Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Shun
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shun »

Per dire, per me "secondo fratello", "sorellona", "accadere" anzi di "succedere", "nonnetto Hanasaka", "per intanto", "le auguro un buon giorno", "a se stessi bisogna pensarci da se stessi" (questa potrei averla toppata) e così via non sono problemi... come già dissi a suo tempo sono alcune frasi un po' contorte che fatico a seguire. Per dire, non è la dislocazione (o altre forme) in senso assoluto il problema, solo che in alcune costruzioni sintattiche secondo me funziona di più e riesce a rendere bene l'atmosfera, mentre in altre ci riesce di meno e talvolta contorce per niente.
Chiudo il mio OT
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L'essenziale è invisibile agli occhi.
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Shi no Tenshi
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

E io do ragione a Twistor.
Anzi, per me quelli non sono problemi e basta. Sono ok.
Jo3y
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Jo3y »

"Di se stessi bisogna provveder da se stessi", mi è entrata nel cuore e la ripeto spesso tanto m'è piaciuta.

Vorrei solamente dire che secondo i vostri criteri, "La Divina Commedia" andrebbe riscritta ex novo in italiano corrente per essere comprensibile alle persone (quando OGNI termine è ben spiegato nei dizionari di lingua ITALIANA, non di lingua MORTA), oppure le storiche traduzioni italiane di Shakespeare che andrebbero riscritte con l'appiattimento culturale di oggi.

I costrutti di Cannarsi possono essere ripeto interessanti, ma non sono MAI grammaticalmente o etimologicamente sbagliati; se è possibile rendere meglio la struttura grammaticale (e quindi le intenzioni recitative) originale TRAMITE la NOSTRA lingua, perchè non farlo? Io queste critiche non le intendo, e non le intenderò mai.

PS: "Spiacere" come "non piacere" in letteratura si trova in modo diffuso.. scusate la spocchia, ma ve lo ripeto di nuovo: leggete un pò! E non solo roba che esce recentemente, ma recuperate testi passati in edizioni decenti e con traduzioni ben scritte. Mi pare francamente impossibile che per puro caso cosmico io abbia letto solo ciò che ha letto Gualtiero.. e vi assicuro che non sono un lettore così acculturato.
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Shi no Tenshi
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

Ma non ho mai detto che la Divina Commedia va appiattita! Ma buon Dio, ho appena detto che le cose NON vanno appiattite! Perché fraintendere un punto così cruciale? Capite quello che volete capire! Eccheccosa ho scritto finora a fare?
Sentite... se mi volete capire BENE! Se no è stato un piacere.

E se dopo questo osate mettervi a commentare una frase contenente del forte sottotesto come...
Invece io trovo giustissimo che i film di nazionalità diverse in italiano suonino tutti allo stesso modo
No, mi dispiace, ma significa che non mi state capendo.

P.S. - Vi prego di perdonare la mia eventuale arroganza, non è mio intento offendervi.
qu
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da qu »

Io trovo folle che si confonda ancora la Ubalda con Ghibli.

Esistono i "panflet" (pierino docet) e la letteratura. Ora, queste ingrate e cadenti critiche, confondono il diritto a comprendere, che si guadagna, con il piacere di guardare. Ma, d'altra parte, un popolo che ha frainteso Moravia tacciandolo di pornografia, e osanna dei guitti chiusi in una casa, ha quel che si merita.

Ma almeno qui, cerchiamo di capire e non di sorbire. Di vedere, e non guardare. Di sentire soave lo stormio, frinire, del sapore antico e prezioso di un meraviglioso ritratto di un mondo che, come le stampe di Hokusai, cerca di farti entrare dentro quell'affresco.
La pittura è un'arte meramente descrittiva. L'animazione l'arricchisce del meraviglioso e pericoloso dono della musicalità.

Ma, ovviamente, come ben più degni di me dissero: "merito grande l'è nel veder p'e l'occhio dei divi"
Soli. Dopo innumerevoli generazioni. Mi chiedo cosa avrebbe detto Michelangelo, alle volte, fronte al decollo dai navigli in Kurenai, esemplifico. Ma, i privilegi, sono spesso dispensati ai sazi.

Spero, non inappetenti.
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Shi no Tenshi
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

tasuku ha scritto:Avevo pensato anche alla lettura della frase nel senso da te descritto, ma continua ad essere sbagliata.

"Non vorrò saperne" non è uguale a "non me ne frega niente": "non vorrò saperne nulla" lo sarebbe.

"A dire che", parimenti, non è uguale ad "A forza di dire che". O hai delle fonti ed esempi che lo attestano?
"A dire che" penso si chiami forma impersonale, ma mi sa che non è il nome giusto, comunque Shito saprà illuminarti. Comunque, al di là dei nomi, sì, può essere brutto quanto si vuole, però è corretto. Ha la stessa valenza di "Se dici che" e, in questo caso, "se continui a dire che".
Ora, non mi serve neanche sentire la frase originale per capire che la costruzione è proprio la stessa dell'originale. È corretta, per dio, questo sì. Ma... in giapponese è una costruzione ricorrente. Ricorrente come lo è il genitivo sassone inglese, ma non per questo ogni volta che si traduce "John's car" si deve tradurre "La di John macchina". O si deve tradurre così? È corretto! Penso si chiami iperbato, comunque dovrebbe appartenere al gruppo delle metatesi nelle figure retoriche. Di fatto è correttissimo. Oltre ad essere corretto restituisce gli stessi accenti dell'originale! Perfetto, no?
Supponiamo che in una scena di un film ci sia un personaggio che debba dire il nome del colpevole. Gli indiziati sono 3: John's wife, John's sister, John's brother. Ma le uniche parole che riesce a dire il personaggio, in fin di vita, prima di esalare l'ultimo respiro, sono: "The killer is John's... ugh!" Quale traduzione migliore per regalare la stessa sfumatura se non: "Il killer è il di John... ugh!", in caso contrario si sarebbe svelata l'identità del colpevole, ed è sbagliato nei confronti della trama. Non poteva mica dire "Il killer è la sorella di... ugh!"
Come dite? È innaturale? È una forma troppo poetica e altisonante dire "La di John sorella?"
Cannarsi fa questo, fa esattamente questo! Usa delle forme corrette ma innaturali.
Come dite? In giapponese la particella possessiva "no" viene usata con lo stesso criterio del genitivo sassone inglese e Cannarsi rispetta la forma italiana al naturale senza scadere nel barocchismo? Ma certo, perché a sua discrezione è troppo innaturale dire "La di John sorella". Anche lui ha un parere soggettivo, non è una macchina, per quanto voglia esserlo. Discrimina gli usi opportuni e gli usi inopportuni.
Ebbene, io dico che, a mio giudizio soggettivo, soggettivo quanto il suo di giudizio nel discriminare gli usi inopportuni, i mantenimenti di MOLTE FORME originali è inopportuno.
È questo che dico.
Solo questo.
Basta, il resto che fa è oro.
(per la cronaca, tradurre "Dio Bestia" (moderatori-non è una bestemmia, mi riferisco a Mononoke) fa parte di questo zelo discriminatorio alla fedeltà)
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

Delle questioni di cui si sta parlando si è già discusso ampiamente, personalmente non vedo la necessità di ricominciare ancora una volta.
Le ragioni che mi spingono a parlarne le ho enunciate. Tutti hanno degli ideali per cui battersi, no? Scommetto che anche Shito farebbe la ramanzina agli adattatori che distruggono le opere nell'estremo opposto, se non lo ritenesse fiato sprecato. Io invece voglio gridare ai quattri venti le mie idee, ancora per un po', finché non mi stancherò.
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Shi no Tenshi
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

Haku91 ha scritto: Sto parlando di un costrutto che IN ITALIANO (perché tale, fino a prova contraria, dovrebbe essere la lingua di arrivo) è totalmente errato nonché incomprensibile, anche per la velocità a cui è recitato.
A dire che ti spiace tanto, se poi verrai spazzata via dalle bombe, io non vorrò saperne.

Traduzione ->

Se poi, continuando a lamentarti dicendo che (il rifugio) ti fa così schifo, finirai per essere spazzata via dalle bombe, io me ne laverò le mani.

"Io non vorrò saperne" si dice. Magari non lo dice quasi nessuno, però si dice, è corretto.
La frase è tutta corretta.
È solo costruita seguendo la grammatica giapponese con un metodo di codifica, in modo assolutamente innaturale per la lingua italiana.

Se finora questo non ti persuade, ti persuaderà Shito. Le probabilità che egli possa fare una frase grammaticalmente scorretta in un film sono le stesse che possa cambiare il nome di una canzone giapponese citata con una di Vasco Rossi.
Ripeto, non è quello il problema.
Non attaccare a priori, te lo dico anch'io che la frase è giusta, fidati.
Ultima modifica di Shi no Tenshi il mer ott 28, 2015 3:28 pm, modificato 1 volta in totale.
tasuku
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da tasuku »

Haku91 ha scritto:
tasuku ha scritto:Se a qualcuno puo' interessare, nel doppiaggio vecchio quella frase era:
Non metterti a fare i capricci adesso, preferiresti essere uccisa da una bomba?
:?
Effettivamente il significato non è proprio lo stesso, ma piuttosto che sparare a 100 all'ora un'incomprensibile accozzaglia di parole, preferisco questo.
Per la cronaca, nel doppiaggio originale Seita parla proprio come lo ha fatto parlare Shito. Stesso ritmo, stessa intonazione e stessa velocita'.

Ho controllato anche la clip 6 e la discussione a tavola tra la zia e i due nipoti e' precisa all'originale. L'intonazione e la recitazione della zia e' perfetta, proprio identica a quella originale, fedele al 100%.

In tutti questi anni, ogni critica rivolta al metodo di lavoro di Shito si e' rivelata infondata in quanto:
A_ ignorava del tutto l'originale (COSA veniva detto in giapponese e COME veniva detto);
B_ dava per scontato la semplicita' e l'immediata comprensione del testo originale.
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Ash
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Ash »

Si comincia nel 2005, con "Il castello errante di Howl".
Poi "I racconti di Terramare", poi "Ponyo sulla scogliera", poi "Il mio vicino Totoro" e "Porco Rosso".
Si continua con "Pom Poko", seguito da "Arrietty" e da "I sospiri del mio cuore".
E poi la volta di "Laputa", de "La collina dei papaveri" e di "Kiki".
Seguono "La principessa Mononoke", "La città incantata", "Si alza il vento" e "La principessa Splendente".
Poi arriva "Quando c'era Marnie" ed infine "Nausicaa", a cui si aggiungono le lavorazioni di "Omohide Poroporo" e di "Umi ga kikoeru".
Fanno 19 film Ghibli già realizzati e distribuiti o in programmazione da parte di Lucky Red.
Dal 2005.
Ogni singola volta.
Ogni singola volta una delle più importanti case di distribuzione cinematografica italiane ha affidato, nell'arco di 10 anni, alla stessa persona, la localizzazione dei film Ghibli. E lo ha fatto nonostante la pioggia di critiche - anzi, di attacchi - cui quella persona è stata sottoposta per le scelte stilistiche e lessicali dei suoi lavori.
E allora mi chiedo: cos'è, una sorta di masochismo, quello che attanaglia LR, che decide di insistere ad affidare il compito delle localizzazioni a Cannarsi, ben sapendo a quali sommovimenti sarebbe andata incontro, consapevole di scontentare l'intero pubblico italiano, alienato da traduzioni incomprensibili all'orecchio dei più? Quale sarà mai la ragione che spinge un'azienda - che non ragiona, dunque, (soltanto) secondo i criteri della passione, ma dovendo cercare di trarre il massimo profitto possibile dall'impresa - ad allontanare dai suoi prodotti il pubblico pagante per lasciare libero sfogo alle manie incontrollabili di uno pseudo-traduttore?
O non sarà, per caso, che LR abbia riconosciuto, come la maggior parte degli spettatori dei film Ghibli in Italia, che quelle localizzazioni funzionano perfettamente così come sono, e che le asperità lessicali di alcune frasi sono ben poca cosa rispetto all'immenso lavoro di adattamento, localizzazione e direzione del doppiaggio che Shito ha messo in piedi nel corso degli anni?
Altrimenti, se così non fosse, la malattia che ha colpito i vertici di Lucky Red deve essere terribilmente contagiosa, se anche Yamato ha deciso di affidarsi a Shito per un nuovo adattamento de "La tomba delle lucciole".

Il mondo è pieno di gente strana, davvero.
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da tasuku »

Ash ha scritto:E allora mi chiedo: cos'è, una sorta di masochismo, quello che attanaglia LR, che decide di insistere ad affidare il compito delle localizzazioni a Cannarsi, ben sapendo a quali sommovimenti sarebbe andata incontro, consapevole di scontentare l'intero pubblico italiano, alienato da traduzioni incomprensibili all'orecchio dei più? Quale sarà mai la ragione che spinge un'azienda - che non ragiona, dunque, (soltanto) secondo i criteri della passione, ma dovendo cercare di trarre il massimo profitto possibile dall'impresa - ad allontanare dai suoi prodotti il pubblico pagante per lasciare libero sfogo alle manie incontrollabili di uno pseudo-traduttore?
Che poi queste due argomentazioni - spesso portate da hater convinti di rappresentare una maggioranza - sono palesemente smentite dai fatti, dato che i film Ghibli distribuiti da Lucky Red vanno benissimo, sia al cinema che in home video (ricordo quasi 115.000 spettatori in quattro giorni per Si Alza il vento e gli oltre 30.000 in tre giorni per Nausicaa)
Haku91 ha scritto:O non sarà che magari Shito costa meno ed è più rapido di molti suoi colleghi? Hai paventato questa possibilità?
Figurati, voci di corridoio hanno sempre affermato il contrario, gia' ai tempi di Evangelion (ricordo che Kiki fu doppiato la prima volta in 20 turni, mentre Metropolis - non diretto da lui ma solo dialogato - in 5) :)
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extra dell'edizione home video (10.12.2015?)

Messaggio da tasuku »

Parlando dell'edizione italiana BD, QUI sono riportati i contenuti speciali del BD giapponese. Interessanti, soprattutto l'intervista di 18 minuti a Takahata e altri commenti audio del regista.

Non so, qui non si tratta di Lucky Red, pero' mi piacerebbe venissero inclusi e che Shito venisse coinvolto nella lavorazione del BD :)
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Shito
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shito »

Scusate la latitanza!

Mh, in effetti credo sarebbe ben più proficuo proseguire la discussione una volta che il film col nuovo doppiaggio sarà uscito nelle nostre sale e auspicabilmente visto dai fan, ma:

"a dire che ti spiace tanto, se poi verrai colpita da una bomba non vorrò saperne"

Ho eliso la seconda virgola per facilitare la lettura, ma una seconda virgola sarebbe dovuta dopo "bomba".

Credo che la costruzione "a [verbo all'infinito] che" sia una forma impersonale dal valore modale/causale. Come intensità causale, la mia percezione è che sia minore, più sfumata della forma esplicita "se [verbo coniugato] che".

La questione della variabilità dei soggetti:

Nel nostro caso, abbiamo [impersonale] -> [2°pers] -> [1°pers]

"A dire che ti spiace tanto, se poi verrai spazzata via da una bomba non vorrò saperne!"

Onestamente, mi sembra un semplice caso di concordanza "ad sensum", cosa del tutto adatta alla variazione diamesica detta "lingua parlata" (dialogo) e alla variazione diafasica del caso "lingua colloquiale, familiare".

Il soggetto varia da un'impersonale (forma implicita) a una forma esplicita che quindi 'si tira addosso'l'impersonalità del primo enunciato, e poi passa a un'altra forma esplicita (da cui: nessuna possibilità di fraintendimento).

Per fare un esempio analogo, non so, immaginando una mamma che riprende il figlio "A fare questi giochi stupidi, se poi mi diventi uno scemo non sarò io a piangerci!"

(si noti l'uso del 'MI diventi', colloquialismo assai vituperato in bocca a Clothowa - lol).

Credo che simile formule siano ben adatte (<- si noti l'uso del 'ben' un po' francese, come rafforzativo quantitativo) all'idea di un ribrotto verso una bambina: c'è l'uso intenzionale iperbolico del 'verrai SPAZZATA VIA' e la causalità è sfumata: non "se dici che non ti piace", ma "a dire che ti spiace tanto", perché la concordanza causale non è diretta (non c'è un dio che ti punisce se bestemmi, l'idea del "dire che" è legata da lunge al suo effetto) e infine c'è la tipica minaccia di "disinteresse" dell'educatore.

Sull'uso di 'spiacere': anche qui, c'è un'intesa sfumatura di vaghezza. "Ti spiace andare al rifugio", non è che a Setsuko non piaccia il rifugio come arredi, eh! Non le piace l'esperienza di andare e stare il rifugio, quindi le spiace, le dispiace doverci andare e starci.

Sul "non vorrò saperne" - credo che in questi casi l'utilizzo di un aggiuntivo 'niente' (o equivalenti) sia un rafforzativo, piuttosto. "Fai quel che ti pare, ma io non voglio saperne!" -> saperne niente, saperne un bel niente, si rafforza, no?

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Comunque tutta la vivce diatriba che si è generata intorno a questa semplice frase apre le porte a una curiosa riflessione. Ovvero: talvolta l'italiano che uso nei dialoghi è statto tacciato di essere "troppo aulico, troppo forbito, anticheggiante e desueto". Talaltre volte di sgrammaticature o poca correttezza morfosintattica. Non è antitetico.

Credo che la verità sia sempre la stessa:

1) sono dialoghi. Le forme morfosintattiche dette 'substandard' dovrebbero avere ottima dimora nella variazione diamesica della lingua parlata. Specie quando poi si parla di rapporto familiare, variazione diamesica che apre appunto la porta a colloquialismi, abbondanza di forme implicite, dislocazione, etc. Ah, NOTA: parlando poi di Hotaru no Haka, i dialoghi sarebbero tutti in dialetto, figurarsi lingua "substandard", eh!

2) esiste un originale straniero che implicita, richiede e impone un uso estensivo del dizionario, del lessico della lingua di arrivo al fine di ottenere lamaggiore fedeltà possibile di resa linguistica sull'originale. Questo condurrà sempre e comunque a una 'lingua media', a un "giapponese in italiano" che sarà e dovrà necessariamente essere talvolta curioso e senz'altro "inusuale" se paragonato all'italiano parlato comune.

3) Alla fine, ciascuno vorrebbe il film parlato "nella sua propria lingua" (<-si noti l'uso di "sua propria", forma pure riportata in taluni esempi di Treccani ma da molti vituperata - si intende come rafforzativo), mischiata a una idealizzazione di una morfosintassi semplificata e didascalica così tipica dell'intrattenimento doppiato. Soggetti esplicitati, struttura SVO etc, tutte cose che tipicamente nell'italiano parlato reale poi non si usano.

Essenzialmente, si vorrebbe una favoletta parlata con le parole a cui si è ben avvezzi (<- si noti, di nuovo, l'uso rafforzativo del 'ben').

Ma altrettanto essenzialmente, simili istanze sono per me non solo insignificanti, ma realmente deprecabili.

La frase del "vecchio doppiaggio" qui riportata per me è SBAGLIATA. E' sbagliata perché Seita NON dice quelle cose. Quelle cose SI SAREBBERO POTUTE DIRE in giapponese, eh! Ma Seita NON DICE QUELLE. Dice quelle che trovate nel nuovo adattamento.

Indi?

Indi NO: un adattamento non è un "capire l'originale e riesprimerne vagamente il concetto a parole proprie". NO! L'adattamento NON DEVE ESSERE UN ALIMENTO LINGUISTICO PREDIGERITO. Continuerò a battermi contro questa concezione finché continuerò a operare in questo settore, suppongo.

Il film è quello che è.
Il suo testo è quello che è, in giapponese.
Con un adattamento corretto, trovare lo stesso testo NELLA VOSTRA LINGUA.

Se il film vi interessa, siatene lieti e godetevene.

Se non ne siete lieti, semplicemente dovrete accettare il semplice fatto che EVIDENTEMENTE il film non vi interessava. Non vi interessava davvero. Non volevate sapere cosa e come le cose venissero dette nel film. Volevate invero una versione semplificata ad uso del vostro fanciullino pascoliano interiore, forse. Non so. Ma in fondo non mi interessa neppure.

Spiacente, ma anche no. Lieto, invero.

A ciascuno il suo.

(Spero di incontrare quanti più appassionati del film e del regista a Lucca!)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

Ma infatti quando hai spiegato la frase si capiva, io l'ho trovata corretta. Macchinosa ma corretta.
Se posso chiedere una cosa, nella frase originale:
"Tsumannai koto yuttotte bakudan de buttobasa rete mo shirahen de."

shirahen - in effetti vuol dire proprio "non sapere", se non sbaglio. Anche i giapponesi usano il verbo a questo modo per indicare un "fuori questione"? Io nella frase italiana l'avevo inteso più o meno così, un modo di dire equivalente a "me ne laverò le mani - io me ne tiro fuori". Oppure in originale ha proprio lo specifico significato di "non vorrò entrarne a conoscenza"?
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Re: Hotaru no Haka - precisamente in italiano

Messaggio da Shi no Tenshi »

@nodisco:
Se il bambino della frase precedente smetterà di fare quei giochi stupidi eviterà di diventare uno scemo, se Setsuko smette di dire che il rifugio le spiace NON eviterà di essere colpita dalle bombe, per questo bisogna che faccia un'altra cosa (andare nel rifugio).
No, vabè, calma. Qui, bisogna dare ragione a Shito, in giapponese è uguale. L'associazione che fa il protagonista è proprio "ti lamenti -> a causa di questo ti fai ammazzare." perché è inteso implicitamente : "a forza di perdere tempo lamentandoti -> finirai per farti ammazzare." Quindi, se la cosa non è immediata, bisogna ammettere che la colpa è dell'originale. In questo frangente.
Sarebbe stato forse più chiaro se Seita avesse detto "A dire che non ti va": in quel caso il collegamento con la frase detta prima da Setsuko sarebbe saltato subito all'orecchio, così, con quel verbo "spiacere" utilizzato per la prima volta, di certo no.
(Oltretutto mi suona strano anche il "non mi va" della bambina: davvero in giapponese si usa come da noi il verbo "andare" per indicare apprezzamento?)
1-in originale vengono usati due termini diversi - "Bokugo iyaya na!" - "Il rifugio non mi va."... la traduzione è proprio... uhm... letterale. Sì, in effetti "non mi va" è un preciso corrispondente di quel "iyaya". È un termine infantile, se non sbaglio, una roba che direbbe un bambino lamentandosi per esprimere dissenso.
Mentre Seita dice "Tsumannai", che vuol dire un sacco di cose, in questo caso l'espressione del disappunto. "Tsumannai koto" - > "Robe che esprimono disappunto". "yutatte" -> "dicendo (a dire che)" ----> "Tsumannai koto yutatte" -> "A dire che ti spiace tanto"

2-Risposta per conseguenza, in giapponese non viene usato affatto il verbo "andare" dalla bambina. "iyaya" penso si leghi etimologicamente di più alla parola "ie" (no) oppure "ii" (bene). Per dire, in giapponese "va bene" si dice "ii yo". Questo è un dialetto del kansai, è lecito supporre che quel doppio "yaya" esprima la negazione.