Mitsuru Adachi: il topic

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NIJI-IRO TOHGARASHI, di Mitsuru Adachi

“Le stelle in cielo, l’amore nel cuore degli uomini… posso ritornare all’abbraccio della terra.”

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Sorprendente.
Questo è il primo commento che mi sentirei di fare a proposito di questo manga di Mitsuru Adachi.
Sorprendente sia perché è piuttosto alternativo rispetto alle ambientazioni tipiche dell’autore, ma soprattutto perché nel corso dei suoi 11 volumi si rivela più intenso e coinvolgente di quanto lasci supporre il surreale inizio; Adachi riesce nell’impresa di far coesistere dramma e commedia, contenuti impegnati e parodie, momenti struggenti e gag esilaranti, samurai e distruzioni planetarie.
Il manga fu serializzato fra il gennaio 1990 e maggio 1992 su Shonen Sunday (in pratica è il lavoro seguente a Rough), e nacque evidentemente dal desiderio di Adachi di provare qualcosa di nuovo rispetto alle storie per lui classiche dei suoi capolavori degli anni ’80.

La trama a grandi linee è questa: in un pianeta "alternativo" alla Terra, ma tale e quale al Giappone medievale dell’epoca dello shogunato, due scienziati provenienti non si sa bene come da un "altro pianeta" ormai distrutto da guerre e inquinamento, e portatori di una tecnologia avanzata, diventano dei protetti dello shogun Okugawa.
Contemporaneamente Shichimi, il protagonista, alla morte improvvisa della madre, viene misteriosamente invitato a raggiungere la tenuta Karakuri nella capitale Edo, dove scopre di avere sei fratellastri da parte di padre che vivono insieme da diverso tempo. Per l'esattezza sono cinque ragazzi (Goma, Keshi, Asajiro il ronin, Chinpi e il piccolo Sansho, ninja in “erba” e mascotte del fumetto) e una ragazza, la bella Natane, allenata all’uso della katana dal fratello Asajiro. Essi non lo sanno, ma sono figli proprio dello shogun (che ha anche una figlia ufficiale, la ribelle principessa Koto), nati "incidentalmente" da incontri amorosi più o meno occasionali durante i suoi viaggi.
I sette partono quindi a loro volta in un viaggio alla ricerca delle proprie origini, fra ricordi, avventure, rivelazioni (ovvio: uno di loro sette non dovrebbe avere legami di sangue con gli altri…) e una prevedibile evoluzione sentimentale da “conflitti interiori”: Shichimi e Natane infatti si innamoreranno. Nel loro percorso sono seguiti segretamente da Hanzo, il ninja più abile e fidato al servizio della casa reggente.
Frattanto Takamitsu Okugawa, spietato fratello minore dello shogun e signore di uno dei feudi più ricchi, ordisce un complotto volto ad impadronirsi del potere e non esita a raggiungere un accordo segreto con i due ambiziosi scienziati per sfruttarne la tecnologia. Inoltre, scoperta l’origine dei sette ragazzi, mette sulle loro tracce una serie di assassini, dallo scalcagnato trio ninja formato da Akamatsu e dai suoi due scagnozzi (macchiette che entrano in scena nei momenti comici), al tenebroso e letale Furon, samurai dal misterioso passato, fino ad un personaggio fondamentale che entra in scena nell’ultima parte del fumetto.

Niji-iro Tohgarashi è un manga assai interessante: quella che a prima vista potrebbe sembrare una “deviazione” stilistica verso una commedia/avventura fra samurai e ninja come tante altre, magari con intenti commerciali, è invece trasfigurata dall’autore. Certo, di base c’è molta azione (e anche violenza sconosciuta in altre sue opere, non mancano i duelli mortali), possiamo dire che la solita parte sportiva di Adachi qui viene rimpiazzata dall’avventura, ma la base di fondo è sempre quella sentimentale, che tuttavia oltre alla love-story stavolta si concentra molto anche sul concetto di legame familiare.
Ma a questo punto è necessario chiedersi a cosa serva allora un’invenzione narrativa così particolare come quella degli “scienziati alieni” provenienti da un pianeta morto, e la risposta in realtà è piuttosto semplice: Adachi la sfrutta per dare al manga una profondità di contenuti su un paio di temi importanti: quello ecologista, su cui più volte calca la mano (con il ricordo di un'epoca incontaminata contrapposto agli scempi dell’inquinamento e dell’evoluzione selvaggia, alcuni capitoli del manga sono quasi dei manifesti ecologisti) e quello di critica sociale: i due scienziati, "gaijin", sono chiaramente una metafora dell'arrivo degli stranieri all'apertura delle frontiere giapponesi all'occidente (compaiono pure gli “americani”, ovvia citazione del commodoro Perry), con una riflessione sul bene e il male che il “progresso” può rappresentare.
Da rimarcare che ogni volume è introdotto da un breve poema tenka, antico genere letterario nipponico, che ne dà una specie di riassunto poetico.
Niji-iro Tohgarashi si rivela sfuggente al tentativo di darne una definizione univoca, Adachi riesce ad abbinare profondità e leggerezza come forse in nessuna altra sua opera, specie nella seconda parte dove le scene drammatiche non mancano, anche quelle commoventi.
Ma è bene rassicurare i fans di questo mangaka: il centro a cui tutto gira intorno è comunque la relazione fra i due protagonisti principali, Shichimi e Natane, completa di eccellenti love-scenes tipicamente adachiane, tanto prive di melensaggine quanto romantiche. Il finale è bellissimo, certamente uno dei migliori dell’autore.
Il titolo del manga, Niji-iro Tohgarashi (“Peperoncino color arcobaleno”, o “Les épices couleur arc-en-ciel” in francese), si riferisce proprio ai sette fratelli protagonisti della storia, e alle loro sfaccettature che portano “ora alle risate, ora alle lacrime”.
I personaggi sono molto ben caratterizzati, sia quelli principali che le solite sagome ad uso comico, ritroviamo infatti diverse tipologie standard dell’autore, solo che stavolta i personaggi sono davvero parecchi, tanto che quando ad un certo punto si separano ecco che Adachi commenta: “l’ho fatto perché sono stanco di disegnare vignette sempre piene di gente” (!!)
Natane e Shichimi possono ricordare, più che altri, i due protagonisti di Katsu!, lui all’apparenza innocuo ma dalle risorse inaspettate (di professione è pompiere…), e lei più predisposta all’uso della sciabola che delle padelle, tipica protagonista femminile adachiana dal carattere deciso (e infatti all’inizio i due sono cane e gatto…), fra gli altri sono assai riusciti Asajiro, l’ambiguo Furon, il duo comico Goma-Keshi, il sanguinario Shogo, Hanzo, e un vero imbecille quale Akamatsu, sicuro di non morire in quanto “personaggio più carismatico del manga”.
A proposito degli “scherzi” dell’autore nel fumetto, vanno segnalate anche due citazioni: la prima è un delicato omaggio ad Osamu Tezuka, il cui volto che appare fra le nuvole viene onorato come “il più grande”, la seconda alla sua amicona Rumiko Takahashi (come già in Touch e Miyuki), visto che compare addirittura un personaggio mascherato da Ranma (sfruttando un gioco di parole con Kurama Tengu, essere leggendario, travisato in kuRANMA tengu)!
E naturalmente non si può non citare un altro aspetto immancabile (specie nelle cover dei capitoli), ovvero il sobrio ed estemporaneo fanservice (Adachi è autore tanto lontano dal bigottismo quanto dalla morbosità), in particolare questa ambientazione storica è assai… adatta allo scopo, stante l’abbondanza di bagni termali. Spettacolare a questo riguardo, una doppia pagina (a colori su rivista) con Natane che esce nuda dall’acqua…
E, parlando di disegni, occorre rimarcare come Niji-iro Tohgarashi sia uno dei migliori lavori di Adachi come disegni, assieme a Jinbe e Katsu!. Questo anche per l’ambientazione, riprodotta con estrema cura. Certo, non siamo ai parossismi grafici di Vagabond di Inoue, ma Adachi trasferisce la precisione con cui realizza i fondali contemporanei in ambito storico, con estrema attenzione alle costruzioni, ai paesaggi rurali, ad attrezzi ed utensili dell’epoca, ed esaltando l’espressività del suo tratto e il taglio delle vignette nelle scene dinamiche.
Dunque ci sono solo pregi? No, direi anche un paio di difetti comunque di poco conto.
Il primo è una certa lentezza iniziale, quasi da presentazione. I primi due volumi non riescono a definire esattamente il manga, vista la continua alternanza di situazioni ed elementi surreali, e non si capisce bene dove si voglia andare a parare; dal terzo tuttavia la storia si chiarisce ed è un crescendo continuo, fino agli ultimi splendidi volumi dove è possibile trovare il miglior Adachi.
Ma sono riflessioni da prima lettura, magari rileggendolo anche l’inizio assume maggiore coesione.
Il secondo difetto è l’anacronismo in alcune situazioni, in cui coesistono oggetti moderni e ambientazione storica, questo è conseguenza del soggetto e bisogna accettarlo, anche considerando che sono momenti del tutto limitati e comunque integrati nella storia.

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Il commento finale è abbastanza semplice, Niji-iro Tohgarashi è uno dei migliori manga di Adachi, magari un gradino sotto al podio ma a mio avviso sicuramente fra i migliori cinque o sei, in particolare personaggi, disegni e finale sono fra i migliori usciti dalle matite del mangaka, direi anzi che è lettura quasi essenziale per comprenderne alcune sfaccettature artistiche.
Curiosa la sua scarsa fama nell’ambito della produzione adachiana (a questo punto immeritata), evidentemente dovuta all’atipicità dell’ambientazione (ma non delle tematiche, di fondo è come sempre un manga “sentimental-qualcosa”), anche considerando che per qualcuno questo potrebbe essere un punto positivo.
Ultima modifica di spaced jazz il lun ago 08, 2005 9:52 am, modificato 2 volte in totale.
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Spaced, da quanto ho capito stai prendendo le edizioni francesi dei manga di Adachi inediti in Italia.

Potresti dirmi quali sono le caratteristiche dei volumi e darmi un giudizio sulla loro qualità?

Grazie :prostrare: !
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Soulchild ha scritto:Spaced, da quanto ho capito stai prendendo le edizioni francesi dei manga di Adachi inediti in Italia.

Potresti dirmi quali sono le caratteristiche dei volumi e darmi un giudizio sulla loro qualità?

Grazie :prostrare: !
Volentieri...

Niji-iro Tohgarashi
11 volumi, serie terminata
editore: Glénat, 6 euro e mezzo.

Rough
4 volumi su 12, bimestrale
Glénat, prezzo idem

Touch
2 volumi su 26, bimestrale
Glénat, idem

Katsu!
4 volumi su 16, bimestrale
Pika Edition, 6 e mezzo

Ovviamente Touch e Rough sono editi qui da noi, ma questi sono molto meglio, specie Rough era stato adattato coi piedi.
Edizioni eccellenti, ottima carta e stampa, sovracoperta, paragonabili all'incirca ai volumi d/visual, copertine uguali agli originali (spesso rimangono pure i titoli in kanji oltre ovviamente alle traduzioni), e le traduzioni, appunto, sono eccellenti e corredate da note interessanti, specie nel caso di Niji-iro che è pieno di riferimenti e giochi di parole.
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Messaggio da Soulchild »

Grazie mille :wink: !
Ora non ti resta che snocciolare il link del sito in cui ordini tutto questo ben di dio :D !
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Soulchild ha scritto:Grazie mille :wink: !
Ora non ti resta che snocciolare il link del sito in cui ordini tutto questo ben di dio :D !
http://www.tonkam.com

E' il sito dell'editore Tonkam che ha anche un negozio online di manga/anime/artbook ecc.., le spedizioni costicchiano (però i prezzi sono scontati del 10%) ed è meglio abbinare la roba, se qualcosa e in "restock" te la spediscono successivamente senza addebito, ma la cosa per me fondamentale è che i volumi arrivano in perfetto stato.


Non immaginavo che Soulchild fosse un appassionato di Adachi... :scered:
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spaced jazz ha scritto:Non immaginavo che Soulchild fosse un appassionato di Adachi... :scered:
Ehm... in realtà non lo sono (almeno per ora). Il fatto è che le tue recensioni sono irresistibili :wink: !
Niji-iro Tohgarashi, visto che sono un niubbo della shojomia, mi ispira più degli altri. Tu che ne dici? Andrebbe bene per iniziare :roll: ?
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Messaggio da spaced jazz »

Soulchild ha scritto:
spaced jazz ha scritto:Non immaginavo che Soulchild fosse un appassionato di Adachi... :scered:
Ehm... in realtà non lo sono (almeno per ora). Il fatto è che le tue recensioni sono irresistibili :wink: !
Niji-iro Tohgarashi, visto che sono un niubbo della shojomia, mi ispira più degli altri. Tu che ne dici? Andrebbe bene per iniziare :roll: ?
Bello è bello, molto, e anche atipico. Cioè, per me Adachi è come Miyazaki, che vuoi che dica? :wink:
Però son soldi... io comincerei più economicamente dal titolo da cui iniziano tutti i niubbi (pure io...), ovvero Rough, perchè è quello in cui sono mescolate tutte le tematiche adachiane in modo splendidamente equilibrato.
Vai in fumetteria, compra 4/5 volumi e con una decina di Euro... Saprai. 8)
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spaced jazz ha scritto:Però son soldi... io comincerei più economicamente dal titolo da cui iniziano tutti i niubbi (pure io...), ovvero Rough, perchè è quello in cui sono mescolate tutte le tematiche adachiane in modo splendidamente equilibrato.
Vai in fumetteria, compra 4/5 volumi e con una decina di Euro... Saprai. 8)
:?

Quello che mi ispira di meno...
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Soulchild ha scritto:

Quello che mi ispira di meno...
Questo prchè non ne hai mai letto una mia irresistibile recensione :P

Altrimenti puoi comprarti i primi due volumi di Short Program, sono storie brevi e danno una panoramica sull'autore abbastanza completa.

Inoltre questa settimana è uscito il primo numero di Miyuki.
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spaced jazz ha scritto:
Soulchild ha scritto:

Quello che mi ispira di meno...
Questo prchè non ne hai mai letto una mia irresistibile recensione :P
Già :P ! Comunque: problema risolto, grazie ad un imperioso scroccaggio ai danni della mia ragazza :wink: . Ammazza però che edizione di cacca :shock: ! Non so se è peggio il lettering stile "impariamo a scrivere l'alfabeto" o alcuni balloon palesemente inventati... vabbè, intanto mi accingo a leggere il volumetto numero 3 :wink: .
spaced jazz ha scritto:Altrimenti puoi comprarti i primi due volumi di Short Program, sono storie brevi e danno una panoramica sull'autore abbastanza completa.
Senti un po', o irresistibile recensore, potresti dirmi quello che varrebbe la pena prendere in edizione italiana e quello che è meglio lasciare sullo scaffale (tipo Rough). Parlo di qualità complessiva della pubblicazione, ovviamente.
spaced jazz ha scritto:Inoltre questa settimana è uscito il primo numero di Miyuki.


Dove?
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Soulchild ha scritto:Comunque: problema risolto, grazie ad un imperioso scroccaggio ai danni della mia ragazza :wink: . Ammazza però che edizione di cacca :shock: ! Non so se è peggio il lettering stile "impariamo a scrivere l'alfabeto" o alcuni balloon palesemente inventati...
Eh, l'utilità dello scrocco! :D
Per l'adattamento, ha tutti i difetti di un'apoca ancora grossolana a questo riguardo più tendente a renderlo assimilabile alla nostra cultura (senso di lettura, spezzato in 14 volumi anzichè 12, giochi di parole, Eros Ramazzotti!!!!) che a preservare il senso originale, ma grosso modo non ci sono strafalcioni che possano minarne la comprensione.
Soulchild ha scritto: Senti un po', o irresistibile recensore, potresti dirmi quello che varrebbe la pena prendere in edizione italiana e quello che è meglio lasciare sullo scaffale (tipo Rough). Parlo di qualità complessiva della pubblicazione, ovviamente.
Come scommetto immaginerai :P , io diversi lavori di Adachi li ho letti oltre che in italiano anche in inglese e francese, quindi mi sono fatto una certa idea sulle traduzioni.
Detto questo, a parte Rough ho trovato tutto il resto più che sufficiente come adattamento, e discreto come edizione tenuto conto che è sempre un prodotto Star Comics.
Quindi sia Touch, H2, Slow Step e Short Program sono consigliabili.
I primi 2 parlano di baseball, e di questo va preso atto. Ma adachi si rivolge prncipalmente alla società nipponica, dove è sport nazionale. Cioè se in Italia non lo capiamo è "colpa" nostra, non dell'autore...

Invece consiglio a prescindere Slow Step (una commedia molto brillante, specie passati un paio di volumi) e come detto Short Program, almeno i primi due volumi, qualitativamente più elevati come storie.

Poi c'è Jinbe, la cui edizione italiana è eccellente,in confronto quella francese è davvero scadente (= zero pagine a colori), ma forse Jinbe è il lavoro più anticommerciale che ha fatto, e come ho notato può rimanere indigesta la sua... estremizzazione sentimentale.
Soulchild ha scritto:
spaced jazz ha scritto:Inoltre questa settimana è uscito il primo numero di Miyuki.


Dove?
In qualsivoglia fumetteria e, suppongo, edicola ben fornita :)
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A proposito di irresistibili recensioni, qui c'è un estratto di quella su Slow Step che ho pubblicato su Shojo Manga Outline...


Per Mitsuru Adachi il mondo dello shoujo manga non è certo sconosciuto, dato che nei primi dieci anni di carriera erano più le sue storie che finivano su Shoujo Comic che su altre riviste della Shogakukan. Anche successivamente, con l’affermazione come mangaka di successo, Adachi ha continuato ad alternare più serie dal target diverso, fino appunto al periodo in cui ha realizzato Slow Step, che è l’ultimo dei suoi fumetti espressamente indirizzato ad un pubblico femminile, se si eccettuano alcune storie brevi realizzate in epoca successiva.
Serializzato in 55 capitoli su rivista mensile (“Ciao”) fra il settembre 1986 e marzo 1991, e quindi raccolto in 7 volumi, Slow Step è dunque uno dei fumetti di Adachi degli anni '80, ovvero di quello che possiamo considerare il decennio d'oro dell'autore, vista la qualità delle opere realizzate (Miyuki, Touch, Rough); ed è un ottimo manga pur se non al livello dei suoi capolavori.

Adachi è autore dal target trasversale, in cui la differenza di genere si fa assai sfumata, come ammette egli stesso: "Le classificazioni di genere spettano alla redazione e per me non sono molto importanti".
In Slow Step ritroviamo infatti i soliti ingredienti di sempre: commedia e sentimenti (e sport, anche se in secondo piano nel nostro caso), la classificazione come shoujo è più giustificata dalla presenza della protagonista principale femminile che dall’aderenza ad altri stilemi tradizionali del genere.
Strutturalmente, vista anche la relativa brevità, non c’è una storia particolarmente elaborata o incentrata su eventi clamorosi, è invece una commedia degli equivoci basata sul quotidiano, in bilico fra comicità e approfondimento dei personaggi; lo sport ha invece un ruolo del tutto marginale, ai soli fini di utilità narrativa.
Proprio il lato comico è il fattore che salta immediatamente all’occhio, Slow Step è certamente uno dei lavori di Adachi più divertenti, per la riuscita delle gag e la brillantezza delle situazioni, tra l’altro con le solite e autoironiche incursioni dell’autore nel corpo del fumetto stesso, perennemente in lotta col redattore (vedi le tavole bianche per “mancanza di ispirazione”), e con i personaggi “attori” consapevoli dell’estro di questo mangaka (la protagonista, dopo la repentina apparizione di un serial-killer: “Ma questo colpo di scena è troppo improvviso” – e lui di rimando – “E’ per non sprecare carta con pagine inutili!”).
Il manga si muove quindi su due piani contemporanei, quello comico, sempre in piacevole evidenza, e quello sentimentale: la storia all’apparenza verte sul classico triangolo, con la protagonista, Minatsu Nakazato, lanciatrice della squadra di softball del proprio liceo, “contesa” da due ragazzi, Shu e Naoto, per colpa dei quali è costretta a interpretare anche il ruolo del suo esilarante alter-ego segreto, Maria Sudo. Completano il cast il giovane professor Yamazakura, all’apparenza uomo dalla vita trasandata e stravagante, la sua piccola figlia adottiva e Ayako, una studentessa invaghitasi di lui.
Ma la trama si dimostrerà assai meno prevedibile di quanto sia lecito supporre.

Sotto l’aspetto tecnico i disegni rientrano nel classico e personalissimo stile dell’Adachi maturo, anche se non è certo il manga dalla maggiore elaborazione grafica disegnato dall’autore, soprattutto per quanto riguarda la cura dei fondali.
Slow Step è un manga un po’ sottovalutato dagli stessi appassionati del maestro nipponico. Apprezzato soprattutto per gli esilaranti momenti comici (sotto questo aspetto è sicuramente ai vertici fra la pluriennale produzione adachiana), è invece un’opera di ottimo valore anche sotto il profilo narrativo, discretamente originale e con una splendida caratterizzazione dei personaggi; ed è certamente una lettura consigliata a qualsiasi appassionato di commedia sentimentale.
L’edizione italiana, pubblicata da Star Comics, risale al 2001 e contiene, similmente a quella nipponica, anche una storia breve piuttosto astratta di una manciata di pagine, “Season”, originariamente pubblicata su Betsucomi nel 1983, mentre sono state curiosamente omesse alcune tavole che illustravano l’ideazione del manga, in cui appariva lo stesso Adachi.
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spaced jazz ha scritto:senso di lettura, spezzato in 14 volumi anzichè 12, giochi di parole, Eros Ramazzotti!!!!
ROTFL! Alcune delle chicche incontrate finora :loool: :

- "La mia mamma è più bella di Kim Basinger, anche se non posso dirlo con sicurezza perché non ho mai visto la Cuccarini dal vivo!";

- "Si paga alla romana, ognuno per sé!".
spaced jazz ha scritto:Come scommetto immaginerai :P , io diversi lavori di Adachi li ho letti oltre che in italiano anche in inglese e francese, quindi mi sono fatto una certa idea sulle traduzioni.
Detto questo, a parte Rough ho trovato tutto il resto più che sufficiente come adattamento, e discreto come edizione tenuto conto che è sempre un prodotto Star Comics.
Quindi sia Touch, H2, Slow Step e Short Program sono consigliabili.
In realtà non volevo sapere quello che è prendibile in Italia perché la versione è sufficiente, ma quello che merita di essere preso altrove perché la versione merita davvero.
spaced jazz ha scritto:In qualsivoglia fumetteria e, suppongo, edicola ben fornita :)


Che editore, che testata, simpaticone 8) !?!
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Soulchild ha scritto:
In realtà non volevo sapere quello che è prendibile in Italia perché la versione è sufficiente, ma quello che merita di essere preso altrove perché la versione merita davvero.
spaced jazz ha scritto:In qualsivoglia fumetteria e, suppongo, edicola ben fornita :)


Che editore, che testata, simpaticone 8) !?!

:cry:

Beh, quello che esce in francia è meglio in tutto! (tranne Jinbe)

Miyuki è di Star Comics, testata boh, 3,10 Euro. :P
La cover dovrebbe essere questa...

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spaced jazz ha scritto:Beh, quello che esce in francia è meglio in tutto! (tranne Jinbe)
Più che altro tutto è meglio di Star Comics :wink: .
spaced jazz ha scritto:Miyuki è di Star Comics, testata boh, 3,10 Euro. :P
La cover dovrebbe essere questa...

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Ok, grazie! Cercherò in fumetteria o in un'edicola ben fornita 8) !
Questo va bene pure per un niubbo, sì?