ancora assuefatti alle arti marziali, ai voli tipo 'la tigre e il dragone', ai paesaggi e alla quotidianità orientale...
Rao ha scritto:Ma se questa è la tua posizione, cioè del "tutto è perduto, lo spirito del tempo soffia dalla Cina" allora non dovresti cercare soluzioni "economiche" alla cosa, no?
Infatti non le cercavo, prima... Ma nel momento in cui mi si dice che coi soldi si risolverebbe tutto, provo a ragionarci sopra! :wink:
Rao ha scritto:Il criterio del "valore artistico"...
Decreto legislativo 22 gennaio 2004 ha scritto:Possono essere ammessi ai benefici del presente decreto i film che presentano qualità culturali o artistiche o spettacolari... [CUT]
Mica me lo sono inventato io il criterio del valore artistico... è per questo che lo richiamo in continuazione!

Intelligente e non intellettuale nel senso che non necessariamente un film con qualcosa da dire deve ANNOIARE la gran parte di chi lo guarda.

Infine, citazione da http://www.arcobaleno.net/attualita/cin ... amenti.htm
A questo punto, però, il problema sorge nel momento in cui bisogna capire i criteri di scelta: spesso i finanziamenti, infatti, sono decisi in base alla sola sceneggiatura ed ai nomi, a volte abusati, che i produttori del film inseriscono nei copioni impedendo pertanto una giusta ed oggettiva valutazione. Chi dice, infatti, che da una buona sceneggiatura venga poi fuori un altrettanto bel film?
Ecco, questo riassume quello che volevo dire a proposito dei finanziamenti pubblici...
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Messaggio da Dottor Rao »

pippov ha scritto: Infatti non le cercavo, prima... Ma nel momento in cui mi si dice che coi soldi si risolverebbe tutto, provo a ragionarci sopra! :wink:
Eh eh, ma io non ho detto questo, no? Naushika aveva presentato un quadro da colletivizzazione stalinista in cui IL PROBLEMA del cinema italiano consisteva nel fatto che i registi navigano nei soldi elargiti dallo stato, e per questo non avevano alcuna voglia di osare... Sembrava che a togliergli il sussidio statale si sarebbero subito messi a sfornare capolavori ^_^.

Io ho semplicemente messo in dubbio che le cose stiano così. Poi è ovvio che ci siano fondi spesi male e anche gente che se ne approfitta. Ma sarai d'accordo con me che non è quello IL problema...

Casomai, il problema è che non si investe abbastanza nel cinema, e si sente l'assenza dello stato, certo. E poi che ci vuoi fare, io sono cresciuto con Conan, Nadia (NHK) e Holmes (RAI!), quindi un minimo di fiducia nei progetti pubblici ce la devo avere per forza ;-)

Quanto al criterio del valore artistico, finalmente ho capito cosa intendevi... Il link in uno dei post precedenti avrebbe eliminato il fraintendimento. Certo, sono d'accordo che è un criterio posticcio, che nasconde la pura volontà di potenza di appoggiare di volta in volta ciò che "fa comodo". Questo però non invalida il concetto del finanziamento, ma solo la deprecabile incuria con cui questo è gestito, come scriveva atchoo poco più su.
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Messaggio da Haku »

Con la nuova riforma del cinema, sarà ancora peggio. Adesso i fondi non saranno elargiti da una commissione sulla base delle sceneggiature proposte, ma saranno concessi solo se te rientri in una lista di persone (tale lista è aggiornata anno per anno) a cui soltando a loro sarà concesso di accedere ai finanziamenti dello stato. Quindi molti regisiti con idee diverse politicamente, non so perchè ma li vedo già fuori da questa lista.

Noi Italiani saremmo sempre contro qualsiasi forma di cultura contemporanea.
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Messaggio da jobi1 »

io aggiungerei che ormai nessino va più al cinema cme anni fa! Una volta la famigliola andava al cinema con i bambini adesso al cinema ci vanno sopratutto 20-30 enni e la famigliola rimane a casa a vedersi la squadra la scorta Elisa di rivombrosa, siamo un paese di serie tv ormai! Ma non si potrebbe fare il film di "distretto di polizia"??? Una porcata micidiale potrà venire fuori ma sapete quanti andrebbero a vederlo!!!
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Messaggio da Haku »

Da un certo punto di vista possiamo vedere come la centralità di tutto sia la tv, se c'è un mercato florido è proprio quello delle fiction tv.
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Messaggio da Heimdall »

:offtopic: Jobi, ti si è rotto il tasto della virgola? :lol:
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Messaggio da pippov »

hdibifrost ha scritto::offtopic: Jobi, ti si è rotto il tasto della virgola? :lol:
In compenso gli si è incantato il ? e il ! :sorriso2:
E comunque, io 'Carabinieri: the movie' lo andrei a vedere di corsa! :wink:
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Messaggio da jobi1 »

pippov hdbi sieterichiamati all'ordine non potete spammare così liberamente :!:

,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, (mi erano rimaste nella tastiera)

Io aggiungo che tutti il settore del cinema è in crisi causa costi eccessivi dei biglietti (io vado al cinema una volta alla settimana ma mi sento un'eccezzione ambulante)
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