) . Nel disegno è usato moltissimo un chiaroscuro molto netto come se i personaggi e gli ambienti fossero sottoposti ad una fonte di luce potentissima e gli occhi sono molto evidenti e diventano il tratto che distingue i personaggi principali da semplici comparse che riempiono di tanto in tanto le scene. L’azione è come statica e i primi piani quasi si sprecano ma mai danno fastidio. Il silenzio domina quasi per pagine e pagine come una cappa soffocante ( non leggete il manga se siete di pessimo umore ). Le pagine a colori sono gradevoli e peccato che sono veramente poche. Il cellulare ha l’aspetto di un banalissimo “nokia”. Naboru, il ragazzo, è un personaggio quasi reale nella sua placida rassegnazione a subire gli eventi ( la lontananza dell’amica del cuore ) come tutti i comuni mortali. Il senso di impotenza dei personaggi principali è, nell’universo manga-anime giapponese, quasi una rarità poiché si chiede sempre ai protagonisti il dovere di fare gli eroi e di sfidare il destino anche nell’impossibile ( senso dell’onore e coraggio e sdegno di fronte alla morte da veri samurai ) soprattutto nel genere fantascientifico dominato da Gundam et similia. Un manga anomalo ma che vada letto sicuramente insieme alla visione del film pubblicato in DVD dalla D/books nei negozi specializzati per avere un idea più completa del titolo in questione.
