Ani-sama ha scritto: Certo, come dici tu può darsi che non siano farina del sacco dei Wachowski, però qualcuno ci deve pur aver pensato, le citazioni e i riferimenti al mito platonico sono davvero troppi per essere degli "accidenti".
Io non dico che non sia farina del sacco dei fratelli Wachowski, dico semplicemente che, così, a naso, i due registi Platone non sanno nemmeno chi sia. Com'è ovvio, ciò che uno spettatore riesce a "vedere" in un film è direttamente proporzionale alla sua cultura (intesa in senso assai lato). La base (più o meno) oggettiva di partenza è uguale per tutti, poi ognuno tesse una rete di collegamenti fra ciò che ha visto e ciò che sa. Come puoi ben immaginare, questi
link mentali corrono sul sottile filo che separa l'interpretazione dall'illazione. Matrix è partito con delle grandi premesse, che mi avrebbero fatto anche vagheggiare una seria riflessione ai limiti della filosofia (come certe cose uscite dalla penna di Huxley o di Dick), se tutto ciò che c'era di valido nel primo episodio non fosse stato cancellato dai due sequel in un batter di ciglia. Per questo stento a credere ad una sequenza Platone-Wachowski e propendo (
in extremis, perché nemmeno questo mi convince) per una
iter Platone-X-Wachowski, dove X può essere un romanzo, un fumetto, un film, qualunque cosa capitata fra le mani dei due fratelli, che potesse richiamarsi anche flebilmente ad una parte della filosofia platonica (magari semplificata o addirittura reinterpretata alla bisogna). Da qui, se c'è, è derivato l'input ai due registi. Un input, però, assai impoverito, giacché del "mito della caverna" in Matrix traluce solo uno scialbo ricordo, che definirei meramente strutturale (volendo dare, con questo aggettivo, l'idea di un'impalcatura vuota e non quella, consueta, di un'ossatura portante).
Ani-sama ha scritto: Soulchild ha scritto:visto che il "mito" platonico cosiddetto "della caverna" è di natura sostanzialmente epistemologica, componente che in Matrix non è assolutamente sviluppata
Mi sfugge il motivo per cui tu definisci il mito platonico "di natura sostanzialmente epistemologica". Secondo me il mito sta soprattutto negli ambiti filosofici dell'ontologia e della gnoseologia, aspetti che Matrix 1 prende sì in considerazione.
Perdonami, ho usato il termine "epistemologico" non nel suo significato moderno e "popperiano", ma in quello classico ed etimologico (scusami, è una "deformazione professionale"
!), il quale rimonta ad
episteme , parola che, nella gnoseologia classica, indica la conoscenza oggettiva, in contrapposizione alla
doxa come opinione soggettiva (e
communis opinio al tempo stesso). Insomma, parliamo della stessa cosa
.
"Il mito della caverna" è ricchissimo di significati pluristratificati e afferenti a branche diverse della filosofia o, più ingenerale, dell'umano pensiero: dalla gnoseologia all'ontologia, dall'estetica alla politica. Dire che Matrix riprenda il senso profondo di anche una sola di queste tematiche è ai miei occhi a dir poco risibile. Matrix riprende piuttosto un ben più schematico
dualismo (che, ancor prima di essere platonico, è, sul piano della "fisica", eracliteo o addirittura empedocleo; ma allora i Wachowski si sono ispirati ad Eraclìto o ad Empedocle
?), svuotato di profondi significati
stricto sensu filosofici e riempito con il cyberpunk e con la sua pseudofilosofia che abbiamo imparato a conoscere dai libri ai film ai giochi di ruolo.
Quale sia l'utilità di un
tour de force congetturale che miri ad unire Platone a Matrix è superfluo dirlo.