INLAND EMPIRE

Film, al cinema o a casa

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Messaggio da Flegias »

Visto due sere fa', ancora devo ripredermi... chi altro ha avuto l'occasione di vederlo, vorrei conoscere i vostri pareri.

Per quanto mi riguarda posso dire poco, pure da fan di Lynch sono rimasto spiazzato, ancora non riesco a capire se mi sia piaciuto o no! Di certo il regista non si era mai spinto così oltre: tre ore di puro nonsense onirico sorretto da un accenno di trama narrativa nella prima ora, che in realtà si rivela un semplice pretesto e dalla immane bravura di Laura Dern. A un tratto ho capito che non dovevo chiedermi più niente ma solo lasciarmi trasportare dalle immagini e dai suoni. Senza dubbio il film è un azzardo, un esperimento, solo così riesco a perdonargli le sue inevitabili cadute e prolissità; in ogni caso un'esperienza che vi consiglio, perlomeno se stimate l' autore.
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ghila
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Messaggio da ghila »

Bonekamp, autore del bel blog cinematografico "Xanadu", ha scritto in un commento:

"Gli unici due personaggi "reali" sono la ragazzina polacca e suo padre, quello che alla fine del film si vede rientrare a casa.
Tutto il film si svolge nell'arco temporale di qualche istante. Le informazioni di partenza sono che c'è questa ragazzina seduta davanti alla televisione, in uno stato emotivo evidentemente alterato, associata all'immagine di quel che potrebbe essere la puntina di un mangianastri su un disco, metafora dell'incisione nel subconscio della ragazza di una realtà che percepisce come deformata.
Da questo punto si inizia un percorso lunghissimo nell'Inland Empire della suddetta, nello strato più profondo del suo subconscio, che non riesce a sganciare il proprio proiettarsi verso un mondo utopico e desiderabile (una scintillante carriera da attrice) dalle proprie sottili paure ed angosce (una vicina di casa oltremodo inquietante), così come anche l'ambiente yankee di Hollywood si mescola con quello povero e rurale della Polonia, mescolandosi così anche i diversi idiomi.
Il primo sdoppiamento che Lynch opera avviene, dunque, tra reale e subconscio. Ma dopo aver attraversato un tratto della vita complessa della Dern, ogni tanto richiamati alla realtà dalla distorta percezione di Rabbits in televisione.
All'interno del meccanismo narrativo situato al di dentro dell'Inland Empire avviene il secondo sdoppiamento. Cioè dopo un avvio più o meno lineare dell'esperienza onirica fattasi Laura Dern, il viaggio mentale inizia a perdere di coerenza, a mescolare elementi (il padre della ragazzina, è edipicamente proiettato come marito del star di Hollywood), a sovrapporre i tempi. E, partendo da qui, il personaggio della Dern inizia ad assumere la coscienza di non essere reale (insieme alla coscienza della ragazzina, il cui viaggio onirico si avvia gradualmente e confusamente verso un ritorno alla realtà), giungendone ad avere piena consapevolezza al momento della morte. Qui il viaggio nel subconscio perde definitivamente di coerenza (siamo agli ultimi 40 minuti del film) e il disperdersi graduale dell'organizzazione cosciente della mente si unisce alla percezione "autocosciente" del personaggio proiettato di non essere reale, di non avere possibilità di sbocchi razionali. Punto di implosione è il volto che si va a sformare e a decomporre nel finale, segno di un'impossibilità della sognatrice a rimanere in trance, come della sognata a parcepire una qualsiasi realtà coerente.
Di qui il ritorno alla bambina, alla televisione, e al ritorno del padre in casa, che segna il distacco definitivo (?) dall'angoscia, e punto di contatto concreto con la realtà per ricacciare nel profondo le inquietudini del subconscio"


E' una buona traccia per rivivere il film una seconda volta.
Lascio questa traccia che secondo me è buona per non rimanere completamente spiazzati di fronte ad un film che è comunque "oltre". Perchè volutamente illogico, fuori dagli schemi e assolutamente geniale!

Una delle più straordinarie esperienze cinematografiche che io abbia mai vissuto.
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Messaggio da Flegias »

Beh, senz'altro è un buon indizio, avevo pensato anch'io a qualcosa del genere (ma molto più semplice, naturalmente). Però... preferirei che questa rimanesse solo una traccia, perchè più che rassicurarmi, l'obbligo del cercare un senso al film, me lo fa apparire piatto, lo svilisce.

E poi, alla fine comincio ad apprezzare quella sensazione che mi fa pensare non solo che il film non abbia senso (logico-narrativo,) ma che forse prenda anche un po' in giro lo spettatore. Questo dubbio me lo sta facendo amare di più.
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ghila
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Messaggio da ghila »

Qui una delle più belle recensionidisponibili in rete del film.

Assolutamente consigliata! :)
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