Studio Ghibli in realtà virtuale

Discussioni su gli autori e gli anime Ghibli e Pre-Ghibli

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Lepido
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Studio Ghibli in realtà virtuale

Messaggio da Lepido »

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Shun
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shun »

A me sembra inquietante.
La VR nelle mani e nella mente di chi vuole fuggire dalla realtà, potrebbe essere come un enorme dolce in mano a un diabetico affamato di zuccheri, nonché un fossato di sabbie mobili che potrebbe inghiottire nuove persone.
In effetti con questo discorso mi sembro come quelle persone per cui "il computer e i videogiochi sono il male", però le potenzialità di immersione alla matrix della VR mi sembrano dar luogo a motivi di preoccupazione maggiori. Chiaramente senza generalizzare e condannare a priori.
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Shito
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shito »

Infatti i computer e i videogiochi SONO il male.

Anche l'idea che "gli strumenti sono inerti, è l'uomo che determina l'uso che se ne fa" è solo un lurido alibi.

Perché l'umanità è l'umanità, e la storia ci dice com'è, e questo significa che qualsiasi strumento verrà messo nelle mani di molti, nelle mani di tutti, ebbene l'umanità ne farà ANCHE l'uso più nefando.

Indi, sì, quella roba è spaventosa ed è totalmente pazzo che venga messa in mano del pubblico.

Ma del resto, questa linea evolutiva è lanciata a folle velocità su un binario unico diretto a schiantarsi contro un muro. E si muove di moto non rettilineo uniforme, ma uniformemente *accelerato*.
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Shun
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shun »

O.T.

Onestamente non penso che “computer e videogiochi sono il male”, o meglio, per essere così categorico dovrei avere una certezza matematica che non ho.

Secondo me il computer è un dispositivo piuttosto importante, ad esempio per effettuare simulazioni, risolvere equazioni differenziali in modo numerico, o più semplicemente per inviare e-mail. È indispensabile? Beh no. Ci sono tribù che vivono ancora in modo primordiale, alla fine di indispensabile ci sono solo i principali bisogni fisiologici. Alla fine forse nemmeno la ruota è indispensabile, a voler essere categorici.

Per quanto riguarda i videogiochi secondo me il punto è quello che neghi: dipende dall'uso che se ne fa. Però bisogna argomentare il senso della frase, evitando di costruire un castello di carte per crearsi una scusante su misura.
Ad esempio il videogioco può essere motivo di aggregazione tra bambini/ragazzi o anche un'attività ricreativa e familiare tra figli e genitori. Quest'ultimo caso ci tengo a esplicitarlo un po' meglio. Il gioco in famiglia può essere un buon modo per creare una base sicura per il bambino, come un legame di complicità e fiducia con i genitori che può poi aiutare ad aprirsi. Forse il problema potrebbe essere spaccarsi di videogiochi da adulti, ma io parlo di un adulto che insegna a giocare, fa giocare e gioca con il proprio figlio/nipote/bambino/ragazzino.
In tal senso, anche volendo far entrare nel discorso l'evoluzione delle tradizioni e della società, il videogioco è semplicemente un gioco, come il pallone o la dama. Per quanto secondo me sia meglio qualche attività reale (sport, suonare uno strumento, campeggio, etc.) non penso che una partita a qualche videogioco sia “il male”, a me pare piuttosto utile proprio in funzione della crescita. Inoltre così come la dama o gli scacchi, i videogiochi sono anche utili per allenare la mente in termini di capacità di ragionamento, o anche di immaginazione (non nel senso di immaginare scenari fantasiosi, bensì intendo capacità di astrazione e intuizione).
Il problema della fuga dalla realtà, a mio avviso, ha cause associate all'ambiente in cui il bambino cresce e vive: famiglia, scuola, e così via. Certamente i videogiochi possono essere luoghi in cui cercare rifugio e conforto, esattamente come cinema, cibo, alcol e tante altre cose, ma ci sono modi e modi per fruire di tutto ciò.

Riguardo la mia chiosa sulla VR ho preferito evitare di condannare a priori perché non ho la più pallida idea delle sue caratteristiche; magari può essere utile in altri campi. Certamente se ci limitiamo alla VR come strumento per videogiocare o vedere film, di mio direi che è un mezzo escapista decisamente più potente rispetto allo schermo (soprattutto perché è fortemente individuale), dunque inquietante e quindi sarebbe saggio evitare di commercializzarlo. Che poi è la stessa cosa che penso per gli occhiali elettronici, come i Google glass.

PS: In tutto ciò c'è da dire che è da diversi anni che non gioco ai videogiochi (se capita è una cosa abbastanza saltuaria, forse 2/3 volte all'anno, ovvero non è una gran questione), e ad essere sincero non ho mai avuto console a parte il pc e non mi sono mai spaccato di videogiochi (e.g. ho giocato a Final Fantasy VIII, alcuni Fifa o PES, e qualche altro), quindi il mio discorso penso sia abbastanza onesto e sincero, nel senso che non mi interessa difendere me stesso (tipo coda di paglia), quindi non è un discorso che sento particolarmente personale. Ho fatto questa precisazione per contestualizzare.
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shito »

Non mi hai capito.

OGNI cosa è il male *qualora messa nell'indiscriminata disponibilità degli uomini*.

Il popolo è minorenne!

Coercizione è civiltà!

((semi)citazione da me molto sentita)
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shun »

In effetti avevo interpretato in un altro modo, ora ho capito la metafora.
In parte comprendo e penso anche di condividere per certi aspetti, ad esempio per armi, fumo, cose come la VR e poi forse altro che ora non mi viene in mente. Penso però che sia importante capire il "perché delle cose" sia nella convivenza in società che nell'educazione di un bambino. Coercizione ferrea da un lato, libertà e indulgenza dall'altro, sono estremi con pro e contro che secondo me solo insieme funzionano bene e mai da soli. Una carezza e uno schiaffo potrebbero rivelarsi parimenti utili nella comprensione di qualcosa, ma forse ancor di più sono importanti l'esempio e la dedizione.
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shito »

Il discorso della libertà è difficile.

Le persone hanno un debole per la parola "libertà". Ma nessuno si cura di definirla prima di parlarne.

Se per libertà si intende l'assenza di qualsiasi ordine, parametro, sistema di riferimento e di valori, allora la "libertà" altro non è che un modo dell'indefinito, della vacuità.

Se per libertà si intende possibilità di fare quello che si vuole senza subirne le naturali conseguenze, allora la "libertà" altro non è che un nome altisonante per l'irresponsabilità.

Soprattutto, in tutti i modi la libertà ha come altra faccia la solitudine. Bisogna davvero commuoversi con il Cantico delle Creature di San Francesco per sentire questa sensazione. Non c'è bisogno di arrivare a Shakamuni Buddha. Francesco era un nobilastro in un'epoca violenta in cui il suo status gli permetteva un'effettiva impunità. Puoi anche ammazzare una persona e nessuno ti dirà o farà nulla. Sei al di sopra della legge. Quindi sei assolutamente solo. Il re è solo, avete presente? Allora, se si prova a cantare Il cantico delle creature con questa angoscia da vertigine come punto di partenza, tutto prende un significato profondamente toccante. Mi commuovo sempre, a intonarlo. Ogni verso è così pregno.

Torniamo alle innovazioni.

Tu crei un'innovazione tecnologica. Bravo. Potrebbe avere molte magnifichi applicazioni.

Ma potrebbe avere altresì molti orribili impieghi.

E siccome non bisogna mai peccare di narcisismo, né come singolo né come specie, SAPPIAMO che l'umanità -nella sua massa- è ben più proclive al male che al bene. Perché il male è comodo, e l'uomo è pigro, indolente. E quando non lo è, lo diventa facilmente e rapidamente.

Indi, ha senso mettere indiscriminatamente nelle mani delle masse una qualsivoglia possibilità tecnologica, innovativa?

Non abbiamo ancora imparato a usare il fuoco responsabilmente, eh! Il fuoco, dico. E in Antica Grecia già ci raccontavano di Prometeo.

E siamo ancora a quel punto. Non impareremo mai.
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Lepido
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Lepido »

Il popolo è minorenne!

Coercizione è civiltà!
Eh, Shito, ma se il popolo è minorenne, chi farà il papà che dovrà coartare? O detta in altre parole: "Chi sono io per giudicare (e per coartare)?" (semi-cit.)
Io non sarei così pessimista. Siamo sopravvissuti all'inquisizione spagnola, sopravviveremo anche a questo :-)
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Penauts »

In altre parole "chi è che ha il diritto di decidere cosa è giusto e cosa no, e perché detiene questo diritto"?
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Shun
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shun »

Sì capisco ciò che intendi dire, il discorso è certamente complesso dato che storicamente l'uomo ha reiterato la sua natura indolente e indisciplinata.
Una libertà totale può potenzialmente portare petardi nelle mani di "bambini" che poi possono combinare guai, vuoi per questioni di educazione, ambiente sociale, o altro, il punto però è che a rigore la linea tra cosa tenere al guinzaglio e cosa no non è ben definita.
Credo che il buon senso non sia sufficiente per tutto, poiché se è giusto non vendere le bombe atomiche al supermercato, è anche vero che le automobili possono investire le persone, quindi le vietiamo? O magari vietiamo anche [inserire oggetto (e.g. sedie, mattoni, vasi, etc.)] perché potenzialmente si possono usare per spaccare la testa alla gente?
Come scrivono giustamente Lepido e Penauts: “chi fa il genitore in questa metafora?” e chi fa “il genitore del genitore?”. Se lo Stato è il genitore non può salire al livello dittatoriale semplicemente perché la *storia* ci ha mostrato che no, non va bene. Beh certo funzionava con Gheddafi per sedare, ma a te sembra normale la Corea del Nord? A me sembra aberrante. Non funziona anche perché possono scoppiare rivoluzioni - cose accadute circa 2/3 secoli fa in Europa. Altrettanto vero è che non va bene, non funziona, una società in cui ci sono ultras che spaccano fontane storiche, hikikomori che si drogano di lolicon, VR e non escono dalla moratoria psicosociale, e così via.
Uno può anche vietare tutto, ma i bambini crescono solo se vengono educati a diventare consapevoli e responsabili. In questo processo non bastano schiaffi e carezze, bastone e carota. Si deve insegnare, aiutare la persona a comprendere a rendersi conto del perché delle cose tramite l'esempio, la dedizione e altre cose. In tal senso, secondo me, la libertà è strettamente legata a consapevolezza, responsabilità, disciplina, indulgenza e benevolenza. Sono tutti elementi necessari, poiché presi singolarmente non sono sufficienti in quanto creerebbero degli individui e delle società monche o storte.
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shito »

@tutti: poiché non c'è dio, poiché l'uomo non troverà mai nulla sopra di sé che gli dia un ordine, se non un altro uomo o un altro uomo travestito da qualcos'altro (Maggioranza, Tradizione, Divinità - quel che si voglia) la mia risposta è che:

"chiunque abbia la forza di autolegittimare la sua visione SENZA alcuna deroga a finto potere sovraordinato quello è un oltreuomo e quindi la sua autolegittimazione vivifica essa stessa la dignità della sua coercizione"

Ovvero: colui che si chiede "chi sono io per comandare?" NON deve comandare nessuno, lo farebbe male. La sua natura di sottomesso è evidente nel suo dubbio, e la natura così profonda non si cambia. Colui che dice "chi sono io per comandare?" è una persona eventualmente squisita e stupenda, ma che non ha la forza per sopportare quella solitudine atavica che è la vera emancipazione.

Allo stesso modo: il "diritto" è una creazione fittizia. Non esiste "qualcuno o qualcosa" che possa dare "diritto" di nulla, in realtà. E' tutto un mageggio di scatole cinesi, ovvero di uomini tremebondi della loro stessa morte - che hanno creato le regole di un gioco da tavolo in cui si sentano (fittiziamentr) al sicuro. La natura della realtà delle cose non conosce che i rapporti di forza tra i soggetti e i condizionamenti mentali seminati tra i soggetti. Il super-ego non è che il vestito buono dell'es, con cui si va a teatro e in tribunale, ma tanto al mattino si sveglia l'es e la sera si addormenta l'es.

Dio non è altri che colui che davvero non ha alcun dio, ovvero che è completamente solo.

@Twistor: tutto quello che esprimi mi pare giusto e valido, ma valido nella dimensione dell'apertura delle nostre fisiche braccia, ovvero la nostra ristretta famiglia. Non è luogo di parlare di "popolo", lì. La "prole" e il "popolo" sono enti ben distinti, i cui modelli educativi non possono essere identici. Ancora mi chiedo se si possano pensare almeno "analoghi", ma probabilmente no.
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Shun »

Shito ha scritto:@tutti: poiché non c'è dio, poiché l'uomo non troverà mai nulla sopra di sé che gli dia un ordine, se non un altro uomo o un altro uomo travestito da qualcos'altro (Maggioranza, Tradizione, Divinità - quel che si voglia) la mia risposta è che:
"chiunque abbia la forza di autolegittimare la sua visione SENZA alcuna deroga a finto potere sovraordinato quello è un oltreuomo e quindi la sua autolegittimazione vivifica essa stessa la dignità della sua coercizione"
[...]
Dio non è altri che colui che davvero non ha alcun dio, ovvero che è completamente solo.
Non so...
L'uomo si è chiaramente sempre appoggiato a dei modelli di regole, ciascuno con le proprie caratteristiche, come la religione, la monarchia, la democrazia etc, e la questione si riallaccia a quanto scrivi sotto, cioè il fatto che queste regole sono utili per fornire alle persone delle garanzie e delle sicurezze nella vita in società: non uccidere e non verrai ucciso, non rubare e non verrai derubato, la proprietà privata etc.
L'oltreuomo di cui parli, che è in grado di reggere la sua solitudine di essere umano, mi ricorda diverse cose: la prima è chiaramente il pensiero di Nietzsche, la seconda è una conferenza sull'individualismo di Natsume Soseki (che sono sicuro avrai letto, data la tua firma), infine alcune osservazioni sulla solitudine fatte da mistici orientali come Osho o J.Krishnamurti.

Ciò che secondo me stona nella risposta che dai è quando scrivi che l'oltreuomo può concretizzare la sua propria visione senza deroghe a modelli.
Il punto è che l'oltreuomo libero mentalmente, al di sopra del bene e del male, capace di reggere la solitudine e accettare come un unicum il dionisiaco e l'apollineo della sua psiche, rimane un uomo. Sia chiaro, non sto dicendo che hai sostenuto il contrario. Quello che sto dicendo è semplicemente che, in quanto tale, l'oltreuomo rimane alla pari con le altre opzioni.
Provo a spiegare in un altro modo per evitare fraintendimenti. Ciò che intendo dire è che l'oltreuomo pecca comunque di presunzione. Infatti l'uomo ha sempre cercato di basarsi su fondamenti e finalità, e il nichilismo andando a eliminare entrambi vorrebbe delineare una visione delle cose priva di fondamenti e finalità, eppure esso stesso diventa così un fondamento e una finalità senza che ci sia la certezza che la realtà sia davvero così. L'oltreuomo ha solo notato che l'idea di nichilismo è possibile, ed ha iniziato a cercare di sorreggerla per realizzare il nichilismo attivo, tuttavia il fatto che sia un'idea ammessa dalla mente non indica mica che la realtà sia così. In altre parole è solo l'altra faccia della medaglia: prima l'uomo si affidava ciecamente ai metaracconti, l'oltreuomo invece si affida all'idea che il nichilismo sia il fondamento, diventando così un nuovo metaracconto. L'uomo probabilmente non vuole il dubbio nella propria vita e dunque cerca di affidarsi a qualcosa, da un lato i metaracconti "tradizionali", dall'altro quelli nichilisti. In questo senso sulle questioni riguardanti l'inesistenza di Dio e l'impossibilità di entrare in contatto con qualcosa al di sopra dell'uomo, non sarei così definitivo... mi sembra tutto un chiaro esempio di fallacia ad ignorantiam. Forse l'uomo non raggiungerà mai né la risposta per il fondamento, né quella per la finalità, oppure forse sì. Chissà.
In questo senso l'oltreuomo mi pare sì un uomo influente, carismatico, etc. ma la sua visione delle cose si basa solo su un'ipotesi, non su una certezza. Pertanto non è detto che questo modo sia il migliore e il più funzionale tra quelli possibili. La gestione dell'oltreuomo sarebbe difettosa e limitata tanto quanto le altre, con i suoi pro e contro.
@Twistor: tutto quello che esprimi mi pare giusto e valido, ma valido nella dimensione dell'apertura delle nostre fisiche braccia, ovvero la nostra ristretta famiglia. Non è luogo di parlare di "popolo", lì. La "prole" e il "popolo" sono enti ben distinti, i cui modelli educativi non possono essere identici. Ancora mi chiedo se si possano pensare almeno "analoghi", ma probabilmente no.
In effetti più che parlare di popolo pensavo alla famiglia e alle cose più vicine, come l'educazione scolastica. Nel senso che stavo pensando a un approccio dal basso verso l'alto, e non il contrario. Quindi probabile che ci siano differenze tra i due casi, ma io non sono assolutamente un esperto.

PS: il mio commento è solo per esprimere un pensiero, mi auguro di non essere stato troppo noioso anche perché sono ultra OT.
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Sayonara no Natsu
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Sayonara no Natsu »

Ahimè, avevo seguito con interesse la discussione, e dopo averci riflettuto un po' su, alla fine era venuto anche a me il desiderio di fare qualche piccola (ok, non tanto piccola XD) considerazione su alcuni dei punti sollevati, ma purtroppo sapete che sono un po' tardo e conoscete i miei tempi biblici e dunque anche solo per scrivere un post piuttosto semplice come questo ho impiegato così tanto tempo che ho finito col farmi vivo solo adesso. Perdonatemi. ^^
Shito ha scritto:Il discorso della libertà è difficile.

Le persone hanno un debole per la parola "libertà". Ma nessuno si cura di definirla prima di parlarne.
Senza voler scendere troppo nei particolari su cosa sia o non sia "libertà", vorrei comunque fare un piccolo appunto. Tu dici che ambire a poter fare qualunque cosa senza però volerne accettare le naturali conseguenze è soltanto irresponsabilità. Essenzialmente sono d'accordo, tuttavia mi preme sottolineare che, a volte, queste naturali conseguenze non sono poi così naturali. Quello che voglio dire è che, talvolta, mi sembra più che legittimo desiderare di poter compiere talune azioni senza però dover incorrere in punizioni insensate, e quindi, non penso sia sempre corretto definire come desiderio di deresponsabilizzarsi alcune richieste di maggiore flessibilità nelle leggi, dato che non è per nulla difficile trovarne alcune del passato inutilmente restrittive. Ad esempio, giusto per riportare qualche caso più eclatante, non capisco proprio perché, neanche due secoli fa, abbiamo dovuto rischiare di perdere uno dei migliori romanzieri della storia a causa di una stupida legge. Mi sto riferendo alla quasi avvenuta fucilazione di Dostoevskij dovuta alla LETTURA della "Lettera a Gogol'", lettura che oggi potremmo fare senza che NESSUNO possa dirci nulla. Ma pure Giordano Bruno se la passò brutta per aver posseduto i libri sia scritti sia quelli semplicemente curati da Erasmo da Rotterdam - che ricordo era un teologo e comunque un fervente cristiano, mica l'anti Cristo -, libri che oggi possiamo facilmente acquistare in qualunque rivenditore online. O ancora, penso fosse pure una follia che una volta ci fosse gente messa al rogo poiché "eretica" e che gente come Descartes - no, dico, Descartes - fu denunciata due volte per ateismo (e condannato una volta, vedendo così le sue opere quasi bruciate) mentre tu stesso, Shito, ora ti puoi permettere di affermare l'inesistenza di qualunque divinità e in generale fare considerevoli attacchi alla religione senza che nessuno ti torca un capello.

Insomma, quello che voglio dire è che la storia ci insegna che l'umanità ha sempre avuto tantissimi vincoli, ma a posteriori possiamo dire che ben pochi di questi avevano realmente un qualche senso logico, e quindi motivo di esistere. Dunque, io direi che prima di bollare qualcuno come un semplice irresponsabile, bisognerebbe innanzitutto analizzare anche la legge vigente per vedere se non ha essa stessa qualche insensatezza.
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Mmm, non so...

Più che altro, ciò che non mi torna del tuo ragionamento è il fatto che autolegittimarsi dia dignità a qualcosa. Cioè, se nulla ha valore, come d'altronde dici tu stesso, poiché tutte le regole umane sono state create dagli uomini per gli uomini, non riesco a comprendere perché quella che è comunque una "semplice" azione (= non un atto divino), compiuta tra l'altro da quello che è un semplice uomo (= non un dio), a cui si dà (tu dai) un particolare significato e valore - che è esattamente ciò che accade anche per tutto il resto, eh -, dovrebbe essere differente rispetto a tutte le altre convenzioni umane e quindi avere invece un qualche valore assoluto.

Ovverosia, il segnale stradare dello stop, mica significa di *per sé* che in quel punto bisogna fermarsi, ma acquista questo valore solo agli occhi degli esseri umani che hanno imparato ed accettato il codice stradale. Allargando questo concetto ad ogni altra regola umana, arriviamo in pratica al nichilismo e fino a qui siamo d'accordo. Ciò che invece non condivido è l'idea che essere un (oltre)uomo che si autolegittima invece dia qualche valore assoluto alla propria coercizione. Cioè, neanche il fatto di essere oltreuomo, tra l'altro, di per sé significa qualcosa. Vi è pur sempre bisogno che gli altri riconoscano che esserlo abbia una qualche importanza, e ciò non è detto poiché, ad esempio, un uomo rozzo può benissimo non dare alcun valore ad un geniale studioso e viceversa uno studioso può considerare totalmente irrilevanti individui considerati importanti dalla massa, come sportivi, attori eccetera.

Ovvero: colui che si chiede "chi sono io per comandare?" NON deve comandare nessuno, lo farebbe male. La sua natura di sottomesso è evidente nel suo dubbio, e la natura così profonda non si cambia. Colui che dice "chi sono io per comandare?" è una persona eventualmente squisita e stupenda, ma che non ha la forza per sopportare quella solitudine atavica che è la vera emancipazione.

Nemmeno qui sono molto convinto, a dire il vero.

Essenzialmente, mi lascia piuttosto perplesso questa sorta di idealizzazione del potere. Ciò che tu dicevi riguardo alla solitudine del re, forse è effettivamente vero, ma solo per un sovrano assoluto, su chi ha potere su realmente tutto ed è quindi staccato da ogni cosa, ma non riesco a fare meno di pensare che questo ragionamento sia errato nella maggior parte dei casi.

Per spiegare ciò che intendo, mi permetto di partire un pochino da lontano.

Per quanto mi riguarda, è da un po' che sono arrivato alla conclusione che buona parte della popolazione sia poco propensa a ragionare. Il non ragionare porta a cedere ai propri istinti e desideri, ed in generale a seguire semplicemente la propria indole. Ciò, come ci viene propinato da decenni, può anche non significare necessariamente qualcosa di negativo. Cioè, se una persona è istintivamente di buon cuore, probabilmente sarà gentile col prossimo, e proprio questa gentilezza magari gli impedirà di commettere atti immorali/ingiusti ("immorali" o "ingiusti" secondo i criteri attuali della nostra società, s'intende. Specifico perché sennò poi bisticciamo pure sulle parole XD). Tuttavia, questo significa anche che se invece in una persona i tratti più marcati sono quelli dell'avidità, dell'egoismo ed in generale tutte quelle emozioni ed istinti che possono facilmente portare a forti contrasti tra le persone, ella sarà comunque, secondo questo ragionamento, "giustificata" a seguirli, poiché - non lasciatevi ingannare - PROPRIO questo significa "affidarsi al proprio cuore". Ora, se conveniamo che, come dicevo, la popolazione è poca propensa a ragionare, risulterà evidente che noi viviamo dunque in una società che si basa principalmente sull'animo degli individui. E non c'entra, ma direi che è facile rendersi conto anche solo uscendo di casa che nella nostra società, non dico anime belle schilleriane, ma persino di persone semplicemente dall'indole pacata e amichevole ce ne sono ben poche. ^^

Ad ogni modo, seguendo il mio ragionamento, sono portato dunque a pensare che buona parte di quegli atteggiamenti magari rozzi, insensibili e persino pure criminali siano più che altro il risultato ottenuto seguendo/cedendo ad un qualche desiderio o istinto piuttosto che a precise scelte comportamentali. Un po' come un bambino che non vuole dividere la sua merenda perché la vuole tutta per sé piuttosto che per fare un dispetto all'altro.

Detto ciò, a questo punto io mi domando, chi commette un furto, uno stupro o magari anche un omicidio è per caso una sorta di oltreuomo che, incurante della separazione interiore che si verrà a creare con il resto del mondo dopo aver commesso un'azione tanto grave, risulta essere superiore agli uomini comuni che, ponendosi dubbi sulla correttezza di rubare o uccidere, mostrano la loro indole da sottomessi e da deboli, o magari è più che altro un "pezzo di carne" incosciente e con un'inestinguibile sete di rozzi e bestiali piaceri fisici? Dato che dubito ci sia qualcuno che possa affermare che ogni deliquente, o più precisamente ogni deliquente che non ha rimorsi di coscienza, a questo mondo sia un oltreuomo (e che perciò ha illimitati diritti sugli altri uomini), vorrei capire allora, seguendo lo stesso ragionamento, come possiamo noi considerare ogni banale bulletto che raccoglie attorno a sé altri ragazzini, o tutti quei gretti figuri che, smaniosi di un po' di potere, farebbero di tutto per averlo ed una volta ottenuto non lo utilizzano per altro che sia il loro piacere, degli uomini che hanno la forza di "sopportare quella solitudine atavica che è la vera emancipazione" e non semplicissimi uomini egotici ed egocentrici a cui piace avere il controllo su altri esseri umani? Insomma, da quando il non pensare è indice di qualche particolare dote e predisposizione a fare qualcosa e non di semplice stupidità?

Se volete una prova di quanto dico, se così vogliamo chiamarla, essa sta nel fatto che se tutti coloro che si domandano "chi sono io per comandare" non devono farlo perché lo farebbero male, si presume allora che chi comanda senza pensare dovrebbe in qualche modo governare bene. Così non è: per ogni Solone, Dracone o Napoleone, vi sono cento, mille Verre.

E siccome non bisogna mai peccare di narcisismo, né come singolo né come specie, SAPPIAMO che l'umanità -nella sua massa- è ben più proclive al male che al bene. Perché il male è comodo, e l'uomo è pigro, indolente. E quando non lo è, lo diventa facilmente e rapidamente.
Indi, ha senso mettere indiscriminatamente nelle mani delle masse una qualsivoglia possibilità tecnologica, innovativa?
La "prole" e il "popolo" sono enti ben distinti, i cui modelli educativi non possono essere identici. Ancora mi chiedo se si possano pensare almeno "analoghi", ma probabilmente no.
Comprendo ed in parte condivido quanto dici. Il guaio però, è che, seguendo il tuo ragionamento, l'unica soluzione effettiva al problema sarebbe quella di legare mani e piedi tutta la popolazione. Penso sia evidente che ciò non è possibile. E' infatti inevitabile mettere "nell'indiscriminata disponibilità degli uomini" oggetti potenzialmente pericolosi, dunque, come diceva anche Twistor, l'unico modo per scongiurare disastri più o meno gravi è in qualche modo "educare" la popolazione cosicché possa quantomeno evitare la distruzione di sé e di tutto ciò che la circonda. Hai ovviamente ragione a dire che comunque prole e popolo sono cose diverse, e quindi non si possono usare gli stessi metodi, vorrei però farti notare che, in ogni caso, una certa automoderazione dovuta ad una, per quanto minima, responsabilizzazione della popolazione è tuttora presente (o almeno lo era fino ad un po' di tempo fa), dunque non penso sia un'impresa anche solo potenzialmente irrealizzabile. Ad esempio, sebbene tu dica il contrario, io penso che comunque l'uomo abbia imparato ad usare strumenti potenzialmente pericolosi come, appunto, il fuoco. In questi casi, infatti, ciò che importa è il numero, e vorrei far notare che nella storia il numero di persone che ha usato il fuoco in maniera legittima, magari per riscaldarsi o per cucinare, è INFINITAMENTE superiore a chi lo ha usato in maniera insensata (semplicemente i secondi fanno notizia mentre i primi no). Così come anche i comuni coltelli, che sono forse l'arma impropria per eccellenza, nella maggior parte dei casi vengono utilizzati correttamente e non per tagliarsi a vicenda. Per quanto banali, questi esempi mostrano comunque che non è detto che se non vi è un gendarme di guardia allora necessariamente la gente si ammazza da sola. Tra i sicuramente tanti motivi che influiscono, secondo me questo è dovuto principalmente all'istinto di autoconservazione - che vorrei ricordare sparisce o comunque si attenua quando un soggetto viene trattato come una persona incapace di intedere e di volere... -, alla presa di coscienza che deriva dalla responsabilità e anche al fatto che una comunità *sana* si autoregola per "istinto" (poiché la nostra è decisamente malaticcia, non vi sono, appunto, che flebili echi di questa autoregolazione). Una madre, ad esempio, una volta compresa la sua resposabilità di genitore, sta realmente attenta al proprio figlio, gli impedisce di farsi seriamente del male e lo educa secondo i propri principî in modo tale che ad un certo punto si sappia regolare da sé, ma anche una comunità, in particolare quelle relativamente piccole (ma in realtà il problema non sussiste nemmeno in quelle grandi perché alla fine comunque ognuno vive in una ristretta cerchia di persone), opera in modo relativamente simile. Infatti, funzionando come una sorta di unico organismo, tende sempre a ricondurre alla normalità ogni alterazione interna ed in generale a non permettere che vi siano stravolgimenti che possano turbare l'equilibrio venutosi a creare. Ad esempio, il pettegolezzo funziona(va) come una sorta di regolatore interno, poiché emarginalizzando e pressando moralmente (l'occhio sociale, insomma) chi esce dalla strada battuta, lo si riporta nel gregge, non permettendo in questo modo che si creino potenziali problemi per il resto della popolazione, oppure, nel caso di un litigio, la comunità stessa interviene (leggi: interveniva) per far riconciliare le parti, poiché, essendo come dicevo una sorta di unico organismo che ha bisogno di ogni sua parte per poter funzionare correttamente, non si può permettere che si sfaldi la coesione interna.

Ad ogni modo, che sia per questo o per mille altri motivi, visto che siamo qui a parlarne vuol dire che in un modo o nell'altro si è riusciti a evitare una sorta di interminabile guerra civile senza il bisogno di legare pressoché ogni abitante di questo pianeta, dunque la realtà stessa è la prova che in qualche modo, in qualche forma più o meno contorta, esiste una forma di automoderazione del singolo e della società stessa.

Tutto questo per dire semplicemente che no, sebbene riconosca che i rischi di cui tu parli sono concreti, la coercizione non è l'unico modo per risolvere una questione tanto spinosa, ma anzi potenzialmente potrebbe anche esasperare determinati problemi.

Ma, ehi, "just my two cents"! ^^

P.S. Dato che già la discussione era andata un po' OT ed ora, col mio post, è deragliata del tutto (XD), mi sovviene il dubbio se non sia meglio ripulire questo thread e spostare gli ultimi messaggi in uno a parte... :)
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Muska »

Vorrei ringraziarti, caro Giordano, per questa interessante (molto interessante !) pagina, che cade a fagiolo su alcuni ragionamenti freschi, proprio appena fatti nelle magnifiche giornate passate insieme a Shito, Jessy e te a Etna Comics.
Rifletterò ancora, perché se tu sei tardo, io sono l'archetipo fossile dei Bradipi.

Del resto presto forse arriverà una risposta di Shito, e al solito sarò spazzato via anche da quell'altra risacca, trovandomi ancor più indietro e in ritardo... :sorriso2:

Per i comuni mortali è proibitivo riuscire a star dietro a voi due.
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Sayonara no Natsu
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Re: News, notizie flash inerenti lo Studio Ghibli

Messaggio da Sayonara no Natsu »

Carissimo Muska, è difficile per me esprimere la gioia che provo nel leggere le tue gentilissime parole, tuttavia, e lo dico davvero senza falsa modestia, temo tu stia un po' troppo sopravvalutando un povero scemotto come me. ^^

Per quanto riguarda quei bellissimi momenti passati a discutere (davvero, uno dei ricordi più belli di quei giorni a Catania), penso siano stati trattati tali e tanti argomenti che, approfondendoli, avremmo materiale su cui discorrere (e litigare ^^) per settimane. :D
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