il "fenomeno otaku" e il "fenomeno Evangelion
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A mio avviso il vero significato di Nge diverrà chiaro a molti quando gli effetti della profonda riflessione sul valore sociale e psicologico dell'animazione in esso contenuti saranno storia e tradizione con cui confrontarsi. E' ancora troppo presto quindi per poter comprendere cosa ci lascia Anno grazie a questo anime.
Dai suoi effetti nel campo dell'anime giapponese nei prossimi anni sono certo che molto diverrà chiaro a molti.
C'è una cosa che non mi sembra sia stata invece sottolineata ma che io, fin dalla prima volta che vidi Evangelion, ho sentito stagliarsi nettamente in me: un sottilissimo velo di angoscia! Si, angoscia. Non ci avevo mai fatto caso o meglio non gli avevo mai dato il giusto peso. Ma ad ogni situazione, anche agli inizi dove è manna per otaku, tutto è impregnato da una cupa inquietudine, come un peso sullo stomaco. E questo mi è stato tolto solo nella puntata dove Anno gioca con i personaggi e da il via ad un quarto d'ora di divertissement nel quale i protagonisti vivono una vita "normale" (che è anzi la vita meno normale che esista!). In quel momento l'angoscia è scomparsa, come se fossi davanti ad un sogno, un idillio.
Sogno che naturalmente subito finisce.
Qualcuno di voi ha sentito questa angoscia, questa oppressione? fin dall'inizio?
Insomma se FLCL lo vedrei spesso e Abenobashi quando volote, Nge invece no. Anzi.
E quando un'opera colpisce tanto, a mio avviso, è semplicemente pienamente riuscita.
Potrò anche non capirla.
Ma colpisce.
E duramente!
Dai suoi effetti nel campo dell'anime giapponese nei prossimi anni sono certo che molto diverrà chiaro a molti.
C'è una cosa che non mi sembra sia stata invece sottolineata ma che io, fin dalla prima volta che vidi Evangelion, ho sentito stagliarsi nettamente in me: un sottilissimo velo di angoscia! Si, angoscia. Non ci avevo mai fatto caso o meglio non gli avevo mai dato il giusto peso. Ma ad ogni situazione, anche agli inizi dove è manna per otaku, tutto è impregnato da una cupa inquietudine, come un peso sullo stomaco. E questo mi è stato tolto solo nella puntata dove Anno gioca con i personaggi e da il via ad un quarto d'ora di divertissement nel quale i protagonisti vivono una vita "normale" (che è anzi la vita meno normale che esista!). In quel momento l'angoscia è scomparsa, come se fossi davanti ad un sogno, un idillio.
Sogno che naturalmente subito finisce.
Qualcuno di voi ha sentito questa angoscia, questa oppressione? fin dall'inizio?
Insomma se FLCL lo vedrei spesso e Abenobashi quando volote, Nge invece no. Anzi.
E quando un'opera colpisce tanto, a mio avviso, è semplicemente pienamente riuscita.
Potrò anche non capirla.
Ma colpisce.
E duramente!
Raro concedit, numquam negat, semper distinguit
Vidi NGE quando ancora dovevo iniziare il mio quarto anno di liceo. Parliamo di 1 anno e mezzo fa.
Perché riuscì a colpirmi, e così tanto? Non so se riuscirò a spiegarlo bene qui, comunque ci provo. L'ho vissuto come un climax, personalmente: si parte con puntate di lotte con quelli che, all'inizio, sembrano solo dei robottoni, nulla più, anche se già sentivo forte - e nondimeno apprezzavo - la componente introspettiva.
Le puntate "centrali" sono a mio avviso le più leggere, con Shinji e Asuka in coppia che non mancano di far ridere... ad un certo punto però la storia si fa più "seria" e angosciante, toccando il suo apice nel ventiquattresimo episodio, con l'ultima lotta sulle note della "nona" di Beethoven ... gli ultimi due, 25-26 televisivi, sono a mio avviso straordinari, riescono letteralmente ad entrare nella testa del protagonista, fino alla risoluzione dei suoi complessi...
Ora, non mi pare che la componente "religiosa-cabalistica" di cui tanto si dice abbia poi esercitato in me quel grande interesse... ciò che mi ha sempre colpito - e mi colpisce tuttora - è il livello di introspezione psicologica di tutta l'opera, un aspetto che ricordo di aver pure vissuto "empaticamente", provando identificazione oppure compassione per questo o quell'altro personaggio. Aggiungo, per finire, che non ho ancora visto "End of Eva"... ma secondo me la serie è già straordinaria e trova una sua compiutezza e sensatezza nelle sole puntate televisive...
Perché riuscì a colpirmi, e così tanto? Non so se riuscirò a spiegarlo bene qui, comunque ci provo. L'ho vissuto come un climax, personalmente: si parte con puntate di lotte con quelli che, all'inizio, sembrano solo dei robottoni, nulla più, anche se già sentivo forte - e nondimeno apprezzavo - la componente introspettiva.
Le puntate "centrali" sono a mio avviso le più leggere, con Shinji e Asuka in coppia che non mancano di far ridere... ad un certo punto però la storia si fa più "seria" e angosciante, toccando il suo apice nel ventiquattresimo episodio, con l'ultima lotta sulle note della "nona" di Beethoven ... gli ultimi due, 25-26 televisivi, sono a mio avviso straordinari, riescono letteralmente ad entrare nella testa del protagonista, fino alla risoluzione dei suoi complessi...
Ora, non mi pare che la componente "religiosa-cabalistica" di cui tanto si dice abbia poi esercitato in me quel grande interesse... ciò che mi ha sempre colpito - e mi colpisce tuttora - è il livello di introspezione psicologica di tutta l'opera, un aspetto che ricordo di aver pure vissuto "empaticamente", provando identificazione oppure compassione per questo o quell'altro personaggio. Aggiungo, per finire, che non ho ancora visto "End of Eva"... ma secondo me la serie è già straordinaria e trova una sua compiutezza e sensatezza nelle sole puntate televisive...
Haast en spoed is zelden goed.
ghila ha scritto: Qualcuno di voi ha sentito questa angoscia, questa oppressione? fin dall'inizio?
Insomma se FLCL lo vedrei spesso e Abenobashi quando volote, Nge invece no. Anzi.
E quando un'opera colpisce tanto, a mio avviso, è semplicemente pienamente riuscita.
Potrò anche non capirla.
Ma colpisce.
E duramente!
Concordo al 100%.
Anch'io fin dalla prima visione (febbraio 2006) sono rimasto angosciato... Sarà perchè l'ho visto tutto (EoE compreso) in una settimana scarsa (la notte con le cuffie)... Era una droga... mi faceva male ma dovevo vederlo. Nutro una riverenza incredibile verso quell'anime... ho quasi paura a riguardarlo.
EoE è di una crudeltà che raramente ho visto in giro... dopo 13 ore di serie... affezionato ai personaggi... chi l'ha visto sa cosa voglio dire.
IMHO è IL CAPOLAVORO.
E se sono un pò otaku è colpa/merito di NGE.
Dolls are made by humans in their own image. If God really exists, we might just be dolls for him. (NGE)
@ Sauron1317 Per quello che riguarda l' annosa domanda di Eva, come sostenuto da Shito (che ricambio in simpatia), siamo noi stessi a darne la risposta, sono quei pochi che hanno aprezzato l' opera per quello che E'.
Per rispondere a Buta, certo l' argomento è stato molto sviscerato ma non credo che qui si stia sovrainterpretando, anzi tutto il contrario!
Poi è naturale lasciarsi alle spalle qualcosa che ci ha arricchito ma, come dice Ghila, la forza di Evangelion si vedrà ancora nel tempo e il fatto che ancora se ne possa parlare ne è la dimostrazione.
Per rispondere a Buta, certo l' argomento è stato molto sviscerato ma non credo che qui si stia sovrainterpretando, anzi tutto il contrario!
Poi è naturale lasciarsi alle spalle qualcosa che ci ha arricchito ma, come dice Ghila, la forza di Evangelion si vedrà ancora nel tempo e il fatto che ancora se ne possa parlare ne è la dimostrazione.
Ultima modifica di Flegias il ven lug 14, 2006 11:39 am, modificato 1 volta in totale.
- sauron1317
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Sì. Questa è la risposta sociologica. Ma, un dovere ed una necessità che sento è trasformarla in psicologica. Ed ovviamente così facendo la risposta non potrà conservare la splendente sintesi che ci hai dato.Shito ha scritto:La risposta è:sauron1317 ha scritto:Ma una vera risposta alla domanda "si puo' amare l'animazione senza essere otaku" non è ancora stata data.
una ristretta minoranza di non-otaku potrà amare una ristretta minoranza di prodotti d'animazione.
Qualche anno e il film sarà pronto.
Ultima modifica di sauron1317 il gio lug 13, 2006 5:12 pm, modificato 1 volta in totale.
- sauron1317
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Ciò che bisogna lasciarsi alle spalle di NGE sono le sovrainterpretazioni e tutti gli errori che si sono compiuti nell' “adorare gli angeli” e nel sciorinare pareri sprovvisti di argomentazioni. Immaturità tipici dei primi tempi che in questi luoghi si sono sempre evitate.
Parole sante. Infatti sento già maturare nelle riflessioni che leggo un rispetto di distacco storico.ghila ha scritto:Dai suoi effetti nel campo dell'anime giapponese nei prossimi anni sono certo che molto diverrà chiaro a molti.
- sauron1317
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Ed allorchè sollazzando in un pretesto per rinfocillare le mie sopite voglie di periodare, aggiungo un compromesso.
Vi regalo un famoso link in cambio di troppo usati commenti.
http://www.youtube.com/watch?v=65iNsC2grZ4
Poichè contro lo sterile silenzio di questa estate è davvero arduo combattere.
Vi regalo un famoso link in cambio di troppo usati commenti.
http://www.youtube.com/watch?v=65iNsC2grZ4
Poichè contro lo sterile silenzio di questa estate è davvero arduo combattere.
Sarà... ma a me sembra invece che si divida in settore "commerciale" (che sfrutta a pieno il già detto, infestando il mercato con bambole e bamboline fetish di personaggi psicopatici e malati) e settore "creativo" dove sono nati poi Abenobashi, FLCL e via dicendo.Haku ha scritto:Continuo a sostenere che la Gainax per me è morta dopo Evangelion.
Sul fatto che Anno lasci compiere tale sfruttamento al "commerciale" può avere diverse interpretazioni fra le quali svettano queste due:
- o anche lui è un commerciante che sguazza nel già detto;
- o per lui Evangelion è una creatura la cui sorte ora non interessa più nulla. Quel che aveva da dire l'ha detto, chi l'ha capito bene, chi non l'ha capito (o non ha voluto capire) fatti suoi.
A par mio?
"la seconda che ho detto" (cit.)
...
Raro concedit, numquam negat, semper distinguit
Re: il "fenomeno otaku" e il "fenomeno Evangelion
Bump random per i giovani utenti del forum.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)