Latino

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RøM
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Messaggio da RøM »

Ale K ha scritto:In realtà mi sembrerebbe giusto stabilire un'unica pronuncia corretta per il latino, almeno per una questione di "comunicazione". E poi se dobbiam studiare una lingua meglio imparare quella che è la pronuncia corretta e non il dialetto
Attenzione: non si può stabilire un'"unica pronuncia corretta" del latino in generale, giacché la pronuncia del latino si è evoluta nel corso del tempo, oltre a variare a seconda degli ambiti sociali. Inoltre è praticamente impossibile ricostruire con esattezza tutti i fenomeni fonetici di una lingua (o meglio, di una sua fase) di cui abbiamo solo testimonianze scritte.
Nell'ambito del latino letterario classico, usare la pronuntiatio restituta (che, si badi bene, non è la "pronuncia corretta" effettivamente usata all'epoca, ma una ragionevole approssimazione) ha un senso in quanto permette, più della pronuncia ecclesiastica, di avvicinarsi al modo in cui determinate opere venivano lette all'epoca in cui furono composte (e, tra l'altro, di notare tutte le allitterazioni e i giochi fonetici che abbondavano nella poesia latina).
Un'ultima precisazione: la pronuncia ecclesiastica del latino non ha nulla a che vedere col dialetto.
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Ale K
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Messaggio da Ale K »

RøM, innanzi tutto grazie per le precisazioni.
Il termine "dialettale" da me usato non voleva avere l'accezione classica, ma solo sottolineare il fatto che la pronuncia ecclesiastica era una delle pronunce utilizzate, tutto qui.
Da quel poco che ho letto oggi in rete (e correggimi quando dico fesserie, poiché non ho avuto tempo di approfondire l'argomento e non sono neppure certo delle fonti da me usate - per questo ho aperto questa discussione) pare che la pronuncia ecclesiastica non fosse poi quella ufficiale e parlata in europa, ma che ogni individuo usasse una diversa pronuncia a seconda della propria nazionalità, di fatto il latino era lingua universale solo nella teoria, ma non nella pratica (ad esclusione dello scritto). Questo avrebbe portato diversi umanisti a studiare quale fosse la pronuncia più vicina a quella originaria ed ad utilizzarla come universale. Le loro scelte si sono basate su (cito dal secondo sito da me linkato):

# le testimonianze dirette dei grammatici antichi, quando descrivono i suoni della propria lingua o correggono gli errori dei loro contemporanei
# le testimonianze indirette degli antichi scrittori, quando fanno giochi di parole o usano figure di suono, soprattutto onomatopee
# le scritture fonetiche delle iscrizioni , spesso incise da scalpellini incolti che scrivevano come pronunciavano
# la trascrizione di parole latine in greco e viceversa
# i termini latini passati in epoca antica in altre lingue, soprattutto nel Germanico (col presupposto che la trasmissione sia avvenuta per via orale e non soltanto per via scritta, nel qual caso la testimonianza potrebbe valere solo per la grafia)
# i dati della fonetica comparata indoeuropea per il punto di partenza, e romanza per il punto di arrivo


La pronuncia classica mi risulta esser quella adottata all'estero (ma di questo non posso aver certezza, devo fidarmi di quanto letto), tanto che sulla wikipedia spagnola la pronuncia ecclesiastica viene anche chiamata come "pronuncia italiana".
Tutto questo mi ha portato ad utilizzare determinati termini come "dialettale" appunto.
Ancora vi prego di correggere quanto di inesatto o inpreciso ho scritto e se avete dell'altro da aggiungere ben venga!! :D
Tra l'altro quale sia la pronuncia da preferire ancora oggi non ha "solo" un motivo culturale, ma anche pratico, il latino è infatti la lingua usata in sistematica ad esempio.
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RøM
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Messaggio da RøM »

Onestamente non so quale sia la pronuncia del latino usata all'estero.
Per il resto mi sembra tutto corretto, tranne che per un particolare: la pronuntiatio restituta ricostruisce approssimativamente non la pronuncia "originaria" (è proprio concettualmente senza senso parlare di pronuncia "originaria"), ma la pronuncia dei parlanti colti dell'epoca classica.
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Ale K
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Messaggio da Ale K »

RøM ha scritto:Onestamente non so quale sia la pronuncia del latino usata all'estero.
Ho fatto riferimento a quanto trovato QUI, altro non so.
RøM ha scritto:la pronuntiatio restituta ricostruisce approssimativamente non la pronuncia "originaria" (è proprio concettualmente senza senso parlare di pronuncia "originaria"), ma la pronuncia dei parlanti colti dell'epoca classica.
Caspita è vero, l'avevo letto durante la mia piccola ricerca ma poi l'ho scordato...

Tu quale pronuncia preferisci?
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RøM
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Messaggio da RøM »

Per la letteratura dell'età classica sarebbe opportuna la pronuntiatio restituta, l'unica che permetta un approccio ragionevolmente corretto alle opere: per esempio, quando Catullo usa la parola EXCRUCIOR, vuole ottenere un certo effetto attraverso la ripetizione del suono /k/, effetto che viene distrutto dalla pronuncia ecclesiastica.
Ma il latino non è solo il latino letterario classico: sarebbe assurdo usare la pronuncia classica per leggere dei testi scritti quando quella pronuncia (o meglio, una pronucia simile a quella) non si usava più.
E sarebbe tutto sommato un artificio antistorico applicare la pronuncia classica agli usi moderni del latino.
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Shito
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Messaggio da Shito »

RøM ha scritto:Per la letteratura dell'età classica sarebbe opportuna la pronuntiatio restituta, l'unica che permetta un approccio ragionevolmente corretto alle opere: per esempio, quando Catullo usa la parola EXCRUCIOR, vuole ottenere un certo effetto attraverso la ripetizione del suono /k/, effetto che viene distrutto dalla pronuncia ecclesiastica.
Ma il latino non è solo il latino letterario classico: sarebbe assurdo usare la pronuncia classica per leggere dei testi scritti quando quella pronuncia (o meglio, una pronucia simile a quella) non si usava più.
Esattamente il mio pensiero. Chiaramente la discriminante logica è sempre quella, tipicamente esegetico/ermeneutica, di avvicinarsi quanto più possibile alla lingua dell'autore.

Ergo, non pronunncerò il Secretum col la pronuncia latina classica, no.
E sarebbe tutto sommato un artificio antistorico applicare la pronuncia classica agli usi moderni del latino.
E' forse questo l'unico tema su cui si potrebbe in effetti 'discutere realmente', in quanto si potrebbero apportare ragioni talvolta contrastanti per l'una o l'altra tendenza.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)