Ikkyu, il monaco-filosofo

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Markl
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Ikkyu, il monaco-filosofo

Messaggio da Markl »

Posto questa scheda per portarvi a conoscenza di questo bel manga sulla vita del monaco-filosofo Ikkyu, di cui, peraltro, sono felice possessore della serie completa.

Se già conoscete il manga e il personaggio, dite le vostre impressioni in merito, se vi sentite.

Qualche dato:
I 4 volumi, editi in italia da ComicArt tra il 1997 e il 1998, si presentano con tavole in bianco e nero e pagine non numerate, con lettura all'occidentale. L'edizione italiana proviene dalla francese di Glènat.
Interessante da sapersi che nel primo volume è presente un introduzione di Jean Giraud alias Moebius.
Presenti numerose e precise note storiche sul Giappone all'epoca del maestro Ikkyu, che accompagnano la narrazione della sua vita, riportando successioni politiche, eventi storici e guerre dell'epoca.

Ikkyu

Immagine

Titolo originale: Akambe Ikkyu

Data di prima pubblicazione originale: 1994

Edito da: Kodansha

Scritto da: Hisashi Sakaguchi

Disegnato da: Hisashi Sakaguchi

Genere: Shonen - Storico - Minimalista

Breve sintesi tratta da mangadb.it:

"
Ikkyu, il protagonista, figlio dell’Imperatore e di una cortigiana, fin da piccolo dimostra spiccate doti di astuzia e intelligenza che lo fanno emergere rispetto ai suoi coetanei. Presto a causa della sua situazione familiare verrà mandato presso il tempo di Ankokuji dove verrà iniziato alle verità del buddismo e da dove partirà come monaco alla ricerca della sua stessa essenza, del significato della vita.

Si tratta in sintesi di un manga storico ben inquadrato nel 15° secolo in Giappone che descrive la crescita intellettuale e spirituale di un monaco del tempo.
"

Ciao :o[/img]
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Buta
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Messaggio da Buta »

ha buon Omonimo...ti devo dire che Ikkiu' e' uno dei miei fumetti preferiti in assoluto..credo che nessun opera mi abbia mai toccato spiritualmente come il bell affresco sul monaco libertino...

ma cosa fai monaco sei pazzo....(rivolto ad ikkiu' che bruciava una statua di legno raffigurante il buddha...

..il buddha nel mio cuore aveva freddo...

l insegnamento del buddha e' come una barba di pietra..come il rumore del bambu' dipinto...
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Markl
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Messaggio da Markl »

Vero, se te lo scoli d'un fiato, all'ultimo ne esci, oserei dire, illuminato. E' una di quelle letture che ti condizionano.....
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Messaggio da Markl »

Sfogliavo ieri il tomo in questione e ho deciso che voglio condividere con voi la parte iniziale dell’intervista introduttiva presente sul I° volume di Ikkyu, fatta a Jean Giraud (alias Moebius) da David Schmit, viste le attinenze con il 3d qui postato e con questo forum in via generale per via dei numerosi interventi sulle opere di Myazaki.. L’intervista risale presumibilmente a prima del 1997, anno in cui venne pubblicato il volume citato, per lo meno in Italia.

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D - Lei ha spesso voluto esprimere il suo interesse per i manga, ma come li ha scoperti ?
R - Direi quasi per caso … non mi sono imbattuto in un albo o nelle fotocopie di un manga: mi sono ritrovato in Giappone invitato da Osamu Tezuka, negli anni ’80. Tezuka è il pioniere dei disegni animati e dei manga in Giappone, il creatore di Astro Boy, di un magnifico film intitolato “La fenice”. E’ un signore molto rispettabile, sempre con il basco sulla testa, un profilo molto pittoresco…un ometto formidabile che dirige un suo proprio studio.
Era stato invitato al festival di Angouleme e aveva deciso a sua volta di invitare un autore o uno sceneggiatore francese, e anche uno americano in Giappone. Là ho incontrato l’illustratore ufficiale della NASA, un certo Smith, che realizzava dei dipinti molto lirici sulla conquista dello spazio.
In breve mi sono ritrovato in Giappone in una “bottega” di manga. E lì mi è caduto letteralmente il cielo addosso. Non mi aspettavo affatto che esistesse una cosa simile… ero là, di fronte a un mondo completamente ignorato, sul punto di esplodere letteralmente all’altro capo del pianeta, senza che nessuno lo sapesse ancora. Tornai con una montagna di fascicoli che studiai accuratamente e che mise in moto il mio cervello. Erano i primi volumi di Otomo… la copertina con la balena su Manhattan….
Avevo sempre contatti con i manga, vivendo a Los Angeles dove ci sono moltissime librerie giapponesi, e molti fans e stando e proiezioni di video giapponesi nei convegni sui fumetti. Poco a poco mi sono familiarizzato. D’altro canto ho anche partecipato a sessioni di proiezioni organizzati da adolescenti. Mi sono ritrovato a visionare della roba giapponese in appartamenti…in posti inverosimili, con bande di ragazzini. Sono stato anche a Japan Town dove proiettano in, una sala, film giapponesi in versione originale, e dove ho potuto vedere dei film di Miyazaki, come “Laputa”. Los Angeles mi ha fatto scoprire il grande cinema di Miyazaki, con Nausicaa.
D - Quali sono precisamente gli autori o i titoli di rilievo per lei, da quando ha scoperto i manga ?
R - La grande scoperta è stato Miyazaki per Nausicaa, e naturalmente Otomo per Akira. A partire da loro, è l’insieme dei manga giapponesi che ha cominciato ad interessarmi, passando per i grandi classici come “Il samurai assassino” e uno dei primi tentativi di adattamento in francese di un manga, una specie di James Bond giapponese con un grosso naso. Un tentativo non già di occidentalizzare ma piuttosto di rendere universali le caratteristiche giapponesi.
Ma non andavo matto per “Il samurai assassino”. Uno stile troppo tirato via… Non era propriamente piacevole. Quello che mi ha fatto veramente impazzire è Otomo, e di conseguenza tutta una scuola e tutte le follie dei robot degli anni ’70.
D – Certi fumetti giapponesi sono importanti in Francia per essere ritenuti tali e quali o per essere tradotti e adattati. Ecco alcuni esempi di tale produzione. Questa selezione corrisponde al suo gusto, oppure ha altre preferenze, titoli o personaggi che non sono ancora stati pubblicati?
R – Bè, ci sono degli autori che non ho ancora visto arrivare…ma è una cosa graduale, come per esempio, la Casterman che ha cominciato con il pubblicare Taniguchi, e il suo fumetto “L’uomo che cammina”, che amo molto. Posso avere delle preferenze, certo, ma amo enormemente i manga fondamentali, ovvero i grandi volumi popolari con eroine irresistibili… piccole con grandi occhi.
Ci sono tonnellate di fumetti giapponesi senza idee, come le serie sentimentali. Sono certo che ci sarà un grande boom soprattutto nel mercato ..diciamo “femminile”, che in Francia è completamente trascurato. Gli editori devono imparare, come anche i disegnatori, a prendere in considerazione tutto questo materiale. In Francia si è già cominciato un po’ a capirlo, ma ancora solo in parte.
D - A questo proposito, i fumetti giapponesi hanno una forte tendenza a ritagliarsi un proprio pubblico, affrontando temi molto precisi, come per esempio il buddismo. Questo approccio – che sembra a priori strettamente commerciale – si propone di avvicinare TUTTO il pubblico. Può, secondo lei, fornire qualcosa di originale ?
R – A mio avviso, non è AFFATTO commerciale. Al contrario, c’è piuttosto un rispetto per le differenze, per i particolarismi e per i poli di interesse frutto della specializzazione. Ho apprezzato lo studi più rispettoso di una materia, si un ambito, di un universo… senza sorvolare sulle cose …quando non lo so fa si rimane sempre in superficie ed è piuttosto frustrante.
Io amo molto nei fumetti giapponesi quell’attitudine che consiste nel guardare le cose con molto amore. Per esempio, un personaggio si muove in mezzo alla natura…e anche se nel bel mezzo dell’avventura, va a rivolgere la propria attenzione su un ruscello per guardare un pesce che si muove tra due pietre. Il pesce è di una bellezza assoluta, è IL pesce. Se si finisce in un incubo, è un vero incubo, se si entra in un sogno, è un vero sogno. Se producono una storia di carattere etnologico, assistiamo a una rappresentazione aggiornata della materia, e così per la fisica, la chimica e così via…
Non c’è separazione netta e rigorosa tra l’espressione ludica del fumetto e il mondo reale come in Europa. Comprendo anche un po’ l’ostracismo nel quale viene tenuto oggi il fumetto: non arriva a interessare i media, è completamente abolito dalla televisione… non è giusto, ma…
D – “Ikkyu” non è molto noto in Giappone, e comunque non è un best-seller. Come l’ha conosciuto?
R – L’ho visto su alcuni albi (pubblicati sotto forma di pamphlet, inseriti tra le pagine dei nuovi manga), e tramite fotocopie che mi sono state inviate. Ma ne sono rimasto affascinato, è uno stile che già conoscevo. Esistono moltissimi disegnatori giapponesi di qualità fantastica e che hanno lavorato per anni come assistenti a destra e manca. E’ una caratteristica dei disegnatori giapponesi, praticare l’assistentato: i titolari riescono ad aumentare la produzione e gli assistenti possono imparare. E’ un sistema formidabile.
D – La scuola della vita, la ricerca spirituale, sono temi ricorrenti nei manga, e io so che lei ha parecchia affinità con queste tematiche. Lei si è avvicinato al buddismo, a un certo punto della sua vita. Alla ricerca di sé, dell’umiltà?
R – La mia vita è una vita buddista. Io ho parecchi comportamenti che sono di diretta derivazione zen. D’altronde il mio maestro Alexandro Jodorowsky è stato lui stesso iniziato dal maestro Takata in Messico.
Non si sa, ma …Alexandro è un maestro zen da qualche parte… E’ una verità inconfutabile. Lo zen rientra nel folclore del Giappone e ciò che si chiama “spiritualità folclorica”… ma l’essenza, i fondamenti del buddismo, si incontrano in ogni religione, siano esse l’ebraica, la cattolica o alcune protestanti. Tutte queste religioni sono collegate senza il minimo iato… soprattutto quando si arriva a un certo livello. Quanto detto però non è AFFATTO il presupposto perché vi siano fumetti “cattolici” ….(ride)… in ogni caso così divertenti come col buddismo, perché manca la tradizione del combattimento.
D – In “Ikkyu” si affronta il buddismo in modo molto concreto e vicino alla realtà quotidiana. Secondo lei l’aspetto “spirituale” di un fumetto ha bisogno per funzionare della forza delle immagini?
R – Si, perché le fondamenta delle grandi religioni arcaiche di origine “sciamanica” come il buddismo sono legate al ricordo. Lo stesso vale per la religione cristiana, L’Antico Testamento, per non parlare della religione ebraico-cabalistica… tutti questi pensieri si basano sulla condizione umana come metafora onirica della ricerca personale. Si potrebbero fare fumetti con il pensiero biblico, avventure sacre… così come il fumetto basato sulla mitologia greca. D’altra parte Serge Letendre e Christian Rossy hanno una serie, pubblicata dalla rivista “A Suivre”, un fumetto che riprende della vita di Ercole. Questo approccio è utile per tutti. A partire dal momento in cui si è realizzato un sogno, si entra nello spettacolo, si entra in una visione plastica del mondo, liberata dalle pastoie e dagli ostacoli della materia. E’ ciò che io faccio nei fumetti firmati come Moebius, fumetti onirici ed in qualche modo…religiosi.
D – Il fumetto “Ikkyu” non era stato ancora adattato in francese e in inglese. Qual è la sua impressione, sfogliando questo manga, senza averlo potuto ancora leggere?
R – Mi sono abituato a leggere i manga senza conoscerne il testo. Ho visionato almeno venti volte “Nausicaa” senza capirne il significato e quello che vi era scritto. Aveva una tale espressività nel disegno. Io ho letto dei manga, dopo molti anni, allo stesso modo. E’ la stessa cosa che con il rock’n roll o i comics americani, io non ho praticamente mai cercato di comprendere quello che dicono. Lo stesso mi succede con i fumetti francesi … (ride) … guardo le immagini e mi immergo in esse. Non leggo i balloons che di tanto in tanto. Non ne sono molto fiero. Io so che dovrei leggere le cose con più attenzione. D’altro canto io sono spaesato quando leggo un manga.
D – Pensa che un fumetto possa essere popolare e allo stesso tempo chiedere al lettore una riflessione su temi quali quelli di “Ikkyu”?
R – Sicuramente. Consideriamo una mela. E’ molto popolare. La si prende, la si mangia e dopo ci si scorda di essa. Ma uno può anche guardare una mela e dipingerla come Cezanne.
D –Si trova spesso nei manga una ricerca di identità da parte dell’eroe, che spesso giunge a compimento nello svolgersi delle storie. Così è anche per “Ikkyu”.
Lei stesso ha fatto invecchiare il suo eroe Blueberry nelle sue storie. Pensa che sia sinonimo di fumetto popolare, un fumetto in accordo con ciò che il lettore cerca?

R – Io credo che ciò faccia parte del fumetto popolare del futuro. E’ una evoluzione assolutamente inarrestabile del fumetto. A tal punto che gli eroi che non invecchieranno saranno una caratteristica molto particolare del fumetto. Si dice che un eroe non invecchia, ma un uomo che non invecchia diventa un archetipo, una sorta di mito. D’altra parte si sa che un personaggio reale si definisce come tale. Si può scegliere legittimamente di farlo morire oppure no, ma questo assume un significato particolare.
D – Esistono numerosi protagonisti di fumetti franco-belgi che non invecchieranno mai, come ad esempio, Tin Tin.
R – Certamente è così ma lo si accetta, come si accetteranno personaggi che vivono 36.000 avventure senza memoria, senza ricordo di ogni avventura precedente.
D – Infine, che ne pensa di un fumetto come “Ikkyu”?
R – E’ difficile dirlo. Io lo situo in un contesto più generale. I fumetti giapponesi e i fumetti in generale sono per me un piacere. Trovarvi un senso è praticamente impossibile. Ciò che amo è il divertimento intellettuale e ciò che non ha apparentemente utilità. Ma questa utilità si può rivelare dopo una serie di avvenimenti di una avventura, senza alcun rapporto con ciò che hai letto.
D – Ma c’è un legame con la nostra vita?
R – Sicuramente, ma ciò deve essere casuale. Vi sono tante cose interessanti… di cui si vede solo la decima o la millesima parte. Sono messaggi che il mondo ci invia, o che inviamo a noi stessi attraverso il nostro modo di vedere il mondo. E’ anche una visione buddista della vita.
D – Secondo lei qual è il contributo dei manga al fumetto in Europa? E l’influenza dei manga sul grande pubblico modificherà il fumetto franco-belga?
R – Sicuramente ciò è già avvenuto. Vi sono dei fumetti frutto dell’incontro tra i due modelli. Per esempio i fumetti di Jodorowski sono ispirati ai comics americani per il loro approccio ai temi spirituali o esoterici. Si tratta di temi che in precedenza erano esclusi dalla tradizione franco-belga, e che invece entravano nella vita quotidiana tramite Hergé. Hergé è un autore sacro.
Fumetti come “Ikkyu” partecipano a questo movimento. Sarà interessante man mano che questi fumetti diventeranno più numerosi. Ma io credo che non vi sia l’obbligo di amarli o di conoscerli. Se si trova interesse e uno si diverte, ciò non è dovuto certamente al tipo di fumetto. Ciascuno ha un proprio mondo. Più opinioni vi sono e maggiore la nostra capacità di creare si arricchisce.
D – Tutti pensano che i manga si limitano a “Dragon Ball” …
R – E’ certo, c’è tutto un continente nascosto, ma io credo, per il momento, che sia normale. I manga si presentano a noi attraverso le loro “antenne” più facili. E’ come una armata in marcia, si vedono i margini, ma non il grosso della truppa, e dopo viene il bello.
Al contrario “Ikkyu” è ottimo perché è un fumetto adulto che si integra bene con una narrazione dinamica. Io ho qualche remora a definirli giapponesi, ma so che esistono tanti autori che fanno della fantascienza tradizionale o anche moderna, con tavole ricche di “effetti speciali” fantasmagorici. Sono autori che hanno le potenzialità per rivoluzionare i fumetti destinati all’Europa.
Molti professionisti in Francia sono curiosamente poco documentati su quanto si produce all’estero. Per incapacità di informazione o per miopia. Non tutto il mondo, indubbiamente, è interessante. Il problema è sapere cosa c’è di nuovo per documentarsi. Occorre ogni volta modificare la propria ottica. Io stesso posso essere travolto da mille correnti e da mille nuovi stimoli.
Mi è capitato di leggere un fumetto favoloso, quasi un manga, in stile americano. Un trucco straordinario, e io non so dire perché è disegnato così. L’ultimo lavoro di Frank Miller e Geoff Darrow Big Guy”. L’azione si svolge a Tokyo, ed è una sorta di Godzilla completamente rivisitato. Assolutamente straordinario. E’ anche una prova che l’universo giapponese diviene in qualche modo mitico per noi, un punto di riferimento molto interessante.

Grazie molte e a presto.

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Buta
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Messaggio da Buta »

rileggevo un po' vecchi post,,,,

mi torna sottocchio questo...

prendete il manga di IKKiu.....e' un capolavoro assoluto...nessun amante del fumetto puo' non leggerlo...
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kamui
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Messaggio da kamui »

sono reperibili gli albi di codesto capolavoro?
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Messaggio da spaced jazz »

kamui ha scritto:sono reperibili gli albi di codesto capolavoro?
Non saprei il primo, mentre gli altri li ho visti anche di recente... Comic Art, sono dei volumi abbastanza cicciotti. Certo ci vorrebbe una riedizione...
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Markl
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Messaggio da Markl »

spaced jazz ha scritto:Certo ci vorrebbe una riedizione
Concordo ! Merita davvero di essere riesumato e riproposto a un pubblico che rispetto al 1994 spero possa essersi più che rinnovato ed evoluto.

Per rispondere a Kamui: ti dico che, di recente, ho visto in vendita 3 volumi, su 4 che compongono la serie, in una fumetteria di Carpi (Mo).
Sebbene questa serie sia fuori catalogo da una cifra di anni, se ne trova qualche numero qua e là, specie nelle fiere dove per un paio di volte ne ho trovati fra i banchi. Se ci andate o vi capita, non esitate.
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Messaggio da spaced jazz »

Markl ha scritto:
spaced jazz ha scritto:Certo ci vorrebbe una riedizione
Concordo ! Merita davvero di essere riesumato e riproposto a un pubblico che rispetto al 1994 spero possa essersi più che rinnovato ed evoluto.
E magari sarebbe bene stampare anche gli altri manga di Hisashi Sakaguchi :)
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Messaggio da Buta »

Ho letto anche Version...che non era male no... :)

speriamo bene..
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Messaggio da spaced jazz »

Buta ha scritto:Ho letto anche Version...che non era male no... :)

speriamo bene..
Version mi pare di ricordare che non fu pubblicato tutto...
Ma a me interessava particolarmente Ishi no Hana di cui ho sentito grandi lodi, manga sulle vicende della resistenza nella Jugoslavia della seconda guerra mondiale...
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Messaggio da yutasuta »

Buta ha scritto:rileggevo un po' vecchi post,,,,
mi torna sottocchio questo...
idem 8)

Ho appena finito di leggere questo manga. Almeno credo.
L'ultima vignetta ritrae una donna che inciampa su di un teschio. Mi sarei invece aspettato di trovare citata la data della morte di Ikkyu ed una frase che riassumesse il pensiero di questo monaco un po' "matto". E pure la pagina con il riassunto dei fatti storici e le cartine coi tragitti dei viaggi di Ikkyu, gia' presenti nei precedenti volumi.
Ho l'atroce dubbio che all'ultimo volume manchino alcune tavole.
O e' un modo anche questo per far riflettere sul significato della parola "fine"? :roll:
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Messaggio da Buta »

mi spiace darti una brutta notizia....

ma ti mancano almeno 10 pagine.....

c e' l ultimo pensiero del libertino...il suo monito e poi la morte...
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Messaggio da yutasuta »

Buta ha scritto: ma ti mancano almeno 10 pagine.....
editore molto preciso e con un favoloso sistema di controllo qualita', a quanto vedo: se avevano finito la carta, bastava avvisare che gliene regalavo una risma io
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Mariner
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Messaggio da Mariner »

Quando parlate di edizione non completa, immagino vi riferite a quella della Comic Art...giusto? (mhmm...mi sorge il dubbio che sia l'unica edizione italiana...quindi mi sa che un'edizione italiana completa: nisba!)

Perdonami Buta, tu l'hai letto in lingua originale?!?
Sometimes you wake up.
Sometimes the fall kills you.
And sometimes,
when you fall,
you fly.