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Discussioni su gli autori e anime/cartoni non-Ghibli

Moderatore: Coordinatori

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Raghnar
Kodama
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Messaggio da Raghnar »

Shito ha scritto:
Raghnar ha scritto:Era il tuo amato asimov, non ricordo più in che libro, e anche se letteralmente non fosse stato così il succo è questo.
Come per quelli che credono che il succo del Principino sia "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi"?
così come chi ha letto il piccolo principe con coscienza di causa è in grado di comprendere questa frase non avulsa dal contesto (e sì, frase che anch'io reputo centrale, anche se non "succo", dato che là in mezzo tutto è "succo"), i lettori di asimov sapranno interpretare la mia frase.

Ma anche coloro che vedono nella risata genuina un carattere distintivo dell'essere umano.
Somewhere, along the edge of the bell curve.
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Buta
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Messaggio da Buta »

Rispondo un secondo a Gualtiero.

Non mi ero espresso benissimo, volevo solo dire che anche tra le "Volgarita'" ci sono differenze sostanziali.

Ecco il perche' dell esempio di "Vieni avanti cretino" ,che resta molto volgare, ma divertente e "Genuino"...cosa che , tristemente, non sanno fare , Boldi , De Sica e tutta quella gente miracolata dalla vita o da qualche parente famoso....

Io dico che quando una cosa e' bella e fa' ridere poco importa da dove provenga.
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Arcuum_ocra
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Messaggio da Arcuum_ocra »

Autocritica.
Ammetto di essere spesso uno sciocco che ride dell'immondizia. E che quella risata è più o meno equivalente all'evacuazione del mio intestino. Lo ammetto e ammetto anche questo: non ho la forza di smettere del tutto. Almeno, non ancora.

Torno alla parodìa per parlare di una serie.
Abenobashi-il quartiere commerciale di magia (serie Gainax) contiene una parodìa dei generi di un certo tipo di animazione giapponese, ma non strizza l'occhio direttamente al pubblico di otaku pronti a riconoscere le citazioni. Bensì inserisce al suo interno un protagonista otaku e mostra così una rappresentazione di un certo tipo diffuso di animazione e pubblico della stessa facendo una doppia parodìa.
Già così si potrebbe apprezzarla, in fondo. Certo, anche un otaku la potrebbe apprezzare, non riconoscendo l'ironia di secondo livello e limitandosi a godere della capacità di riconoscere le citazioni e fermandosi lì.
Ma Abenobashi non si esaurisce qui. La parodìa dei generi è generata, all'interno della serie, dallo stesso protagonista in maniera sempre più consapevole.
Dalla parodìa di generi alla parodìa del suo pubblico, all'uscita dalla parodìa che diventa strumento per esprimere qualcosa fuori dalla stessa. Mi sembra che in tutta la serie si risalga, come spettatori, la corrente della genesi di un artista che ci dice cosa vuol dire diventare adulti.
Un'artista che guarda indietro a come amava ciò che amava, lo paròdia e paròdia sè stesso che paròdiava ciò che amava senza consapevolezza e alla fine esce dalla parodìa e ci parla del diventare adulti. E quanto dolore ci sia dietro al divenire consapevoli e responsabili di un amore. Fino all'estremo (forse) di accettare di vivere una menzogna consapevole, per amore.

Tanto per alzarci un paio di decine di centinaia di migliaia di chilometri dalle fogne e dalla spazzatura.

Chiaramente, se ho capito qualcosa della serie. In caso contrario, considerata la premessa autocritica, tornerò nelle fogne che mi merito.
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Shito
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Messaggio da Shito »

Arcuum, che dire?

E' leggendo post come il tuo, e pensando che c'è in giro gente in grado di scriverne, che tutto sommato ogni tanto penso che valga ancora la pena di relazionarsi al prossimo.

Grazie davvero,

G.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)