Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Shito
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Le cose cambiano anche da quartiere a quartiere (per le città più grandi), se si parla si gergo o meglio "variazione diastratica" della lingua.

Ciò detto, in risposta all'angelo della morte (sei lo stesso di Animeclick? Se sì, piacere anche qui!), io non penso affatto di poter produrre un adattamento 'totalmente obiettivo'. Come tu dici, sarebbe impossibile.

Penso che l'obiettività sia un criterio spesso meramente concettuale, un 'limite a cui tendere', ovvero un indirizzo di tendenza.

Si deve prendere come paletto ciò che di obiettivo c'è.

Si devono cercare fondamenti e ragioni obiettive alle proprie scelte pur soggettive.

E via dicendo.

Bisogna distinguere i fatti dalle opinioni, e basare le seconde sui primi, non viceversa.

Ovvero, bisogna sempre 'tendere alla massima obiettività'.

E infine, no: io sono di madre piemontese. Non parlo come scrivo 'in pubblico' e non scrivo privatamente come scrivo i copioni, credimi.

Se così fosse, troveresti nei miei copioni cose come "ce ne sono solo più due!", o "facciamo che andare a casa, è tardi." e altre cose simili che no, NON sono italiano. Anche se le uso nel privato.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Haku91 »

Comunque quella del "ganzo" la trovo una questione decisamente secondaria rispetto all'"intrigante", di cui evidentemente la maggior parte del pubblico (me compreso) non ha capito il significato sul momento, quindi il risultato è stato esattamente opposto allo scopo. Tra l'altro io ho a casa lo Zingarelli dove il significato usato nel film è il terzo per quel termine, dopo "che fa intrighi" (participio presente di "intrigare") e "che incuriosisce, attrae" (aggettivo). Faccio anche notare che la stessa Treccani mette "impiccione" come sinonimo di "intrigante"...
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Al contrario, anche il De Mauro mette i significati (due) di 'fare intringhi' prima di quello che sta per 'attraente', relegato al quarto.

Tra l'altro, De Mauro fa ben notare che c'è una sfumatura di significato anche tra 'intrigante' nel senso di 'che ordisce intrighi' (significato 2) e 'intrigante' nel significato di 'impiccione' (significato 3).

In ogni caso, c'è poco da fare: intrigante è corretto. ^^;

La correttezza, dato obiettivo, schiaccia il "eeeh, ma non si usa poi tanto" (dato non verificabile in modo obiettivo).

Per di più, la scena e il contesto sono chiarissimi, dato che Anna epiteta una persona in modo evidentemente spregiativo per un'azione compiuta e vista dal pubblico, quindi ancor meglio.

Credo che il problema sia non conoscere i vari e corretti usi delle parole, non il loro usarle in maniera variegata e corretta. Tutto qui.

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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Haku91 »

Shito ha scritto:In ogni caso, c'è poco da fare: intrigante è corretto. ^^;
Lo so bene che è corretto, il punto è che di scelte corrette ce n'erano almeno due e di queste hai tirato fuori la meno corretta (opinione non obiettiva, certo, però come hai visto è largamente condivisa). Vorrei chiedere agli utenti del forum se avrebbero fiatato nel caso in cui avessi scelto di usare "impicciona"...
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Dieci, cento persone (che non ho letto) sarebbe un 'ampiamente condivisa'?

Ma dove siamo, nella dimensione parallela chiamata "Facebook"?

Suvvia.

Se torni indietro vedi perché 'intrigante' è in effetti, come preciso significato, l'opzione più corretta. Ho spiegato perché ho scartato 'impicciona' e 'invadente' e perché altre opzioni fossero proprio fuori luogo.

Ti faccio un altro esempio:

'millantatore' e 'ciarlatano' sono due parole affini, ma non sinonimi perfetti. Sinomi perfetti non esistono, in verità.

Se su un termine straniero 'millantatore' è più precisamente corretto, in traduzione si metterà 'millantatore'.

Se un certo numero di persone non conosce la parola, e invece conosce 'ciarlatano', questo non fa che 'ciarlatano' sia meglio.

No, se è più corretto 'millantatore' quello si usa. Chi non conosceva la parola, la imparerà. Se vuole. Se non vuole, beh, sono cose sue. ^^
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da nodisco »

A me lì per lì è parso poco adatto il termine "acquitrino" per definire il luogo dove si trova la casa di Marnie, con le maree periodiche che cambiano il livello dell'acqua: un acquitrino è fatto di acqua ferma, stagnante, e non è questo il caso.

Il punto è però che in italiano sembra non esistere un termine per quel tipo di terreno, con l'acqua del mare che giornalmente si alza ed abbassa di livello (probabilmente in Italia non abbiamo luoghi con situazioni del genere, mi vien da pensare), e se in inglese si può usare "salt marsh" o "tidal marsh", in francese "schorre", in tedesco "Salzwiese" e via di seguito, in italiano ho trovato solo termini come "piana di marea" o cose più tecniche, quindi forse alla fine anch'io avrei scelto "acquitrino" o "palude".
Forse più la seconda perché come traduzione di "salt marsh" vedo spesso "palude salmastra".

In giapponese com'era?
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Hai centrato perfettamente un problema di adattamento con cui mi sono dovuto scontare.

In giapponese è 湿地 shicchi = acquitrino, sette occorrenze nel copione. In inglese si può anche tradurre come 'wetlands' (non 'marshlands').

Ci tengo a sottolineare in primis che NON è il giapponese per 'palude', e del resto 'palude' anche in italiano è proprio una biosfera/ecosistema/ambiente diverso. Palude in giapponese si dice in primis 沢 (sawa), che però vuol dire anche 'ruscello di montagna, valle' e poi più specificatament 沼 (numa) o in composto 沼地 (shouchi) - che si vede è affine al nostro 湿地 (shicchi), ma è altra cosa.

Come tu dici, in italiano semplicemente manca un termine preciso per tradurre 'shicchi'. Come definiresti il terreno su cui sorge Mont Saint-Michel?

Leggendo la letteratura su Mont Saint-Michel in italiano si parla sempre di 'isolotto' e 'baia', ovvero si dribbla proprio la questione dell'ambiente di terra umida. Avevo anche pensato di usare io stesso 'baia', ma no, è chiaramente un'altra cosa. Dico in giapponese, anche. In più, nel testo si usa 'insenatura' (入り江 irie = insenatura), che è anche più specifico di 'baia'.

Hai centrato perfettamente la situazione. Ed era un po' una situazione senza uscita. Alla fine ho scelto per la cosa 'meno scorretta', diciamo.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da luca-san »

Shito ha scritto:Nel multisala dove l'ho visto io era a prezzo credo non maggiorato: 8 euro, lo stesso del film di due sere prima.

Curiosamente, credo che questa cosa delle maggiorazioni sia a discrezione delle sale stesse?
da quel che mi han detto amici che lavorano nei cinema (biglietteria/proiezionisti) e' a discrezione della sala o del circuito...io ho pagato € 7,50...
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Haku91 »

Shito ha scritto:Avevo anche pensato di usare io stesso 'baia', ma no, è chiaramente un'altra cosa.
Qui sono d'accordo, e se non sbaglio "baia" ha un suo corrispettivo giapponese specifico che non c'entra nulla con "shicchi".
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da nodisco »

Shito ha scritto:In giapponese è 湿地 shicchi = acquitrino, sette occorrenze nel copione. In inglese si può anche tradurre come 'wetlands' (non 'marshlands').
Le marshes sono un tipo di wetlands, vedo sulla wiki, come le swamps, le mangrovie ed altro.
Io ero arrivato a "marshlands" facendo ricerche sulle maree, non ricordo dove... (fra l'altro scopro ora che nel romanzo inglese originale la casa si chiama "Marsh house" e anche nella colonna sonora un pezzo ha questo titolo)
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Shi no Tenshi
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shi no Tenshi »

@Shito: No, su AnimeClick ho un altro nome. Però 6-7 anni fa, da utente non registrato, usavo il nome "Shi no Tenshi", ed è possibile che avessimo già parlato anche lì. Sono invece lo stesso Shi no Tenshi de "Il mondo dei doppiatori" e abbiamo già discusso in 2-3 occasioni, tra cui, qui, sui dialoghi della Principessa Mononoke.

Comunque ti garantisco che fai scelte di scrittura, quando scrivi nei Forum, che rispecchiano quelle che prendi nei film. Esistono casi (e non è il caso di "intrigante" in cui le implicazioni del significato erano ben precise e mirate), in cui delle parole si equivalgono. Ci si trova costretti a dover scegliere tra "Cosa?" e "Come?", tra "Però", "Tuttavia", "Ma", e tra sostantivi che in effetti sono dotati di sinonimi praticamente interscambiabili.
Ho notato per esempio la frequenza al di sopra della media di termini come:
Altresì
Equipollente
Frattanto
Inusitato
Invero
Che, in effetti, sono tutto fuorché termini privi di personalità e peculiarità, non sono comunissimi e denotano una conoscenza della lingua superiore alla media (anche se, volendo conformarsi alla media, certo gli ignoranti la fanno da padrona, temo). Fai anche largo uso di "Eh?", posto come interiezione di fine frase, ma questa forse è un'eredità data dal fatto di tradurre sempre la particella "Ne?" giapponese in quel modo, che ti ha fatto assimilare questa sfumatura di dialogo tipica dei giappi.
Esempi su due piedi, se or ora ricapitasse che emergano tue scelte personali nel lessico comuni ai tuoi film te lo farei presente.
Non che ci sia niente di male in tutto ciò! E condivido anche il tuo modus operandi sul criterio dell'oggettività come tendenza.
Non condivido però l'eccessiva meticolosità schematica con l'intento di fare qualcosa di formalmente fedele al significato. Come ho già detto, trovo giusto essere fedeli non tanto al significato formale quanto alla sensazione richiamata dalle parole usate. E per scegliere quale sia la sensazione giusta si devono operare scelte soggettive, cosa in ogni caso inevitabile, visto che, dove finisce il dizionario ed iniziano parole interscambiabili, è un procedimento che facciamo comunque (quello di basarci sulla sensazione soggettiva).
Bisogna ricordarsi innanzitutto che chi ha scritto i dialoghi originali non voleva esprimere delle parole. Voleva esprimere delle idee, dei concetti, delle emozioni o, in alcuni casi, dei contesti culturali dati dall'esperienza di vita del personaggio. E quelle stesse idee esistono in tutto il mondo. Le persone hanno tutte le stesse idee, provano tutte le stesse sensazioni e le stesse emozioni. È poi la lingua che ci limita e ci costringe a dover ripiegare su una parola piuttosto che su un'altra.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da MagicSton »

Una domanda per Shito: sembrerebbe dalla mancanza di "reportage" nel diario di lavorazione e, in generale, poche tue riflessioni e approfondimenti nel forum, che questo film proprio non ti abbia "divertito" da subito: forse ci sono stati problemi durante il lavoro o nella scelta dei doppiatori, o è il film che proprio ti ha annoiato. Oppure è solo un'impressione? :)
Personalmanete, trovo invece che sia molto interessante ed emozionante in svariati passaggi, magari mai sfruttati a pieno (per es. quando marnie va nel faro), ma la sostanza c'è, così come i personaggi. Rispetto ad Arrietty sembra un prodotto più convincente in tutti gli aspetti (forse è il soggetto ad assere meno convincente?), anche se al contrario di Goro Miyazaki, Hiromasa Yonebayashi pare essere un regista che difficilmente ci sfornerà un capolavoro a breve.

ps.: esco da una maratona di alcuni film ghibli recuperati in bluray, alcuni visti solo in giapponese molto tempo fa. OTTIMO lavoro di adattamento (anche se non conosco il giapponese) e direzione delle voci! Spero potrai lavorare presto sul film di lupin III, anche se non è un ghibli, perché appena ho sentito la voce di lupin che (fuori campo) leggeva una scritta, ho capito che il livello era bassissimo... per non parlare della qualità video e audio...
Giusto una curiosità: non sarebbe stato più corretto inserire una traccia audio 2.0 nei film più vecchi? O sono nativamente tutti 5.1?

Grazie per la risposta e complimenti ancora!
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

nodisco ha scritto:
Shito ha scritto:In giapponese è 湿地 shicchi = acquitrino, sette occorrenze nel copione. In inglese si può anche tradurre come 'wetlands' (non 'marshlands').
Le marshes sono un tipo di wetlands, vedo sulla wiki, come le swamps, le mangrovie ed altro.
Io ero arrivato a "marshlands" facendo ricerche sulle maree, non ricordo dove... (fra l'altro scopro ora che nel romanzo inglese originale la casa si chiama "Marsh house" e anche nella colonna sonora un pezzo ha questo titolo)
Hai ragione, scusa, mi sono confuso. Volevo dire non 'swamp'. ^^;
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

Shi no Tenshi ha scritto:@Shito: No, su AnimeClick ho un altro nome. Però 6-7 anni fa, da utente non registrato, usavo il nome "Shi no Tenshi", ed è possibile che avessimo già parlato anche lì. Sono invece lo stesso Shi no Tenshi de "Il mondo dei doppiatori" e abbiamo già discusso in 2-3 occasioni, tra cui, qui, sui dialoghi della Principessa Mononoke.
Sì, scusa, mi sono confuso. Mi sovveniva il tuo nome dal forum del sito di Antonio Genna, in effetti. ^^
Comunque ti garantisco che fai scelte di scrittura, quando scrivi nei Forum, che rispecchiano quelle che prendi nei film. Esistono casi (e non è il caso di "intrigante" in cui le implicazioni del significato erano ben precise e mirate), in cui delle parole si equivalgono. Ci si trova costretti a dover scegliere tra "Cosa?" e "Come?"
Non è proprio uguale: cosa è oggetto, come è modo. ^^;
tra "Però", "Tuttavia", "Ma"
Anche qui ci sono delle sfumature, 'tuttavia' può dirsi un'avversativa con un tocco di concessiva, forse, mentre 'però' è sicuramente più secca. In genere uso 'però' per rendere il secco 'demo', e 'tuttavia' per tendere perifrasi avversative più articolare (uso molto anche la concessiva 'anche se', per rendere la forma in -kedo, uso spesso 'eppure' o 'sebbene' per prendere la forma in -no ni, eccetera).
e tra sostantivi che in effetti sono dotati di sinonimi praticamente interscambiabili.
Non esistono praticamente mai sinonimi perfetti. Persino tra gli allotropi spesso ci sono sfumature sedimentate.

Ho notato per esempio la frequenza al di sopra della media di termini come:
Ahem, di nuovo - anche tu senti che la tua singola vita incarni 'la media'? ^^;
Altresì
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Frattanto
Inusitato
Invero
Si questi, quantomeno 'equipollente' non lo uso affatto spesso. Credo di non averlo usato forse MAI in un dialogo, sai? Anche 'inusitato', lo uso più io nel parlare/scrivere che nei dialoghi. Frattanto mi sembra davvero italiano molto basilare, e si adatta bene a rendere certi avverbi giapponesi. Invero è forse un po' più ricercato come italiano, lo uso di certo molto sia nel mio parlare che nei dialoghi, in questi ultimi perché rende molto bene certi avverbi/locuzioni nippinici (hontou ni, jitsu ni e similari - ne hanno svariati). Lo stesso per 'altresì.'

Questo per essere onesti/chiari.
Che, in effetti, sono tutto fuorché termini privi di personalità e peculiarità, non sono comunissimi e denotano una conoscenza della lingua superiore alla media (anche se, volendo conformarsi alla media, certo gli ignoranti la fanno da padrona, temo).
Una cosa che mi ha sempre colpito, e mi piacerebbe sapere la tua opinione in merito, è che spesso anche taluni miei detrattori mostrano nelle loro critiche di padroneggiare bene l'italiano, facendo sfoggio di un dizionario anche molto ricco. Quindi credo che in verità non sia io ad avere un dizionario ricco, solo che io utilizzo più pienamente il dizionario che ho, forse? Insomma: spesso mi sembra che la parte del pubblico che mal digerisce un dialogo preciso e quindi anche ricco dal punto di vista semantico più che 'di ignorantoni' tout court sia... pigra. Ovvero: "non voglio fare la fatica di sforzarmi a capire 'parole difficili' (che conosco, in realtà... solo che non le uso) nell'intrattenimento, voglio un intrattenimento semplice, banale, sedativo." Mi sembra piuttosto così.
Fai anche largo uso di "Eh?", posto come interiezione di fine frase, ma questa forse è un'eredità data dal fatto di tradurre sempre la particella "Ne?" giapponese in quel modo, che ti ha fatto assimilare questa sfumatura di dialogo tipica dei giappi.
Non traduco tutti ' ...ne?' 1:1 con '...eh?'. Capita, e capita abbastanza spesso. Ma a volte il '...ne?' diventa un 'vero?', a volte, quando nell'originale è recitato in una maniera molto vuota, lo faccio semplicemente cadere. Dipende anche da quanto peso ha nella recitazione originale della battuta originale, come credo sia giusto che sia.
Non condivido però l'eccessiva meticolosità schematica con l'intento di fare qualcosa di formalmente fedele al significato.
Posso dirti che non sempre le parole nei miei copioni sono tradotte 1:1. A volte semplicemente non si può (o non ci si riesce, o non ci riesco io, chissà). Cerco sempre di non sottomettere il tutto a una logica formale che, se fosse la regina, sarebbe sterile.

Per esempio, in Mononoke Hime, per 'ragazza' (in senso lato), 'otome' lo dicono solo i vecchi Emishi, ed è un termine fortemente caratterizzato, ed è diventato 'donzelle'. Solo gli emishi dicono 'otome', e solo 'otome' è resto come 'donzelle'.

Poi, solo Ashiaka usa 'shoujo', che è un modo elegantino/educato per dire 'ragazza' - e questo è reso univocamente come 'fanciulla'.

Ma poi cose più generiche quali 'ko' o 'musume' divengono 'figlia', 'figliola' e 'ragazza' in modo intercambiabile. Non mi è stato possibile disambiguare quella terminologia in modo biunivoco e costante, ovvero farlo avrebbe portato forzature secondo me eccessive, indebite.

Siccome per ogni copione tengo anche una lista terminologica, sono in grado di farti esempi precisi su quasi ogni parola chiave di ogni testo (per ogni copione ne evidenzio dalle molte decine alle centinaia), quindi chiedi pure, se credi. :-)

Volevo solo rimarca che no, questa non è la regola sovrana, la norma dei miei testi adattati. E' una componente. Una.
Come ho già detto, trovo giusto essere fedeli non tanto al significato formale quanto alla sensazione richiamata dalle parole usate.
E' un modo di funzionalismo troppo pericoloso. Ovvero, è giusto come tentativo -e lo perseguo, spesso chiedendo esempi ai tratuttori madrelingua, esempi di uso contestuale dei termini, di frequenza, di difficoltà, ma comunque la 'sensazione' è una cosa personale. Vale anche per i giapponesi. Alla fine andando appresso a 'questo in giapponese ai giapponesi suona così o cosà' introduci sempre un sacco di elemento presuntivo, diciamo. Non ci si può staccare dal significato reale appresso alla 'sensazione'. Il tentativo di cogliere la 'sensazione' è sempre un di più, e allora ben venga, ma non può diventare la guida primaria.
E per scegliere quale sia la sensazione giusta si devono operare scelte soggettive, cosa in ogni caso inevitabile, visto che, dove finisce il dizionario ed iniziano parole interscambiabili, è un procedimento che facciamo comunque (quello di basarci sulla sensazione soggettiva).
Come vedi, lo sai anche tu.
Shi no Tenshi ha scritto: Bisogna ricordarsi innanzitutto che chi ha scritto i dialoghi originali non voleva esprimere delle parole. Voleva esprimere delle idee, dei concetti, delle emozioni o, in alcuni casi, dei contesti culturali dati dall'esperienza di vita del personaggio. E quelle stesse idee esistono in tutto il mondo. Le persone hanno tutte le stesse idee, provano tutte le stesse sensazioni e le stesse emozioni. È poi la lingua che ci limita e ci costringe a dover ripiegare su una parola piuttosto che su un'altra.
Questa chiusura mi sembra onestamente un po' retorica. Si parla con le parole. Si esprimono concetti che sono parole, anche dentro la testa di chi li materializza. Dialoghiamo a parole anche con noi stessi. Il linguaggio codificato a doppia articolazione è il modo in cui gli esseri umani comunicano tra loro, principalmente.

Proprio Miyazaki Hayao ha espresso più volte il suo credo nelle parole. L'ha fatto con un film come 'Sen to Chihiro no Kamikakushi', l'ha fatto in molte interviste (quando parlava del potere delle parole e delle parole che in epoca contemporanea hanno perso potere, ma anche in altri casi).

Uno dei miei capisaldi è che nella lingua, nella linguistica, "tutto è semantica". Quindi credo che, al contrario, ogni traduzione corretta parta da una profonda comprensione delle parole e dal loro corretto uso. Da un amore per il valore e il potere intrinseco delle parole. Che fa un po' Terramare e Ursula K. LeGuin, è molto retorico, ma in effetti ci credo davvero. ^^
Ultima modifica di Shito il sab ago 29, 2015 12:54 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Omoide no Marnie - 24-26/8/2015 - Hiromasa Yonebayashi

Messaggio da Shito »

MagicSton ha scritto:Una domanda per Shito: sembrerebbe dalla mancanza di "reportage" nel diario di lavorazione e, in generale, poche tue riflessioni e approfondimenti nel forum, che questo film proprio non ti abbia "divertito" da subito: forse ci sono stati problemi durante il lavoro o nella scelta dei doppiatori, o è il film che proprio ti ha annoiato. Oppure è solo un'impressione? :)
E' un'impressione. ^^

La semplice verità è che da un anno e mezzo a questa parte i ritmi di lavorazione dei film Ghibli si sono molto serrati, e il tempo è davvero molto meno, per me.

Ovviamente, ogni film è diverso. Non posso dirti che il testo di 'Marnie' fosse complesso come quello di un film di Takahata. Ma in realtà, anche su Kaguya e PoroPoro ho scritto proprio poco, vedi? :-(
Personalmente, trovo invece che sia molto interessante ed emozionante in svariati passaggi, magari mai sfruttati a pieno (per es. quando marnie va nel faro), ma la sostanza c'è, così come i personaggi. Rispetto ad Arrietty sembra un prodotto più convincente in tutti gli aspetti (forse è il soggetto ad assere meno convincente?), anche se al contrario di Goro Miyazaki, Hiromasa Yonebayashi pare essere un regista che difficilmente ci sfornerà un capolavoro a breve.
Se mi chiedi di una personale impressione, non ho gradito molto questo film. Questa impressione è, ovviamente, del tutto insignificante dal punto di vista della mia applicazione professionale. Zero.

Ma se mi chiedi la mia INSIGNIFICANTE opinione personale, di mio considero ancora Marnie un film molto 'storto'. ^^;

Da un lato c'è del buono, e il buono è la caratterizzazione moderna e credibile di Anna, delle sue paranoie, delle sue ansie. Sembra una Shinji al femminile in senso buono. Peccato che visivamente dimostri più della sua età nominale e mentale, ovvero dodici anni. Nel disegno le darei almeno quattordici anni. Questo non aiuta.

Tutto il lato del rapporto tra Anna e Yoriko è molto buono. Il senso di Yoriko di una madre che non si sente adeguata alla figlia, l'incomunicabilità affettiva in una 'famiglia atipica', sono tutte cose secondo me vere e belle. Quindi il personaggio di Anna, per quanto "lagnoso", mi sembra molto contemporaneo e quindi interessante, sensato.

Soprattutto trovo sbilanciato che questo personaggio si muova su una trama che era ambientata molto tempo fa. Questo causa degli anacronismi narrativi. Ovvero: tutta la tragedia di Marnie adulta e Emiri, se diamo conto ai tempi della narrazione, accade tipo nel Giappone degli anni ottanta... direi. Ti pare possibile? Tipo che muore tutta la famiglia, le muore il marito, lei si ammala, manda la figlia in collegio... è una trama patetica da melò a la Dickens, cosa credibile per il romando e i suoi tempi, ma portando il tutto nel Giappone di oggi? Secondo me questo rende molto sbilenco il tutto. A tratti grottesco.

In più, guardiamoci in faccia, è verissimo che a Yonebayashi è 'scappata la manina' sullo yuri. A parte certi dialoghi del tutto gratuiti (dove Marnie dice 'ti amo' ad Anna, in giapponese davvero lo dice nel modo più esplicito, melodrammatico e retorico possibile), Anna arrossisce ogni 3x2 come in un doujin. Ed è un fatto, non è un'opinione. Quindo boh. Una cosa melensa all'antica (la scena del balcone sembra proprio venire dal Takarazuka, o da un musical all'antica), ma morbosetta come piace a un regista otaku moderno?

Vorrei proprio sapere cosa ne pensa Miyazaki GOROU! XD
Giusto una curiosità: non sarebbe stato più corretto inserire una traccia audio 2.0 nei film più vecchi? O sono nativamente tutti 5.1?
Mi pare che tutti i film antichi, in BluRay, siano Stereo, Stereo Sorround, etc. Sbaglio?

Nausicaä è mono. ^^

(grazie per l'apprezzamento e l'attenzione verso il mio lavoro - a quale film di Lupin ti riferisci?)
Ultima modifica di Shito il sab ago 29, 2015 12:48 am, modificato 1 volta in totale.
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