Secondo me Miyazaki in Marco aveva già incominciato a riconoscersi, poi io vedo tutto dannatamente autobiografico. Per me Miyazaki è Trollo
Cmq uccidi l'accademia, vai a rompere (come faccio io) per far crescere la nostra università
Ovviamente no, solo i migliori. Mi viene in mente l'arte intelligente di Savinio (fratello di de Chirico), in compenso è brutta assai
Sono sempre sfumature, purtroppo. Anche se il Mosé di Michelangioluccio ce l'ha eccome la coscienza. Diagnosticato da Freud come: «non rappresenta il Mosè furioso della tradizione biblica, ma il Mosè eroicamente umano che ha controllato le proprie passioni». Mi servivano gli scienziati per capirlo... evidentemente non bastava più guardarlo in faccia
Negli effetti l'arte contemporanea non sono solo linee di inconscio? Ce ne vorrà per ricostruire decentemente... il Direttore dei Musei Vaticani dice che l'arte di oggi è
chibi (ovviamente non mi ricordo le parole precise), deve crescere, sono nuovi linguaggi per costruire qualcosa in un futuro non si sa quale. Riporto un pezzo d'intervista, molto vera, di
Paolucci-san:
In Italia quale pensa possa essere la ricetta?
Nel settore mio dei Beni Culturali non c'è governo. Sembra, ed è la cosa che dispiace di più, che non gliene freghi niente a nessuno. (
in effetti se neanche l'arte porta un attimo di relief... ci credo pensi l'arte come felicità)
A livello di pubblico giovanile italiano c'è un certo interesse?
C'è un grandissimo interesse, tanti ragazzi vorrebbero fare il mio mestiere ma oggi non c'è nessuna possibilità purtroppo. Hanno ingannato una generazione intera con queste facoltà di Beni Culturali o fatto credere che il mondo del patrimonio fosse una mirabolante promessa di posti di lavoro, di fruttuosità economica ma non era vero niente. Queste lauree servono ad andare a fare i pizzaioli o le baby sitter: questo è quello che i laureati in queste discipline fanno.
(SANTISSIME PAROLE, ma non è che l'interesse anche tra i giovani sia veramente così tanto... al convegno in onore di Argan a La Sapienza di giovane non prostituitasi a sistemi creditizi credo ci fossi solo io, poi c'erano davvero troppe sedie vuote per essere solo nella bellissima AULA MAGNA, c'erano professori piagnucoloni che erano lì riuniti da tutto il mondo per dirgli più male che bene e lo spirito del grande storico infuriatissimo, ma d'altronde penso che alla mia università gli studenti più bravi non sappiano neanche chi siano Paolucci e Argan...)
Da Picasso in poi è cambiato il modo di fare arte, di avvicinarsi all'arte: ma in qualche maniera c'è un filo conduttore che riallaccia l'arte contemporanea alla tradizione?
No, non c'è! Sono convinto che ci sia una discontinuità fra l'arte antica e quella che oggi chiamiamo - per comodità didattica - arte. L'ultimo grande classico è Picasso: lui fu veramente un grande, la linea che va da Raffaello a Velázquez arriva a Picasso, ma lì si ferma perché oggi intanto non c'è più un linguaggio artistico condiviso. Ognuno può esprimersi come vuole, l'arte ormai è avvenimento, provocazione, nostalgia, rottura... tutto può essere; non è più uno strumento per veicolare dei messaggi. Oggi l'arte è stata sostituita dalla pubblicità; per esempio: se mi chiede quali sono i capolavori dell'arte contemporanea direi che sono i cartelli pubblicitari, la pubblicità di Dolce & Gabbana sulle riviste, certi design industriali, la linea di certe automobili; l'arte ha migrato dai suoi domini tradizionali, che erano l'espressione religiosa, mitica, oppure politica per occupare altri spazi, che sono questi. (
non esageriamo... forse lui si è fermato a Picasso, io almeno al futurismo, ritorno all'ordine, de Chirico e Manzoni poi Andy Warhol ce la vedo la continuità )
Lei pensa che con l'occhio del poi sarà possibile trovare un filo conduttore anche per questi ultimi anni?
Sarà possibile: ora viviamo un momento di decomposizione, attraversiamo le macerie. Un giorno io penso di sì, ci sarà certamente il Michelangelo del XXI secolo; non sarà italiano, sarà cileno o australiano o finlandese, o di chissà dove, ma certamente ci sarà. L'uomo ha tante qualità di fantasia, di poesia; l'unica qualità che non ha è la profezia: di fronte a quello che accadrà domani siamo tutti pipistrelli ciechi. Fino a venti, trent'anni fa uno aveva immaginato che il comunismo era destinato a durare per sempre, ci sono biblioteche piene di saggi di grandi politologi al riguardo, ma il comunismo è finito in una notte. Il giorno dopo ci siamo svegliati: il comunismo non c'era più. Si diceva: o rimarrà per secoli l'equilibrio del terrore tra le potenze americana e russa oppure sarà la catastrofe, l'Ἁρμαγεδών atomico. Tutte cazzate: non era vero niente. E' successo che la notte c'era il comunismo, l'indomani non c'era più. Non hanno sparato un colpo di fucile, non è morto nessuno... a proposito dell'incapacità di profetizzare! Come sarà l'arte di domani? Chi può dirlo!
I Musei Vaticani beneficiano di molte cose che i musei statali non hanno: gli entroiti stessi permettono di affrontare le spese...
Non hanno i sindacati, non c'è il TAR...
(ECCO perché non si può chiudere la Cappella Sistina!)
C'è qualche desiderio che vorrebbe realizzare per i Musei Vaticani?
Il mio desiderio, il mio impegno è di mantenere i Musei Vaticani come sono: questo è importante, questo spesso i miei colleghi non lo capiscono. Noi italiani che abbiamo avuto l'Italia così com'era fino all'ultima guerra, fino agli anni Cinquanta, l'Italia di Goethe, di Stendhal, quello dovevamo fare: conservarla! Non costruire, rovinare. Conservate la bellezza che i secoli ci hanno consegnato: questa è la mia filosofia.
Su per giù è anche la mia: io Micky lo rivorrei italiano E invece, sta finendo davvero tutto come dice... e a nessuno importa della vecchia Italia! Se ne può salvare solo il salvabile L'intervista è ancora molto bella:
Per una persona che vuole avvicinarsi all'arte e non ha un background adeguato, quale può essere una strategia efficace?
Deve studiare, leggere più libri possibili, deve passar le notti leggendo i libri, il giorno deve girare tutte le chiese, tutti i musei senza trascurarne neanche uno: così si fa, non ci sono scorciatoie. (
)
Quando è stata la sua prima volta a contatto con l'arte?
Io ho la fortuna che vengo dal "mestiere" in un certo senso: io vengo da una famiglia di antiquari, quindi sono stato sin da piccolo abituato all'odore delle cose antiche, per me non è stato speciale o particolare all'università fare questi studi: mi è sembrato naturale. era quello che mio padre, mio nonno, in un settore diverso, avevano fatto. Di solito un ragazzo fa il liceo e poi fa l'avvocato, fa il medico, fa i mestieri seri, non fa lo storico dell'arte!
Professore - l'espressione è un po' banale - c'è un sogno nel cassetto?
Sogni nel cassetto alla mia età fa ridere averne: io sono contento della vita che ho vissuto, dei risultati che ho raggiunto, soprattutto del fatto che mi sono molto divertito. Mi pare un bilancio soddisfacente.
Insomma dice che i vecchi possono pure morire, mi sembra. La sua tesi sull'eccellente restauro della Sistina non regge però; d'altro canto, cosa dovrebbe fare un anziano se non avere speranza per il futuro? Per fortuna che adesso ce l'abbiamo in 3D
Riprendendo il concetto di coscienza. Se nasce con la responsabilità, si può vedere
Gake no Ue no Ponyo come piena coscienza di educare la nuova generazione