Riflettendo credo che la forza del film stia proprio nel metter in scena quattro approcci totalmente diversi al mondo ed alla vita, in questo modo ognuno può riconoscersi, nel bene e nel male, in questi personaggi e riflettere.Shito ha scritto:In effetti mi sono sentito molto vicino/affine ad Aracne piuttosto che ad Arren, anche se pure lui è comprensibile.
Anche a me è dispiaciuto per la fine di Aracne era quasi la materializzazione del grido di un uomo che si ribella al proprio fato (anziché soccombere piagnucolando): "Aprendo la porta distruggerò il concetto di vita? Insignificante, l'importante è che io contemporaneamente distrugga anche quello di morte". Un vero peccato che si sia abbandonato alla follia, quel personaggio mi ha ricordato molto opere come "Blade Runner" (il film) ma sopratutto una poesia di Evtusenko che amo molto: "Uomini", che si conclude con "Gli uomini se ne vanno.../e non torneranno più/non risorgono/i loro mondi segreti./E ogni volta/vorrei gridare ancora/contro questo irrevocabile destino."
Io però mi sono (purtroppo) ritrovato di più in Arren e (ancora purtroppo) in tutto quello che mi è sembrato simboleggiasse: la nostra società, composta da persone agiate, pigre e viziate, prive di qualsiasi reale problema ma sempre piagnucolanti... da qua deriva il mio "riconoscersi e riflettere".
Poi c'è Therru che è l'opposto di Arren, una persona che ha sofferto per problemi e sciagure reali ma che vuole continuare a vivere e che ama la vita. Therru mi ricorda molto una ragazza talassemica che conobbi all'università che più volte ci diede lezioni di dignità, rimboccandosi le maniche di fronte agli ostacoli mentre noi non riuscivamo a far altro che a lamentarci. Come a dire "io ogni istante lo voglio vivere".
Infine arriva Sparviere, il personaggio opposto ad Aracne, forse è quello in cui è più difficile riconoscersi in quanto rappresenta la saggezza filosofica che non solo ha accettato l'ineluttabile destino, ma lo difende pure con tutte le sue forze. Forse la sua è la scelta di vita più difficile, in quanto deriva unicamente dal ragionamento razionale (a differenza di Therru, più emotiva).
Dove sia la mancanza di caratterizzazione proprio non lo vedo.
Quattro personaggi, due contrapposizioni e su due piani diversi: uno quasi accademico-razionale (Aracne/Sparviere) e l'altro quotidiano-emotivo (Arren/Therru). Molto bello.
La povertà del mio linguaggio mi limita molto nell'esprimere il mio pensiero, spero desserci riuscito dopo l'abbozzo di questa notte...
Io non sono molto d'accordo su questa visione (e da quanto ho detto prima mi sembra evidente ), io non ho mai percepito Ashitaka fuggire, tutt'altro. Andava incontro volontariamente al proprio destino. Mi sembrano un po' agli antipodi i due personaggi...ali con le ali ha scritto:Quanto ai rapporti con gli altri film Ghibli, Arren mi ricorda molto Ashitaka (anche lui é alla ricerca di se stesso e in fuga da una parte del proprio io)